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013/2001
Roma,
22 febbraio 2001
E' DAL 1999 CHE
MIGLIAIA DI OBIETTORI, NON PARTITI, SONO IN ATTESA DI CONOSCERE IL LORO
FUTURO.
CON IL DCPM APPENA
APPROVATO STARANNO SICURAMENTE A CASA E' QUESTO CHE SI VUOLE PER IL SERVIZIO
CIVILE?
E' stato pubblicato
sulla Gazzetta Ufficiale in data 19.02.2001 il testo delnuovo DPCM che
fissa il contingente massimo di partenza degli obiettori perl'anno 2001
nonché i criteri di messa in licenza illimitata senza assegni inattesa
di congedo (Lisaac) e di concessione di dispensa.
Fino ad oggi
abbiamo ritenuto doveroso e decoroso tacere sulla controversainterpretazione
dei termini di avvio al servizio civile (vicenda nota come"i ragazzi del
99") poiché eravamo e siamo convinti non fosse opportunointervenire
in una vicenda dove molti hanno parlato con poca cognizione dicausa e dove
si è confusa la legittimità con la giustizia con toni francamente
degni di miglior causa.
Questa Conferenza
aveva sollevato già nel 1998 (e lo ha fatto fino ad oggi)il problema
dell'interpretazione da dare al decreto 504/98 e alla legge230/98 sottolineando
come la disorganizzazione del Ministero della Difesaprima e dell'Ufficio
Nazionale poi, avrebbe creato ingiustizie einefficienze intollerabili in
una nazione democratica: ma i nostri appellisono rimasti inascoltati.
Anzi veniamo
chiamati in causa come la "lobbie" che vuole tenere a tutti i costi in
servizio gli obiettori di coscienza passando sopra ogni nefandezza possa
essere compiuta.Oggi siamo costretti a prendere atto che questo Governo
ha ritenuto di doverporre rimedio agli errori di sottovalutazione e superficialità
con un decreto a dir poco sconcertante con il quale ci vengono disvelati
i numeri di coloro che dovrebbero partire nel 2001 (ben 85.000!!!!) e con
il quale scopriamo che addirittura sono 135.000 gli obiettori in partenza
e che quindi vi è un'eccedenza.
E' per questo
motivo, e solo per questo , che vi è la necessità di dispensare
tutti gli obiettori non ancora partiti e che hanno presentato domanda nel
1999 ma anche di dare possibilità a tutti quei giovani, già
inservizio, che perderebbero il lavoro "promesso" - anche se solo limitato
ai lavori a tempo indeterminato - di poter presentare domanda di Lisaac.
E' evidente
che dopo tanta dovizia di numeri, così difficili da reperire nelresto
dell'anno, non potremo che ade-guarci anche noi ed andare intelevisione
(sempre che la RAI, servizio pubblico si degni di riceverci) alla trasmissione
"Chi l'ha visto?": perché noi, in tutta onestà, tutti questi
obiettori proprio non li abbiamo visti e abbiamo la netta e chiara sensazione
che non li vedremo mai.
Possiamo però
cercare spazi alle Iene o presso Striscia la notizia, loro magari si occuperanno
di quelle migliaia di persone anziani, minori,disabili che improvvisamente,
senza possibilità di essere preavvisati, non avranno più
erogati servizi e prestazioni, perché per loro nessuno emanerà
decreti.Tutti hanno voluto dimenticare che i progetti di servizio civile
non sono un problema degli Enti, non sono "fatti nostri" ma fatti di tutti,
di uno Stato e di un Governo che coscientemente e deliberatamente hanno
rifiutato diffrontare la gestione del servizio civile come un pezzo fondamentale
della ricostruzione del Welfare in Italia e di un positivo e produttivo
rapporto con i giovani, che non si costruisce certo a colpi di sentenze
del Consiglio di Stato ma nemmeno con norme che sembrano, nel migliore
dei casi, un'stigazione al disimpegno e all'individualismo più spinto
se non addirittura un'istigazione alla menzogna organizzata.
Del resto che
dobbiamo pensare di un Governo che presenta un ricorso al consiglio di
Stato perché ritiene di dover sostenere una sua interpretazione
(comunque tardiva ed evidentemente sconosciuta allamaggioranza dei TAR
italiani), che afferma che la sospensiva emanata dallo stesso Consiglio
di Stato conferma di fatto l'interpretazione data dall'Ufficio Nazionale
e che poi trae conseguenze normative che adombrano non solo un torto, ma
addirittura una colpa, nei confronti di quei cittadini che hanno fatto
richiesta di servizio civile nel lontano 1999?
Forse noi abbiamo
percorsi mentali troppo lineari per riuscire a penetrarele tortuosità
burocratiche perché per noi due erano le soluzioni: o l'attesa era
di nove mesi e allora nessuno di coloro che ha fatto domandanel 1999 doveva
partire o l'attesa poteva essere di 18 mesi e alloraovevano partire tutti.
E poi doveva
esservi qualcuno (magari il Presidente del Consiglio?) che si prendeva
la responsabilità di spiegare a migliaia di ragazzi e alle lorofamiglie
che dal 1998 niente di quello che poteva essere fatto è stato fatto
perché la nostra Repubblica debba far attendere quasi due anni a
dei giovani cittadini per poter svolgere un servizio derivante da un dovere
costituzionale di solidarietà ancora vigente.
Già,
perché non devono vergognarsi i ragazzi che comunque ci provano
a stare a casa o che, convinti di aver ragione, difendono queste loro ragioni,
si vergogni chi nell'ultimo anno si è affannato a proclamare la
liberazione dei giovani dalla schiavitù della naja senza mai preoccuparsi
di capire a chi e cosa serviva e serve il servizio civile.
E allora che
mai si aspettavano? Sarà nostra cura invitare amici, conoscenti
e parenti al prossimo servizio funebre del servizio civile ai sensi della
mai applicata legge 230/98. |