26 dicembre - 26 gennaio
Camere da letto
di Alan Ayckbourn

Con Viviana Toniolo, Stefano Altieri, Annalisa Di Nola, Carlo Lizzani, Stefano Messina, Marco Simeoli, Francesca Nunzi, Alessandra Paoletti

regia di Stefano Messina


“Camere da letto” è una commedia brillante e amara che racconta, in un incastro perfetto ed esilarante, la precarietà della vita matrimoniale, la difficoltà dei rapporti genitori/figli, le nevrosi e le gioie dei rapporti coniugali, la sessualità irrisolta o vissuta come tabù di quattro coppie della middle class inglese.
La commedia si svolge nell’arco di tempo di un sabato sera e sceglie come luogo fisico, mentale e nevralgico, lo spazio di tre diverse camere da letto per ambientare degli spaccati di vita quotidiana, improvvisamente movimentati da colpi di scena e visite impreviste che mettono in discussione i già precari equilibri della vita familiare. E questo perché, come Ayckbourn fa dire a Delia fin dalle prime battute, “...da una camera da letto si capiscono tante cose...

Recensioni

La Repubblica
Modernariato comico nelle camere da letto  

Dopo aver assistito a una proverbiale farsa come “Camere da letto” di Ayckbourn stavolta nell’edizione degli Attori & Tecnici al Teatro Vittoria siamo a corto di nuovi apprezzamenti, ma quella macchina che denuncia in modo caustico il declino del sesso in 4 coppie su 4 ha le carte per proporsi come ghiotta galleria del modernariato comico, qui con regia di Stefano Messina. Dal punto di vista della scena (di Alessandro Chiti), lo spettacolo parla anche attraverso la decorativa e sterile alcova rosso-tabacco dei coniugi più attempati (i signorili Viviana Toniolo e Stefano Altieri), la smaliziata ma asettica camera da letto color blu-indaco di un marito affetto da colpo della strega con moglie proiettata verso le emozioni esterne (Franco Mannella e la stravagante Marta Altinier), e l’infantile rifugio a due piazze a tinte giallo-verdi di due acerbi e alienati sposetti (i personaggi da striscia Sabrina Pellegrino e il regista Messina) cui va a rotoli una festa per colpa di un binomio in crisi (i patologici Carlo Lizzani e Annalisa Di Nola) che molesta trasversalmente ognuna delle stanze. Altri ingredienti: sardine tra le lenzuola, riviste porno nascoste, casalinghi, un mobiletto fai-da-te, lo slogan «Io non sono un cesso», e risate.

Rodolfo Di Giammarco


Il Tempo
Casi esemplari di coppie malassortite  

Da una camera da letto si capiscono tante cose. E una battuta di humour tipicamente inglese che risuona all’inizio, quasi ad annunciare le linee programmatiche della commedia stessa. E sono in fondo parole veritiere che trovano riscontro, nell’assetto delle tre camere inquadrate nel presente allestimento dalla scenografia di Alessandro Chiti. Ben ordinata, quella dei due anziani coniugi che con metodicità si preparano a festeggiare nel ristorante di sempre. l’ennesimo anniversario di matrimonio. Più pretenziosa quella della giovane coppia consolidata, momentaneamente afflitta da un colpo della strega che terrà il marito, inchiodato al suo letto di dolore per tutta la durata della commedia. .E infine immersa in un travolgente disordine quella dei giovani sposi.  
Tre stili di vita variamente traversati dai due tormentati coniugi attorno a cui si attorce la trama di questo «Camere da letto» di Alan Ayckbourn. Sulla scena un intrico di personaggi della middle class inglese afflitti da dubbiosi legami e amori tra volgenti. O semplicemente ossessionati da una incapacità di rapportarsi l’un l’altro. Come accade ai due complessatissimi coniugi, rispettivamente figlio e nuora della coppia anziana, che sembrano inseguirsi senza requie da una casa all’altra, coinvolgendo senza alcun riguardo amici e parenti nel loro nevrotico rapporto sentimentale. Le cui vicende in questo allestimento della Compagnia Attori e Tecnici e del Teatro Vittoria rivivono sul filo di una brillantezza spumeggiante, che la regia di Stefano Messina valorizza. Grazie anche all’efficacia di una compagine di attori assai disinvolti, tra cui Viviana Toniolo e Stefano Altieri nei panni di una compassata coppia d’altri tempi e una vitalissima Sabrina Pellegrino nel ruolo della mogliettina entusiasta. Mentre Annalisa Di Nola e Carlo Lizzani vanno trascinando la loro instabilità grottesca di persone troppo prese dalle proprie nevrotiche elucubrazioni per preoccuparsi minimamente del disagio che vanno disseminando intorno a sé.

A.M.


Corriere della Sera
Collezionare stanze da letto  

Le camere da letto sono protagoniste sotto ogni cielo e luogo. Proprio per questo c’è una sorta di tacito assenso nel ridurne la presenza allo stretto indispensabile. Una specie di regola sottaciuta permise ad un critico di stroncare uno spettacolo con una semplice esclamazione: «Il letto in scena, no!». Esso tuttavia troneggia nelle farse fin de siècle (Labiche, e Feydeau, Courteline) ma ispira anche il poema famigliare d’Attilio Bertolucci; in Inghilterra vive perlopiù nella commedia leggera, esibendo in palcoscenico un disdicevole eccesso d’intimità, ma in Italia denota - ad esempio l’esistenzialismo partenopeo di Patroni Griffi nella vita di tutti i giorni campeggia nei ,sogni degli sposini (poveri, ricchi, ma soprattutto piccolo borghese) da Aiazzone alle lussuose riviste d’arredamento. In uno dei più bei film di Fritz Lang («Dietro la ‘porta chiusa»; 1948) il personaggio principale, interpretato da Michael Redgrdve, colleziona stanze da letto in cui sono avvenuti efferati delitti. Pure Alan Ayckbourn, a modo suo, colleziona «Camere dal letto», come recita il titolo di una delle sue commedie più note. In scena ce ne sono tre. Peraltro, è tipico di Ayckbourn usare il palcoscenico «a schiera», con la presenza contemporanea d’ambienti diversi, i dialoghi montati fra le differenti situazioni. In quest’allestimento della Compagnia Attori e Tecnici la felicità teatrale dell’autore britannico non viene meno. La coppia formata da Trevor (il nevroticissimo Carlo Lizzani) e Susannah (l’inopportuna e buffa Annalisa Di Nola) scompiglia l’insidiosa tranquillità di amici e parenti (così come Ayckbourn - senza troppe pretese - scompiglia bellamente unità di tempo e luogo). «Non ti accorgevi che c’ero. Per questo ti ho lasciato. E non te ne sei accorto». A parte la dubbia consecutio del parlato (in questo caso della traduzione), questa battuta testimonia - nella fattispecie - il tipo di comicità di questo drammaturgo delle incongruenze: niente è più devastante della logica quando si crede di potervi far rientrare la vita di chicchessia. Buona in genere la recitazione, ma ci sono sembrate più in palla Viviana Toniolo e Marta Altinier

Luca Archibugi


Avanti!
Il Vittoria si è trasformato in un’enorme “Camera da letto”  

Tra le commedie attualmente in giro per Roma, è questa senz’altro la più divertente. E non solo: è pure la commedia fatta di più raffinata eleganza, quasi a voler dimostrare che non c’è bisogno di volgarità e doppi sensi per far ridere il pubblico. Sto insomma parlando dello spettacolo di Alan Ayckbourn che si presenta all’insegna di “Camere da letto”.  
I letti in scena, dislocati in angoli ovviamente diversi sono per l’esattezza tre con altrettante coppie che disperatamente tentano di richiudersi nella più intimata le stanze - la camera da letto appunto -, dominate solo da un pudico desiderio, quello di andare a dormire.
· Ma ahimè ciò non avviene, per il verificarsi di una se rie di situazioni prevedibili e non prevedibili, che in una maniera o nell’altra ci fanno ricordare episodi. della nostra stessa vita e ci portano quindi a sorridere, e spesso a ridere di gran gusto. Merito si senz’altro del testo, fatto di vivace e spontanea arguzia, ma merito anche e soprattutto della Compagnia Attori & Tecnici del Teatro Vittoria, che ha raggiunto un grado di integrazione e di argento vivo nell’interpretazione dei più diversificati ruoli.  
In questo caso poi, alla traduzione e all’adattamento della commedia da parte di Attilio Corsini e Carola Stagnaro, che nella riscrittura ci hanno dato dentro di gran gusto, s’è aggiunta la complice regia di Stefano Messina, un “regista scugnizzo”, per dirla alla napoletana, che pur di porre in imbarazzo i personaggi della vicenda, te ne inventa una dopo l’altra, divertendosi in prima persona.
A questo punto, come d’uso, dovrei descrivere la vicenda che coinvolge le tre coppie, più una quarta. che si inserisce nell’incastro, mandando in frantumi i nervi delle altre. E dovrei quindi parlare degli, attempati coniugi Della ed Ernest, i quali festeggiano ogni anno l’anniversario di matrimonio recandosi al solito ristorante che li fa mangiar male e li rapina sul conto; dovrei dire ancora di Nick, costretto a letto da un “colpo della strega” e di quella deliziosa “strega” della sua consorte, che se ne va a una festa con sentimento e fantasia; o dovrei parlare di Malcom e Susan che decidono di inaugurare il loro nido d’amore, con una festa nel corso della quale il loro minuscolo letto viene sommerso dai cappotti degli ospiti. E v’è poi, come ho detto, la quarta coppia che in fatto di unione coniugale vacilla e traballa rompendo scatole e timpani con visite e trilli telefonici notturni ai più che pazienti amici.  
La problematica del matrimonio tra i giovani d’oggigiorno, qui è sciorinata in abbondanza, ma per carità non v’è alcuna petulante disquisizione sull’argomento: vale la regola che si possono dire le cose serie sorridendo. Proprio come fanno, alternandosi o stando assieme in palcoscenico: Viviana Toniolo, Stefano Altieri, Annalisa Di Nola, Carlo Lizzani, Stefano Messina, Sabrina Pellegrino, Marta Altinier, Franco Mannella. Che gusto vederli recitare e che rabbia non poter dire qualcosa a proposito dell’uno o dell’altro, ma purtroppo l’informazione stampa, ci vien fornita senza i personaggi e gli interpreti.  
In una delle battute iniziali Avchburn fa’ dire a Delia, la signora che se ne va a cena per l’anniversario di matrimonio: “...da una.camera da letto si possono capire tante cose...”. Ed è questa constatazione che rivela lo spirito dell’autore che attraverso gli interpreti quasi dialoga con lo spettatore. Per suo merito si ravviva, cioè, la simbiosi tra palcoscenico e platea. Prevale in ogni sua trama l’approfondimento dei rapporti umani, là dove ciascuno si ritrova o ritrova il carattere di un parente, di un amico, insomma di qualcuno di sua conoscenza.  
La scena di “Camere da letto”, è dovuta ad Alessandro Chiti, e va. detto che si tratta di una scena non facile,.in quanto stavolta su un palcoscenico devono apparire tre ambienti del tutto diversi per arredamento, pur nell’essenzialità degli elementi, quasi a delineare il carattere e l’età delle coppie che vi dimorano.  

Renato Ribaud