Arrivederci piccole donne 

 

 

Editoria

 

 

(Roma) Sono cugine ma si sentono sorelle, sono clonate dalle eroine di Piccole donne: Nieves (Meg), Ada (Jo), Luz (Beth) e Lolla (Amy). I loro genitori hanno dilapidato la fortuna ereditata dal mitico antenato, José Joaquín Martínez. Quando erano bambine le cugine si riunivano per le vacanze, con Oliviero (Laurie), il fratellastro di Luz, nella proprietà familiare (El Pueblo), gestita dalla zia burbera e generosa che manteneva l’oziosa parentela: furono questi gli ultimi anni privilegiati, di giochi spensierati e innocenti bisticci tra donne, lontano dagli sconvolgimenti sociali cileni. Poi ci fu il colpo di stato dell’11 settembre 1973, l’arresto di Oliviero e l’esilio di Ada a Londra, innamorata di Oliviero e rivale di Lolla. Quando inizia il romanzo, nel 2002, la famiglia è sparsa per il mondo e le tre cugine sopravvissute sono in attesa di rincontrarsi: Nieves, rimasta a Santiago, ha sposato un bravo ma squattrinato ragazzo, Lolla ha avuto una movimentata vita sentimentale ed è diventata un’ambiziosa economista, Luz è morta in Africa tra i poveri che aiutava. Quanto a Oliviero, salvatosi dalla prigione, ha studiato negli Stati Uniti dov’è diventato un brillante avvocato. Ada, collaboratrice editoriale e aspirante scrittrice in vari paesi europei, sogna ancora il cugino che, dopo il divorzio dalla moglie americana, ha finito per sposare Lolla. L’attentato delle Torri Gemelle (altro fatidico 11 settembre) dà un tocco di drammaticità epocale alle vicende private.

Il romanzo, dichiaratamente un remake di ‘Piccole donne’, riesce a sorprendere non solo nel mostrarci che le sorelle March, dovutamente rispolverate, sono tuttora capaci di emozionarci, ma anche e soprattutto per l’ingegno dimostrato nella tessitura dei personaggi, protagonisti e insieme narratori di una saga ricca di sottigliezze psicologiche femminili e accenti epocali: l’ambientazione in Cile, dagli anni settanta in poi, permette una panoramica avvincente sulle trasformazioni della società cilena negli ultimi decenni. Inoltre, la diaspora della famiglia Martínez dà luogo a schizzi vivaci su Londra, Parigi e Barcellona negli anni settanta, sugli yuppies americani (Lolla, Oliviero) negli anni ottanta-novanta e sullo sgomento generale dopo l’attentato alle Torri Gemelle. Marcela Serrano, nata a Santiago del Cile, si è diplomata in incisione e ha lavorato in diversi settori di arti visive a Roma e nel suo paese. Attualmente dirige l’Istituto Profesional de Arte “Vicente Pérez Rosales” dell’Università di Santiago. Collana: Universale Economica, prezzo: Euro 7,5.

(Delt@ Anno IV, n. 94 del 3 maggio 2006)