UN NUOVO PRESIDENTE
di Silvia Andreini

Qual è la sua storia nella Cooperazione sociale?
È iniziata in modo casuale nel 1997, nel periodo in cui stavo effettuando il tirocinio post-laurea presso il Dipartimento di Salute Mentale del Distretto 4 di Firenze. Sono venuto a conoscenza dell'esistenza di strutture che operavano nel settore della riabilitazione psichiatrica sul territorio di Carmignano; mi sono proposto come volontario e ho ricevuto, come controproposta, una possibile assunzione. Da lì è iniziato il mio percorso, prima come assistente di base, poi come obiettore di coscienza, e dal 1998 come responsabile di struttura fino alla recente nomina.

Ci sono state flessioni rispetto agli anni '90, oppure la cooperativa Humanitas è cresciuta?
Credo che nell'ultimo decennio la Cooperativa abbia notevolmente sviluppato e incrementato la sua capacità imprenditoriale e progettuale nella realizzazione dei propri servizi. Ritengo che la scommessa per i prossimi anni sia di muoversi sempre più attraverso azioni di prevenzione del disagio e di accoglienza e promozione di progetti rrivolti alle cosiddette "nuove" patologie.

Quale è stato e quale sarà l'atteggiamento di Humanitas nei confronti della concorrenza?
Humanitas ha dimostrato negli anni di possedere caratteristiche e capacità tali per poter agire sul mercato in modo flessibile, con soluzioni originali e innovative che le hanno permesso di sperimentare in anticipo nuove progettualita, ponendosi sempre un passo avanti rispetto alla concorrenza. Credo e mi auguro che anche per i prossimi anni possa e debba essere questo il giusto atteggiamento; un atteggiamento di confronto, ma anche di crescita continua soprattutto in relazione agli emergenti bisogni sociali.

Durante la sua presidenza si potrà prevedere un incremento di attività sul territorio pratese e limitrofo, o Humanitas si dovrà allargare ad altri territori?
Come già previsto, e in linea con i piani di sviluppo degli ultimi anni, penso che la Cooperativa incrementerà la sua presenza sul territorio pratese sviluppando progetti flessibili a bassa protezione e sempre più tesi a realizzare una più concreta integrazione con il tessuto sociale. Sull'allargamento ad altri territori, come sempre, ciò avverrà attraverso la collaborazione e il confronto in rete con le realtà e i soggetti imprenditoriali già esistenti, o eventualmente da agevolare e sostenere nella fase di creazione e sviluppo.

Lei si aspettava di diventare presidente di Humanitas?
No, non lo avrei mai pensato. Da più di un anno avevo intrapreso un percorso di allontanamento e distacco dalla Cooperativa; mi stavo dedicando alla realizzazione e allo sviluppo di una nuova cooperativa sociale che, in linea con quanto detto in precedenza, è nata sul territorio fiorentino, per gemmazione da Humanitas.

Come ha trovato le relazioni interne del personale della cooperativa?
Direi molto complesse, e non vedo come potrebbe essere altrimenti. L'importante sarà capire e definire chiaramente compiti e competenze di ciascuno, in modo da rendere tale complessità una risorsa e un arricchimento per tutti, evitando il rischio che si trasformi in un limite o in un elemento paralizzante verso l'intero sistema.

Quali doti deve avere un presidente?
Credo debba possedere capacità di individuazione e elaborazione di strategie efficaci e innovative, modellata su obiettivi d'impresa, per potersi muovere in modo tempestivo ed efficiente. Al tempo stesso possedere anche capacità di mediazione e confronto nella gestione delle relazioni e dei rapporti con gli altri, in modo da promuovere una sempre maggiore valorizzazione delle capacità e delle risorse di ciascuno.

Che cosa vede nel suo futuro?
La mia esperienza nel settore della cooperazione sociale, nell'ultimo anno, aveva subito un notevole ridimensionamento; la nuova cooperativa sociale creatasi sul territorio fiorentino doveva in qualche modo traghettarmi, nel corso dei prossimi anni, verso un recupero del mio iniziale progetto di vita, specializzazione, professione privata, ecc. Adesso in pochi giorni ho rimesso in discussione le prospettive e le aspettative dell'ultimo anno, investendo di nuovo in maniera intensa sulla cooperazione sociale. Quindi, al di là del rischio di ritrovarsi di fronte a crisi personali, credo sarà per me un'opportunità molto stimolante e un'esperienza in grado di arricchirmi, tesa a favorire un percorso personale e professionale di crescita. Così mi auguro.

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