Avanti!
Il Vittoria si è trasformato in
un’enorme “Camera da letto”
Tra
le commedie attualmente in giro per Roma, è questa senz’altro la più
divertente. E non solo: è pure la commedia fatta di più raffinata
eleganza, quasi a voler dimostrare che non c’è bisogno di volgarità
e doppi sensi per far ridere il pubblico. Sto insomma parlando dello
spettacolo di Alan Ayckbourn che si presenta all’insegna di “Camere
da letto”.
I
letti in scena, dislocati in angoli ovviamente diversi sono per
l’esattezza tre con altrettante coppie che disperatamente tentano di
richiudersi nella più intimata le stanze - la camera da letto appunto
-, dominate solo da un pudico desiderio, quello di andare a dormire.
·
Ma ahimè ciò non avviene, per il verificarsi di una se rie di
situazioni prevedibili e non prevedibili, che in una maniera o
nell’altra ci fanno ricordare episodi. della nostra stessa vita e ci portano quindi a sorridere, e spesso a ridere di gran gusto. Merito
si senz’altro del testo, fatto di vivace e spontanea arguzia, ma
merito anche e soprattutto della Compagnia Attori & Tecnici del
Teatro Vittoria, che ha raggiunto un grado di integrazione e di argento
vivo nell’interpretazione dei più diversificati ruoli.
In
questo caso poi, alla traduzione e all’adattamento della commedia da
parte di Attilio Corsini e Carola Stagnaro, che nella riscrittura ci
hanno dato dentro di gran gusto, s’è aggiunta la complice regia di
Stefano Messina, un “regista scugnizzo”, per dirla alla napoletana,
che pur di porre in imbarazzo i personaggi della vicenda, te ne inventa
una dopo l’altra, divertendosi in prima persona.
A
questo punto, come d’uso, dovrei descrivere la vicenda che coinvolge
le tre coppie, più una quarta. che si inserisce nell’incastro,
mandando in frantumi i nervi delle altre. E dovrei quindi parlare degli,
attempati coniugi Della ed Ernest, i quali festeggiano ogni anno
l’anniversario di matrimonio recandosi al solito ristorante che li fa
mangiar male e li rapina sul conto; dovrei dire ancora di Nick,
costretto a letto da un “colpo della strega” e di quella deliziosa
“strega” della sua consorte, che se ne va a una festa con sentimento
e fantasia; o dovrei parlare di Malcom e Susan che decidono di
inaugurare il loro nido d’amore, con una festa nel corso della quale
il loro minuscolo letto viene sommerso dai cappotti degli ospiti. E v’è
poi, come ho detto, la quarta coppia che in fatto di unione coniugale
vacilla e traballa rompendo scatole e timpani con visite e trilli
telefonici notturni ai più che pazienti amici.
La
problematica del matrimonio tra i giovani d’oggigiorno, qui è
sciorinata in abbondanza, ma per carità non v’è alcuna petulante
disquisizione sull’argomento: vale la regola che si possono dire le
cose serie sorridendo. Proprio come fanno, alternandosi o stando assieme
in palcoscenico: Viviana Toniolo, Stefano Altieri, Annalisa Di Nola,
Carlo Lizzani, Stefano Messina, Sabrina Pellegrino, Marta Altinier,
Franco Mannella. Che gusto vederli recitare e che rabbia non poter dire
qualcosa a proposito dell’uno o dell’altro, ma purtroppo
l’informazione stampa, ci vien fornita senza i personaggi e gli
interpreti.
In
una delle battute iniziali Avchburn fa’ dire a Delia, la signora che
se ne va a cena per l’anniversario di matrimonio: “...da una.camera
da letto si possono capire tante cose...”. Ed è questa constatazione
che rivela lo spirito dell’autore che attraverso gli interpreti quasi
dialoga con lo spettatore. Per suo merito si ravviva, cioè, la simbiosi
tra palcoscenico e platea. Prevale in ogni sua trama l’approfondimento
dei rapporti umani, là dove ciascuno si ritrova o ritrova il carattere
di un parente, di un amico, insomma di qualcuno di sua conoscenza.
La
scena di “Camere da letto”, è dovuta ad Alessandro Chiti, e va.
detto che si tratta di una scena non facile,.in quanto stavolta su un
palcoscenico devono apparire tre ambienti del tutto diversi per
arredamento, pur nell’essenzialità degli elementi, quasi a delineare
il carattere e l’età delle coppie che vi dimorano.
Renato
Ribaud
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