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Manila: la vita in discarica |
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STRATEGIE PER UN FUTURO
SOSTENIBILE
Divario tra nord e sud,
sottosviluppo ed impoverimento hanno una stretta connessione
con la produzione d'armi, speculazione sulle valute
e OMG. Una riflessione del premio Nobel Rita Levi
Montalcini
L'enorme divario nelle condizioni di vita tra i popoli
della terra ad alto livello tecnologico, economico
e industriale e quello dei popoli meno tecnologicamente
avanzati, impone un intervento di tipo nuovo volto
alla realizzazione di un futuro sostenibile. Il nostro
modo di vivere e di pensare, il nostro modo di produrre,
di consumare e di sprecare non sono più compatibili
con i diritti dei popoli dell'intero globo. I meccanismi
perversi dell'attuale modello di sviluppo provocano
l'impoverimento, il depredamento degli ecosistemi,
la negazione delle soggettività e delle differenze.
La violenza fisica contro i popoli
in via di sviluppo si è rivolta gradualmente
anche contro la natura. Con l'avvento delle tecnologie
industriali e l'appropriamento delle risorse naturali
sono stati distrutte foreste e migliaia di specie
animali con drammatiche conseguenze per la vita di
tutti gli esseri viventi e dell'intero Pianeta. Inoltre
i paesi privilegiati hanno esportato nei Paesi del
Sud scorie chimiche e nucleari provocando danni irreversibili.
Si è venuto inoltre a
creare un sistema militare-industriale che è
al centro della struttura del modello di sviluppo
che si manifesta come incapacità di produrre
ricchezza senza sganciarsi dalla produzione di armi.
Tale produzione è indice di una crisi profonda
della società che appare basata su un'economia
di morte, con una militarizzazione che minaccia la
pace.
Motivo non minore di allarme
è l'aumento esponenziale della popolazione
umana nei paesi sottosviluppati, nei quali le pressioni
demografiche, economiche ed ambientali, stanno riducendo
i margini di sopravvivenza, provocando movimenti in
massa di emigrazione. Tali spostamenti mettono a dura
prova le capacità di assorbimento da parte
dei paesi nei quali immigrano quasi sempre clandestinamente.
Mentre un decimo dell'umanità consuma il 40%
delle risorse energetiche e si nutre molto più
di quanto necessario, i 9/10 della popolazione della
Terra devono combattere il flagello della fame e delle
malattie provocate dalle infezioni di natura batterica,
parassitaria e virale.
Da ognuna delle citate cause
e, a maggior ragione dall'insieme di tutte, è
generato lo stato di crescente angoscia che è
oggi diffuso tra tutte le popolazioni, portate ad
incolpare l'uno o l'altro dei fattori su elencati
come primo o maggiore responsabile del disastro che
minaccia il futuro e la stessa sopravvivenza della
nostra specie.
Quali strategie si devono adottare
per evitare catastrofi di dimensioni mondiali che
oggi incombono sul futuro dell'umanità? La
dimensione cosmica di questi pericoli comporta una
normativa dei rapporti dialettici dell'uomo con la
natura e le sue leggi.
I sedici punti enunciati ne La
Carta della Terra sono diretti a promuovere una Campagna
a livello globale per sostenere i diritti e i doveri
che ogni essere umano è tenuto ad adottare.
Alla vigilia dell'ultima riunione
dei "potenti" della Terra, si è tenuto
un incontro per offrire al G8 proposte costruttive
attraverso strategie adeguate da mettere in atto.
Il Direttore regionale della Banca Centrale Olandese
ha affermato che: "Il 95% dei movimenti di denaro
(2.000 miliardi di dollari al giorno) riguarda l'acquisto
e la vendita di valute. Solo il 5% serve per il commercio
dei beni e servizi. Gli effetti sono evidenti: crisi
in Messico, Russia, Brasile e Sud-Est Asiatico. La
speculazione sulle valute induce le banche nazionali
ad alzare i tassi di interesse, e cresce il debito
che pesa sui Paesi del Sud del globo. Così
il potenziale beneficio che la globalizzazione potrebbe
dare è seriamente compromesso".
Al fine di ovviare alle gravi
conseguenze di questo libero scambio di capitale,
che si verifica in tempo reale, è stato suggerito
di tassare il movimento del capitale che si attua
senza ogni sorta di regola. La proposta, meglio nota
come Tobin-tax, che prende il nome dall'economista
premio Nobel che l'ha elaborata, costituisce lo strumento
immediatamente operativo per far fronte al dramma
del crescente debito dei Paesi poveri, che potrebbe
essere progressivamente estinto stabilendo una redistribuzione
percentuale della Tobin-tax in base ai fabbisogni
degli stessi Paesi.
Un problema oggetto di accese
discussioni è quello sui rischi e vantaggi
offerti dagli Ogm, notoriamente prodotti e immessi
sul mercato dalle multinazionali, in forma massiccia.
Non volendo entrare nel merito dei pregi o dei pericoli
di danni di tali organismi, è quanto mai importante
sottolineare la ricaduta degli Ogm a livello ambientale
e finanziario a discapito non solo dei prodotti biologici
non modificati, ma anche per le gravi conseguenze
arrecate alle popolazioni che sono state private dei
prodotti locali, loro riserve naturali da sempre.
Tra i grandi esperti, il biotecnologo
prof. Claudio Peri (dell'Università di Milano),
ha affermato che attraverso una corretta distribuzione
l'agricoltura biologica potrebbe sfamare l'intera
popolazione umana, senza dover necessariamente ricorrere
ai prodotti geneticamente modificati. Oggi anziché
ricorrere alle sempre più frequenti discussioni
sterili sui vantaggi o i danni apportati dalle applicazioni
non controllate delle biotecnologie, si impone all'intero
genere umano di essere consapevole di poter far fronte
alle varie problematiche ricorrendo alle ricchezze
naturali e non sfruttate del pianeta Terra che è
imperativo preservare e tutelare per la realizzazione
di un futuro sostenibile.
Rita Levi Montalcini
Presidente Onorario
Green Cross Italia
Inserimento
redazionale di Sergio Ferraris
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