Co.N.SVT |
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La pubblicazione del rapporto finale del Gruppo Ristretto di Lavoro costituito con D.M. 18 luglio 2001, n. 672 presieduto dal Prof. Bertagna ha creato in questi giorni un vivace dibattito che dovrebbe sfociare negli Stati generali della scuola indetti dal Ministro Moratti.
Tale documento configura una scuola diversa da quella attuale e diversa anche da quella ipotizzata nei precedenti tentativi di riforma della scuola.
Il Documento si occupa tra l’altro anche di formazione iniziale docente, aspetto dell’intera formazione degli insegnanti sulla quale da due anni hanno competenza le Scuole di specializzazione per l’insegnamento secondario e parallelamente i Corsi di laurea in Scienze della Formazione Primaria.
Con la loro istituzione, l’Italia si è finalmente dotata di un sistema integrato di formazione degli insegnanti, allineato con quello europeo.
Sistema inserito nelle Università ma che riceve un apporto fondamentale dal mondo reale della scuola dove gli aspiranti insegnanti trovano forza per una loro completa preparazione e formazione.
L’architettura delle SSIS implica da una parte il riconoscimento della duplice dimensione (teorica e pratica) che connota la competenza professionale del docente e, dall’altra, indica, con l’istituzione di un’area ad impostazione "laboratoriale", la centralità di un dispositivo-ponte tra la teoria e la pratica.
Le Scuole sono state in questi anni sicuramente, pur tra esperienze non sempre felici e difficoltà, un momento importante di crescita per il sistema istruzione nel suo complesso ed un veicolo alto della formazione degli insegnanti.
In esse l’istituzione della nuova figura dei Supervisori del tirocinio, docenti di scuola superiore in semiesonero presso le Università che collaborano alla formazione dei nuovi insegnanti, ha contribuito alla creazione di una nuova maniera di fare formazione: una maniera che ha per riferimento l’assetto professionalizzante della scuola.
Dal rapporto Bertagna si ricava l’intenzione governativa di chiudere le scuole e trasformarle in lauree specialistiche.
Questa laurea, oltre a porre una serie di problemi quali quelli dell’abilitazione da conseguire, tende a separare i mondi dell’istruzione e della professione, disancora il sapere e il saper fare, non crea più collegamento tra disciplina e disciplina insegnata, aspetti ritenuti validi dallo stesso rapporto.
In particolare su almeno tre elementi il Coordinamento pensa si debba porre il necessario interesse per non perdere il bagaglio di un’esperienza che sta dando buoni frutti nel lavoro positivo e nuovo che gli specializzati, già assunti, portano all’interno del mondo scolastico:
Si ritiene quindi importante che ogni nuova proposta di rinnovamento riguardo la formazione degli insegnanti non possa non tenere conto di quelli che sono stati i punti qualificanti dell’esperienza fin qui condotta:
Alla luce di quanto sopra pare allora necessario:
In termini generali, invece, il rapporto Bertagna, che non rende in molte parti ragione del lavoro di questi due anni di esperienze, in nessuna delle tre ipotesi finali di collocazione della laurea specialistica risponde con compiutezza rispetto al ruolo ed alle funzioni che oggi il nuovo insegnante deve avere.
E’ urgente invece formare un nuovo insegnante con contorni diversi e più decisi, dove i limiti della qualità si confondano con la capacità di fare e cementare innovazione.
Un insegnante capace di sperimentare e regolare la sperimentazione, di mettere a regime i processi di innovazione che nel campo delle didattiche sono stati compiuti.
Innovazioni che non sono più pezzi di contorni prestati da Psicologie e Pedagogie e nemmeno da intelaiature di didattiche staccate dall’insegnare reale, ma pratiche didattiche narrate.
Per cementare questo nuovo insegnante che abbia il compito di costruire e dare dignità alla "disciplina insegnata" come spessore scientifico, occorre una formazione di qualità che ripercorra il processo di coscientizzazione dell’esperienza che è l’unico canale che può disvelare operatori e strutture cognitive, maniere di vedere il mondo, modi di essere delle cose.
E’ ovvio che al centro di questa formazione non può che esserci la riflessione ragionata sull’esperienza di classe.
Questo manca del tutto nell’ipotesi di laurea specialistica disegnata nel rapporto.
Inoltre questa presuppone una competenza esaustiva prima di entrare nella
professione che ormai è fuori dalla realtà. La prospettiva deve fare i conti con il lifelong learning
anche per i docenti. Non si può più sapere tutto quello che c'è da sapere sul fronte disciplinare prima di intraprendere una professione. La professionalità si forma anche e fortemente attraverso il sapere professionalizzato all'interno di un tirocinio guidato e coprogettato da università e scuola. Il sapere disciplinare potrà e dovrà essere rafforzato da formazione successiva che diviene allora ricerca.
Per questo, rifiutando ogni tentativo di distruzione delle esperienze maturate nelle SSIS, il Coordinamento invita alla mobilitazione e formula un appello alle organizzazioni sindacali e professionali per far fronte comune a difesa della formazione di un insegnante di qualità, formazione inserita in un raccordo Università scuola.
10 dicembre 2001
Per la Giunta Esecutiva del CoNSVT
Ada Sargenti