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FORUM PERMANENTE DEL TERZO SETTORE ASSEMBLEA NAZIONALE
20 GIUGNO 2000

DOCUMENTO POLITICO PROGRAMMATICO





Programmi annuali
Documenti prodotti
Le azioni di lobby
Gli impegni assunti nell'assemblea di metà mandato
Documenti sottoscritti con il governo
La piattaforma programmatica del Forum Permanente del terzo Settore
Documento politico: la mission del Forum
Il Forum come soggetto riformatore
Le campagne e le priorità fondamentali dell'iniziativa del Forum
Il Terzo Settore soggetto della riforma del sistema educativo
Lotta al razzismo e diritti degli immigrati
Costruire una politica e un'iniziativa europea del Forum
Sussidiarietà verticale ed orizzontale
Lavoro e Mezzogiorno
Una strategia unitaria di infrastrutture del Terzo Settore
Il ruolo negoziale del Forum
 

Il documento politico e programmatico che si propone alla discussione dell'Assemblea Nazionale del Forum Permanente del terzo Settore che si svolgerà a Roma per il 20 giugno 2000, si compone di tre parti:
 

  • un rendiconto dell'attività svolta in questo triennio;
  • la piattaforma programmatica per il negoziato aperto col Governo e col Parlamento
  • una scheda sulla "mission" e sulle priorità di iniziativa del Forum per il prossimo mandato triennale.
I tre testi sono logicamente e politicamente connessi e la loro sequenza corrisponde alla esigenza di proporre all'Assemblea un materiale utile per compiere un bilancio della vicenda del Forum  e le scelte di azione a breve e medio termine sulla base delle quali costruire il mandato degli organismi che in quella sede dovranno essere eletti.

GLI OBIETTIVI CHE ABBIAMO INDICATO E PERSEGUITO
Triennio 1997-2000

Qui di seguito, troverete una sintesi degli obiettivi che il Forum ha indicato in questo triennio, i documenti prodotti, le azioni di lobby per l’approvazione di alcune leggi, le piattaforme contenute nei Patti firmati con il Governo.
Va da sé che un ulteriore approfondimento chieda la rilettura dei documenti, già a disposizione delle singole organizzazioni.  Nonostante il documento si presenti in forma schematica crediamo comunque possa aiutare a tracciare un bilancio sociale di questo triennio e a definire al meglio la piattaforma politica del prossimo triennio.

1) DAI PROGRAMMI ANNUALI

Attività di Coordinamento.
Allargare il numero dei soci, creare comunicazione e affidamento attraverso gli organi, creare identità e cultura comuni, contribuire alla promozione di alcuni servizi utili per i soci ( “carta di credito” del terzo settore, comitato tecnico legislativo, attività formative…).
Favorire la costituzione dei forum regionali, istituzione di sedi di consultazione tra i referenti dei forum regionali, rafforzamento della rete tra forum regionali e nazionale
Mappa censimento delle competenze presenti in ciascuna organizzazione per avere una “banca dati” delle persone-risorse, creare una comunicazione ricorrente con i soci attraverso un apposito spazio di VITA,  collaborazione alla realizzazione della carta delle donazioni per favorire una forte azione di autoregolamentazione. 
Costituire tavoli permanenti sulle tematiche che emergono per costruire piattaforme comuni, prevedere una maggiore articolazione della rappresentanza a livello nazionale, avviare uno studio sulle funzioni svolte dalla segretaria nazionale e rendere più efficace il suo servizio, favorire una migliore partecipazione alle attività degli organi e il loro potenziamento. 

Attività di Rappresentanza.
Interloquire con tutti i livelli istituzionali, sindacali, sociali e politici; seguire i provvedimenti legislativi, interloquire con le istituzioni europee e con gli altri soggetti di terzo settore
Partecipare al tavolo sulla riforma del Welfare, seguire l’iter conclusivo del decreto legislativo sulla disciplina fiscale del non profit, preparare e siglare l’intesa con i sindacati,  consolidare e qualificare i rapporti e le collaborazioni con Aster-X, Transfair, Banca etica. 
Determinare gli sviluppi operativi del “patto sociale di legislatura” a partire dalle proposte contenute nel documento presentato al Ministro del lavoro Treu, apertura di un tavolo di confronto e negoziazione con il Governo.
Forme di pressione per una rapida approvazione della legge sull’assistenza, riforma del servizio civile e della leva, legge quadro sul volontariato, fondazioni bancarie; accordo con il ministero della P.I. e attenzione alle politiche giovanili , riapertura del confronto con Rai e Ministero delle comunicazioni, apertura di un tavolo di confronto con i Ministeri dei Beni culturali e della Sanità, monitoraggio e presidio sul processo di verifica degli impegni presi dal governo nel quadro delle conferenze Onu. 

Visibilità.
Gestire il rapporto con i media, in particolare con il servizio pubblico radio televisivo; diffondere la conoscenza e promuovere l’informazione sul terzo settore, collaborare ad eventi comunicativi comuni, seguire gli sviluppi operativi di quanto contenuto nel contratto di servizio RAI-Ministero delle comunicazioni perché metta in opera un “codice sociale” per disciplinare l’inserimento nei suoi programmi e servizi temi ed iniziative di carattere sociale, stipulare una convenzione Forum/Istat, definire un rapporto stabile ed operativo con Vita, qualificare il nostro ruolo all’interno di CIVITAS, collaborazione fra gli uffici stampa, costituzione di un gruppo di lavoro per la formulazione di un Piano comunicazione, sito internet per il Forum
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2) DOCUMENTI PRODOTTI

  • Costruire l’Europa dei cittadini
  • Cittadini del sud
  • Il forum alla bicamerale
  • Fondazioni bancarie e Terzo settore
  • Per la riforma dello Stato sociale
  • Emendamenti al progetto di legge costituzionale
  • Per la razionalizzazione del servizio sanitario nazionale
  • Forum e rai
  • Sull’autority del Terzo settore
  • Per una nuova cooperazione internazionale
  • Carta della donazione
  • Documento sulla riforma della leva e del servizio civile
  • Piano per la comunicazione
  • L’editoria del Terzo settore
  • Il Terzo settore e le nuove prospettive della società dell’informazione
  • La cultura e il Terzo settore
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3) LE AZIONI DI LOBBY
 

  •  Approvazione della legge sulle organizzazioni non lucrative di utilità sociale
  • Legge sull’associazionismo
  • Legge sulle fondazioni bancarie
  • Riforma del Primo Libro del Codice Civile
  • Riforma della legge sull’obiezione di coscienza e istituzione del servizio civile nazionale
  • Riforma della legge sulla cooperazione allo sviluppo
  • Nuova legge sull’immigrazione
  • Deducibilità dei costi sostenuti dalle famiglie per prestazione di assistenza sociale a bambini, disabili, anziani
  • Maggiore attenzione alle politiche giovanili
  • Incentivi per l’imprenditoria sociale e provvedimenti di politica attiva del lavoro centrati sull’impresa sociale
  • Fondo nazionale per la lotta all’esclusione sociale e di sostegno alle attività del terzo settore
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4) GLI IMPEGNI ASSUNTI NELL’ASSEMBLEA DI META’ MANDATO
    26/27 febbraio ‘99

Le questioni da approfondire.

  • Innovare le politiche sociali
  • Una nuova cultura della sanità
  • Ambiente e lavoro
  • Un patto per rinnovare e rilanciare il sistema educativo
  • La sicurezza dei cittadini
  • Il lavoro nel terzo settore
  • L’Europa come impegno quotidiano
  • Una politica estera per il Forum 


La missione del Forum.

  • costruire la rete
  • far crescere una cultura comune
  • conquistare spazi per il terzo settore
  • far crescere la capacità di autoregolamentazione delle organizzazioni
  • favorire la crescita e lo sviluppo delle iniziative comuni
Rafforzamento della vita democratica interna e della partecipazione.
  • organizzazione per ambiti tematici (istituzionale, educazione e cultura, solidarietà e politiche internazionali, produzione dei servizi di welfare e promozione di occupazione, animazione/promozione sociale/cittadinanza attiva
  • rafforzamento dei rapporti con i forum regionali e territoriali
  • definizione dei criteri per l’adesione al Forum
  • favorire la partecipazione delle organizzazioni di fascia A e B
  • potenziamento della comunicazione
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5) I DOCUMENTI SOTTOSCRITTI CON IL GOVERNO
 
 

  • Patto per la solidarietà 18 aprile ‘98
  • Protocollo d’Intesa integrativo del Patto Sociale per lo sviluppo e l’occupazione 12 febbraio ‘99


Gli impegni assunti dal Governo

  • Un efficace programma di lotta alle povertà e ai processi di esclusione sociale fondato sul consolidamento del fondo sociale avviato con la finanziaria ‘98
  • Uso della leva fiscale per implementare la domanda ei servizi, favorire i soggetti deboli e sostenere la crescita del Terzo settore (deducibilità fiscale delle spese che i singoli e le famiglie sostengono per l’accudimento di persone svantaggiate, per la crescita dei figli e per la cura degli anziani
  • Politica di sostegno alla crescita e alla qualificazione del Terzo settore: politiche sociali attive, formazione, credito agevolato, incentivi e agevolazioni alle imprese sociali già previste per le piccole e medie imprese.
  • Regolamentazione del sistema di gare per l’affidamento dei servizi sociali da parte delle amministrazioni locali
  • Riforma dello status del socio lavoratore, riorientamento dei lavori socialmente utili o di pubblica utilità verso azioni di sostegno alla crescita del Terzo settore
  • Estensione delle attività e degli interventi della Società per l’Imprenditorialità giovanile anche alle imprese sociali e alle organizzazioni non profit
  • Nuovi strumenti per favorire ed incentivare l’occupazione del sud – in particolare nei patti territoriali- attraverso il sostegno alle imprese sociali e alle organizzazioni non profit
  • Piena attuazione della legge quadro sul volontariato: in particolare snellimento e semplificazione degli aspetti burocratici, definizione degli aspetti fiscali, funzionamento e rappresentatività dell’osservatorio nazionale per il volontariato
  • Riforma complessiva e coerente degli articolati del libro I del Codice civile
  • Rafforzamento della  concertazione con il Terzo settore
  • Convocazione di una conferenza nazionale sui problemi della popolazione anziana
  • Effettuare un monitoraggio sull’applicazione del decreto legislativo 460/97 sulle Onlus
  • Valutare in sede europea, la fattibilità di un trattamento fiscale agevolato in relazione all’Iva laddove necessario
  • Estendere gli impegni di riqualificazione dei dirigenti delle PP.AA anche alle modalità di relazione con i soggetti del Terzo settore
  • In occasione della definizione dei decreti delegati prevista dalla recente legge sulle Fondazioni bancarie tenere conto delle proposte avanzate dal Forum
  • Sollecitare l’iter di legge sul riordino dei servizi e della protezione sociale, sulla figura del socio lavoratore, sul collocamento obbligatorio dei soggetti svantaggiati, sull’istituzione del servizio civile nazionale, sulla riforma dello sport dilettantistico, sulla legge sull’associazione di promozione sociale
  • Valorizzare l’esperienza dei contratti di quartiere
  • Valutare la possibilità di introdurre un trattamento fiscale specifico che permetta lo svolgimento di attività lavorative di utilità sociale in organizzazioni del terzo settore
  • Valutare l’opportunità di istituire una dote per le nuove imprese sociali sotto forma di credito Inps e di un credito Iva proporzionale al giro d’affari e al numero di occupati
  • Istituire l’organismo di controllo
  • Favorire la predisposizione di una normativa quadro sull’impresa sociale
  • Dare attuazione agli impegni e alle indicazioni scaturite dalla Conferenza nazionale sul volontariato di Foligno
  • Lancio di alcuni grandi progetti civili: l’assistenza domiciliare, la qualità della vita nelle carceri, la manutenzione ambientale, la valorizzazione dei beni culturali, la prevenzione educativa al disagio, l’integrazione e la tutela degli immigrati 


Gli impegni del Forum

Promuovere una azione di autoregolamentazione in ogni campo di attività del terzo settore che garantisca trasparenza nella vita democratica, nella raccolta fondi, nella correttezza della gestione economica, nella regolarizzazione delle prestazioni di lavoro. Il forum si è impegnato a presentare un rapporto sugli assetti societari, la struttura dell’occupazione, le condizioni di lavoro e retributive tra i suoi aderenti.
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LA PIATTAFORMA PROGRAMMATICA DEL FORUM PERMANENTE DEL TERZO SETTORE

Il Forum Permanente del Terzo Settore valuta importanti i risultati ottenuti in questi anni dalla pressione esercitata sul Parlamento e dal negoziato intessuto col Governo. Esprime grande soddisfazione per la recente approvazione alla Camera del testo Unificato 332 sulla legge quadro per la riforma del sistema di protezione sociale (legge sull'assistenza), ma esprime altresì grande preoccupazione per i ritardi e le inadempienze relative a molte delle scelte contenute in atti legislativi e di Governo, così come nel patto siglato con il Governo Prodi il 18/4/1998 e nel Protocollo di intesa  con il Governo D'Alema del 12/2/1999.

Riassumiamo di seguito i principali punti aperti sul tavolo del Governo e nell'azione parlamentare:

1) Ora che è stata approvata alla Camera la legge di riforma del sistema di protezione sociale, questa deve procedere rapidamente al Senato in modo che entro la legislatura possa vedere la luce una legge che riforma radicalmente il sistema delle politiche sociali in Italia.

2) In tutti gli accordi siglati con i Governi e in ogni azione rivolta al Parlamento e al Presidente della camera è stata definita la centralità della legge sull'Associazionismo di Promozione sociale, indispensabile per dare riconoscimento ad una delle componenti essenziali del terzo settore, per evitare abusivismi, sbagliate aspettative e confusioni sulle leggi già in vigore, per rilanciare la partecipazione dei cittadini. Si è avuto un blocco incomprensibile del percorso parlamentare e ora si deve fare quanto necessario per approvare la legge che è in commissione alla Camera e può avere un iter veloce.
3) Altro tema delicato e prioritario è quello della riforma della cooperazione internazionale un atto importante per la politica estera del paese e irrinunciabile per migliorare l'operatività dei soggetti oggi impegnati nelle attività di cooperazione che trovano ostacolo e non sostegno nelle normative e nei regolamenti vigenti. L'obbiettivo della riforma non può essere fallito è in questione la credibilità dell'Italia. Così come non può ritardare oltre la legge sulla ricostruzione dei Balcani che deve rappresentare l'impegno del nostro paese verso la ricostruzione sociale, economica e istituzionale delle regioni oltre l'Adriatico e lo strumento capace di dare un quadro unitario di sostegno all'azione dello Stato delle regioni, delle città, dell'associazionismo e degli imprenditori.
4) La legge sulle associazioni sportive di base, che è stata presentata all'inizio della legislatura, si è arenata, deve essere rimessa rapidamente sui giusti binari parlamentari e portata a conclusione entro la scadenza parlamentare.
5) E' necessaria una forte azione del Governo che sblocchi lo Statuto del socio lavoratore presentato in Senato nel settembre '98 e ancora fermo. Questo, come l'approvazione della normativa sui nuovi lavori ("lavori atipici") costituisce un punto essenziale per dare trasparenza e stabilità al mercato del lavoro anche nel terzo settore.
6) Deve essere ribadito il sostegno alla legge sull'obiezione di coscienza, c'è ancora un pericoloso squilibrio tra i fondi accantonati dal Governo e la spesa reale prevista , ciò che può creare seri contraccolpi nella gestione. E insieme a questo c'è un ritardo nell'avanzamento dell'istituzione del servizio  civile che priva del necessario contrappeso l'abolizione della leva.
7) Deve essere istituita l'autority del terzo settore, il decreto 460 ne imponeva la nascita entro il 31/12/1997, ma ancora non si è trovato il modo di dare vita a questo importante organismo.
8) Sempre il decreto 460 prevedeva all'art. 29 un decreto sui titoli di solidarietà da parte del Ministero del Tesoro di concerto con le Finanze: il decreto è stato emanato ma non è operativo perché non è stata costituita l'autority (vedi punto 7). Si ritiene, peraltro, necessaria una iniziativa rivolta a dare ordine e sostegno a tutta la materia della finanza etica che oggi si presenta come una realtà importante e significativa nel paese.
9) E' stata positivamente istituita presso il Ministero del lavoro la Commissione terzo settore dalla quale è nato il progetto "Fertilità" per la creazione di nuove cooperative sociali e nuova occupazione nel Mezzogiorno che deve ora trovare il finanziamento di 50 miliardi per il 2000 e di 100 miliardi per ciascuno dei due anni successivi (2001-2002). In vista della prossima finanziaria va inoltre assegnato alla commissione il compito di condurre un monitoraggio di tutti gli incentivi disponibili per la creazione di occupazione nel terzo settore, così come va assegnato alla commissione, di intesa con il Ministero della Solidarietà Sociale, il compito di far avanzare il dibattito e l'azione parlamentare sulla riforma dell'impresa sociale.
10) Va introdotta nel collegato fiscale alla Finanziaria 2000 la deducibilità delle spese sostenute dalle famiglie per l'acquisto di servizi di cura, come previsto nella legge quadro del sistema di protezione sociale in via di approvazione (vedi punto 1), completando ed integrando la proposta del Governo di rendere deducibili i costi sostenuti per i collaboratori domestici.
11) La Finanziaria '99 prevedeva l'estensione delle agevolazioni previste per le PMI anche alle imprese sociali. Il provvedimento attuativo (DPCM) non è stato ancora promulgato. Lo schema di decreto è pronto, manca solo la firma del Presidente del Consiglio.
12) La formazione professionale è sempre in attesa di riforma.
L'articolo 17 della legge 196 è ancora non applicato se si vuole perseguire l'obiettivo di avere una moderna formazione professionale occorre che il Governo proponga e il Parlamento approvi urgentemente un emendamento al decreto legislativo relativo agli ammortizzatori sociali che consenta di impiegare i 115 miliardi previsti per la razionalizzazione e la riqualificazione degli enti che operano nel campo della formazione professionale.
13) La legge sull'editoria: se entro l'estate il Governo non interverrà le tariffe postali raddoppieranno e una buona percentuale delle testate cosidette minori saranno costrette a chiudere. Così come è previsto che se a ottobre entreranno in vigore le nuove tariffe postali in assenza di una iniziativa del Governo, si finirà per impedire alle organizzazioni di terzo settore ogni comunicazione con i propri soci e con i cittadini.
14) Il contratto di servizio tra Stato e RAI, in vigore dal 1/1/1998 prevede all'art. 41 un protocollo aggiuntivo per istituire una sede permanente di confronto tra RAI e terzo settore sull'insieme della programmazione radiotelevisiva in base agli indirizzi della Commissione parlamentare di vigilanza sul pluralismo. Nulla è stato sinora realizzato.
15) Il Patto con il Governo Prodi del 18/4/1998 prevedeva l'istituzione di una commissione  di studio sulla riforma del libro primo del Codice civile ed  una normativa che superasse l'uso distorto delle gare al massimo ribasso nell'affidamento dei servizi.
16) Approvazione entro l'anno del disegno di legge che prevede l'annullamento di 6000 miliardi di deficit dei paesi poveri verso l'Italia.
17) E' necessaria una iniziativa più concreta ed esplicita del Governo e del Parlamento a sostegno dell'associazionismo dei giovani e degli anziani per valorizzare grandi energie di cittadinanza attiva nel paese e al fine di favorire un nuovo incontro e un nuovo patto tra le generazioni.
18) Inserimento del terzo settore e della tematica dei diritti di cittadinanza nel dibattito sulla "Carta fondamentale europea". Si tratta di costruire su questi temi la posizione dell'Italia e di definire l'impegno del nostro paese ad ottenere una coerente normativa europea sul terzo settore e l'economia sociale.
19) Attuazione degli orientamenti espressi dalla Conferenza nazionale sul volontariato di Foligno, sia in merito alla piena attuazione che all'adeguamento della legge 266.
20) Approvazione della legge sul teatro e della  legge sulla musica che contengono il riconoscimento del terzo settore nelle attività culturali. Avvio della discussione sulla costituzione di un Fondo straordinario in Finanziaria per la ristrutturazione di spazi culturali da mettere a disposizione degli Enti Locali di concerto col terzo settore. Avvio di un'azione parlamentare in favore del turismo sociale.
21) E'   necessaria    un'equilibrata   ma   più   chiara   e   coraggiosa   gestione   del   fenomeno dell'immigrazione nelle linee di una politica europea comune sempre più da sollecitare  e dei contenuti innovativi della normativa vigente, che va difesa e che, però, va  interamente e correttamente applicata. Al  riguardo particolare rilievo assumono una più adeguata  definizione dei flussi d'ingresso, la  carta di soggiorno e tutte le iniziative (a partire dal problema  della  casa)   per  facilitare  l'integrazione  sul  territorio,   nel   rispetto   del   patto  di  reciproco affidamento. Pronta   definizione   dovrà   avere   la   nuova   normativa  sul  diritto di asilo e quella relativa al riconoscimento del diritto al voto  degli immigrati a livello locale. 

A questi ventuno  punti programmatici si aggiunge l'esigenza di aprire un confronto con la Conferenza delle Regioni per affrontare tutti i temi inerenti la definizione delle politiche regionali di concertazione col terzo settore, l'attuazione delle sussidiarietà nei territori, la definizione del ruolo del terzo settore come soggetto delle politiche sociali, del lavoro, ambientali, educative,  sportive e culturali a livello regionale. 
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FORUM PERMANENTE DEL TERZO SETTORE
DOCUMENTO POLITICO: LA "MISSION" DEL FORUM 
Il Forum Permanente del Terzo Settore si è costituito  allo scopo di promuovere la partecipazione, la responsabilità collettiva, l’autogestione dei cittadini per affermare e tutelare i nuovi diritti di cittadinanza, per sconfiggere  l’esclusione sociale e per far avanzare a livello istituzionale e sociale una cultura del welfare mix fortemente aderente al territorio, chiave della riforma dello stato sociale e della progettazione di una società dell’inclusione.
Il Forum ha raccolto forze diverse proprio perché l’obiettivo di innovazione e di promozione di una nuova cultura sociale riusciva a dare unità a questa pluralità di storie  e di organizzazioni in un momento in cui il tema del rapporto tra solidarietà politica e mercato diventava sempre più centrale e richiamava, ieri come oggi, la partecipazione diretta dei cittadini e la riforma profonda della politica e delle culture economiche.
Purtroppo, il rilancio della partecipazione e la riforma della politica e delle istituzioni, tanto invocate in questo decennio dai movimenti dei cittadini, paiono arenate, in una situazione bloccata, la spinta riformatrice si è inaridita e questo pesa sul presente e sul futuro del paese, induce incertezza nell'opinione pubblica, rallenta i processi di necessaria innovazione, non alimenta una cultura della solidarietà e della responsabilità collettiva.
Il Forum è stato e vuole essere un motore di innovazione, di promozione dei diritti e delle solidarietà, di riforma politica e istituzionale, di rinnovamento culturale del paese, e ripropone oggi con forza l'ispirazione e il progetto del suo impegno sociale e politico. 
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IL FORUM COME SOGGETTO RIFORMATORE
Il terzo settore si candida ad essere protagonista della innovazione e della riforma dei sistemi di welfare,  delle istituzioni, del mercato del lavoro, dell'impresa. Un soggetto che vuole riportare e  rilanciare la partecipazione dei cittadini nei luoghi decisionali della politica e dell'economia, favorendo lo sviluppo locale, l'identità delle comunità, la coesione sociale, unendo l'etica della responsabilità e della partecipazione ad una più alta efficacia ed efficienza dei servizi.
Da una parte proponendosi come interlocutore importante delle politiche pubbliche e delle autonomie locali il terzo settore non indebolisce, ma rafforza il ruolo dello Stato esercitando una funzione pubblica che va oltre la pubblica amministrazione,  esercitando la sussidiarietà, interpretando un allargamento e una nuova articolazione, non una contrazione, delle politiche di  welfare. Dall'altro sviluppando la sua azione di promozione e tutela dei diritti di cittadinanza chiede allo Stato di garantire l'universalismo dei diritti medesimi e non l'esclusione dalla cittadinanza di fasce della popolazione o la discriminazione di gruppi sociali, di minoranze, di cittadini immigrati.
Questa identità di innovazione, di garanzia sociale e democratica è il patto che ci unisce, ciò che vogliamo portare nella concertazione con le istituzioni e le parti sociali,  che vogliamo far vivere nella società, nelle città, nelle comunità locali.
L'esercizio di questo ruolo e la realizzazione di un tale progetto ha richiesto e richiederà ancor più una forte azione politica sul versante dell'innovazione e della riforma delle regole, delle politiche di bilancio, delle procedure e dello spostamento dell'asse culturale e delle scelte specifiche nelle diverse aree settoriali. Un compito difficile, di lungo periodo nel quale si dovrà mettere alla prova la maturità politica e operativa del Forum e delle singole associazioni che dovrà caratterizzare la formazione, la selezione e la crescita di nuova leva di dirigenti nei movimenti e nelle organizzazioni di terzo settore.
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LE CAMPAGNE E LE PRIORITA' FONDAMENTALI DELL'INIZIATIVA DEL FORUM 
Non bisogna però correre il rischio di una frantumazione eccessiva del lavoro del Forum e delle organizzazioni, né quello di un appiattimento a livello nazionale e locale su un ruolo negoziale che alla fine diventa lo scopo e non lo strumento.
Si tratta quindi di definire alcune priorità di fondo da consegnare al prossimo mandato del Forum, capaci di caratterizzare l'espressione del patto associativo, la relazione tra le associazioni aderenti, la dinamica dei forum regionali e la vita stessa delle singole associazioni.
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IL TERZO SETTORE SOGGETTO DELLA RIFORMA DEL SISTEMA EDUCATIVO
1) La prima priorità è portare la forza etica, innovativa e organizzativa nel terzo settore all'interno della riforma del sistema educativo nazionale inteso nella sua più larga accezione: scuola, università, formazione professionale, formazione permanente, formazione degli adulti, attività extra scolastiche, attività ricreative e di promozione culturale, servizio civile, educazione alla multiculturalità.
Quello educativo non è un problema settoriale, è la sfida della nostra civiltà nell'era della globalizzazione, della rivoluzione tecnologica, del rischio dell'omologazione delle coscienze e della tolleranza dell'esclusione.
E' la sfida delle nuove generazioni, del loro rapporto con la storia e con le generazioni adulte, della loro capacità di immaginare e costruire il futuro.
La formazione non può essere schiacciata sulle sole esigenze del mercato. La formazione sarà sempre più chiave dell’accesso al lavoro, alle professioni, ma sarà anche più intensamente esigenza di vita, del percorso della vita, della definizione della persona nel mondo tecnologico, dell’umanizzazione delle tecnologie.
Su questo terreno più che su ogni altro l'innovazione consapevole, l'etica della responsabilità e della partecipazione possono svolgere un ruolo determinante nell'orientare l'asse culturale delle trasformazioni e dare un contributo importante alla costruzione della società del futuro.
Il complesso delle organizzazioni di terzo settore, l'articolazione delle loro attività e della loro presenza sociale, insieme al rinnovamento  della scuola e dell'università, possono svolgere un ruolo di grande rilievo nel reimpostare e rilanciare la questione educativa come una vera priorità sociale e istituzionale. 
Dentro questo quadro assume un valore emblematico l’impegno di “Libera” (Associazione di associazioni contro le mafie)  nella promozione della cultura della legalità che indica bene il valore delle azioni che il Terzo Settore può compiere in questo campo.
Per questo proponiamo che il tema educativo diventi una vera e propria campagna che impegni le organizzazioni del Forum nella durata di tutto il prossimo mandato.
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LOTTA AL RAZZISMO E DIRITTI DEGLI IMMIGRATI
2) Una seconda campagna: proponiamo che il Forum dedichi l'intero prossimo mandato alla promozione nel Paese, attraverso l'iniziativa di tutte le sue organizzazioni, ad un’altra grande campagna rivolta all'opinione pubblica, alle istituzioni e ai giovani, in particolare, sui temi della lotta al razzismo per una società giusta, trasparente, sicura, nonviolenta, multiculturale e aperta alla mondialità.
Sottolineare l'identità del Forum con questa grande campagna sarà un contributo importante alla vita del paese, un fatto  culturale di grande significato, se in essa sapremo impegnare veramente le energie e le azioni di tutto il nostro  associazionismo. Il Terzo Settore può essere, interagendo con gli enti locali il più importante strumento di integrazione sociale, di promozione dei diritti degli immigrati e di promozione della società multiculturale e multietnica, sul versante dei servizi, dell’azione culturale, della lotta sociale e politica.
Il Forum e le sue organizzazioni debbono sentire fino in fondo il peso oggettivo di questa responsabilità nei prossimi anni e debbono essere protagonisti nel territorio e a livello nazionale di un impegno diffuso, continuo, di carattere strutturale (i servizi, il lavoro, le opportunità….) e di carattere politico generale, a cominciare dalla campagna per il diritto di voto degli immigrati residenti almeno nelle elezioni amministrative e regionali. 
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COSTRUIRE UNA POLITICA E UN'INIZIATIVA EUROPEA DEL FORUM 
COSTRUIRE LA GLOBALIZZAZIONE DELLE POLITICHE DI SOLIDARIETA' E DELLE RETI DI CITTADINANZA
3) Terza priorità: l'Europa, Pur nella sua peculiarità storica e organizzativa il terzo settore non può pensarsi e progettarsi  al di fuori di una  dimensione europea.
Dobbiamo superare un rapporto con l'Europa esclusivamente centrato sul miglior utilizzo delle procedure e degli strumenti di accesso alle risorse messe a disposizione dall'UE.
Dobbiamo spingere il Forum e tutte le organizzazioni aderenti a vivere politicamente l'Europa e la costruzione europea. Partecipare alla discussione sulla "Carta Fondamentale", rivendicare una legislazione quadro di riconoscimento del terzo settore omogenea in tutta la UE, conquistare nell'Unione  una comune politica  sociale  del lavoro e una comune politica estera.
Essere soggetto politico  in Europa, promuovendo un tavolo europeo delle organizzazioni europee di terzo settore che superi o dia sintesi alla teoria delle reti settoriali e costruire un nodo attivo e visibile della cittadinanza continentali, valorizzando e portando a sintesi i percorsi associativi e istituzionali che si sono aperti in questi anni e dando vita a nuove iniziative. 
Ma soprattutto stabilire relazioni di integrazione operative e creative con l'associazionismo europeo, superando la strumentalità di tante relazioni esistenti e costruendo un vero scambio tra esperienze cittadine e regionali che mettano in comunicazione comunità e territori.
Come italiani dobbiamo sentire un dovere particolare, quello di costruire un ponte  verso la società civile oltre l'Adriatico, un'azione forte di sostegno nostra e dell'Europa alla costruzione del tessuto democratico nei Balcani, come garanzia di pace e di futuro per tutto il continente. E, ancora,  dobbiamo sentire come nostra vocazione quella di portare pienamente il Mediterraneo in Europa, in una costruzione europea che non deve avere a Sud un confine debole, ma una risorsa straordinaria di pace e sviluppo che noi possiamo e dobbiamo saper interpretare.
Tutto ciò comporta che il Forum acquisisca per mandato una sua capacità di fare politica estera che sappia confrontarsi con questa sfida europea e con la possibilità e necessità di globalizzare (vedi le esperienze in corso in America latina) le politiche e le pratiche di solidarietà, la dimensione delle organizzazioni di cittadinanza. Questa è un’ulteriore funzione che il Forum può svolgere come servizio alle sue organizzazioni.
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SUSSIDIARIETA' VERTICALE ED ORIZZONTALE: LA CENTRALITA'  DELLE AUTONOMIE LOCALI E DELLA SOCIETA' CIVILE ORGANIZZATA
4) La quarta priorità è quella di essere protagonisti nell'azione di decentramento amministrativo e di riorganizzazione istituzionale delle politiche sociali, di promozione culturale e dello sviluppo locale che sta già avvenendo e che avverrà in modo molto forte nei prossimi anni. Si tratta, in particolare, di realizzare in modo positivo, partecipativo ed efficiente la sussidiarietà nel territorio. Si deve realizzare una sussidiarietà verticale di carattere istituzionale che possa dar luogo ad un vero federalismo solidale motore di efficienza, responsabilità, partecipazione, ma anche di pari opportunità tra tutti i territori del paese. E si deve realizzare poi una sussidiarietà di carattere orizzontale che liberi tutte le energie e potenzialità della società civile e che costruisca una nuova e più piena dimensione delle autonomie locali. 
Questo tema riguarda in senso forte le dimensioni territoriali oltre che la cultura legislativa che gli darà impulso. E' nei territori che si costruiranno le nuove politiche di welfare e che si sposterà una parte decisiva della concertazione per lo sviluppo. Lì dovrà crescere una soggettività politica e progettuale dei forum locali che deve ancora maturare. Il tema della sussidiarietà è questione che riguarda le norme, il dibattito costituzionale, la legislazione, ma anche e forse soprattutto, la capacità di progettazione, concertazione e assunzione di un ruolo di governo sociale sul territorio che sappia riorientare le politiche e le risorse. 
Senza questo tessuto connettivo il decentramento amministrativo, unito al  maggior rigore dei bilanci e alla responsabilità fiscale di Regioni ed Enti Locali, si potrà risolvere in una nuova stagione di frantumazione del terzo settore e non nel circuito virtuoso del welfare mix municipale, con un rischio serio di restringimento delle politiche sociali e di nuovi squilibri territoriali.
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LAVORO E MEZZOGIORNO
5) La quinta priorità è la questione del lavoro e del Mezzogiorno.
Il tema del Mezzogiorno è trasversale a tutte le priorità d’azione che ci assegniamo. Lo sviluppo, la sua qualità, la coesione sociale e nazionale, l'ammodernamento delle istituzioni, il rinnovamento culturale e politico del paese misureranno nel Mezzogiorno la loro forza, la loro capacità di fare futuro per il paese.
La crescita dell'autogoverno, delle organizzazioni di cittadinanza, della cittadinanza attiva e dell'impresa sociale saranno un contributo fondamentale alla costruzione del tessuto democratico nei territori del Sud d'Italia e quindi a creare le condizioni essenziali per lo sviluppo locale, per la crescita economica e sociale di quelle comunità.
D’altra parte il tema del lavoro si confronterà con la capacità del Terzo Settore di crescere creando occupazione sempre più qualificata e trasparente. Il Terzo Settore può essere soggetto di politiche attive per il lavoro e per la creazione di nuova impresa ed è l’ambito in cui  la flessibilità può non essere riduzione di diritti, ma il carattere proprio di tante nuove professionalità e di nuovi lavori legati alla dinamica delle comunità, della partecipazione degli utenti.  Questo richiede  un'attenzione particolare delle politiche del lavoro, al fine di dare trasparenza e spinta positiva  a questo mondo in crescita, migliorando le condizioni dei lavoratori, adeguando il mercato del lavoro  a queste peculiari professionalità  e non di incentivandone, invece, i fattori degenerativi. Così come richiede l'estensione al terzo settore dei benefici previsti nelle politiche di incentivazione  verso la PMI oltre che scelte chiaramente orientate a sostenere questa area di sviluppo, il suo trend positivo e il suo valore di utilità sociale generale.
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UNA STRATEGIA UNITARIA DI INFRASTRUTTURE DEL TERZO SETTORE
6) La sesta priorità è che di fronte al ruolo che oggettivamente sarà chiamato a svolgere nei prossimi anni il terzo settore, nella riforma del welfare e nelle politiche di sviluppo,  deve crescere più rapidamente la sua capacità di infrastrutturazione così come deve aumentare la capacità di reperimento delle risorse necessarie a questa crescita.
Manca ancora una vera sinergia tra i soggetti di terzo settore, c'è una difficoltà a pensarsi insieme in modo efficiente e a costruire strumenti da mettere a disposizione della crescita di tutti, sul terreno della progettazione, della formazione. della comunicazione telematica, dell'assistenza legale e fiscale, ecc. Si sono realizzate solo alcune esperienze che oggi vanno difese, promosse e ulteriormente qualificate, altre vanno create. Il Forum nazionale e i Forum locali possono avere un ruolo se le associazioni aderenti gli conferiranno un mandato e una capacità di iniziativa.
In particolare per quanto riguarda le risorse si tratta di riflettere sulle esperienze condotte sui Fondi strutturali dell'UE, sui meccanismi di erogazione dei fondi pubblici, sulle politiche di incentivazione e poi sul rapporto con il movimento cooperativo, con le Fondazioni ex Bancarie, con le azioni di filantropia di enti pubblici e privati. Su tutto questo c'è un campo di azioni comuni da svolgere per conquistare e dare regole ai rapporti col terzo settore e organizzare un accesso  maggiore e non solo frantumato a queste risorse.
C'è infine da rinnovare l'impegno del Forum per sostenere, tutelare e riprodurre l'esperienza di Banca Etica e degli altri strumenti finanziari che hanno avuto in questi anni una importanza fondamentale nella vicenda del terzo settore. Banca Etica ne è diventata addirittura un fattore simbolico che oggi è però necessario affermare nella sua concretezza e peculiarità nel sistema bancario italiano superando resistenze politiche e strettoie burocratiche e normative. Tutto ciò deve diventare materia di discussione e di azione collettiva e coordinata nel Forum e nelle associazioni, a livello nazionale e locale, molto più di quanto è accaduto sinora.
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IL RUOLO NEGOZIALE DEL FORUM, UN VALORE AGGIUNTO PER TUTTE LE ORGANIZZAZIONI
Nel quadro di questo impegno innovativo il Forum  si propone di garantire al terzo settore,  come è stato in questi anni, anche quella coesione negoziale che è  un valore aggiunto per tutte le organizzazioni e un fattore di identità collettiva. Questa coesione negoziale è oggi un valore strategico che può fare la differenza nel processo di riforma delle politiche di welfare come nella riforma della politica e delle istituzioni.
Il Forum  Permanente del Terzo Settore deve continuare a proporsi nei prossimi anni come il principale soggetto negoziale rappresentante gli interessi e la cultura delle organizzazioni di terzo settore in campo sociale, economico, istituzionale e politico. Un soggetto negoziale sempre più riconosciuto dal Governo, dalle istituzioni e dalle altre forze sociali a livello nazionale e locale.
Questo richiede una maggiore qualificazione sul versante programmatico e quindi impone una più snella e articolata capacità di coordinamento settoriale del lavoro del Forum che non può che essere affidata al protagonismo delle associazioni aderenti, ad un più vasto ricorso all'apporto di competenze esterne e ad una capacità di impulso e di sintesi da parte del Consiglio Nazionale.
La capacità di essere soggetto riconosciuto dalla concertazione a tutti i livelli è una base decisiva del ruolo e dell'azione politica del Forum, è un obbiettivo che deve unire gli intenti delle associazioni aderenti e permettere così la traduzione concreta del progetto di terzo settore che sta alla base del patto associativo che condividiamo.
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