L'invenzione delle fibre ottiche è da
inquadrarsi nel periodo intorno agli anni '70 a seguito di un'intensa ricerca
scientifica che si svolse in particolare negli USA e nell'URSS
contemporaneamente, anche se separatamente, e spesso in concorrenza per motivi
politici e militari. Vengono inventati in quello stesso
periodo e negli anni precedenti, oltre alle fibre ottiche, tutta una serie di
dispositivi optoelettronici di interesse sia industriale che politico e,
sopratutto, militare come il laser, i fotomoltiplicatori, i fotodiodi, ecc.
Le fibre ottiche sono dei
sottilissimi fili di vetro, talora di plastica, ma comunque molto trasparenti
alla luce, a sezione cilindrica, flessibili, con uno svariatissimo campo di
applicazioni nei settori della medicina, dell'astronomia, delle
telecomunicazioni, perfino dell'arredamento.
In
medicina, ad esempio, sono usate per l'artroscopia che consente di vedere su di
un monitor, all'interno delle articolazioni ossee senza effettuare alcuna
operazione chirurgica; per esaminare il funzionamento del cuore nel suo
interno senza aprirlo, cosa impensabile in altri tempi. Nel campo delle telecomunicazioni, sono usate
come canali di comunicazione privilegiati ad alta velocità, in quanto
consentono velocità di trasmissione dei dati numerici, dell'ordine del
Gigabit/sec, molto maggiori di quelle dei cavi coassiali loro corrispondenti
predecessori, oltre ad innumerevoli ed indiscutibili vantaggi quali la
insensibilità alle interferenze e alla diafonia, il basso costo, il volume
ridottissimo e la bassissima attenuazione, per cui possono aversi tratte di più
di 100 Km senza necessità di
amplificatori. Quelle usate in telecomunicazioni
vengono attraversate, da un’estremità fino all’altra, da impulsi luminosi,
nel campo dell’infrarosso, e quindi invisibili all’occhio umano.
Le
prestazioni delle fibre ottiche sono di gran lunga superiori a quelle dei cavi
coassiali che le hanno precedute nello stesso impiego fino a venti anni fa,
infatti sono in grado, ad esempio, di trasferire 12.000 telefonate
contemporaneamente in una sola fibra.
Sono costituite da una parte centrale
detta core (nucleo) ed una parte esterna detta cladding (mantello) realizzate in
silice (SiO2), che è il costituente principale del comune vetro, e
da una guaina protettiva in PVC
Le fibre ottiche sono dunque usate per
effettuare collegamenti numerici e trasmettere informazioni tramite impulsi
luminosi con una piccolissima attenuazione, oggi soltanto circa di 0,16
dB/Km. Questi impulsi vengono immessi
nella fibra ottica ad una estremità e, attraverso riflessioni successive,
arrivano all'altra estremità come indicato nella figura seguente.
Il principio di funzionamento della fibra
ottica sta nel fatto che il segnale luminoso, una volta immesso nella
fibra assialmente, vi rimane intrappolato se l'angolo con il quale il raggio è
immesso in fibra è inferiore ad un valore detto angolo di accettazione
che garantisce che all'interno vi sarà riflessione totale e mai rifrazione.
Da
quanto finora considerato le fibre ottiche presentano innumerevoli vantaggi
rispetto ai mezzi trasmissivi tradizionali, negli ultimi anni infatti le
applicazioni di trasmissione su fibra ottica sono state in continuo aumento.
I vantaggi che offre la trasmissione su vetro rispetto al tradizionale
conduttore metallico sono enormi; alcune applicazioni sarebbero oggi inattuabili
senza il supporto di questa tecnologia.
![]() | Larghezza di banda
incredibilmente elevata (> 1GHz/Km) |
![]() | Attenuazione della fibra
inferiore a 1 dB/Km indipendente dalla frequenza di modulazione del segnale |
![]() | Aumento della distanza tra
ripetitori rigeneratori del segnale (30-40 Km) |
![]() | Immunità a fenomeni di
interferenza |
![]() | Assenza di problemi di
Cross-talk tra fibre adiacenti |
![]() | Sicurezza delle trasmissioni
a causa della difficoltà di intercettare il segnale |
![]() | Assenza di problematiche
legate alla sicurezza elettrica |
![]() | Riduzione del peso e degli
ingombri |
![]() | Costi di installazione e
manutenzione diminuzione. |
Funzionamento
fibra
La luce si propaga nel vuoto
alla velocità costante di:
c = 3 x 108 m/sec
In qualunque altro mezzo
trasparente, la velocità della luce è sempre di poco inferiore a questo
valore. Si definisce indice di rifrazione n
il rapporto fra la velocità della luce nel vuoto c e la velocità
della luce v in un altro mezzo.
|
Esistono quindi tanti indici di
rifrazione n quanti sono i mezzi trasparenti.
Un raggio luminoso, che si propaga
in un mezzo trasparente, ad esempio il vetro, con indice di rifrazione n1
ed incontra un altro mezzo pure trasparente, con indice di rifrazione n2
diverso, ad esempio minore, come l'aria, viene in parte riflesso
ed in parte rifratto
La prima legge di Snell
riguarda la riflessione e dice che il raggio incidente ed il raggio riflesso
formano lo stesso angolo con la normale cioè, in formula, con riferimento
alla figura di sopra:
|
La seconda legge di Snell
invece riguarda il fenomeno della rifrazione e lega gli angoli incidente e
riflesso con gli indici di rifrazione, secondo la formula:
|
Poiché n1 >
n2 , di conseguenza, F2 >
F1, ma senF2, può assumere al massimo il
valore di 1, cui corrisponde un angolo di rifrazione di 90°, cioè
praticamente l'assenza di rifrazione.
Si
deduce, come conseguenza che, al crescere dell'angolo di incidenza, anche
l'angolo di rifrazione cresce, ma più rapidamente, fino a che, quando il primo
raggiunge il valore detto angolo limite, il secondo raggiunge il valore
di 90°, non dando più luogo a rifrazione, come indicato dalla seguente
animazione.
Un raggio luminoso, dunque, viene
immesso ad un estremo della fibra ottica, facendo in modo che l'angolo di
incidenza fra il core ed il cladding sia superiore al valore
limite, pertanto non vi sarà mai rifrazione, ma solo riflessione ed
il segnale si propaga per riflessioni successive sino all'altro estremo.
L'angolo limite si ha dunque in corrispondenza di senF2 = 1 e quindi il suo valore è dato da:
|
Si definisce dunque angolo di
accettazione l'angolo massimo entro cui deve essere immesso il raggio ottico
all'interno della fibra in modo che sia garantita la propagazione per
riflessioni interne senza rifrazione esterna verso il cladding.
Anche l'angolo di accettazione può
essere espresso in funzione degli indici di rifrazione del core e del cladding.
Applicando la 2° legge di Snell alla immissione del raggio luminoso
dall'aria, con indice n0 = 1, al core con indice
n1 si ha:
Apertura
numerica (N.A.)
Il termine sengm prende il nome di apertura numerica N.A. (Numerical Aperture) e l'angolo gm viene chiamato angolo di accettazione. L'apertura numerica permette di stabilire i limiti angolari entro i quali la propagazione della luce avviene in modo guidato, cioè può essere totalmente riflessa all'interno della fibra.
N.A. = seng m = |
|
gm
= arcsen |
|
Dispersione
Dispersione
modale
Si consideri un impulso luminoso
di breve durata che si propaga in una fibra ottica. I percorsi di propagazione
seguiti dai raggi di luce sono diversi e pertanto anche i rispettivi tempi
impiegati: impiegano un tempo inferiore i raggi che si propagano con angoli di
incidenza più piccoli (percorsi più brevi), e quindi arrivano in ritardo i
raggi con percorsi più lunghi.
Tale fenomeno di ritardo temporale viene chiamato dispersione modale. La
conseguenza della dispersione modale è la degradazione della forma
dell'impulso, cioè rende l'impulso di origine deformato, allargato ed
appiattito. Poichè il massimo ritardo dipende dalla lunghezza della fibra
risulta che la deformazione è tanto maggiore quanto più lunga è la fibra.
Il massimo ritardo tra il raggio
più veloce e quello più lento è dato da :
DT = TMax
- Tmin = |
|
DISPERSIONE CROMATICA
La velocità della luce nello
spazio vuoto è una costante universale, ma nel vetro varia, sia pure di poco,
al variare della frequenza, come scoprì Newton con l'esperimento del
prisma di vetro che disperde la luce bianca nei colori dell'iride, come
avviene naturalmente nell'arcobaleno. La luce bianca contiene, invero, i sette
colori dell'iride, corrispondenti a frequenze diverse, che vengono separate da
un prisma di vetro, perché, attraversando il vetro, vengono rallentate in modo
diverso e quindi deviate in modo diverso.
Tutto ciò perché, quindi, la
velocità della luce all'interno del vetro è leggermente diversa al variare
della frequenza. Anche l'impulso luminoso immesso
nella fibra ottica è formato, in genere, da una banda di frequenza, che
pertanto è soggetta a sia pur piccole differenze di velocità nell'attraversare
il vetro della fibra. Arrivando a destinazione queste diverse frequenze si
separano, come già avviene per la dispersione modale costituendo un
altro limite alla massima portata della fibra ottica.
Il
problema si risolve, sia pure parzialmente, con l'uso del LASER invece
che del LED, come generatore luminoso, perché il diodo LASER ha
uno spettro di frequenze molto più stretto di quello del LED, e
determina, quindi, una dispersione cromatica inferiore e di conseguenza
comporta una portata della fibra molto maggiore.
Colore |
Indice di propagazione |
Lunghezza d’onda (m m) |
Frequenza(THz) |
Velocità di propagazione (108m/s) |
Violetto |
1.607 |
0.39-0.455 |
769-659 |
1.867 |
Blu |
1.596 |
0.455-0.485 |
659-618 |
1.879 |
Azzurro |
1.594 |
0.485-0.492 |
618-607 |
1.882 |
Verde |
1.581 |
0.492-0.577 |
607-520 |
1.897 |
Giallo |
1.575 |
0.577-0.597 |
520-503 |
1.904 |
Arancione |
1.571 |
0.597-0.642 |
503-467 |
1.909 |
Rosso |
1.569 |
0.642-0.760 |
467-394 |
1.912 |
Banda
passante della fibra ottica
La banda passante della fibra
ottica dipende sia dalla dispersione modale sia da quella cromatica. Per capire
questo si suppone di inviare nella fibra degli impulsi di luce molto stretti e
non molto vicini, perché all'uscita sarebbero indistinguibili. Si può intuire
che se non si rispetta un opportuno distanziamento tra gli impulsi, si rischia
l'interferenza tra impulsi contigui. Tale interferenza viene chiamata
intersimbolica e non permette il corretto riconoscimento degli impulsi ricevuti.
In pratica il costruttore definisce l'intervallo tra due impulsi successivi (T)
la massima frequenza con la quale si possono ripetere gli impulsi cioè la
massima larghezza di banda sarà:
Br= |
|
[MHz] |
La larghezza di banda dipende dal
numero dei modi di propagazione, dalla potenza ottica disponibile all'ingresso,
dalla lunghezza e dal tipo di fibra.
Per poter quindi calcolare la banda totale di frequenza si deve tener conto dei
contributi di tali fattori. La seguente relazione definisce la banda passante
totale di una fibra ottica:
|
|
[MHz] |
in cui Bm è una banda di
frequenza risultante dall'effetto prodotto dalla dispersione modale e prende il
nome di banda modale. Bc è quella relativa all'effetto prodotto dalla
dispersione cromatica, chiamata banda cromatica.
Attenuazione
L'attenuazione
delle fibre ottiche è dovuta a diversi fattori che causano perdite di potenza,
di solito misurate in dB/km.
Le perdite possono essere raggruppate in due categorie:
--- perdite dovute alla
realizzazione tecnologica;
--- perdite dovute all'interconnessione tra fibre ottiche.
In entrambi i casi si possono
imputare delle cause di tipo intrinseco (non eliminabili) che dipendono dalle
caratteristiche delle fibre e di tipo estrinseco (non eliminabili, ma
migliorabili) che dipendono dall'imperfetta realizzazione di connessione tra le
fibre, secondo il seguente schema:
Perdite
dovute alla realizzazione tecnologica |
Perdite
dovute all’interconnessione tra fibre ottiche |
Perdite
intrinseche: ·
diffusione ( scattering Rayleing ) Perdite estrinseche: ·
irradiazione
( curvature ) |
Perdite intrinseche: ·
differenza tra indici di rifrazione Perdite estrinseche: ·
errori
di disassamento |
Diffusione
E’ un fenomeno di
sparpagliamento del raggio luminoso in tutte le direzioni a causa della
disomogeneità della struttura che costituisce la fibra. Tali disomogeneità
sono dovute alla presenza di particelle metalliche,di bolle d’aria,ecc. Poiché
i raggi diffusi presentano angoli diversi da quelli che garantiscono la
riflessione totale nella fibra, escono dal core e si disperdono nel cladding.
In questo modo vengono causate perdite di energia sia verso il cladding sia
verso la sorgente. Tali perdite non si possono eliminare, perché dipendono dal
trattamento del materiale subito durante la fase di lavorazione.
Assorbimento
L’assorbimento è un fenomeno
dovuto fondamentalmente alla presenza di impurità nei materiali della fibra
(ioni metallici di Fe ,Co ,Ni ,Cu ,Cr ,ecc.) e ioni di acqua OH ,chiamati
ossidrili.
Si tratta dell’assorbimento totale o parziale dell’energia luminosa a
livello molecolare da parte delle impurità presenti nella fibra. Nonostante il
sofisticato trattamento delle fibre per ottenere un elevato grado di purezza,
esiste sempre una presenza residua di alcune sostanze che manifestano maggior
assorbimento (picchi) a particolari lunghezze d’onda. Pertanto
l’assorbimento risulta funzione della lunghezza d’onda.
Si nota che per alcuni ioni metallici l’assorbimento in funzione di l è più
o meno graduale, mentre per gli ioni di acqua OH si hanno forti picchi per
lunghezze particolari di 950-1250 e 1400nm ,in quanto sono causa di maggior
assorbimento.
Sulla base delle considerazioni appena esposte , è stato stabilito che i
sistemi di trasmissione ottici operino su tre intervalli di lunghezza d’onda,
detti finestre indicati nella seguente tabella:
SPETTRO |
LUNGHEZZA D’ONDA |
IMPIEGO |
Prima finestra
|
800-900 nm
|
Primi
sistemi ottici, collegamenti urbani senza ripetitori (a=2-3 dB) Sistemi
a larga banda (m=0) , collegamenti fino a 100 Km senza ripetitori (a=0.4
dB) Sistemi
attuali ed in fase di sviluppo |
Le finestre derivano dalle tre
zone delimitate dai tre picchi di massimo assorbimento (l =950nm,l=1250 nm
,l=1400 nm), le quali presentano attenuazioni ridotte.
Perdite
per curvature (micro-bending)
Le fibre ottiche spesso sono
sottoposte a sollecitazioni di tipo direzionale (curvature). Queste
sollecitazioni però provocano una dispersione del raggio incidente in quanto il
corrispondente angolo a supera l’angolo di accettazione e si disperde in parte
nel cladding.
Conseguenza di questo fatto è il cosiddetto mescolamento dei modi perché non
tutti i raggi hanno angoli di riflessione uguali.
Perdite
dovute all’interconnessione tra fibre
Le perdite delle connessioni tra
fibre derivano da diversi fattori che vale la pena di considerare.
L’interconnessione tra fibre ottiche è una fase molto importante e
particolarmente delicata per la realizzazione di un collegamento.
Le cause delle perdite sono dovute soprattutto alle diverse caratteristiche
trasmissive delle due fibre ottiche nel punto di connessione.
1.
La differenza fra gli indici di rifrazione
Determina
delle perdite, perché il raggio luminoso passando da un mezzo, avente indice di
rifrazione n1, ad un mezzo avente indice di rifrazione n2, viene trasmesso
soltanto in parte.
2.
La differenza tra apertura numerica
Determina
le perdite quando l’N.A. della fibra avente l’indice di rifrazione n1
(relativa al lato sorgente) è maggiore del N.A. della fibra avente indice di
rifrazione n2 (relativa al lato destinazione).
3.
La
differenza tra i diametri del core
Anche in
questo caso si possono distinguere due casi: uno quando l’area della sezione
del core della fibra lato sorgente è maggiore di quella del lato destinazione e
l’altro in caso contrario.
4. Perdite per errori di
disassamento o disallineamento assiale.
Tali perdite sono dovute alla non perfetta coincidenza degli assi del core o dei cavi ottici delle due fibre che si devono connettere.
5. Perdite per errori di
separazione o accostamento.
Nel tentativo di connettere due fibre ottiche a volte si verifica un imperfetto contatto tra di esse. In altre parole le due fibre sono affacciate, ma non sono a contatto. Chiamato x tale accostamento si possono valutare le perdite in funzione del rapporto di separazione o accostamento assiale x/Dc.
6. Perdite per errori di
disallineamento angolare.
Si verificano nel caso in cui gli
assi delle due fibre da connettere formano un angolo q.
Tipi di fibre ottiche
Sulla
base di quanto è stato analizzato finora, si può dire che il principale
responsabile delle perdite causate nelle fibre ottiche è l’indice di
rifrazione. Tale parametro fondamentale può essere in qualche modo manipolato
al fine di limitare e ridurre al minimo le perdite dovute soprattutto alla
dispersione modale, cioè alla dispersione dovuta ai diversi tempi di transito
dei raggi luminosi che possono compiere percorsi più o meno lunghi. E’ ovvio
che questo tipo di dispersione si verifica solo nelle fibre multimodali.
Si può quindi variare l’indice di rifrazione in modo da distribuirlo
diversamente nel nucleo.
Il modo con cui viene distribuito nel nucleo l’indice di rifrazione, a partire
dal centro del core verso l’esterno, viene chiamato profilo dell’indice
di rifrazione il quale definisce il tipo di fibra.
Si
possono distinguere i seguenti tipi di fibre:
- fibre monomodo ----->step
index (indice a gradino)
- fibre multimodo -----> step index ( indice a gradino )
-----> graded index ( indice a variazione graduale )
a.
Fibre
monomodo step index
Le fibre monomodali con profilo d’indice a gradino presentano un profilo costante nel core, il cui diametro è molto ridotto (circa 4 – 10m ), e decrescente bruscamente con un gradino ( step ) nel mantello dove ancora rimane costante. Il salto dell’indice è dovuto al passaggio dal valore n1 a valore n2. Il diametro del cladding è di 125micro m. Il raggio si propaga in un unico modo perché è costretto, dal diametro molto piccolo del core, a propagarsi quasi parallelamente all’asse della fibra.
I vantaggi di questo tipo di fibra sono:
![]() | elevato tempo di vita ( circa
20 anni ); |
![]() | assenza di dispersione; |
![]() | minima perdita della potenza
ottica; |
![]() | attenuazione < 0,45 dB/Km
( a l = 1300 nm ); |
![]() | larghezza di banda > 10
GHz/Km ( a l = 1300 nm ). |
Gli svantaggi si limitano
fondamentalmente in due punti :
![]() | problemi di connessione a
causa del piccolissimo diametro del core (perdite per disallineamento
assiale ); |
![]() | elevata potenza ottica
richiesta. |
I numerosi vantaggi permettono
attualmente di utilizzare ampiamente questo tipo di fibra nel campo delle
telecomunicazioni.
La realizzazione di queste fibre si ottiene rendendo molto prossimi gli indici
del core e del cladding, con conseguente diminuzione dell’N. A
,riducendo il diametro della fibra, secondo la formula
b) Fibre multimodo step index
Il profilo dell’indice di
rifrazione è come quello già visto per le fibre monomodo l’unica differenza
è che in questo caso il diametro del core è di 50-60 mm, mentre il
diametro del cladding può assumere dimensioni tra 125-750 mm.
La propagazione dei raggi di luce nel core avviene per ripetute
riflessioni (a zig-zag) e siccome hanno la stessa velocità e l’indice di
rifrazione è costante , arrivano all’estremità più lontana in tempi diversi
(alta dispersione modale).
Il materiale di base per la realizzazione di questo tipo di fibre è la silice
che presenta buone caratteristiche meccaniche , adatte per la lavorazione , buon
comportamento nello spettro visibile ed infrarosso e bassa attenuazione. Per
aumentare il suo indice di rifrazione , quello relativo al core, si
aggiungono delle impurità (drogaggio) quali ossido di fosforo o di boro.
Per quello del cladding invece si aggiunge ossido di fluoro.
Le fibre multimodali step-index non trovano applicazione a causa dell’alta
dispersione modale(Bt=Bm) e delle perdite di potenza.
L’attenuazione per questo tipo di fibra si aggira intorno ai 5 dB/Km con una
lunghezza di banda di 50 MHz/Km. Questi dati si riferiscono ad una lunghezza
d’onda di l=820nm.
L’allargamento temporale dovuto alla dispersione modale assume i seguenti
valori tipici:
![]() | per fibre multimodo Dtm =
10-20 ns/km; |
![]() | per fibre monomodo Dtm = 0. |
c.
Fibre multimodo graded index
Il problema della dispersione modale è stato in parte risolto cercando di controllare la velocità dei raggi luminosi in modo da ottenere lo stesso ritardo per tutti i raggi e farli giungere all’uscita nello stesso istante. Per questo scopo allora è stato realizzato un profilo con indice di rifrazione del core variabile. In particolare l’indice di rifrazione diminuisce gradualmente dal centro del core fino alla superficie di separazione e rimane costante nel cladding.
L’effetto che si ottiene con l’indice del core decrescente è di ottenere
per tutti i modi di propagazione percorsi non più rettilinei ma elicoidali: i
raggi si riflettono allontanandosi dall’asse del core perché passano da un
mezzo più denso ad uno meno denso. In questo modo i raggi che si allontanano
maggiormente dall’asse, cioè quelli che compiono percorsi più lunghi
viaggiano in un mezzo con indice di rifrazione minore e quindi con velocità più
alta; quelli invece che si avvicinano maggiormente all’asse viaggiano in un
mezzo con indice di rifrazione maggiore e quindi velocità più bassa. Pertanto
i percorsi più lunghi vengono compensati da una velocità di propagazione
maggiore, i percorsi più brevi vengono compensati da una velocità di
propagazione minore.
All’uscita della fibra la dispersione modale risulta ridotta e i modi arrivano
quasi contemporaneamente.