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041/2001
Roma,
20 settembre 2001
DISEGNO DI LEGGE SULL'IMMIGRAZIONE:
IL DISSENSO DEL FORUM PERMANENTE
DEL TERZO SETTORE
Il Forum Permanente del Terzo
Settore esprime il proprio netto dissenso sull’impostazione complessiva
del disegno di legge sull’immigrazione approvato dal Consiglio dei Ministri.
Infatti, al di là
di specifiche misure di dubbia efficacia rispetto all’obiettivo primario
annunciato della lotta alla clandestinità e che lasciano perplessi
anche sotto il profilo della legittimità costituzionale, tutta la
normativa pare diretta a riportare un fenomeno così complesso e
ricco di potenzialità, quale l’immigrazione, nell’alveo delle norme
di pubblica sicurezza, da cui l’Italia – ultimo paese occidentale – era
uscita fuori proprio con il T.U. vigente.
Al riguardo basti pensare
che persino il contratto di lavoro dell’immigrato andrà stipulato
non presso gli Uffici del lavoro, ma in Prefettura, a conferma che anche
il lavoro l’immigrato va considerato principalmente come un problema di
ordine pubblico.
Questo è un segnale
negativo e strumentale, idoneo solo ad alimentare paure ed intolleranze
e a tacitare le false coscienze di quanti ritengono utile sfruttare le
capacità lavorative degli immigrati, purché gli stessi non
pretendano poi di avere riconoscimento e tutela in quanto persone o,
peggio, componenti di un nucleo familiare.
Molto grave e contraria
a quanto in più sedi affermato è anche la totale mancanza,
su una materia di alto spessore sociale e civile, di un qualsiasi confronto
con soggetti sociali e, finanche, con livelli istituzionali previsti dalla
legge quali strumenti di rappresentanza allargata, come la Consulta nazionale
ed i Consigli territoriali per l’immigrazione.
Il Forum Permanente del Terzo
Settore ha chiesto un incontro urgente al Ministro Maroni per esporre in
modo dettagliato tutte le proprie preoccupazioni.
Il Forum Permanente del Terzo
Settore si augura che la sede parlamentare possa rappresentare un momento
di riflessione da parte di tutti per chiarire i veri obiettivi da perseguire,
nel rispetto di normative ed accordi, anche in sede internazionale, e di
prassi da tempo affermatesi nei Paesi civili. |