LO YI E LA VISUALIZZAZIONE

Il processo alchemico taoista, nella fase di costruzione del proprio Tai Ji, vede l’armonizzazione tra le attività del corpo (Jing) e quelle della mente (Shen) con la conseguente crescita del Qi, o energia vitale.

Lo Yi è un particolare atteggiamento mentale che si sviluppa gradualmente con la pratica interna, è pertanto difficile da definire con il nostro comune lessico, rivolto alla descrizione di oggetti materiali, pertanto ne verrà fatta una trattazione specifica.

Gli stessi classici riassumono lo sviluppo dello Yi con la seguente affermazione, apparentemente paradossale:

“TRASFORMARE L’INSOSTANZIALE IN SOSTANZIALE”

In molti testi tradotti in inglese dal cinese, in modo particolare quelli che trattano lo Yi Quan (Da Cheng Quan), ricorre con una certa frequenza il termine visualizing, tradotto semplicisticamente in italiano in: visualizzazione.

Bisogna considerare che molti termini inglesi non sono traducibili letteralmente in italiano, mentre la nostra lingua, o comunque quelle del ceppo latino, nascono e si sviluppano su elementi descrittivi, le lingue del ceppo anglosassone, si distinguono per alcuni termini “sensitivi”.

Il primo contatto con queste differenze lo rileviamo dai primi giornalini a fumetti, dove espressioni come Bang! Crash! Splash! Gulp! e altri, ci rendono perfettamente l’idea del fenomeno che sta avvenendo nella rappresentazione in vignetta.

Se li traducessimo letteralmente avremmo: Scoppio! Rotto! Spiaccicato! Deglutizione! con un effetto sul lettore decisamente di sconcerto.

Il termine visualizing dovrebbe essere quindi interpretato con una sorta di benefico d’inventario.

La Programmazione Neurolinguistica (Bandler e Grinder “La Programmazione Neurolinguistica” Astrolabio) ci dimostra che quando utilizziamo l’attività mentale per visualizzare, ci distacchiamo dalle sensazioni corporee.

Questo espediente veniva utilizzato in passato dai genitori per alleviare o distrarre il proprio bimbo da situazioni fastidiose o per lo meno dolorose, con la fatidica frase: “Guarda l’uccellino” schioccando le dita per attirare lo sguardo e l’attenzione del bimbo verso l’alto.

Questa “tecnica” è stata studiata e rielaborata dalla PNL al punto da strutturare dei veri e propri programmi di intervento terapeutico nella terapia del dolore.

Di conseguenza nella pratica dello sviluppo dello Yi, portare la nostra attenzione sulla visualizzazione, ci può allontanare dallo scopo che ci prefiggiamo e in alcuni casi può anche produrre sensazioni di disagio, quali i fenomeni di dissociazione.

Pertanto è meglio porre l’attenzione sulla frase: trasformare l’insostanziale in sostanziale.

Un esempio pratico: abbracciare la palla.

Quando le braccia sono arrotondate in modo adeguato, con un corretto allineamento articolare, se si porta la nostra attenzione al loro interno si ha la sensazione di abbracciare una palla, solo a questo punto siamo in grado di visualizzarla.

Il processo cognitivo è ed esperenziale è quindi molto diverso.

Noi visualizziamo una sensazione fisica che ha una forma; lo stesso vale quando, a occhi chiusi, tocchiamo una mela e possiamo definirne i contorni, visualizzandone la forma.

Quindi la visualizzazione nella pratica dello Yi, è il risultato della trasformazione dell’insostanziale (la palla che stiamo abbracciando non esiste) in sostanziale (abbiamo la sensazione di abbracciare veramente qualcosa di consistente, fisico)

L’esercizio è volto a dare consistenza e spessore alle nostre sensazioni, che sviluppiamo gradualmente, con la correttezza della forma e l’aumento della circolazione del Qi.

la visualizzazione sta alla fine del processo per attivare lo Yi.

Per la pratica dell’alchimia interna taoista, questo è un passaggio estremamente importante, che ci preserva da autosuggestioni che ci possono esporre pericolosamente, quando ci troviamo poi ad aver a che fare con la realtà materiale.

Ormai è risaputo, con la fantasia e i sogni in un attimo si è dall’altra parte del pianeta, ma il fenomeno è illusorio.

Sviluppare lo Yi e usufruire delle sue potenzialità: capacità di dilatare la dimensione spaziotemporale, quindi di interagire con la materia al di là dei confini della sua forma esterna, richiede un lavoro ben più lungo e profondo da quello che si ottiene con una semplice visualizzazione.

Mettete una mela nelle mani chiudete gli occhi e ascoltandone la forma, riproducete dentro di voi un immagine visiva.
Ora togliete la mela e attraverso il ricordo esperenziale della sua forma percepitene la presenza tra le mani e ricostruite dentro di voi l'immagine.
Ora immaginate di essere ai tropici e visualizzate il mare e il cielo davanti a voi e all'orizzonte una mela grossa come il sole ben colorata. Ora fate attenzione: mentre VISUALIZZATE la mela all'orizzonte, la percepite ancora tra le mani? chiaramente la risposta è no.
Ora tornate alle vostre mani e percepite la mela e ricostruitene l'immagine, vedete ancora i tropici con la mela all'orizzonte? certamente no.
L'energia mentale non si può dividere, o è in un posto o in un altro.
Quando visualizzate i tropici e la mela all'orizzonte noterete che la vostra attenzione è in alto, dietro i vostri occhi e non avete percezioni fisiche mentre state visualizzando.
Quando materializzate la mela tra le vostre mani e ne ricostruite un' immagine, avete contemporaneamente immagine e sensazione e rilevate che la vostra attenzione è a livello del cuore.

Questo è il cuore-mente decritto nei classici, lo Yi. Nell'altro caso è solo fantasia, che se portata all'estremo può dare solo pericolosi fenomeni dissociativi, con conseguenti malesseri fisici ed esposizone ad azioni pericolose; come sviluppare la convinzione di passare attraverso la materia, cè chi l'ha fatto: l'hanno visto schiacciarsi, con la moto lanciata a folle velocità, contro una parete.
Solo lui può sapere se la sua anima cosciente è passata indenne dall'altra parte del muro, il suo corpo senz'altro no.

Io personalmente non ho alcuna intenzione di fare una simile verifica su me stesso.
Preferisco stare ben radicato a terra, con la mente ben piazzata al centro del mio corpo.

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