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Dodici punti  per la legge finanziaria 2001 e per l'ultimo scorcio di legislatura



Intenzioni
Soggetti deboli
Sostegno alla formazione e al lavoro dei giovani
Servizio Civile
Deducibilità fiscale dei costi sostenuti per prestazioni socio-assistenziali
Redditi integrativi per gli anziani
Impresa Sociale
Alcune leggi fondamentali
Immigrazione
Ambiente
Solidarietà internazionale
Misure di sostegno del Terzo Settore
Allegato al documento del Forum sulla "Finanziaria"
 
 
 

Il Forum Permanente del Terzo Settore con questo documento intende:

  • rappresentare le proprie istanze in vista della redazione della prossima finanziaria;
  • operare la verifica dei due accordi sottoscritti con i Governo Prodi e D'Alema nel '98 e nel '99;
  • rafforzare ed ampliare il contenuto programmatico del confronto tra Terzo Settore e Governo.
Lo legittimano e sostengono nello sforzo propositivo due elementi.
Il primo è costituito dai milioni di cittadini di questo Paese che, attraverso le organizzazioni associate  fanno capo al Forum come soci, ma soprattutto come beneficiari. Infatti, le Organizzazioni di Terzo Settore, nelle loro diverse caratteristiche e funzioni (di promozione sociale, di autorganizzazione dei cittadini, di promozione dell'impresa sociale), sono sia soggetti organizzatori della domanda che dell'offerta di servizi sociali.
Essi costituiscono, da un lato la parte del Paese più attiva ed impegnata in attività di solidarietà umana,di partecipazione civile,di tutela e promozione dell’ambiente e dall’altra sono quelli che, a causa di condizioni di svantaggio, povertà, handicap, malattia, hanno bisogno più degli altri di trovare un sostegno ed una risposta alle loro esigenze, non solo dalla solidarietà privata, ma anche attraverso adeguate politiche pubbliche.
Il secondo fattore di legittimazione del Forum è che, con le proprie proposte, non pone come prioritarie le esigenze delle proprie organizzazioni, bensì quelle dello sviluppo del Paese e della tutela delle persone più bisognose, dei diritti di cittadinanza e dell’ambiente.
Forti di tutto ciò noi sosteniamo che l’occasione offerta - dopo tanti anni di sacrifici - dalla prossima finanziaria, non deve andare sprecata e che il “dividendo fiscale” resosi disponibile deve essere destinato in modo esclusivo e mirato:
  • a sostegno dei soggetti più deboli e della lotta all'esclusione sociale;
  • a sostegno dello sviluppo del Paese mediante un investimento forte sui giovani, per la loro formazione e per il loro inserimento nel mondo del lavoro;
  • ad una più diffusa, equa ed efficiente protezione sociale mediante il sostegno alle famiglie e ai singoli cittadini perché possano meglio farsi carico dell’educazione dei bimbi, della assistenza agli anziani, agli handicappati e di tutte le altre persone bisognose, e perché, più in generale, si possa allargare la gamma dell'offerta di servizi in modo da corrispondere ad una più vasta articolazione dei diritti di cittadinanza;
  • alla difesa ed alla valorizzazione dell’ambiente;
  • alla solidarietà internazionale, perché il Paese non può reclinarsi soltanto sui propri problemi e dimenticarsi del miliardo di persone che ancora oggi vive con meno di un dollaro al giorno. Anche con loro dobbiamo saper condividere una parte del “dividendo fiscale”.


Per intervenire nei settori sopra delineati, oltre ad un intervento diretto delle politiche pubbliche, che deve essere riequilibrato e che può anche crescere con nuova efficienza, riteniamo da anni che si possa e si debba operare in modo innovativo utilizzando principalmente la leva fiscale, attraverso lo strumento delle deduzioni e detrazioni mirate. Strumento che va articolato e affinato nelle sue applicazioni, introducendo adeguati crediti di imposta per chi, percependo redditi particolarmente bassi non può usufruire delle agevolazioni fiscali tradizionali.  In tal modo si può ottenere il duplice effetto di favorire l’espansione della domanda interna ed al tempo stesso di orientare i consumi verso servizi di elevato pregio per la collettività, quali la formazione, l’assistenza alle persone bisognose, la promozione sociale, la protezione ambientale, le attività di cooperazione allo sviluppo.
Pensiamo, infatti, che interventi fiscali di tal genere non possano essere riservati soltanto ad alcuni settori produttivi: questa concezione riduttiva rinuncia a vedere le politiche sociali, ambientali e di solidarietà come una risorsa per lo sviluppo economico e occupazionale del Paese.
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1. Soggetti deboli.
Per interventi diretti rivolti ai soggetti più deboli intendiamo provvedimenti che concludano e concretizzino discussioni aperte da tempo e già configurate in disegni di legge o avviate come sperimentazioni parziali: il “minimo vitale”, il “reddito minimo di inserimento per i disoccupati”, la definizione della figura del “tutor per gli handicappati gravi”.
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2. Sostegno alla formazione e al lavoro dei giovani. 
Entrando più nel dettaglio della manovra fiscale, invece, chiediamo il riconoscimento in capo alle famiglie e ai cittadini oltre che per lavoratori autonomi ed aziende della deducibilità fiscale dei costi sostenuti per formazione.
In una fase di vertiginosa espansione del sapere in cui la competitività dei singoli, al pari di quella  complessiva del Paese, dipende dal livello di formazione, debbono essere incentivati tutti i comportamenti orientati a migliorare la conoscenza. Le famiglie ed i singoli cittadini debbono poter dedurre dalla loro Irpef i costi sostenuti per mandare i figli all’estero ad imparare l’inglese, per frequentare un corso di informatica, per qualificarsi e riqualificarsi, partecipando a corsi di formazione professionale.
E’ questo il miglior investimento che si possa fare a favore dei giovani, sollecitando loro stessi e le loro famiglie a “consumare in sapere”.
Il miglioramento qualitativo del sistema di formazione professionale è in generale (per i giovani, per gli adulti, per la terza età) una questione decisiva per il futuro del Paese e a questo proposito formuliamo proposte specifiche che riportiamo in allegato (allegato A).
Inoltre, per quanto concerne l'entrata dei giovani nel mondo del lavoro proponiamo l’istituzione generalizzata di borse di lavoro di un anno, riconoscibili da qualsiasi datore di lavoro a giovani sotto i trent’anni. Il compenso sarà di 15/20 milioni lordi l’anno, per il 50% a carico del datore di lavoro e per l’altra metà a carico dello Stato, attraverso la concessione di un credito d’imposta per pari importo. Nel tempo potranno continuare a godere di un simile sostegno i datori di lavoro che abbiano assunto a tempo indeterminato almeno il 50% dei giovani precedentemente ingaggiati attraverso le borse lavoro.
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3. Servizio Civile.
A completamento del “pacchetto giovani” chiediamo che venga garantita la copertura finanziaria all’Agenzia per il Servizio Civile. Il servizio civile, grazie anche allo sforzo di centinaia di organizzazioni non profit sparse su tutto il territorio nazionale sta dimostrando di essere, oltre che una esperienza di solidarietà, anche un’ottima occasione di professionalità ed in molti casi, un utile ”scivolo” per entrare nel mondo del lavoro. Chiediamo con forza che il diritto di tutti i giovani che intendono compiere una simile esperienza  venga garantito.
“L’obiettivo di attuare pienamente un efficace servizio civile degli obiettori nel 2001 è una delle condizioni per dare credibilità all’impegno assunto dal Governo di riformare in senso professionale in questa legislatura sia il servizio militare che il servizio civile.
Il forum chiede quindi che nella Finanziaria 2001 siano stanziati 300 miliardi per la legge 230/98 permettendo non solo l’assegnazione degli obiettori che ne hanno titolo, ma soprattutto il decollo di una vera strategia di formazione e addestramento di questi giovani, l’inizio di efficaci esperienze di servizio civile all’estero, sia in missioni di pace che di cooperazione internazionale, la sperimentazione di esperienze di servizio civile femminile volontario, venendo incontro alla forte richiesta delle ragazze di veder riconosciuto il loro impegno civile.
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4. Deducibilità fiscale dei costi sostenuti per prestazioni socio-assistenziali. 
Il secondo fronte su cui riteniamo si debba intervenire è quello degli altri “consumi sociali delle famiglie”.
Anche qui si tratta di rendere possibile la deduzione fiscale delle spese sostenute per l’assistenza all’infanzia (asili nido, scuole materne), agli anziani (assistenza domiciliare, ricovero in strutture residenziali, servizi riabilitativi ecc. ……..) ed in generale per far fronte a tutte le situazioni di disagio, handicap, malattia ecc..
Un primo passo in questo senso era stato compiuto l’anno passato con le disposizioni contenute nel collegato - peraltro non ancora approvate. si tratta di compiere un deciso e significativo passo in avanti.
Oltretutto, incentivando la spesa per formazione e consumi sociali, si determina un poderoso effetto di sviluppo economico e di crescita occupazionale, non solo qualitativo, ma anche quantitativo, nettamente superiore  a quello derivante dalla espansione della domanda di altri beni. in questi settori bastano 50 milioni di spesa aggiuntiva a determinare la creazione di un nuovo posto di lavoro; posto di lavoro che tra irpef ed oneri contributivi permette alla finanza pubblica di introitare circa 20 milioni aggiuntivi, con un evidente ritorno, anche sotto questo profilo, per la collettività.
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5. Redditi integrativi per gli anziani.
A completamento della manovra, su questo fronte,  in particolare riguardo agli anziani, proponiamo che tutti i compensi percepiti da pensionati entro il limite dei 30 milioni globali annui siano esonerati dal divieto di cumulo con i redditi da lavoro e siano assoggettati ad una imposizione separata con un'aliquota unica del 25% comprensiva di oneri fiscali e contributivi. Ciò permetterà di portare in emersione una larga quantità di lavoro nero svolto da pensionati, garantendo loro la possibilità di conseguire redditi integrativi senza intaccare quello pensionistico. D’altro canto, a fronte di una dinamica in atto caratterizzata dalla riduzione del valore reale delle pensioni, permettere ai cittadini il conseguimento di redditi integrativi rappresenta un importante fattore di riequilibrio. Non va inoltre sottovalutato il positivo impatto sulle dinamiche occupazionali, in quanto l’esperienza dimostra che gli anziani che operano come collaboratori esterni delle imprese, non sono sostitutivi rispetto ai giovani, ma anzi sono per loro una preziosa occasione di affiancamento nello sviluppo professionale.
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6. Impresa Sociale
a) Si deve definitivamente approvare e rendere operativa (attraverso un DPCM) l’estensione dei benefici previsti per le PMI anche alle imprese sociali, così come già disposto nell'articolo 74 della Legge finanziaria del '98 con riferimento alla legge 448/'98;
b) si deve finanziare il “Progetto Fertilità” elaborato dalla Commissione “Terzo Settore” costituitasi presso il Ministero del lavoro;
c) Si propone la realizzazione di una “Conferenza nazionale su Terzo Settore, Servizi e Occupazione” che faccia il punto sugli indirizzi di medio periodo per l’implementazione del ruolo del Terzo Settore sulla riforma del Welfare, nell’allargamento e nella regolazione del mercato dei servizi e nella creazione di lavoro;
 d) va finalmente concluso l'iter legislativo per la definizione della figura giuridica del socio-lavoratore di cooperativa di lavoro (peraltro impegno già preso nel Patto per il lavoro del 1998) in assenza della quale permarrebbe uno stato di incertezza su un'area di estremo rilievo e di valenza democratica quale quella del lavoro associato;
 e) va completato il percorso di miglioramento dell'assetto previdenziale dell'impresa sociale con particolare riferimento alla possibilità per le cooperative sociali di poter pagare i contributi previdenziali su una base imponibile rapportata ai salari effettivamente erogati anche laddove viga un sistema di salari medi convenzionati, misura che, peraltro, porterebbe un maggior gettito previdenziale aumentando al contempo il beneficio per i soci lavoratori;
 f) si ritiene di portata fondamentale l'emanazione di una norma specifica volta a scoraggiare la pratica delle gare di appalto al massimo ribasso nei servizi alla persona, nella promozione sociale e culturale e anche in campo ambientale;
 g) si richiede, infine, la modifica del regime fiscale previsto dal Dlgs 460/'97 (Onlus) per i consorzi di cooperative sociali uniformandolo così al disposto della legge 381 (istitutiva delle cooperative sociali).
7. A.I.D.S. Un’attenzione particolare richiediamo per la realtà drammatica dell’ AIDS :
a) chiediamo per l’ennesima volta la riconversione delle risorse stanziate nel ’90 per costruire reparti di malattie infettive mai realizzati e ora non più necessari, in spesa corrente destinata a sostenere l’assistenza e la prevenzione, la diagnostica e gli altri costi delle terapie.
b) Chiedere un aumento dei fondi destinati specificatamente alla prevenzione dell’ AIDS che in modo erroneo oggi viene ampiamente sottovalutata. Infatti le nuove terapie non sono certo in grado di distruggere il virus, ma di prolungare la vita delle persone sieropositive, risultato questo molto importante ma che in assenza di precise continuative campagne di prevenzione rischia di coincidere con un aumento della velocità di diffusione del virus HIV.
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8. Alcune leggi fondamentali
Protezione sociale, Associazionismo di promozione sociale, Cooperazione internazionale allo sviluppo, Dilettantismo sportivo. 
Per realizzare credibilmente gli obiettivi sinora elencati e quelli che seguono è condizione fondamentale l’approvazione entro la legislatura da parte del Parlamento di tre leggi chiave da tempo attese due delle quali hanno già superato l’esame della Camera dei Deputati. Si tratta della “legge di riforma del sistema di protezione sociale” ( legge sull’assistenza) che prefigura una vera e propria riforma istituzionale delle politiche sociali italiane; della “legge sull’associazionismo di promozione sociale” il tassello mancante al quadro di riconoscimento giuridico dei soggetti del Terzo Settore; della “legge di riforma della cooperazione internazionale allo sviluppo” che è più indietro sul piano parlamentare, ma per la quale è necessario uno straordinario sforzo politico-istituzionale per dare al paese uno strumento essenziale di politica estera nel mondo complicato della globalizzazione; della legge sul dilettantismo sportivo anch'essa gravemente in ritardo in Parlamento e che invece è fondamentale per portare a termine la riforma dello sport in Italia definendo l'area vitale dello "sport per tutti" che ha bisogno di riconoscimento pieno e di risorse certe come lo sport agonistico in quanto rappresenta sempre più una risorsa strategica per le politiche sociali del Paese.
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9. Immigrazione
Un’attenzione particolare riserviamo al rifinanziamento della legge sull’immigrazione e in particolare dl Fondo Nazionale per le Politiche Migratorie previsto dall’articolo 45 del Testo unico n°286/98. Il Fondo Nazionale finanzia gli articoli 20, 38, 40, 42 e 46 riguardanti l’accoglienza,le politiche abitative, l’istruzione e l’integrazione sociale decisivi per una politica di convivenza. In riferimento alla precedenti finanziarie riteniamo realistica una copertura di 75 miliardi. Inoltre chiediamo la piena applicazione della legge, in particolare degli articoli in cui i cittadini stranieri in possesso di carta di soggiorno vengono equiparati ai cittadini italiani ai fini della fruizione delle provvidenze e delle prestazioni anche economiche di assistenza sociale ( articolo 41). In particolare riteniamo importanti l’estensione alle donne immigrate delle misure riguardanti la tutela della maternità   previste per le donne italiane (sussidi di maternità e sussidi per il terzo figlio
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10. Ambiente 
Sul fronte delle politiche ambientali, l'attenzione va puntata in questo momento soprattutto sulla difesa, sulla manutenzione del territorio e sulla riqualificazione urbana incentivando i settori economici più innovativi e direttamente rivolti al miglioramento della qualità ambientale. Servono una politica tariffaria e sgravi fiscali, ancor più forti per le famiglie a basso reddito, che inducano il contenimento dei consumi e comportamenti ecocompatibili.
Tutto ciò unito ai necessari stanziamenti per l'emergenza rifiuti, per quella relativa alla rete idrica, per le aree protette, per il trasporto pubblico e la mobilità locale, può costituire un fattore decisivo se strategico per il rilancio dell'occupazione e dell'economia.
Vanno mantenuti e rafforzati gli incentivi al recupero edilizio e urbanistico (detrazioni IRPEF e riduzioni IVA) utili a riconvertire l'industria edilizia verso la manutenzione e a valorizzare il nostro grande patrimonio di città e di beni culturali. Questi incentivi vanno inoltre estesi agli interventi di coibentazione, energia solare, abbattimento delle barriere architettoniche.
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11. Solidarietà internazionale
Oltre e contestualmente alla decisiva approvazione della riforma della cooperazione internazionale è necessario comunque operare una correzione e un rilancio della cooperazione italiana e delle azioni di solidarietà internazionale dell’Italia.
a) Prevedere uno stanziamento da destinare all’APS decisamente più consono a quanto sottoscritto dal nostro Paese in sede di Nazioni Unite impegnandosi per l’allocazione del 0,7% del PIL. Questo per concretizzare un doveroso e qualificato impegno di un “G8” nella responsabilità per la costruzione di una maggior giustizia sociale a livello mondiale.
b) Riequilibrare, all’interno del fondo destinato all’APS, la quota destinata all’aiuto bilaterale e quella al multilaterale a favore della prima grandemente penalizzazione degli ultimi anni ( nel 1998 67,6% al multilaterale di cui 45% alla UE, 43% a BM e Banche  Regionali di sviluppo, 12% NU ed altri Org. Internaz.) in questo ambito, vincolare maggiormente gli stanziamenti multibilaterali al reale coinvolgimento nei programmi internazionali dei soggetti della società civile e delle ONG italiane. L’attuale distribuzione delle risorse tra tali canali finanziari infatti, ancorché giustificata come una volontà di partecipazione ai programmi internazionali, legittima una deresponsabilizzazione del MAE e, di fatto, perpetua la non soluzione di  pastoie burocratiche paralizzanti la cooperazione e in particolare la cooperazione del non governo e della società civile organizzata.
c) Sostanziare la volontà politica espressa in sede di Governo e di Parlamento per una maggior valorizzazione della cooperazione non governativa e della società civile destinando alle ONG riconosciute una quota superiore all’attuale 10% dei fondi del capitolo “a dono” dell’APS. Questo anche per maggior coerenza per indirizzi a più riprese espressi, ivi compreso il disegno di legge in discussione al Parlamento per la riforma della legge di cooperazione allo sviluppo, per allargare la rosa dei soggetti organizzati della società civile ammissibili ad un contributo pubblico.
d) Richiedere una rapida approvazione del regolamento della Legge n. 209/2000 sulle misure per la riduzione del debito estero dei paesi a più basso reddito e maggiormente indebitati, consentendo così il rispetto dei tempi in essa stabiliti.
e) Approvazione entro il 2000 del disegno di legge per la partecipazione dell’ Italia alla ricostruzione dell’Europa sud-orientale (“disposizione per la partecipazione italiana alla stabilizzazione, ricostruzione e sviluppo dei Paesi dell’area balcanica “, C. 6466), con la valorizzazione ed il rafforzamento dei provvedimenti previsti a favore della ricostruzione sociale, civile e democratica dei Balcani, predisponendo la messa in finanziaria della copertura prevista della legge e portando al 30% al 40% (da 120 a 160 miliardi) i fondi previsti dal disegno di legge in gestione al Ministero Affari Esteri per gli interventi di cooperazione allo sviluppo.
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12. Misure di sostegno del Terzo Settore
Infine è urgente definire una serie di misure che sostengano ed esaltino le capacità operative e le condizioni di vita e di lavoro delle organizzazioni di terzo settore, le quali non agendo per fini di profitto, essendo prive di capitalizzazione e unendo la dimensione partecipativa e di volontariato a quella di creazione di lavoro e di impresa, trovano in tante normative vigenti, come in tante legislazioni in formazione, un ostacolo pesante alla loro crescita e non una sollecitazione a un incoraggiamento positivo a crescere. 
A) ISTITUZIONE DELL'AUTORITY SUL TERZO SETTORE
è necessario istituire secondo quanto disposto  nella   Legge  662/96 e nella  Legge  Finanziaria  per  il  1999    l'Autority  del  Terzo  Settore  con  compiti  di  valorizzazione,  monitoraggio  e  controllo  delle  attività  delle organizzazioni.  Un'Autority   riduttivamente    istituita    soltanto     attorno     alle    funzioni    di    controllo  finirebbe per essere  un altro ostacolo burocratico  e non   uno   strumento  di  una   crescita   corretta  della  realtà  del  Terzo  Settore  italiano. 
B) RIDUZIONE DELL’ IRAP 
riduzione della base imponibile per l’applicazione del ‘IRAP nei rapporti di lavoro delle organizzazioni di terzo settore. L’avvento di questa tassazione è stato infatti un limite significativo per organizzazioni che svolgono attività a forte intensità occupazionale e con caratteristiche contrattuali fortemente flessibili.
C) MISURATORI FISCALI
rivedere l’obbligo di dotarsi di misuratori fiscali previsti in ogni caso anche per le organizzazioni associative dalla nuova disciplina sugli intrattenimenti. Questa infatti comporta un’operazione insostenibile per quelle attività che in numero limitato vengono svolte a sostegno dei fini istituzionali dell’associazione.
D) FINANZA ETICA E LOTTA ALL'USURdefinire un’azione del governo volta a sostenere e incentivare le iniziative, pubbliche o private, di finanza etica che già sono attive nel nostro Paese e che si potrebbero attivare a beneficio del terzo settore. Manca infatti un preciso indirizzo a questo riguardo, mentre si manifestano azioni disordinate e resistono ostacoli e diffidenze verso le esperienze positive già in atto;

  • unitamente a ciò, chiediamo di confermare il rifinanziamento della legge 108/'96 di prevenzione e lotta all'usura con particolare sostegno ad Associazioni e Fondazioni che garantiscono ai cittadini e alle famiglie l'accesso al credito grazie all'articolo 15.
E) TARIFFE POSTALI
Mantenimento delle attuali tariffe agevolate per l’editoria di Terzo Settore. Il nuovo regolamento postale deve tener conto della specificità (pubblica utilità, informazione etica, ruolo sociale dell’informazione) delle “postalizzazioni etiche”. Per l’editoria di Terzo Settore, ad  esempio,le condizioni per accedere alle tariffe agevolate potrebbero essere: 
la proprietà della testata deve essere di una associazione (o comunque ad un ente non profit);
  • la pubblicità deve essere in percentuale bassissima ad esempio non superiore al 10%;
  • iscrizione all’albo delle testate di Terzo Settore che dovrebbe essere istituito presso il Ministero della Solidarietà Sociale.
F) LEGGE SULL’EDITORIA
  • andare all’approvazione della riforma sull’editoria che innovi la vecchia legge 416 del 1981. siamo d’accordo con una proposta che incentivi i progetti e non più contributi a pioggia. All’interno dei progetti deve essere visibile l’intento di premiare anche “Progetti Sociali”.
  • Chiediamo un riconoscimento di ruolo del prodotto editoriale di Terzo Settore (etico, sociale…) sulla base dei contenuti e della qualità.
  • Chiediamo agevolazioni per l’acquisto della carta e incentivi tariffari.
G) RIDUZIONE IRPEG SU IMMOBILI ONLUS
  • Si deve dare coerenza alla normativa fiscale sulle ONLUS andando ad una riduzione dell’IRPEG sugli immobili utilizzati dalle ONLUS ai fini istituzionali o per lo svolgimento di attività ad essi connesse.
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ALLEGATO AL DOCUMENTO DEL FORUM  SULLA “FINANZIARIA”
La proposta del Forum riprende quanto era già stato accolto, almeno in linea di principio, nel protocollo d’intesa sottoscritto il 14 febbraio con il Governo D’Alema.
Lì si prevedeva che si potesse utilizzare la leva della deducibilità fiscale da parte delle persone e delle famiglie per spese di formazione ed educazione permanente.
Ora che esistono le risorse disponibili occorre passare dall’affermazione di principio ad una proposta operativa lungo tre linee:
a) modificare l’art. 13 bis comma 1 lettera del TUIR DPR 917/1986 estendendo la detraibilità oggi prevista per spese di istruzione secondaria e universitaria anche alla formazione e all’addestramento professionale;
b) estendere anche ai lavoratori dipendenti, collaboratori, atipici, autonomi la possibilità di dedurre le spese volontariamente sostenute per finalità di educazione o istruzione.;
c) introdurre un nuovo strumento di deducibilità per le spese di istruzione e formazione sostenute dai lavoratori che decidono di usufruire del congedo formativo previsto nella legge 53 dell’8 marzo 2000;
d) all’interno dell’ammontare ricavato dalla vendita dell’UMTS destinare 700 miliardi per un piano di alfabetizzazione informatica per le categorie che sono più escluse dall’acceso alle nuove tecnologie.

Tutte queste misure hanno un unico ratio: rendere possibile la formazione permanente per tutti e per tutta la vita. Lo Stato premiando fiscalmente l’investimento dei singoli opera anche un investimento sul capitale umano del Paese.
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