Quando il suo orologio interno non è più in sincronia con l’ambiente
circostante, un viaggiatore può sperimentare il jet lag. Anche alcuni
tipi di depressione, disturbi del sonno e problemi ad adattarsi ai turni
lavorativi possono essere dovuti agli effetti dell’orologio biologico.
Uno studio condotto da ricercatori della Vanderbilt
University e pubblicato sul numero del 24 agosto della rivista “Current
Biology” fa ora nuova luce su questo argomento. Studiando le alghe
verdi-azzurre, il più semplice organismo conosciuto che possiede questi
meccanismi, gli scienziati hanno scoperto che i benefici dell’orologio
biologico sono legati direttamente a un ciclo giorno/notte regolare e
svaniscono completamente in condizioni di illuminazione costante.
“Gli orologi circadiani - spiega Carl H. Johnson, docente di scienze
biologiche e direttore dello studio - sono così diffusi che probabilmente
influenzano la salute degli organismi migliorando la loro capacità di
adattarsi all’ambiente, e in particolare ai cambiamenti giornalieri di
luce, temperatura e umidità”. Johnson e colleghi hanno usato tecniche
di ingegneria genetica per disattivare completamente gli orologi biologici
in un gruppo di alghe e per diminuirne la frequenza in un secondo gruppo.
Dopo aver mescolato le alghe modificate con altre con gli orologi
funzionanti normalmente, le hanno poste in un ambiente con un ciclo
giorno/notte di 24 ore. Le alghe normali sono cresciute molto più in
fretta di quelle prive di ritmi interni funzionanti.
In un ambiente costantemente illuminato, invece, si è verificato il
contrario: le alghe modificate sono cresciute a un ritmo leggermente
superiore di quelle normali. Il risultato suggerisce che, in condizioni
costanti, l’orologio circadiano non è di alcun vantaggio e, anzi,
potrebbe essere dannoso per le alghe.
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