<<
Documenti più recenti
Documenti
1999
Scarica
il documento
in formato
.rtf
(50KB)
.pdf
(39KB)
|
Dodici
punti per la legge finanziaria 2001 e per l'ultimo scorcio di legislatura
Intenzioni
Soggetti
deboli
Sostegno
alla formazione e al lavoro dei giovani
Servizio
Civile
Deducibilità
fiscale dei costi sostenuti per prestazioni socio-assistenziali
Redditi
integrativi per gli anziani
Impresa
Sociale
Alcune
leggi fondamentali
Immigrazione
Ambiente
Solidarietà
internazionale
Misure
di sostegno del Terzo Settore
Allegato
al documento del Forum sulla "Finanziaria"
Il
Forum Permanente del Terzo Settore con questo documento intende:
-
rappresentare le proprie istanze
in vista della redazione della prossima finanziaria;
-
operare la verifica dei due
accordi sottoscritti con i Governo Prodi e D'Alema nel '98 e nel '99;
-
rafforzare ed ampliare il contenuto
programmatico del confronto tra Terzo Settore e Governo.
Lo legittimano e sostengono
nello sforzo propositivo due elementi.
Il primo è costituito
dai milioni di cittadini di questo Paese che, attraverso le organizzazioni
associate fanno capo al Forum come soci, ma soprattutto come beneficiari.
Infatti, le Organizzazioni di Terzo Settore, nelle loro diverse caratteristiche
e funzioni (di promozione sociale, di autorganizzazione dei cittadini,
di promozione dell'impresa sociale), sono sia soggetti organizzatori della
domanda che dell'offerta di servizi sociali.
Essi costituiscono, da un
lato la parte del Paese più attiva ed impegnata in attività
di solidarietà umana,di partecipazione civile,di tutela e promozione
dell’ambiente e dall’altra sono quelli che, a causa di condizioni di svantaggio,
povertà, handicap, malattia, hanno bisogno più degli altri
di trovare un sostegno ed una risposta alle loro esigenze, non solo dalla
solidarietà privata, ma anche attraverso adeguate politiche pubbliche.
Il secondo fattore di legittimazione
del Forum è che, con le proprie proposte, non pone come prioritarie
le esigenze delle proprie organizzazioni, bensì quelle dello sviluppo
del Paese e della tutela delle persone più bisognose, dei diritti
di cittadinanza e dell’ambiente.
Forti di tutto ciò
noi sosteniamo che l’occasione offerta - dopo tanti anni di sacrifici -
dalla prossima finanziaria, non deve andare sprecata e che il “dividendo
fiscale” resosi disponibile deve essere destinato in modo esclusivo e mirato:
-
a sostegno dei soggetti più
deboli e della lotta all'esclusione sociale;
-
a sostegno dello sviluppo del
Paese mediante un investimento forte sui giovani, per la loro formazione
e per il loro inserimento nel mondo del lavoro;
-
ad una più diffusa, equa
ed efficiente protezione sociale mediante il sostegno alle famiglie e ai
singoli cittadini perché possano meglio farsi carico dell’educazione
dei bimbi, della assistenza agli anziani, agli handicappati e di tutte
le altre persone bisognose, e perché, più in generale, si
possa allargare la gamma dell'offerta di servizi in modo da corrispondere
ad una più vasta articolazione dei diritti di cittadinanza;
-
alla difesa ed alla valorizzazione
dell’ambiente;
-
alla solidarietà internazionale,
perché il Paese non può reclinarsi soltanto sui propri problemi
e dimenticarsi del miliardo di persone che ancora oggi vive con meno di
un dollaro al giorno. Anche con loro dobbiamo saper condividere una parte
del “dividendo fiscale”.
Per intervenire nei settori
sopra delineati, oltre ad un intervento diretto delle politiche pubbliche,
che deve essere riequilibrato e che può anche crescere con nuova
efficienza, riteniamo da anni che si possa e si debba operare in modo innovativo
utilizzando principalmente la leva fiscale, attraverso lo strumento delle
deduzioni e detrazioni mirate. Strumento che va articolato e affinato nelle
sue applicazioni, introducendo adeguati crediti di imposta per chi, percependo
redditi particolarmente bassi non può usufruire delle agevolazioni
fiscali tradizionali. In tal modo si può ottenere il duplice
effetto di favorire l’espansione della domanda interna ed al tempo stesso
di orientare i consumi verso servizi di elevato pregio per la collettività,
quali la formazione, l’assistenza alle persone bisognose, la promozione
sociale, la protezione ambientale, le attività di cooperazione allo
sviluppo.
Pensiamo, infatti, che interventi
fiscali di tal genere non possano essere riservati soltanto ad alcuni settori
produttivi: questa concezione riduttiva rinuncia a vedere le politiche
sociali, ambientali e di solidarietà come una risorsa per lo sviluppo
economico e occupazionale del Paese.
<<Top
1.
Soggetti deboli.
Per interventi diretti rivolti
ai soggetti più deboli intendiamo provvedimenti che concludano e
concretizzino discussioni aperte da tempo e già configurate in disegni
di legge o avviate come sperimentazioni parziali: il “minimo vitale”, il
“reddito minimo di inserimento per i disoccupati”, la definizione della
figura del “tutor per gli handicappati gravi”.
<<Top
2.
Sostegno alla formazione e al lavoro dei giovani.
Entrando più nel
dettaglio della manovra fiscale, invece, chiediamo il riconoscimento in
capo alle famiglie e ai cittadini oltre che per lavoratori autonomi ed
aziende della deducibilità fiscale dei costi sostenuti per formazione.
In una fase di vertiginosa
espansione del sapere in cui la competitività dei singoli, al pari
di quella complessiva del Paese, dipende dal livello di formazione,
debbono essere incentivati tutti i comportamenti orientati a migliorare
la conoscenza. Le famiglie ed i singoli cittadini debbono poter dedurre
dalla loro Irpef i costi sostenuti per mandare i figli all’estero ad imparare
l’inglese, per frequentare un corso di informatica, per qualificarsi e
riqualificarsi, partecipando a corsi di formazione professionale.
E’ questo il miglior investimento
che si possa fare a favore dei giovani, sollecitando loro stessi e le loro
famiglie a “consumare in sapere”.
Il miglioramento qualitativo
del sistema di formazione professionale è in generale (per i giovani,
per gli adulti, per la terza età) una questione decisiva per il
futuro del Paese e a questo proposito formuliamo proposte specifiche che
riportiamo in allegato (allegato A).
Inoltre, per quanto concerne
l'entrata dei giovani nel mondo del lavoro proponiamo l’istituzione generalizzata
di borse di lavoro di un anno, riconoscibili da qualsiasi datore di lavoro
a giovani sotto i trent’anni. Il compenso sarà di 15/20 milioni
lordi l’anno, per il 50% a carico del datore di lavoro e per l’altra metà
a carico dello Stato, attraverso la concessione di un credito d’imposta
per pari importo. Nel tempo potranno continuare a godere di un simile sostegno
i datori di lavoro che abbiano assunto a tempo indeterminato almeno il
50% dei giovani precedentemente ingaggiati attraverso le borse lavoro.
<<Top
3.
Servizio Civile.
A completamento del “pacchetto
giovani” chiediamo che venga garantita la copertura finanziaria all’Agenzia
per il Servizio Civile. Il servizio civile, grazie anche allo sforzo di
centinaia di organizzazioni non profit sparse su tutto il territorio nazionale
sta dimostrando di essere, oltre che una esperienza di solidarietà,
anche un’ottima occasione di professionalità ed in molti casi, un
utile ”scivolo” per entrare nel mondo del lavoro. Chiediamo con forza che
il diritto di tutti i giovani che intendono compiere una simile esperienza
venga garantito.
“L’obiettivo di attuare
pienamente un efficace servizio civile degli obiettori nel 2001 è
una delle condizioni per dare credibilità all’impegno assunto dal
Governo di riformare in senso professionale in questa legislatura sia il
servizio militare che il servizio civile.
Il forum chiede quindi che
nella Finanziaria 2001 siano stanziati 300 miliardi per la legge 230/98
permettendo non solo l’assegnazione degli obiettori che ne hanno titolo,
ma soprattutto il decollo di una vera strategia di formazione e addestramento
di questi giovani, l’inizio di efficaci esperienze di servizio civile all’estero,
sia in missioni di pace che di cooperazione internazionale, la sperimentazione
di esperienze di servizio civile femminile volontario, venendo incontro
alla forte richiesta delle ragazze di veder riconosciuto il loro impegno
civile.
<<Top
4.
Deducibilità fiscale dei costi sostenuti per prestazioni socio-assistenziali.
Il secondo fronte su cui
riteniamo si debba intervenire è quello degli altri “consumi sociali
delle famiglie”.
Anche qui si tratta di rendere
possibile la deduzione fiscale delle spese sostenute per l’assistenza all’infanzia
(asili nido, scuole materne), agli anziani (assistenza domiciliare, ricovero
in strutture residenziali, servizi riabilitativi ecc. ……..) ed in generale
per far fronte a tutte le situazioni di disagio, handicap, malattia ecc..
Un primo passo in questo
senso era stato compiuto l’anno passato con le disposizioni contenute nel
collegato - peraltro non ancora approvate. si tratta di compiere un deciso
e significativo passo in avanti.
Oltretutto, incentivando
la spesa per formazione e consumi sociali, si determina un poderoso effetto
di sviluppo economico e di crescita occupazionale, non solo qualitativo,
ma anche quantitativo, nettamente superiore a quello derivante dalla
espansione della domanda di altri beni. in questi settori bastano 50 milioni
di spesa aggiuntiva a determinare la creazione di un nuovo posto di lavoro;
posto di lavoro che tra irpef ed oneri contributivi permette alla finanza
pubblica di introitare circa 20 milioni aggiuntivi, con un evidente ritorno,
anche sotto questo profilo, per la collettività.
<<Top
5.
Redditi integrativi per gli anziani.
A completamento della manovra,
su questo fronte, in particolare riguardo agli anziani, proponiamo
che tutti i compensi percepiti da pensionati entro il limite dei 30 milioni
globali annui siano esonerati dal divieto di cumulo con i redditi da lavoro
e siano assoggettati ad una imposizione separata con un'aliquota unica
del 25% comprensiva di oneri fiscali e contributivi. Ciò permetterà
di portare in emersione una larga quantità di lavoro nero svolto
da pensionati, garantendo loro la possibilità di conseguire redditi
integrativi senza intaccare quello pensionistico. D’altro canto, a fronte
di una dinamica in atto caratterizzata dalla riduzione del valore reale
delle pensioni, permettere ai cittadini il conseguimento di redditi integrativi
rappresenta un importante fattore di riequilibrio. Non va inoltre sottovalutato
il positivo impatto sulle dinamiche occupazionali, in quanto l’esperienza
dimostra che gli anziani che operano come collaboratori esterni delle imprese,
non sono sostitutivi rispetto ai giovani, ma anzi sono per loro una preziosa
occasione di affiancamento nello sviluppo professionale.
<<Top
6.
Impresa Sociale
a) Si deve definitivamente
approvare e rendere operativa (attraverso un DPCM) l’estensione dei benefici
previsti per le PMI anche alle imprese sociali, così come già
disposto nell'articolo 74 della Legge finanziaria del '98 con riferimento
alla legge 448/'98;
b) si deve finanziare il
“Progetto Fertilità” elaborato dalla Commissione “Terzo Settore”
costituitasi presso il Ministero del lavoro;
c) Si propone la realizzazione
di una “Conferenza nazionale su Terzo Settore, Servizi e Occupazione” che
faccia il punto sugli indirizzi di medio periodo per l’implementazione
del ruolo del Terzo Settore sulla riforma del Welfare, nell’allargamento
e nella regolazione del mercato dei servizi e nella creazione di lavoro;
d) va finalmente concluso
l'iter legislativo per la definizione della figura giuridica del socio-lavoratore
di cooperativa di lavoro (peraltro impegno già preso nel Patto per
il lavoro del 1998) in assenza della quale permarrebbe uno stato di incertezza
su un'area di estremo rilievo e di valenza democratica quale quella del
lavoro associato;
e) va completato il
percorso di miglioramento dell'assetto previdenziale dell'impresa sociale
con particolare riferimento alla possibilità per le cooperative
sociali di poter pagare i contributi previdenziali su una base imponibile
rapportata ai salari effettivamente erogati anche laddove viga un sistema
di salari medi convenzionati, misura che, peraltro, porterebbe un maggior
gettito previdenziale aumentando al contempo il beneficio per i soci lavoratori;
f) si ritiene di portata
fondamentale l'emanazione di una norma specifica volta a scoraggiare la
pratica delle gare di appalto al massimo ribasso nei servizi alla persona,
nella promozione sociale e culturale e anche in campo ambientale;
g) si richiede, infine,
la modifica del regime fiscale previsto dal Dlgs 460/'97 (Onlus) per i
consorzi di cooperative sociali uniformandolo così al disposto della
legge 381 (istitutiva delle cooperative sociali).
7. A.I.D.S. Un’attenzione
particolare richiediamo per la realtà drammatica dell’ AIDS :
a) chiediamo per l’ennesima
volta la riconversione delle risorse stanziate nel ’90 per costruire reparti
di malattie infettive mai realizzati e ora non più necessari, in
spesa corrente destinata a sostenere l’assistenza e la prevenzione, la
diagnostica e gli altri costi delle terapie.
b) Chiedere un aumento dei
fondi destinati specificatamente alla prevenzione dell’ AIDS che in modo
erroneo oggi viene ampiamente sottovalutata. Infatti le nuove terapie non
sono certo in grado di distruggere il virus, ma di prolungare la vita delle
persone sieropositive, risultato questo molto importante ma che in assenza
di precise continuative campagne di prevenzione rischia di coincidere con
un aumento della velocità di diffusione del virus HIV.
<<Top
8.
Alcune leggi fondamentali
Protezione sociale, Associazionismo
di promozione sociale, Cooperazione internazionale allo sviluppo, Dilettantismo
sportivo.
Per realizzare credibilmente
gli obiettivi sinora elencati e quelli che seguono è condizione
fondamentale l’approvazione entro la legislatura da parte del Parlamento
di tre leggi chiave da tempo attese due delle quali hanno già superato
l’esame della Camera dei Deputati. Si tratta della “legge di riforma del
sistema di protezione sociale” ( legge sull’assistenza) che prefigura una
vera e propria riforma istituzionale delle politiche sociali italiane;
della “legge sull’associazionismo di promozione sociale” il tassello mancante
al quadro di riconoscimento giuridico dei soggetti del Terzo Settore; della
“legge di riforma della cooperazione internazionale allo sviluppo” che
è più indietro sul piano parlamentare, ma per la quale è
necessario uno straordinario sforzo politico-istituzionale per dare al
paese uno strumento essenziale di politica estera nel mondo complicato
della globalizzazione; della legge sul dilettantismo sportivo anch'essa
gravemente in ritardo in Parlamento e che invece è fondamentale
per portare a termine la riforma dello sport in Italia definendo l'area
vitale dello "sport per tutti" che ha bisogno di riconoscimento pieno e
di risorse certe come lo sport agonistico in quanto rappresenta sempre
più una risorsa strategica per le politiche sociali del Paese.
<<Top
9.
Immigrazione
Un’attenzione particolare
riserviamo al rifinanziamento della legge sull’immigrazione e in particolare
dl Fondo Nazionale per le Politiche Migratorie previsto dall’articolo 45
del Testo unico n°286/98. Il Fondo Nazionale finanzia gli articoli
20, 38, 40, 42 e 46 riguardanti l’accoglienza,le politiche abitative, l’istruzione
e l’integrazione sociale decisivi per una politica di convivenza. In riferimento
alla precedenti finanziarie riteniamo realistica una copertura di 75 miliardi.
Inoltre chiediamo la piena applicazione della legge, in particolare degli
articoli in cui i cittadini stranieri in possesso di carta di soggiorno
vengono equiparati ai cittadini italiani ai fini della fruizione delle
provvidenze e delle prestazioni anche economiche di assistenza sociale
( articolo 41). In particolare riteniamo importanti l’estensione alle donne
immigrate delle misure riguardanti la tutela della maternità
previste per le donne italiane (sussidi di maternità e sussidi per
il terzo figlio
<<Top
10.
Ambiente
Sul fronte delle politiche
ambientali, l'attenzione va puntata in questo momento soprattutto sulla
difesa, sulla manutenzione del territorio e sulla riqualificazione urbana
incentivando i settori economici più innovativi e direttamente rivolti
al miglioramento della qualità ambientale. Servono una politica
tariffaria e sgravi fiscali, ancor più forti per le famiglie a basso
reddito, che inducano il contenimento dei consumi e comportamenti ecocompatibili.
Tutto ciò unito ai
necessari stanziamenti per l'emergenza rifiuti, per quella relativa alla
rete idrica, per le aree protette, per il trasporto pubblico e la mobilità
locale, può costituire un fattore decisivo se strategico per il
rilancio dell'occupazione e dell'economia.
Vanno mantenuti e rafforzati
gli incentivi al recupero edilizio e urbanistico (detrazioni IRPEF e riduzioni
IVA) utili a riconvertire l'industria edilizia verso la manutenzione e
a valorizzare il nostro grande patrimonio di città e di beni culturali.
Questi incentivi vanno inoltre estesi agli interventi di coibentazione,
energia solare, abbattimento delle barriere architettoniche.
<<Top
11.
Solidarietà internazionale
Oltre e contestualmente
alla decisiva approvazione della riforma della cooperazione internazionale
è necessario comunque operare una correzione e un rilancio della
cooperazione italiana e delle azioni di solidarietà internazionale
dell’Italia.
a) Prevedere uno stanziamento
da destinare all’APS decisamente più consono a quanto sottoscritto
dal nostro Paese in sede di Nazioni Unite impegnandosi per l’allocazione
del 0,7% del PIL. Questo per concretizzare un doveroso e qualificato impegno
di un “G8” nella responsabilità per la costruzione di una maggior
giustizia sociale a livello mondiale.
b) Riequilibrare, all’interno
del fondo destinato all’APS, la quota destinata all’aiuto bilaterale e
quella al multilaterale a favore della prima grandemente penalizzazione
degli ultimi anni ( nel 1998 67,6% al multilaterale di cui 45% alla UE,
43% a BM e Banche Regionali di sviluppo, 12% NU ed altri Org. Internaz.)
in questo ambito, vincolare maggiormente gli stanziamenti multibilaterali
al reale coinvolgimento nei programmi internazionali dei soggetti della
società civile e delle ONG italiane. L’attuale distribuzione delle
risorse tra tali canali finanziari infatti, ancorché giustificata
come una volontà di partecipazione ai programmi internazionali,
legittima una deresponsabilizzazione del MAE e, di fatto, perpetua la non
soluzione di pastoie burocratiche paralizzanti la cooperazione e
in particolare la cooperazione del non governo e della società civile
organizzata.
c) Sostanziare la volontà
politica espressa in sede di Governo e di Parlamento per una maggior valorizzazione
della cooperazione non governativa e della società civile destinando
alle ONG riconosciute una quota superiore all’attuale 10% dei fondi del
capitolo “a dono” dell’APS. Questo anche per maggior coerenza per indirizzi
a più riprese espressi, ivi compreso il disegno di legge in discussione
al Parlamento per la riforma della legge di cooperazione allo sviluppo,
per allargare la rosa dei soggetti organizzati della società civile
ammissibili ad un contributo pubblico.
d) Richiedere una rapida
approvazione del regolamento della Legge n. 209/2000 sulle misure per la
riduzione del debito estero dei paesi a più basso reddito e maggiormente
indebitati, consentendo così il rispetto dei tempi in essa stabiliti.
e) Approvazione entro il
2000 del disegno di legge per la partecipazione dell’ Italia alla ricostruzione
dell’Europa sud-orientale (“disposizione per la partecipazione italiana
alla stabilizzazione, ricostruzione e sviluppo dei Paesi dell’area balcanica
“, C. 6466), con la valorizzazione ed il rafforzamento dei provvedimenti
previsti a favore della ricostruzione sociale, civile e democratica dei
Balcani, predisponendo la messa in finanziaria della copertura prevista
della legge e portando al 30% al 40% (da 120 a 160 miliardi) i fondi previsti
dal disegno di legge in gestione al Ministero Affari Esteri per gli interventi
di cooperazione allo sviluppo.
<<Top
12.
Misure di sostegno del Terzo Settore
Infine è urgente
definire una serie di misure che sostengano ed esaltino le capacità
operative e le condizioni di vita e di lavoro delle organizzazioni di terzo
settore, le quali non agendo per fini di profitto, essendo prive di capitalizzazione
e unendo la dimensione partecipativa e di volontariato a quella di creazione
di lavoro e di impresa, trovano in tante normative vigenti, come in tante
legislazioni in formazione, un ostacolo pesante alla loro crescita e non
una sollecitazione a un incoraggiamento positivo a crescere.
A) ISTITUZIONE DELL'AUTORITY
SUL TERZO SETTORE
è necessario istituire
secondo quanto disposto nella Legge 662/96 e nella
Legge Finanziaria per il 1999
l'Autority del Terzo Settore con compiti
di valorizzazione, monitoraggio e controllo
delle attività delle organizzazioni. Un'Autority
riduttivamente istituita soltanto
attorno alle funzioni
di controllo finirebbe per essere un altro
ostacolo burocratico e non uno strumento
di una crescita corretta della
realtà del Terzo Settore italiano.
B) RIDUZIONE DELL’ IRAP
riduzione della base imponibile
per l’applicazione del ‘IRAP nei rapporti di lavoro delle organizzazioni
di terzo settore. L’avvento di questa tassazione è stato infatti
un limite significativo per organizzazioni che svolgono attività
a forte intensità occupazionale e con caratteristiche contrattuali
fortemente flessibili.
C) MISURATORI FISCALI
rivedere l’obbligo di dotarsi
di misuratori fiscali previsti in ogni caso anche per le organizzazioni
associative dalla nuova disciplina sugli intrattenimenti. Questa infatti
comporta un’operazione insostenibile per quelle attività che in
numero limitato vengono svolte a sostegno dei fini istituzionali dell’associazione.
D) FINANZA ETICA E LOTTA
ALL'USURdefinire un’azione del governo volta a sostenere e incentivare
le iniziative, pubbliche o private, di finanza etica che già sono
attive nel nostro Paese e che si potrebbero attivare a beneficio del terzo
settore. Manca infatti un preciso indirizzo a questo riguardo, mentre si
manifestano azioni disordinate e resistono ostacoli e diffidenze verso
le esperienze positive già in atto;
-
unitamente a ciò, chiediamo
di confermare il rifinanziamento della legge 108/'96 di prevenzione e lotta
all'usura con particolare sostegno ad Associazioni e Fondazioni che garantiscono
ai cittadini e alle famiglie l'accesso al credito grazie all'articolo 15.
E) TARIFFE POSTALI
Mantenimento delle attuali
tariffe agevolate per l’editoria di Terzo Settore. Il nuovo regolamento
postale deve tener conto della specificità (pubblica utilità,
informazione etica, ruolo sociale dell’informazione) delle “postalizzazioni
etiche”. Per l’editoria di Terzo Settore, ad esempio,le condizioni
per accedere alle tariffe agevolate potrebbero essere:
la proprietà della
testata deve essere di una associazione (o comunque ad un ente non profit);
-
la pubblicità deve essere
in percentuale bassissima ad esempio non superiore al 10%;
-
iscrizione all’albo delle testate
di Terzo Settore che dovrebbe essere istituito presso il Ministero della
Solidarietà Sociale.
F) LEGGE SULL’EDITORIA
-
andare all’approvazione della
riforma sull’editoria che innovi la vecchia legge 416 del 1981. siamo d’accordo
con una proposta che incentivi i progetti e non più contributi a
pioggia. All’interno dei progetti deve essere visibile l’intento di premiare
anche “Progetti Sociali”.
-
Chiediamo un riconoscimento
di ruolo del prodotto editoriale di Terzo Settore (etico, sociale…) sulla
base dei contenuti e della qualità.
-
Chiediamo agevolazioni per l’acquisto
della carta e incentivi tariffari.
G) RIDUZIONE IRPEG SU IMMOBILI
ONLUS
-
Si deve dare coerenza alla normativa
fiscale sulle ONLUS andando ad una riduzione dell’IRPEG sugli immobili
utilizzati dalle ONLUS ai fini istituzionali o per lo svolgimento di attività
ad essi connesse.
<<Top
ALLEGATO
AL DOCUMENTO DEL FORUM SULLA “FINANZIARIA”
La proposta del Forum riprende
quanto era già stato accolto, almeno in linea di principio, nel
protocollo d’intesa sottoscritto il 14 febbraio con il Governo D’Alema.
Lì si prevedeva che
si potesse utilizzare la leva della deducibilità fiscale da parte
delle persone e delle famiglie per spese di formazione ed educazione permanente.
Ora che esistono le risorse
disponibili occorre passare dall’affermazione di principio ad una proposta
operativa lungo tre linee:
a) modificare l’art. 13
bis comma 1 lettera del TUIR DPR 917/1986 estendendo la detraibilità
oggi prevista per spese di istruzione secondaria e universitaria anche
alla formazione e all’addestramento professionale;
b) estendere anche ai lavoratori
dipendenti, collaboratori, atipici, autonomi la possibilità di dedurre
le spese volontariamente sostenute per finalità di educazione o
istruzione.;
c) introdurre un nuovo strumento
di deducibilità per le spese di istruzione e formazione sostenute
dai lavoratori che decidono di usufruire del congedo formativo previsto
nella legge 53 dell’8 marzo 2000;
d) all’interno dell’ammontare
ricavato dalla vendita dell’UMTS destinare 700 miliardi per un piano di
alfabetizzazione informatica per le categorie che sono più escluse
dall’acceso alle nuove tecnologie.
Tutte queste misure hanno
un unico ratio: rendere possibile la formazione permanente per tutti e
per tutta la vita. Lo Stato premiando fiscalmente l’investimento dei singoli
opera anche un investimento sul capitale umano del Paese.
<<Top |