(Roma).
“Dio sapeva che la donna africana avrebbe vissuto tempi duri, durissimi.
Ecco perché le donò una pelle resistente come Madre Terra stessa. Le
diede una pelle dura, senza tempo, affinché il dolore non le si leggesse
in viso; affinché quel viso non diventasse una mappa del suo cuore
straziato e squarciato”. Con queste parole si apre l’ultimo romanzo di
Sindiwe Magona,
Questo è il mio corpo!,
uscito in prima edizione mondiale in Italia per la casa editrice Gorée e
presentato ieri (mercoledì 5
dicembre) dall’autrice stessa presso la libreria Rinascita di viale
Agosta.
Sindiwe Magona è una di quelle donne che ce l’ha fatta, ma non è stato
facile: nata nel Transkei e cresciuta nei sobborghi di Città del Capo,
si è laureata lavorando al contempo come domestica e crescendo da sola 3
figli. Ha conseguito poi un master in Scienze dell’Organizzazione
Sociale del Lavoro presso
Il romanzo, uscito il 1 dicembre in occasione della Giornata Mondiale
contro l’Aids, tema intorno cui ruota l’intera storia, è allo stesso
tempo una denuncia e il racconto di una grande amicizia: una voce giunta
a spezzare il silenzio che circonda la “guerra” che ogni giorno si
consuma in Sudafrica. Perché di guerra si tratta quando a morire sono
centinaia di persone ogni giorno. Eppure tutto tace. E’ proprio per
squarciare questo velo che Sindiwe Magona ha deciso di scrivere questo
romanzo.
Mentre in Italia arrivano segnali allarmanti di un calo di prevenzione,
nel Sudafrica che ci racconta la scrittrice, l’attività economica più
sviluppata sono le imprese di pompe funebri. Eppure i governi
succedutisi negli ultimi anni poco o nulla hanno fatto per affrontare
questa vera e propria epidemia. Nonostante il Sudafrica abbia il più
alto tasso mondiale di sieropositivi, ancora si stenta a riconoscere e
pubblicizzare l’efficacia dei farmaci antiretrovirali: “è il governo
stesso a creare confusione”, come denuncia la scrittrice.
Di non secondaria importanza anche le conseguenze indirette della
diffusione della malattia sul tessuto sociale: in questa prospettiva
desta viva preoccupazione soprattutto la credenza in base alla quale si
può guarire avendo un rapporto con una ragazza vergine. Credenza che ha
comportato un abbassamento nell’età delle vittime degli stupri, fino a
casi di violenza su neonati di appena 15 giorni.
La situazione è grave: Aids, violenza sui bambini e violenza sulle donne
sono all’ordine del giorno.
Per offrire un futuro al Sudafrica la scrittrice di Città del Capo cerca
di offrire un futuro ai figli di questo Paese. A questo scopo ha fondato
South Africa 2033,
un’organizzazione non governativa che incentra il suo operato sull’unica
vera arma in grado di sconfiggere violenza e povertà, quella stessa arma
che ha fatto sì che ieri lei fosse qui a parlarci di tutto questo:
l’istruzione.
A riconoscimento della sua carriera di scrittrice e del suo impegno
civile Sindiwe Magona ha ricevuto il 10 novembre scorso il Premio
Grinzane – Terra d’Otranto.
(Delt@
Anno V°, N. 235 del 6 dicembre 2007)
Ingrid Colanicchia
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