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Intervento
di Edoardo Patriarca
Portavoce
nazionale del Forum Permanente del Terzo Settore CNEL - 20 settembre 1999
Sessione
di verifica sul Patto sociale per lo sviluppo e l'occupazione
Due
premesse
Aspetti
positivi e negativi
Le
nostre proposte
Ruolo
della concertazione
Due
premesse
La prima, è
che la vitalità di una economia crediamo non sia misurabile solo
tramite il PIL o l'entità del reddito, ma considerando anche altri
indicatori, come la qualità della vita, l'esistenza di reti sociali
che garantiscono la coesione del tessuto di un territorio e il superamento
di tensioni e conflitti, la produzione culturale che deve accompagnare
il cambiamento e l'innovazione, il grado di fiducia tra cittadini e istituzioni,
la produzione di beni relazionali. È quel complesso di elementi
che alcuni autori definiscono "capitale sociale", risorsa indispensabile
per lo sviluppo o il rilancio dell'economia di un Paese. Produrre, consumare,
vendere, comperare sono atti profondamente incardinati nei rapporti sociali,
rapporti che garantiscono, anche sugli scenari internazionali, la qualità
complessiva del sistema-paese.
La seconda
non può non soffermarsi sulla dinamica della crescita economica
e dell'occupazione nel recente passato, con una particolare attenzione
alla disoccupazione giovanile, soprattutto nel Mezzogiorno. La crescita
stenta a decollare, anche le previsioni più ottimistiche non lasciano
prevedere un trend capace di riassorbire disoccupazione. In ambito occupazionale,
senza soffermarsi sullo specifico dei dati, la linea di tendenza è
chiara: cresce l'occupazione con i contratti flessibili (interinale, part-time,
tempo indeterminato, atipico) e nel settore dei servizi. Mentre la prima
tendenza è frutto di una direzione politica ben chiara intrapresa
dal patto per il lavoro dell'ottobre '96 che ha condotto all'introduzione
e al rafforzamento di diversi strumenti di flessibilità, la seconda
- quella su cui vorremmo appuntare la nostra riflessione - può considerarsi
non derivante da specifiche politiche promozionali, bensì da una
capacità autonoma di organizzazione della società civile
e del Terzo Settore. Siamo pronti ad aprire un tavolo di confronto affinché
si studi l'opportunità di avviare politiche specifiche di sostegno
per il settore dei servizi, in particolare dei servizi alla persona. Ricordiamo
che sono settori ad alta intensità di lavoro, e che non subiscono
in genere la concorrenza internazionale. Siamo certi che un sostegno più
deciso produrrebbe grandi risultati in termini occupazionali. Andavano
in quella direzione le proposte, nel rispetto della normativa europea,
di un trattamento agevolato IVA e della deducibilità fiscale delle
spese sostenute dai singoli e dalle famiglie per l'assistenza e per le
attività educative e formative. Nel protocollo del febbraio '99
il Governo si era impegnato a valutarne la fattibilità in sede europea.
Chiediamo quali siano state le azioni concrete sviluppate in questa direzione.
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Aspetti
positivi e negativi
Guardando ora
ai principali aspetti positivi nell'attuazione del Patto, il Forum Permanente
del Terzo Settore sottolinea in particolare tre aspetti:
-
la programmazione
dei fondi strutturali 2000-2006: si è svolta nei tempi prestabiliti
e ha visto un largo coinvolgimento del partneriato sociale; analogo coinvolgimento
purtroppo non vi è stato nelle Regioni di obiettivo 2;
-
l'approvazione
dei collegati sul lavoro e in materia fiscale, anche se per l'attuazione
di diverse norme occorrerà attendere i relativi decreti delegati
che inevitabilmente dilateranno nel tempo le auspicate ricadute positive;
-
la presentazione,
anche se in ritardo rispetto ai programmi, del Master Plan che costituisce
uno strumento innovativo per costruire un sistema integrato di formazione,
istruzione e ricerca. I rilievi critici che vogliamo avanzare sull'attuazione
del Patto riguardano:
-
il disegno di legge
del Governo per la riforma della leva che trascura le gravi implicazioni
sociali che la fine del servizio civile potrebbe provocare; opportunamente
riformato e collegato anche ad attività formative, l'istituzione
del nuovo Servizio Civile Nazionale, contemporaneamente alla fine della
leva militare, potrebbe fornire un servizio prezioso per il Paese;
-
il mancato avvio
della fase di monitoraggio sull'applicazione del decreto legislativo 460/1997
sulle ONLUS, avvio ancor più urgente visto il ritardo gravissimo
che più volte abbiamo denunciato dell'istituzione della Authority
del Terzo Settore;
-
il mancato varo
di norme adeguate contro gli effetti distorsivi negli appalti pubblici
per l'affidamento di servizi del ricorso al massimo ribasso e l'istituzione
della commissione di studio della riforma 1° Libro del Codice Civile;
-
il ritardo del
regolamento attuativo del Ministero dell'Industria, applicativo di quanto
disposto nella finanziaria '99, per l'estensione alle imprese sociali delle
agevolazioni e degli incentivi già previsti per le piccole e medie
imprese;
-
la mancata proposta
di forme di trattamento fiscale specifico per persone anziane con redditi
medio-bassi che non penalizzino il loro impegno lavorativo in organizzazioni
del Terzo Settore;
-
l'attesa di una
regolamentazione della figura del socio-lavoratore che comprenda le sue
specificità e differenze rispetto al normale lavoro dipendente;
-
il ritardo della
riforma dello sport dilettantistico promessa nel Patto e la mancata approvazione
della Legge sull'associazionismo di promozione sociale. Ricordiamo, infine,
che il contratto di servizio tra Stato e RAI, in vigore dal 1° gennaio
1998 prevedeva all'art.41 un protocollo aggiuntivo per istituire una sede
di confronto permanente tra RAI e Terzo Settore sull'insieme della programmazione
radiotelevisiva, in base agli indirizzi della Commissione di Vigilanza
sul pluralismo.
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Le
nostre proposte
Concertazione
a nostro avviso significa anche potere di proposta e di ascolto reciproco.
E dunque indichiamo al Governo alcune priorità e proposte.
-
Anzitutto l'impegno
a garantire la copertura prevista dalla finanziaria del '99 per la legge
sulle associazioni di promozione sociale.
-
Detrazioni fiscali
per i servizi alla persona, in particolare quelle svantaggiate, e per le
spese di formazione. La direzione intrapresa nella scorsa finanziaria deve
essere ampliata per permettere il decollo di una domanda pagante per le
spese sostenute dai singoli e dalle famiglie per l'assistenza domiciliare
dei minori, handiccapati gravi ed anziani non autosufficienti. Vi andrebbero
inserite anche le spese per la formazione, un modo concreto per realizzare
quanto stabilito dal Patto che assegna proprio alla formazione carattere
prioritario. Chiediamo ora impegni concreti e tempi certi.
-
Si deve procedere
nelle riforme istituzionali, dando significativa importanza alla sussidiarietà
non solo verticale, ma anche orizzontale; a partire dalla legge-quadro
per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali
i cui tempi di approvazione sembrano sempre più allontanarsi. Sarà
nostra premura seguire il dibattito parlamentare e proporre emendamenti
che meglio precisino il principio di sussidiarietà e valorizzino
maggiormente il ruolo della famiglia.
-
Per il fondo nazionale
per il Servizio Civile ci attendiamo nella prossima finanziaria uno stanziamento
adeguato, almeno 220 mld.
-
Un trattamento
agevolato delle tariffe postali per le organizzazioni del Terzo Settore.
-
Un tavolo di confronto
per dare attuazione agli impegni ed alle indicazioni scaturite dalla Conferenza
Nazionale sul volontariato a Foligno.
-
Infine, è
già operativa una commissione del Forum per elaborare il rapporto
sugli assetti societari, la struttura dell'occupazione, le condizioni di
lavoro e retributive nelle organizzazioni di Terzo Settore. Abbiamo chiesto
al CNEL l'accompagnamento per la sua realizzazione. I risultati potranno
essere oggetto di una verifica ad hoc - sempre in questa sede - tra Governo
e Forum, verifica che auspichiamo si possa tenere entro la fine dell'anno.
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Ruolo
della concertazione
La tendenza
all'allargamento della rappresentanza va salutata come un segnale positivo
verso una concezione di democrazia associativa e poliarchica. Ma perché
ciò rimanga solo una buona intenzione, a nostro avviso la concertazione
deve agire a 360°, così come si dichiara nel Protocollo d'Intesa
tra Governo e Forum Permanente del Terzo Settore. Grave il non averci consultato
durante la stesura del decreto legislativo per la riforma delle fondazioni
bancarie. Allo stesso modo il Governo avrebbe fatto bene ad ascoltarci
quando avvertimmo della carenza di copertura finanziaria della legge di
riforma sull'obiezione di coscienza. È a tutti noto che un gioco
funziona bene se le regole, una volta stabilite e condivise, sono rispettate
da tutti, ma soprattutto se sul tavolo non esistono giocatori di serie
A e di serie B.
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