Oltre i propri confini (Parole sulla differenza), di Luce Irigaray

 

 

Editoria

 

 

(Roma) Sarà in libreria dal 9 ottobre Oltre i propri confini (Parole sulla differenza), che raccoglie un ciclo di conferenze di Luce Irigaray, una delle più grandi pensatrici contemporanee. Una riflessione che tocca l’educazione all’amore, la democrazia, la violenza delle donne e il cristianesimo nel contesto moderno e post-moderno

Oltre i propri confini mostra la volontà dell’autrice di chiarire ulteriormente il proprio «pensiero della differenza», a partire da una serie di conferenze che lei stessa tenne in Italia nel 2005, nelle città di Napoli, Venezia, Verona e Pesaro-Fano. Ogni capitolo, dedicato al tema trattato, è seguito da un’intervista condotta con la persona responsabile dell’incontro a cui era stata invitata. Ancora un volta gli argomenti sono estremamente attuali e di fondamentale importanza, tanto a livello individuale quanto collettivo. A partire dall’amore e da un cammino concreto per insegnare ad amare - che passa attraverso la coscienza della differenza - Luce Irigaray affronta la necessità di ripensare una democrazia politica, per poi riflettere sulla violenza esercitata dalle donne («in loro stesse e tra di loro»), arrivando infine al cristianesimo nei tempi attuali, in particolare dopo la critica rivolta da Benedetto XVI al relativismo dei tempi moderni e postmoderni. La raccolta si chiude con un testo sulla felicità dinnanzi a cui l’autrice solleva l’invito e il monito alla necessità di una cultura interiore che ancora non conosciamo ma che è possibile, per divenire pienamente umani.

“Questo libro – scrive l’autrice -  è stato ideato in Italia, oltre i miei propri confini: nazionali, culturali, linguistici. Mi pare che sia un nostro compito oggi essere capaci di varcare tutte le frontiere, senza tuttavia perdere la nostra identità né nuocere a quella dell’altro. Questo non può dipendere solamente da un lavoro di politici o di esperti a livello internazionale. È un incarico che spetta a ognuno di noi. Il modo di compierlo è dialogare in ogni momento e in ogni luogo con la persona che incontriamo. Così impariamo a uscire dal nostro proprio orizzonte per costruire, a poco a poco, un mondo nuovo che tenga conto delle differenze fra tutte e tutti. La nostra appartenenza sessuata delinea i primi confini che dobbiamo allo stesso tempo rispettare e aprire per incontrare l’altro. Essa corrisponde al più basilare passaporto per andare oltre tutti gli altri confini. Ho, quindi, incontrato sia donne sia uomini, del Sud o del Nord Italia, la cui formazione e il cui impegno erano diversi: una donna era responsabile della cultura per la Regione Campania e un’altra presidente dell’associazione Il Filo di Arianna di Verona; un uomo era professore di filosofia politica all’Università Ca’ Foscari di Venezia e un altro padre priore dell’eremo camaldolese di Fonte Avellana. In un primo tempo ho tenuto una conferenza – a Napoli, a Verona, a Venezia e all’eremo camaldolese di Fano – su un tema da loro proposto, conferenza seguita da scambi con il pubblico, e poi ho dialogato per iscritto con la persona che mi aveva invitata. Gli argomenti trattati – imparare ad amare, la violenza esercitata dalle donne, il ripensamento della democrazia e il divenire del cristianesimo in un’epoca postmoderna e multiculturale – sono, in realtà, insieme universali e propri dell’Italia, e possono rappresentare un suo contributo per la costruzione di una cultura mondiale.

Ho desiderato terminare il volume con un discorso tenuto – qualche giorno dopo il dramma delle due torri a New York – nell’ambito del festival di filosofia organizzato dalla Fondazione San Carlo di Modena. Avevo scelto di parlare della condivisione della felicità, uno scopo che deve essere sotteso, quali che siano le circostanze, al nostro dialogare con gli altri”.

Luce Irigaray, direttora di ricerca in filosofia presso il Centro Nazionale della Ricerca Scientifica di Parigi, ha una formazione multidisciplinare: filosofia, linguistica, letteratura, psicologia, psicanalisi. La sua ricerca mira a costruire una cultura a due soggetti, maschile e femminile, portatori di valori differenti ma di equivalente importanza per l’elaborazione di legami e di civiltà, a livello privato e mondiale. Tra le sue opere: Speculum, Etica della differenza sessuale, Amo a te, Essere due, La democrazia comincia a due.

(Delt@ Anno V°, N. 203 dell’8 ottobre 2007)