Eccoci tutte qui…noi trentenni…alle prese con un pezzo di amore…!

 

 

Editoria

 

 

(Milano). Lo scorso 2 maggio mi ha incuriosito un servizio condotto da Stas’ Gawronski su rai tre, nella trasmissione Cult book di rai educational, alle ore 08.05, che presentava il nuovo libro intitolato “Amore mio” di una delle migliori vignettiste italiane, Silvia Ziche, che con arguzia e sagacia, dipinge nelle sue caricature, il nuovo volto delle colte trentacinquenni italiane, intellettuali e spesso ricche solo della loro cultura e della loro speranza di incontrare l’uomo….”di un pezzo della loro vita”, dice l’autrice, perché è questa la realtà di molte di noi, che scegliamo la singletudine, o la convivenza, un po’ per anticonformismo, un po’ perché non ci accontentiamo, un po’ per realismo…..divorziare costa!

Lucrezia è la protagonista del libro, "Non ho ancora trovato l'uomo della mia vita, e comincia a farsi tardi. Appena si decide ad arrivare mi sente. Ah, se mi sente!" Lucrezia è una donna come ce ne sono tante, che rifugge la solitudine a scapito di mal accompagnarsi; è una di noi, né bella né brutta, colta e brillante ma senza esagerare, che ahimè si lascia inghiottire in un vortice di appuntamenti dall'esito tragico ed esilarante alla ricerca di un uomo quanto meno accettabile, ammesso che ne siano rimasti.

I suoi incontri, in fumetto, sono un po’ i nostri incontri: il logorroico Gianni, l'indeciso Saverio, Alessandro l'artista maledetto, Beppe l'amico segretamente innamorato, l'appiccicoso Gino, il megalomane Alberto... Lucrezia conquista (i lettori più che gli uomini) perché è intelligente, curiosa e autoironica come riescono a esserlo solo le donne. Femminile, caustica e divertente come la sua autrice Silvia Ziche, “la matita più lieve e pungente del fumetto italiano”, come la definisce ormai la critica....

“Se mi faccio molto male da solo, gli altri non possono farmene più di tanto”….è quello che dice uno dei tanti uomini di Lucrezia, come ad interpretarne la sua innata tendenza a impantanarsi in relazioni autolesionistiche, con uomini peter pan, intellettuali, psicotici, mammoni, bigotti, noiosi, con sensi di colpa, indecisi, quarantenni mai cresciuti, ma tutti uomini un po’ fuori dalla normalità. Lei, l’uomo “normale”, quello che avrebbe scelto la mamma forse, lo aborre fortemente, perchè forse è in cerca del brivido, dell’avventura, in cui vuole perdersi e rischia di perdere tanto tempo, finendo poi per riversare i propri bisogni affettivi sul cane Oliver: “per avere qualcuno che mi ami sono stata costretta a comprare te”, dice, dichiarare il proprio amore al carrellino della spesa, “perché nessuno è perfetto”. E con i genitori? E’ impietosa, come forse molte di noi, e afferma: “non farò dei figli: non posso sopportare l’idea che un giorno qualcuno pensi di me quello che io penso di voi”, e ditemi che almeno una volta anche voi non lo avete pensato….beh i miei non me ne vogliano, ma io tante volte ….e così ci chiamano le “primipere tardive”…ah ah ah, che sembra la specie animale più numerosa del pianeta terra, con forte propensione alla crescita, ed io spero invece in estinzione!

Lucrezia vive con rabbia e contraddizione una solitudine in fondo desiderata: il vago sentore di misandria che aleggia nelle sue disavventure è alleggerito da un umorismo finemente autodenigratorio che ne rende la lettura davvero godibile e amena.

Non vi dico quando ho capito di che cosa parlava Cult Book l’altro ieri, cosa ho fatto immediatamente: ho subito chiamato una mia carissima amica, (la prima che mi è venuta in mente), giusto giusto trentacinquenne come Lucrezia, alle prese con uomini peter-pan, impauriti, bigotti, con sensi di colpa, psicologi di professione e in amore, mentali, ma colti e intelligenti, e le ho detto…”Accendi subito la tv; su rai tre si parla noi…e fatti quattro risate!”........Non vi dico…..la sera mi ha subito chiamato per aggiornarmi sulle sue storie disastrose….che peraltro forse abbiamo passato un po’ tutte!...che dire….vi auguro buona fortuna e di incontrare…non vi dico l’amore per la vita,…ma almeno di vivere il vostro amore, come se fosse l’ultimo, con tutta l’intensità e passione che vi appartiene e che conoscete, ma con l’occhio sempre aperto!

Simpaticamente, a tutte le Lucrezie che mi leggeranno.

…ah dimenticavo….smettetela di farvi del male, pensando di poter fare le fidanzate, le madri, le psicologhe, le figlie, le mogli, le amanti…tutte insieme…!

(Delt@ Anno IV, n. 96 – 97 del 5 – 6 maggio 2006)                                                                   Valeria Cazzaniga