Violenza a fumetti

 

 

Editoria

 

 

(Roma)Dieci anni di violenze fisiche e psicologiche, fino a perdere la fiducia e la stima in se stessa. Un amore iniziato come una luna di miele e diventato rapidamente una storia crudele. Unico compagno nella solitudine un diario a fumetti che ora è diventato un libro: Le pantofole dell'orco (Sperling &Kupfer,pp 265, euro 17,00), uscito nella collana 'Diritti&Rovesci’ diretta da Renata Pisu, con la postfazione di Concita De Gregorio.Unica cosa finta il nome, Rosalind B.Penfold, pseudonimo dell'autrice, una manager canadese, in questi giorni a Roma, che ha avuto il coraggio di raccontare la storia vissuta accanto a un uomo manesco, che è riuscito a farla sentire una nullità e del quale ha amato anche i figli avuti da un precedente matrimonio. Ma per proteggersi  Penfold ha scelto di non rivelare la sua vera identità e quella dei personaggi del suo libro, soprattutto i bambini. “Questa non è la storia – spiega - di una sola persona, ma di un fenomeno diffuso in tutto il mondo. Tutti i nomi, luoghi e date sono stati cambiati e ogni somiglianza con persone o luoghi realmente esistenti è solo casuale”. Semplici, a volte simili a scarabocchi, i disegni di Penfold hanno il dono dell'immediatezza, sono immagini, come ha sottolineato Cristina Comencini, che 'escono dritte dall'inconscio'.

Tirare fuori questo materiale, parlarne con altri, “mi ha aiutata a guarire” ma obiettivo dell’autrice è poter aiutare chi si trova a fare i conti con questo tipo di violenza. “Le donne - dice - non hanno testimoni di quello che accade dietro la porta, di quello che succede fra le mura domestiche. Vorrei che il mio libro servisse da testimone per loro. Noi abbiamo la tendenza a pensare di essere poco importanti e che quello che ci capita non abbia valore. Ma non è così. Mi sono sorpresa quando ho visto che questi disegni che consideravo privati raccontavano invece una storia che appartiene a tante persone. Ora che il mio libro viene pubblicato in tanti Paesi, Spagna, Germania, Paesi Bassi ho capito che questo problema accomuna tante donnè. Quando è stato pubblicato in Canada, l'autrice, non potendo farsi vedere alla presentazione, ha inviato delle spillette con scritto: 'Ciao, io sono Roz', poi è nato il gruppo Friends of Rosalind, e Penfold ha capito che 'non ha importanza chi sia Roz, ci sono tante Roz che sono le stesse dappertutto. Non so se è dovuto al fatto che se ne parla, ma io vedo tanta violenza sulle donne in questi anni. Il problema è che se non la fermiamo continuerà a crescere”. Nel libro la protagonista si chiama appunto Roz, una donna intelligente e piena di amici che si fa annientare dall'amore per Brian, alcolizzato e manesco. Lui all'inizio la copre di premure, poi le fa scene di gelosia immotivata, critica il suo aspetto, i suoi amici, fa pressione perchè lasci il lavoro e si dedichi completamente a lui, la tradisce, la lascia abortire da sola, la umilia in tutti i modi e non rispetta neppure i figli.

“Quando si sta con un bullo - spiega Penfold - ci si sente piccole e l'uomo viene visto come una cosa gigantesca, che prende tutto lo spazio. Invece sono solo uomini insicuri che si affermano annullando gli altri. Bisogna capire che loro sono così grandi perchè gli diamo il potere di esserlo. Dobbiamo essere consapevoli che esistono tanti tipi di abusi e dare il giusto nome a ognuno. Alle giovani vorrei dire che quando si avventurano in un rapporto ci sono segni precisi d'avvertimento per capire quando si è di fronte a un uomo violento. Il primo segnale è il volere troppo rapidamente tutto”. Penfold ora sta lavorando a un nuovo romanzo a fumetti su quello che è accaduto dopo l'uscita di questo libro ('ora il mondo occupa uno spazio enorme nei miei disegni e Brian uno piccolissimo) e ha realizzato dei braccialetti di plastica con dei fotogrammi dei suoi disegni che regala alle donne 'per ricordarle il loro valore’.

(Delt@ Anno IV, n. 105 del 16 maggio 2005)