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Discorso del Presidente
della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in occasione dell'incontro con la
delegazione del Forum Permanente del Terzo Settore
Palazzo del Quirinale, 22
maggio 2001
Sono lieto di incontrarvi
qui al Quirinale, ringrazio per le espressioni di saluto che mi sono state
rivolte. Questo incontro con voi non intende essere solamente una questione
formale, di cortesia.
Il 2001 è l'anno
internazionale del volontariato, e delle sue altre realtà una realtà
compresa quella che è rappresentata dal Terzo Settore del
volontariato, che in Italia
si è ormai affermato ed è diventato un elemento di primaria
importanza. Di questo ne sono stato sempre convinto: la mia attenzione
al volontariato non è recente, non nasce per gli obblighi che sono
connessi all'attuale carica che mi è stata affidata, ma me ne sono
occupato anche in precedenza, quando ricoprivo altre responsabilità,
e ancor più attenzione ho dedicato nel periodo in cui non svolgevo
alcuna responsabilità. Ricordo, in proposito, con gran piacere una
relazione che tenni nell'incontro con il Terzo Settore al "Teatro Tenda"
di Firenze.
Non c'è dubbio che,
per quanto riguarda il volontariato, il Terzo Settore ha compiuto, specialmente
in Italia, in questi ultimi decenni, un salto
enorme. Eravamo collocati,
credo, fra i Paesi meno avanzati in questo campo; ricordo che negli anni
della mia gioventù l'attività che oggi viene definita di
"Terzo Settore", era limitata a iniziative di poche istituzioni, le quali
operavano spinte dall'entusiasmo di una minoranza, che si basava su radici
e tradizioni antiche, per cui le opere di volontariato erano interpretate,
in gran parte, solamente come un'espressione quasi singola di un sentimento
di carità umana, intesa come un sentimento personale. Mancava quella
consapevolezza, che invece ormai è oggi ampiamente invalsa, di un'attività
che è fondamentale per la società, che svolge una doppia
funzione, che vorrei definire oggettiva e soggettiva.
Funzione oggettiva in quanto
è rivolta agli altri ed è protesa non solo a cercare di attenuare
il dolore e la sofferenza degli esseri umani nei
specifici campi, ma con
il compito di assumere un'impostazione a tutto campo, che investe ogni
settore dell'attività umana. Considerato che il
volontariato non è
un'attività residuale, marginale, ma esso ha il compito di svolgere
una funzione primaria, in gran parte proprio di integrazione
piena, di collaborazione
piena con attività che, anche nel campo sociale, debbono e possono
essere svolte dallo Stato nelle sue varie articolazioni centrali e locali,
dobbiamo avere la consapevolezza che queste attività delle istituzioni
centrali non possono andare oltre quello che chiamo un certo zoccolo duro
e oltre un certo limite.
Mentre per quanto riguarda
la capacità di intervenire più efficacemente in tutti i settori,
anche con una rispondenza più piena all'entità e all'
intensità dei bisogni,
questa azione capillare è possibile solamente grazie all'azione
di Associazioni come le vostre.
Poi vi è quello che definisco
la funzione o l'aspetto soggettivo, che consiste nello svolgere attività
di terzo settore, nel compiere
volontariato, che è
rappresentato da una straordinaria forma di formazione e di educazione
per chi la pratica. Quindi, vi è un doppio risvolto per l'interesse
nazionale.
La vostra realtà,
ormai, è un'attività talmente evidente che si è imposta
e si afferma sempre più, ed è perciò importante che
- come è stato poc'anzi sottolineato - rimanga un'opera non legata
ad alcuna impostazione di carattere politico-partitico. Questo è
fondamentale per la vostra autonomia, perché possiate in maniera
piena corrispondere a questo sentimento, allo stimolo che avvertite in
voi e che vi spinge a dedicarvi a questo tipo di attività.
E' altresì importante
che voi rappresentate qui una realtà evidente per l'Italia, perché
voi in fondo operate e vi collocate come un'associazione di secondo livello.
E' rilevante questa distinzione perché aiuta a realizzare quello
che considero uno dei punti più delicati nell'organizzazione dell'attività
del Terzo Settore: ovvero il fatto di migliorare la capacità, vorrei
chiamarla quasi tecnico-manageriale e organizzativa delle
associazioni del primo livello.
Vi è, indubbiamente,
da un lato un pericolo di dispersione delle risorse, dall'altro il rischio
di sovrapposizioni e ancor più di un utilizzo non
ottimale delle risorse che
a voi giungono, il tutto può dipendere da un difetto di organizzazione
o da fenomeni di sovrapposizione che possono
creare sprechi.
Voi siete associazioni senza
fini di lucro, è un concetto che ribadisco continuamente in tutti
gli incontri con le vostre organizzazioni. Come voi
sapete, dovunque io vada,
in qualunque città d'Italia mi rechi, programmo sempre un incontro
con le forze del volontariato presenti in quella realtà locale.
E predico spesso che il
fatto che voi siate associazioni senza fine di lucro non significa che
non dobbiate essere gestite con principi di
economicità, anzi,
a maggior ragione si impone e diventa un dovere morale tenere presente
questo aspetto. E pertanto per attuare questo principio occorre una capacità
tecnica nella scelta di persone che sappiano come organizzarsi, come amministrarsi,
come gestire un bilancio.
Su questo specifico tema
le associazioni di secondo livello possono essere, a mio avviso, di grande
utilità, perché costituiscono la base di
preparazione per le forze
e per le associazioni di primo livello, le quali vengono incaricate di
svolgere determinati compiti di carattere manageriale, organizzativo.
Le esperienze di ciascuna
vostra associazione devono potersi diffondere alle altre organizzazioni
per evitare errori e per non incorrere in
duplicazioni e sprechi.
Quindi, ritengo che l'importanza
delle associazioni di secondo livello non dipende solamente dall'occasione
per riunirvi e per stilare bilanci su
quello che si è fatto,
ma soprattutto per svolgere la vostra azione che permetta di far funzionare
meglio le associazioni di primo livello. Questo è un punto su cui
insisto molto.
Rispetto a quello che possono
fare gli imprenditori, che per profitto giustamente, cercano di sfruttare
al meglio le risorse che hanno, voi avete
un dovere morale ancora
maggiore ed è quello di utilizzare al meglio le vostre potenzialità,
perché non la vostra attività non è svolta per profitto
personale, in quanto dovete
rendere conto sia ai vostri assistiti sia ai vostri compartecipanti alle
varie attività e non da ultimo a coloro che vi
hanno affidato una parte
delle risorse che debbono essere utilizzate al meglio, cioè con
il migliore frutto economico. Questa è una raccomandazione che rivolgo
sempre.
Per queste ragioni bisogna
potere beneficiare delle esperienze che ciascuno acquisisce nel proprio
campo. Quindi, non solo impedendo duplicazioni o assenza di interventi,
ma anche dando una migliore organizzazione alla vostra struttura.
Ormai siete presenti ovunque.
Il Terzo Settore non rappresenta più solo un fattore di beneficenza
in maniera collettiva, ma è caratterizzato da una presenza capillare,
in qualunque aspetto o settore della società.
Mi auguro che possiate ad
esempio dare una mano, nei prossimi mesi, in favore della introduzione
delle nuove banconote in euro. Mi preoccupo di quello che succederà
nei mercati rionali, poiché è chiaro che ognuno di noi che
andrà in un negozio troverà delle difficoltà con l'utilizzo
della nuova moneta. E quindi immaginiamo le difficoltà maggiori
cui andrà incontro la cittadina che andrà a fare la spesa,
a comprare la verdura al mercato. Si renderà quindi necessario che
in questi mercati, per qualche mese, sia installato un punto di riferimento,
con qualcuno che aiuti, che spieghi e che tolga ogni dubbio.
Occorrerebbe prevedere in
ogni mercato rionale - l'ho detto già a chi se ne deve occupare
nell'ambito del governo - la presenza fattiva di un
volontario, con un apposito
spazio, che aiuti in questo senso le persone e i consumatori nei loro acquisti
con la nuova moneta unica. E per dare concretezza all'invito che vi rivolgo,
insisto sulla necessità della vostra assistenza in ogni campo della
nostra vita economica e sociale.
Non aggiungo altro. Mi compiaccio,
ripeto, che ci sia stata in Italia questa esplosione del Terzo Settore
del volontariato, che ormai non è un
elemento aggiuntivo, ma
è qualcosa in più. E' una realtà essenziale per la
vita del Paese, proprio per il fatto particolare di quella che significa
l'
attività di assistenza.
Sarebbe un cattivo uso delle risorse pensare che lo Stato - sia a livello
centrale, a livello di Comune, sia di circoscrizione - possa provvedere
a tutto. Lo Stato non deve provvedere a tutto, ma deve intervenire fino
a un certo livello, fino a un certo "zoccolo" in cui è facile gestirlo.
Ma, poi, occorre ribadire che il bisogno del singolo lo potete amministrare
meglio voi con le vostre associazioni, in quanto siete maggiormente liberi
nei vostri movimenti e più sensibili a quelli che sono i
veri bisogni della gente,
cioè le esigenze dei nostri fratelli.
Auguri a tutti e buon lavoro. |