25.07.2000

Niente più mercurio nella dieta

Dal pesce il principale apporto dell’elemento tossico

È ormai ora di metter da parte i "se" e i "ma" che a lungo hanno consentito di rinviare il problema mercurio a data da destinarsi. Il rapporto della National Academy of Sciences, reso pubblico la scorsa settimana, non lascia spazio a ripensamenti e a toni moderati. E se solleva i cuori di gruppi governativi e non che da anni combattono la battaglia contro quello che è finalmente definito uno dei contaminanti ambientali più tossici, infila invece una spina nel fianco di alcuni settori industriali.

Il lavoro della NAS fu commissionato dal Congresso degli Stati Uniti nel 1998 perché valutasse la correttezza delle indicazioni emerse da due studi appena divulgati dall’Environmental Protection Agency. Nel 1997 e nel 1998, l’EPA aveva infatti puntato i riflettori sulle fonti di inquinamento da mercurio, sulla sua tossicità per l’uomo, e sulla necessità di individuare, quantificare e regolamentare le emissioni industriali. Particolari preoccupazioni destò allora il capitolo sulle implicazioni per la salute umana, esposta a questa forma di avvelenamento su più fronti.

Il mercurio può essere infatti assimilato per inalazione di aria o vapori o per ingestione di liquidi o cibi. Per l’uomo la fonte principale è proprio quella alimentare, rappresentata per lo più dal consumo di pesci, crostacei o mammiferi marini. L’elemento è naturalmente presente in alcuni minerali, ma come contaminante è soprattutto di origine antropogenica e deriva in massima parte dagli inceneritori e dalle centrali elettriche a carbone. La sua capacità di diffusione, la sua persistenza e la sua tendenza ad accumularsi negli organismi (e quindi lungo la catena alimentare) ne fanno uno degli inquinanti più pericolosi e più difficili da controllare una volta disperso nell’ambiente. La sua neurotossicità (ma se ne conoscono anche gli effetti sul cuore, sui reni e sul sistema immunitario) è ormai ben documentata sia nell’avvelenamento acuto che in quello cronico, sia nell’individuo adulto sia, e con maggiore gravità, nel corso dello sviluppo (nel feto e nel bambino).

Secondo la NAS, le indicazioni dell’EPA si sono rivelate fondate ed è ora impossibile esimersi dal confermare che i livelli nazionali di inquinamento da mercurio sono inaccettabili. Una parte dell’industria dell’energia elettrica si è dichiarata disposta a collaborare e a seguire le linee guida che verrano formulate dall’EPA entro dicembre. Ma è il settore della pesca ad essere ancor più preoccupato: per le limitazioni al consumo di pesce consigliate ad alcune fasce della popolazione. La stessa Food and Drug Administration è stata in questa occasione sollecitata a dedicare maggiore attenzione al problema del rischio alimentare da mercurio.

Monica Oldani

 

© 1999 - 2000 Le Scienze S.p.A.

 

 

 

 

 

Home - Notiziario a domicilio - Archivio - Numeri arretrati e Raccoglitori

Video - Cd-Rom - Libri - Abbonamenti - Chi siamo