Forum
delle associazioni disciplinari della scuola
al Ministro dell’Istruzione
alle associazioni culturali, politiche e sindacali della scuola
Le associazioni firmatarie del presente documento sono formate
da insegnanti di ogni ordine di scuola e da docenti universitari impegnati nella
ricerca didattica e nella formazione in servizio nei rispettivi ambiti disciplinari.
Il loro ruolo nello sviluppo dei curricoli e nella promozione della cultura
professionale dei docenti è stato individuato dal Ministero dell’Istruzione,
che le ha riconosciute, tra l’altro, come enti qualificati per produrre
attività formative ai sensi del D.M. n. 177 del 10.7.2000.
Nella nostra veste di entità di supporto ai colleghi nelle attività
professionali e quindi presenti nelle scuole, dobbiamo segnalare l’allarmante
situazione di disagio che molti docenti ci riferiscono.
L’entrata in vigore dell’art. 35 della legge finanziaria in tema
di “Misure di razionalizzazione in materia di organizzazione scolastica”,
che nel comma 1 riconduce tutte le cattedre ad un minimo di 18 ore settimanali
, ha portato ad una generalizzata perdita della continuità didattica
con improvvisa vanificazione di molti lavori programmati su cicli pluriennali,
non istituzionali, ma ormai consolidati per progetto didattico negli anni. Il
poter contare su una stabilità dei Consigli di Classe e garantire la
continuità didattica è stato per anni un valore aggiunto per le
scuole, molto apprezzato dalle famiglie e dalla maggioranza degli studenti.
Naturalmente non vogliamo difendere una rigidità dell’orario ad
oltranza, ma ci pare evidente che per poter impostare un lavoro serio e proficuo
non si possono cambiare le classi seguendo alchimie orarie aliene da una qualificata
programmazione didattica. Molti colleghi vedono la propria professionalità
sottomessa alla sola logica del risparmio e questo non fa che aumentare quell’amarezza
già per altro determinata dal giudizio della pubblica opinione che, come
emerge dai media, ha ormai detto tutto il male possibile sulla scuola e sulla
categoria. Noi paventiamo che docenti sfiduciati e demotivati, ridotti a ripetitori
automatici di riti scolastici, produrranno cittadini sfiduciati e demotivati
con danni alle future generazioni di portata incalcolabile.
Siamo sicuramente estranei alle difese corporative, che non hanno mai fatto
parte della nostra natura ed esprimiamo la componente docente più impegnata
nell’istruzione a tutti i livelli; tuttavia siamo convinti che non è
con l'aumento del numero di classi per docente che si migliora la qualità
dell'insegnamento. Dobbiamo anche rilevare che molti progetti locali, che hanno
costituito un motore per l’innovazione nella scuola, sono stati attuati
proprio grazie all’impiego delle “ore a disposizione”, la
cui quasi generale scomparsa costituisce a nostro avviso un ulteriore ostacolo
ad una vera autonomia scolastica. La generalizzazione delle 18 ore presuppone
che quest’orario coincida con quello di lavoro complessivo; è importante
ricordare che in realtà esso è sempre stato, e dovrà essere
sempre più, comprensivo di momenti di progettazione collegiale, di attività
didattiche per gruppi diversi dalla classe, di attività di organizzazione
della scuola.
AIC (Associazione Insegnanti Chimici)
AIF (Associazione per l' Insegnamento della Fisica)
ANISA (Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte)
“Clio ‘92” - Associazione di gruppi di ricerca sull’insegnamento
della storia
GISCEL (Gruppo di intervento e studio nel campo dell’educazione linguistica
– S.L.I. Società di Linguistica italiana)
LEND (Lingua e Nuova didattica)
SCI-DD (Società Chimica Italiana - Divisione didattica)
SIEM (Società Italiana per l’Educazione Musicale)
TESOL Italy (Teaching English to Speakers of Other Languages)
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