C’era una volta…
un tempo mitico, lontano, dove le leggende sono nate insieme alla vita dell’uomo e da li hanno varcato gli oceani del tempo per raggiungere il nostro presente.
Nel viaggio avventuroso di Sarragone, quelle storie in continuo divenire che si manifestano a noi sotto forma di feste e sagre paesane, processioni e riti collettivi e che appartengono al vivo patrimonio culturale del Lazio, insieme al Carnevale e alla Quaresima, diventano materia prima per la costruzione dello spettacolo.

C’era una volta ….
si alza il sipario e con questo incipit una vecchina narra la storia di Sarragone che, …per anni era rimasto nella casetta, su nel bosco, ai bordi della fontana…aspettando un segnale, magari proprio da quella dura stella raccolta li dove..la ragazza era rimasta priva di sensi dopo una danza forsennata al chiaro di luna..
Sarragone è un personaggio inventato, a metà strada tra il “matto del paese” e l’eterno fanciullo. E’ una metafora sulle aspirazioni dell’uomo congelate dalla paura dell’incertezza, ma che …in una notte di luna piena, si sciolgono alla chiara visone della bella fanciulla che, musa della vita, gli indicherà la strada per poterla incontrare.
Sarragone si scopre innamorato e percepisce che ormai non è più tempo di noiose e languide attese. Ispirato da questo amore si imbarcherà per il lungo viaggio: un viaggio mistico, rituale, che ognuno di noi è tenuto a intraprendere e che conduce inevitabilmente ad una più luminosa conoscenza di noi stessi. Sempre seguendo il filo magico della favola, il nostro eroe si imbatterà in una serie di personaggi che gli apriranno ognuno un mondo di sensazioni attraverso le quali riappropriarsi delle proprie percezioni. Incontrerà la Ostessa che prepara le lumache per la festa di San Giovanni; il Vinarolo da Velletri; le Tre Regine, figlie della notte, che gli lanceranno tre indovinelli; Arlecchino che lo incoronerà Re di Carnevale, le Zitelle che piangeranno la morte del Re; Il Saggio eremita che lo guiderà a comprendere l’allegoria del suo periplo e, finalmente, la Fanciulla per la quale intesserà un tappeto di fiori lungo fino alla sua casetta nel bosco.

C’era una volta…
un modo di incontrarsi e stare insieme facendo musica con canti, chitarre e tamburelli; un modo di vivere la musica entrando in essa da protagonisti per raccontare e raccontarsi in prima persona, senza intermediari radiofonici o di altra natura. Una musica presente e viva.
Anche nella realizzazione di questo spettacolo, la scelta non poteva che essere quella di utilizzare un complesso musicale che eseguisse le musiche dal vivo. Si tratta di un complesso barocco che contrappunterà la drammaturgia con musiche del repertorio classico ed elaborazioni di brani di tradizione popolare.


C’era una volta…
è il punto di partenza della narrazione.
La forza evocatrice della parola e dei suoni che essa produce genera la rappresentazione drammatica.


Compagnia Teatro Oltre
Scene e costumi Giusy Gulino
Musiche a cura di Massimilano Faraci (esecuzione dal vivo)
Testo e Regia Pierfrancesco Ambrogio