Baciami piccina Di Adele Grisendi 

 

 

Editoria

 

 

(Roma) E’ in libreria il nuovo libro di Adele Grisendi intitolato Baciami piccina (Sperling &Kupfer). Un testo che ha tutti i caratteri del lessico famigliare e racconta la realtà contadina di Montecchio (Reggio Emilia) nei primi anni del ‘900, fino al punto di svolta rappresentato dalla guerra, quando le donne, partiti gli uomini per il fronte o a combattere nelle linee partigiane, assunsero sulle proprie spalle il lavoro degli uomini. Sono  storie vere raccontate in uno stile semplice e lineare con la volontà di dare voce all’altra storia, quella non ufficiale: “La storia è una sola ovviamente – ha dichiarato l’autrice – ma diversi sono i ruoli dei suoi attori: diversi appunto, ma non per questo più o meno importanti. E la storia che intendo raccontare io è legata alle vicende di tutte le donne italiane al tempo della guerra: anche loro vissero intensamente quegli anni, furono nelle retrovie, ma soffrirono come gli uomini. Credo sia giusto e anzi doveroso dare loro voce”. A questo riguardo la scrittrice precisa che il suo racconto, per quanto legato in modo particolare alla sua famiglia, è allo stesso tempo specchio della realtà italiana degli anni Trenta-Quaranta nella sua totalità: “le donne rimasero a casa e da sole sia a nord che a sud, sia che appoggiassero Mussolini sia che gli fossero ostili”; a partire dai ricordi personali, la storia si amplia sempre più, assumendo un respiro quasi epico senza togliere al nucleo personalissimo di Grisendi: “Durante la stesura di questo libro ho scoperto cose della mia famiglia che non conoscevo; soprattutto ho conosciuto meglio mia madre, ho scoperto quale fosse stata la sua vita prima che io nascessi”. Ed è del resto proprio Jolanda, la giovane “sposa del ‘43” di cui si parla nel romanzo, oltre che appunto madre di Adele Grisendi, ad essere la protagonista del libro, “una donna di cui ricordo soprattutto la riservatezza, persino nei sentimenti, fossero essi di gioia o di dolore; una donna animata da un profondissimo senso della fede; una donna, infine, che forse avrei voluto più affettuosa, affettuosa in una maniera che la sua vita tuttavia non le aveva permesso di conoscere né quindi di assicurarmi”.

(Delt@ Anno III, n. 152  del 6 luglio 2005)