L’INNOVAZIONE DI PRODOTTO E DI PROCESSO:

COME SOSTENERE I COSTI ATTRAVERSO I CONTRIBUTI E LE AGEVOLAZIONI

 

Organizzato in collaborazione con Apimilano, Reg. Lombardia e Banca Popolare di Milano

Venerdì 25 ottobre 2002

Sala Colonne – Via S. Paolo 12 – 20123 Milano

 

Programma

Ore 14,15            Registrazione partecipanti

 

Ore 14,30            Saluto ai partecipanti

                            Ernesto Paolillo, Direttore Generale Banca Popolare di Milano

 

Ore 14,45              Apertura dei lavori

                            Danilo Broggi, Presidente Apimilano

 

Ore 15,00              Gli strumenti regionali a sostegno della ricerca e l’ innovazione delle pmi

                            Dino Santina, Direzione Generale Ricerca e Sviluppo Reg.          Lombardia      

 

Ore 15,30       I contributi nazionali a sostegno degli investimenti in innovazione di           prodotto e di processo

                            Alberto Bertolotti, Finanza Agevolata Apimilano

 

Ore 16,00              I finanziamenti pubblici e privati per la ricerca a contratto

           Luigi Neri, Associazione Ricerca e Sviluppo

 

Ore 16,30              Le garanzie e le linee di credito e di prefinanziamento a supporto degli

                            investimenti delle imprese

                            Stefano Valvason, Direttore Finanza Apimilano

 

Ore 17,00              Dibattito

 

Ore 17,30              Intervento

                            Guido Possa, Viceministro MIUR

 

 

 

L’incontro, gratuito, è rivolto agli imprenditori interessati ad approfondire gli aspetti tecnici delle agevolazioni e le modalità per accedere a ciascuna categoria di contributo.

 

 


 

Relazione  Luigi Neri,

 

Presidente Associazione Ricerca e Sviluppo

Largo Nearco, 19 – 00124 Roma  - tel 06 50914058  - cell. 329 6216736  fax. 06 233226218 luigineri@mclink.it

 

  

“ L’integrazione dei  finanziamenti pubblici e privati in favore della ricerca a contratto

 

        

Intervengo a nome dell’Associazione Ricerca e Sviluppo (meglio nota come Assoricerca), che rappresenta ed organizza le imprese/laboratorio qualificate dal Miur per lo svolgimento di ricerche a contratto.  I laboratori del Miur rappresentano quanto di meglio c’è  nel nostro sistema produttivo in tema di tecnologia industriale avanzata, un vero termometro del mercato tecnologico, i Laboratori sono numerosi,  assai attivi, anche nello svolgimento di progetti autonomi di ricerca e costituiscono l’anello di congiunzione tra il sapere prodotto nelle università e il mondo della produzione, eppure la loro esistenza non è ancora apprezzata e pienamente valorizzata dalle autorità preposte al sostegno dello sviluppo.

         In questo convegno, è nostra intenzione promuove la conoscenza dell’istituto della ricerca a contratto agli aderenti di Api Milano qui convenuti, ma soprattutto portare a conoscenza del Vice Ministero l’esistenza di qualche disagio che ostacola gli imprenditori che volessero ricorrere alla ricerca industriale per sopravvivere alla competizione globale. Indicheremo però anche il nostro parere sulle possibili soluzioni al problema.

 

 

         LO SCENARIO COMUNITARIO

 

         Sul tema della finanza per la  ricerca industriale, è opportuno ricordare che la UE considera le piccole e medie imprese la “spina dorsale dell’economia europea”,  rappresentando una “fonte di invenzioni importanti, di creatività e di nuova occupazione”. Il recente rallentamento economico rende ancor più evidente la necessità di fare in modo che ottengano un adeguato accesso al credito.

 

         Su questo tema, appena 12 mesi  fa, il Presidente Belga  dell’Unione Europea  Louvain-la-Neuve, ha presentato, in una riunione pubblica, un documento di lavoro dal titolo "L’accesso delle imprese al finanziamento",  il successivo dibattito ha messo in evidenza le difficoltà che le Pmi incontrano in materia di accesso al credito in particolare nell’accesso al finanziamento dell’innovazione e ai microprestiti.

·        Sul primo punto  (finanziamento all’innovazione) si è registrato un ampio consenso sulla necessità di esaminare attentamente il potenziale impatto (sui prestiti alle Pmi)  delle modifiche proposte all’Accordo di Basilea sui capitali, e dei conseguenti nuovi requisiti per gli enti finanziari. Inoltre le garanzie FIDI sui prestiti potrebbero essere utili per ripartire i rischi tra più istituti, rendendo i prestiti più attraenti per le banche.

·        Sul secondo punto ( micro prestiti), nel corso della conferenza è stato sottolineato il problema degli elevati costi di transazione, insieme alla necessità per la pubblica amministrazione di studiare modi per ridurre o trasferire tali spese.

Tra i numerosi partecipanti c’erano Commissari europei, uomini politici, banchieri, rappresentanti del mondo accademico e responsabili del settore pubblico e privato e le conclusioni hanno stigmatizzato il carente ricorso al credito e al capitale di rischio, insistendo anche sulla necessità per le imprese di “superare la resistenza culturale nei confronti degli investitori esterni”.

 

 

         LA NORMATIVA NAZIONALE

 

         Riguardo alla situazione del nostro Paese non possiamo che fare riferimento alle LINEE GUIDA  per la politica scientifica e tecnologica del Governo, che il Vice ministro Possa ha recentemente presentato nelle sedi istituzionali.

 

         Ricordiamo allora che nel citato documento si è provveduto ad individuare i punti di debolezza del nostro sistema, tra essi ci interessa qui ricordarne: 

 

·        Il limitato impiego di venture capital per spin-off della ricerca e di capitale di rischio per lo start-up di nuove imprese;

·        la scarsità di grandi imprese a vocazione tecnologica che rende il sistema produttivo strutturalmente non in grado di sostenere autonomamente consistenti investimenti in ricerca, con ritorni nel medio periodo;

·        scarsa compatibilità tra le logiche della ricerca pubblica e le esigenze delle imprese e del mercato;

·        debole interazione fra le tre reti nazionali di ricerca: università, EPR, imprese;

·        squilibrio tra cultura accademica e capacità manageriale degli operatori pubblici nella conduzione di progetti di ricerca di rilevanza nazionale.

 

         Tanto premesso, analizzando i principali strumenti di intervento nazionale in materia  di finanza pubblica per le attività di ricerca INDUSTRIALE, (sia ricerca autonoma che a contratto), risulta che questi sono contenuti nel decreto legislativo “Riordino e snellimento delle procedure a sostegno della ricerca” n. 297 del 1999, si tratta degli istituti disciplinati dall’articolo 5 e articolo 14 del Decreto Ministeriale di attuazione n. 593 dell’ 8 agosto 2000, rispettivamente :

·        L’articolo 5 sostiene la ricerca industriale sviluppata internamente ed autonomamente dall’impresa.

·        L’articolo 14 sostiene ricerche commissionate all’esterno dell’impresa.

        

         In merito ai riferiti istituti non si hanno osservazioni da avanzare se non per quanto riguarda le sempre esigue risorse disponibili. Non riteniamo sia possibile sollevare obiezioni sulle procedure di erogazione, avendo assistito, nel tempo,  al continuo affinamento e semplificazione del decreto disciplinare che obiettivamente non si può concepire più sburocratizzato e snello di quello attualmente in vigore, a meno che non si voglia incorrere nella violazioni dei principi che informano la corretta gestione delle risorse pubbliche. Pertanto per migliorare ulteriormente l’efficacia degli strumenti rivolgeremo la nostra attenzione in altre direzioni.

 

         Proviamo di seguito ad esaminare schematicamente le procedure unicamente in rapporto al fattore tempo, ovvero al periodo intercorrente tra la presentazione delle domande e l’ottenimento del finanziamento, al solo scopo di individuare quale possibilità esiste per renderlo più breve.

 

 

LA DURATA DELLA PROCEDURA NELL’ ARTICOLO 14 

(COMMESSE  AI  LABORATORI )

 

         E’ questa una procedura automatica che non necessita di valutazioni economiche, finanziarie  e tecniche. realizzando  quindi soprattutto celerità e semplicità procedurale piuttosto che il conseguimento di particolari obiettivi. Il valore e l’originalità di questo istituto  è dato dal fatto che la  pubblica Amministrazione svolge un ruolo  marginale ed a consuntivo, con il vantaggio di non creare condizionamenti agli operatori del mercato che agiscono liberamente.  Questo è l’unico caso in cui il trasferimento tecnologico è concretizzato da un vero e proprio atto di libero mercato  condizionato dalla legge della domanda e dell'offerta, vivendo della contrattazione tra privati imprenditori. Non và dimenticato, infine, che tali interazioni commerciali rappresentano il “momento produttivo” dell’intera “catena della scienza”,  poiché i Laboratori assolvono al ruolo di veri e propri metabolizzatori del sapere accademico.

 

         Per l’attuazione dell’articolo 14, l’Amministrazione predefinisce  gli ambiti applicativi, ovvero: i soggetti potenziali, la  percentuale di intervento, tetto max erogabile nel rispetto dei massimali C.E,.  -   Tutti gli aventi diritto, nei limiti delle risorse e secondo l’ordine di presentazione delle domande, sono destinatari del beneficio che può avere la forma dello sgravio fiscale o dell’ accredito diretto su conto bancario Requisito fondamentale per accedere al beneficio è la stipula del contratto da finanziare con un laboratorio di ricerca qualificato nell’apposito Albo ministeriale.

         La durata della procedura per l’erogazione può essere schematizzata nel seguente modo:

·        Per un periodo di 7 mesi possono essere presentate le richieste preventive di finanziamento al Murst;

·        entro i successivi due mesi, il Murst comunica l’ammissibilità alla selezione  richiedendo il contratto stipulato;

·        Entro l’ulteriore successivo mese l’impresa presenta il contratto di ricerca stipulato con il Laboratorio;

·        Nei successivi due o tre mesi il Miur ha il compito di formulare le graduatorie, decretare il provvedimento, pubblicarlo in G.U., richiedere ai singoli assegnatari l’espletamento delle formalità (antimafia, iscrizione anagrafe delle ricerche, trasmissione dell’elenco al Min. delle Finanze, ecc..  )

·        Entro gli ulteriori 30 giorni l’impresa ottiene la disponibilità della somma.

·        Infine, con le rinunce, le revoche, e i minori importi sui progetti preventivati si liberano somme  che vengono destinate a successive selezioni fino ad esaurimento dei fondi. In tali casi il tempo intercorrente per la disponibilità delle somme beneficate si allunga di ulteriori 3 o 4 mesi per ogni successivo decreto.

        

         Attualmente l’impresa una volta presentata la domanda può attendere anche oltre 18 mesi prima di avere la disponibilità del beneficio concesso.

 

 

DURATA DELLA PROCEDURA NELL’ NELL’ ART.  5

(PROGETTI AUTONOMI RICERCA

 

         Con questo strumento le imprese, autosufficienti, per sviluppare studi e ricerche possono richiedere finanziamenti per progetti che intendono sviluppare.

 

         L’articolazione temporale in questo caso si presenta in forma diversa che nel caso precedente. L’approvazione dei progetti è sottoposta al parere di una Commissione tecnica che basa il proprio giudizio conclusivo sul rapporto tecnico economico di una Banca incaricata e sul rapporto tecnico-scientifico di un esperto ministeriale.

 

         I tempi di percorso dell’iter procedurale sono in parte prescritti dal disciplinare ministeriale, precisamente i tempi che riguardano i compiti della Commissione che valuta il progetto e i tempi per la redazione della relazione scientifica e della relazione economica (tuttavia ancorché prescritti tali tempi non risultano rispettati soprattutto perché non comportano provvedimenti correttivi). Circa l’iter temporale successivo alla delibera del Comitato di valutazione non si ha certezza, neanche indicativa,  perché non previsto nel regolamento.

         In breve possiamo dire che i tempi sono disciplinati per quanto riguarda il primo periodo ovvero: la pre-istruttoria, le relazioni degli esperti e il giudizio del Comitato di valutazione che devono essere assolti entro 4 mesi dalla presentazione della domanda. In realtà  occorrono nel migliore dei casi 12 mesi.

         Per quanto riguarda le seconda parte delle procedure non esiste alcuna indicazione circa i tempi di svolgimento. I questa seconda parte le funzioni coinvolte sono:  a) firma del Decreto di approvazione, b) pubblicazione in G.U. del Decreto, c) trasmissione alla Banca concessionaria della documentazione,  d) stipula  da parte della Banca del contratto,  e) erogazione del primo anticipo.          Nella migliore delle ipotesi il tempo intercorrente per questa seconda fase è di altrettanti 12 mesi.  Complessivamente  sono 24 mesi.

 

 

Osservazioni e proposte

         Ribadiamo che non è nostra intenzione muovere critiche o valutazioni sull’operato del Fondo Ricerca Applicata del Miur. Sappiamo che esso opera al meglio delle possibilità, anche in rapporto alla situazione organizzativa esistente.  Vogliamo però formulare alcune osservazioni ed esternare un possibile contributo per migliorare l’efficacia dell’istituto.

I progetti   autonomi  di ricerca  - art. 5.

         In particolare segnaliamo che all’impresa che presenta un progetto di ricerca,   viene richiesto un piano finanziario dal quale poter evincere che l’impresa stessa, nell’affrontare il progetto, non incorra in situazioni di disequilibrio finanziario.  Normalmente l’impresa presenta un piano tenendo conto del finanziamento pubblico (potendo questo, nel caso delle PMI,  avere caratteristiche di sostitutività del capitale proprio); Ovviamente, l’impresa nel formulare il suo piano finanziario tiene anche conto dei previsti tempi per l’accesso al benefico. Ora, data la discordanza tra tempi previsti e tempi reali che abbiamo prima detto, una impresa che inizia subito la ricerca, dopo appena 4 mesi di gestione si trova in difficoltà finanziarie.  Quindi o ferma la ricerca o si indebita se ancora ne ha le possibilità.

         E’ un paradosso ma è proprio il Miur a determinare nell’impresa quella possibile situazione ostativa al finanziamento. Infatti, se l’impresa considera i tempi programmati dalla normativa per accedere al contributo, rischia di incorrere effettivamente in situazioni di disequilibrio finanziario, senza che il Miur stesso se ne possa accorgere, poiché tale condizione ricorrerebbe solo successivamente alla presentazione della domanda.

         Non auspichiamo ulteriori indesiderati controlli e non chiediamo miracoli alle esigue risorse ministeriali. Desideriamo solo stimolare una maggiore attenzione alle possibilità che deriverebbero da una migliore interazione tra risorse pubbliche e risorse private, che potrebbero intervenire, praticamente dopo 4 mesi dalla presentazione della domanda..  

         A tale fine abbiamo favorevolmente verificato che il sistema garanzie-fidi è in grado di intervenire a sostegno delle iniziative di ricerca. Abbiamo quindi constatato che il sistema bancario (sensibile all’impiego produttivo delle proprie disponibilità finanziarie al minor rischio possibile), ha interesse a fornire capitali a quelle imprese che sono in attesa di  finanziamento pubblico ancorchè queste siano sostenute da garanzia FIDI.

         Pertanto, considerato:

·        Che il Miur, riconoscendo le esigenze delle imprese,  già oggi favorisce (per le vie brevi) l’intervento dei prestiti bancari ma solo a valle del favorevole parere verbalizzato del Comitato di valutazione.

·        Che l’impresa, nella necessità di accelerare i tempi della ricerca, necessità di un immediato intervento bancario.

·        Che la banca richiede un minimo di certezza che il progetto sia sufficientemente suscettibile del finanziamento pubblico. (Questo punto si realizza qualora venisse informata o messa nella condizione di valutare la relazione tecnico-economica della banca incaricata e della relazione tecnico-scientifica dell’esperto ministeriale).

·        Che il sistema Fidi, anche nel nostro caso, valuta esclusivamente la solidità dell’impresa per la concessione della “garanzia”.

·        Che la Banca e la garanzia fidi  interverrebbero liberamente,  autonomamente e parallelamente al Miur,  in favore del progetto di ricerca.

·        Che, ai sensi della legge sulla trasparenza, n. 241 del 7 agosto 1990, la relazione tecnico/scientifica  dell’esperto ministeriale e la relazione economico/finanziaria non possono essere rese note fin tanto che il processo decisionale  non sia completato.

Tanto premesso

Richiamiamo l’attenzione del Viceministro su tale ultimo punto, poiché per poter realizzare quanto sopra esposto è indispensabile che il Miur svincoli i riferiti atti istruttori dalla procedura di riservatezza,  secondo quanto previsto dalla medesima legge 241/90 sulla trasparenza.

 

         E’ opportuno ricordare alcuni vantaggi che la proposta di integrazione tra finanza pubblica e finanza privata, comporterebbe:

·        L’accesso al credito privato, qualora programmato contestualmente alla presentazione del progetto di ricerca,  rappresenta l’occasione concreta, ed unica,  per manifestare il carattere di aggiuntività  del finanziamento pubblico,  secondo le prescrizioni della U.E. a carico delle grandi imprese, altrimenti difficilmente dimostrabile. Si segnala che in mancanza del requisito di aggiuntività le G.I. distraggono finanziamenti altrimenti destinati alle PMI.

·        L’intervento di più enti co finanziatori stimola l’attenzione e la conoscenza verso le tematiche della ricerca industriale, aiutando il processo culturale auspicato anche dalla U.E. utile a superare le resistenze culturali delle imprese verso gli investitori esterni, nonché  delle banche nei confronti dei rischi derivanti dalla attività di ricerca.

·        La possibilità per le imprese, di realizzare prima possibile il progetto di ricerca, consente di abbreviare i tempi  necessari per portare il risultato della ricerca sul mercato. Si ricorda che  la velocità di circolazione e di applicazione delle  conoscenze prodotte commisura sempre più il livello qualitativo di un “sitema-Paese.

·        La possibilità per le imprese di accedere al sistema bancario, in attesa degli iter ministeriali, determinerebbe  una minore pressione psicologica sul personale e gli uffici preposti del Miur.

·        L’indisponibilità di tesoreria o la momentanea carenza di risorse pubbliche, determinano ovvi rallentamenti sulle procedure di erogazione facendo slittare nel tempo l’afflusso di liquidità che il sistema pubblico riversa in quello privato. In periodi di crisi economica il venir meno di liquidità programmata può danneggiare irreparabilmente qualsiasi impresa in difficoltà.

·        L’ammontare degli interessi che le imprese corrisponderanno al sistema bancario, per accedere surrettiziamente al beneficio pubblico,  rappresenterebbe l’unità di misura per valutare gli effetti che il rallentamento delle procedure comporta sui bilanci delle imprese. Tali maggiori costi potrebbero tra l’altro essere preventivamente stimati ed inseriti tra i costi del progetto medesimo, in modo tale da finanziarli riducendo al minimo gli effetti negativi dei rallentamenti procedurali, come ineluttabilmente accade ad ogni cambio di Governo.

 

 

Le  ricerche commissionate ai Laboratori – art 14.

 

         La proposta appena esposta  ancor più semplicemente si può applicare agli interventi di articolo  14 per ricerche commissionate ai Laboratori dell’Albo.

Ricordiamo che in questo istituto valgono il criterio della correttezza formala della domanda e l’ordine cronologico di presentazione. Orbene invece di attendere ( nove mesi)  l’arrivo di tutte le domande per procedere alle istruttorie, sarà sufficiente che gli uffici espletino le istruttorie al ricevimento dell’istanza, e qualora questa manifesti la volontà di accedere alle anticipazioni bancarie, formulare una “dichiarazione di capienza” delle risorse rispetto alla istanza stessa, (informazione facilmente ottenibile in regime di gestione informatizzata) ogni altro aspetto della procedura resterebbe invariato.

         Questa dichiarazione sarà sufficiente ad attivare il sistema delle garanzie e del credito privato. E’ una piccola modifica che contribuisce ad elevare l’efficacia dell’istituto dell’articolo 14,  ricordiamo infatti che la grande semplificazione apportata all’istituto della ricerca a contratto, rispetto al passato ha consentito uno snellimento della procedura di erogazione a fronte di minori controlli preventivi.

         L’intervento della garanzia-fidi e del prestito bancario surrogano in effetti un sistema di controllo preventivo, con la differenza che in questo caso è liberamente scelto ed è spesato dall’impresa, inoltre tali controlli possono essere indipendenti dalla procedura ministeriale.  Insomma contribuisce a garantire e qualificare l’Istituto.

 

         Su quanto esposto, previo l’accoglimento di quanto richiesto al Vice ministro G. Possa,     unitamente ad Api Milano e Api Fidi abbiamo pronta una procedura di accesso al “prestito privato di integrazione al finanziamento pubblico” per tutte le imprese impegnate in progetti di ricerca industriale e applicata o in commesse ai laboratori di ricerca del Miur. La procedura sarà aperta anche agli interventi delle Amministrazioni locali,  previo il concorso delle medesime Amministrazioni.

 

 

CONCLUSIONI

 

         Avviandomi alle conclusioni, a nome dell’associazione che rappresento, anticipo  che sulla ricerca a contratto (che coinvolge l’articolo 14 nonché tutti i Laboratori qualificati nell’Albo del Miur), dedicheremo un dossier con la raccolta delle “Osservazioni da parte degli operatori”  che presenteremo  al Vice ministro G. Possa,  contenente proposte e contributi finalizzati alla attuazione delle LINEE GUIDA  per la politica scientifica e tecnologica del Governo, con particolare riferimento agli impegni che con esso sono stati assunti  per la soluzione dei punti di debolezza del nostro “sistema ricerca”, ovvero:   “l’interazione fra le tre reti nazionali di ricerca: università, EPR, imprese” nonché “ e il “sostegno alla capacità autonoma del sistema industriale  ad utilizzare la ricerca e l’innovazione come fonti di vantaggio competitivo” , ma anche per “migliorare le tecniche e i meccanismi istituzionali per la valutazione dei programmi pubblici di intervento e dei risultati dei progetti di ricerca” e  per “ l’implementazione delle normative che regolano le relazioni tra sistema scientifico e quello produttivo”.

        

         Le stesse LINEE GUIDA indicavano anche la necessità di “Un più efficiente coordinamento tra Amministrazioni e tra queste e le Regioni per assicurare consistenza, efficacia e credibilità alla formulazione e implementazione delle politiche scientifiche”.  In proposito,  osservando la presenza di Amministratori locali, non possiamo non ricordare che attualmente la ricerca a contratto, nei rari casi dove è previsto il  finanziamento a livello locale,  le risorse sono indirizzati alle sole aree depresse,  e che a livello centrale le risorse disponibili sono assegnate prioritariamente ed insufficientemente sempre alle stesse aree depresse.

        

         Pertanto nelle aree protette si dispongono addirittura di due opzioni, comunque esercitabili fino al primo positivo esito,  mentre  le imprese delle altre aree sono ignorate. Ci si domanda quanto sia corretto tutto ciò, considerato che le manifatture tradizionali sono collocate nelle arre sviluppate, e stante la necessità annunciata dal Governo di “rafforzare e valorizzare i punti di forza esistenti delle imprese nazionali sui mercati internazionali, sostenendo il potenziamento dei settori manifatturieri tradizionali con l’utilizzo di tecnologie innovative e perseguendo l’obiettivo di accelerare la transizione dalla competizione basata sui prezzi, a quella basata sui contenuti innovativi dei prodotti”.

        

         Ora, considerato che il Miur ha anche indicato le “linee strategiche” e le “aree prioritarie” di intervento con i relativi “indicatori di priorità” per gli interventi stessi,  ci si attende una migliore integrazione delle politiche regionali con gli obiettivi già definiti a livello nazionale.

        

         In tale contesto esiste la possibilità di studiare finanziamenti integrativi e/o sostitutivi  che a livello locale siano in grado di pilotare le ricadute dei benefici derivanti dalle ricerche a contratto finanziate con l’art. 14, valorizzando così la capillare rete di imprese ad alta tecnologia offerta dall’Albo dei Laboratori del Miur.

        

          Assoricerca, nei confronti di tali iniziative, è disponibile a fornire ogni possibile collaborazione nella convinzione di poter contribuire soprattutto alla messa a punto di strumenti in grado di integrare l’articolo 14,  al fine di :

·        “stimolare l’attitudine del Sistema della ricerca nazionale ad assecondare il processo di modernizzazione del sistema produttivo e della sua diversificazione anche attraverso la creazione di imprese high-tech”  annunciato dal governo.

·        promuovere una politica della domanda pubblica di beni high tech e/o servizi ad elevato contenuto tecnologico nel settore sanitario,per ridurre gli elevati costi del servizio sociale.

·        valorizzare il sistema dell’alta formazione delle Università utilizzando anche risorse dei  laboratori di ricerca industriali, per incrementare la qualità e la quantità del capitale umano, come riferito nelle Linee Guida.

·        Contribuire a reindirizzare le politiche locali, tuttora impegnate in sterili sovrapposizioni ed emulazioni dei più riusciti istituti nazionali. La Regione Campania ha inaugurato un proprio Albo di Laboratori adottando le medesime procedure di qualificazione del Miur.

·        Collaborare alle politiche dell’occupazione stimolando il maggior numero di commesse di ricerca in favore dei laboratori territoriali. L’Ente locale può incentivare i propri Laboratori destinando loro i medesimi maggiori benefici fiscali rinvenienti dal maggior fatturato che il laboratorio ottiene dalle ricerche commissionate da clienti che provengono da altri distretti fiscali.

·        Diffondere, nel mezzogiorno e all’estero, la conoscenza delle tecnologie avanzate sviluppate dai Laboratori  anche attraverso i loro progetti autonomi di ricerca, organizzando “Conferenze tecnologiche itineranti”.

 

         Inoltre, considerato che non esistono più a livello nazionale provvedimenti automatici  per la ricerca rivolti alle aree non depresse, (si consideri in proposito che l’articolo 14 è, a malapena, sufficiente a soddisfare le richieste delle PMI delle aree obiettivo) si  richiama l’attenzione affinché il Miur possa destinare una quota dello stanziamento dell’art. 14 alle aree non obiettivo, o che in merito possano intervenire le regioni..

 

         Se così non fosse non riusciamo ad individuare con quale strumento il Governo vorrà conseguire l’annunciato obiettivo di sostenere la “domanda di tecnologia” e di stimolare  “maggiore competitività delle aree produttive esistenti rivitalizzandole e rilanciandole attraverso una capillare diffusione delle tecnologie chiave, abilitanti l’innovazione di prodotto, di processo ed organizzative”  senza  coinvolgere la rete nazionale dei laboratori dell’Albo del Miur.

 

         Infine, prima di salutare quanti si sono adoperati per la riuscita della manifestazione, segnalo al Vice Ministro Possa, che tutti i laboratori qui presenti attendono da  Lei l’annuncio dell’entità dei fondi che il MIUR  intende destinare al finanziamento delle commesse di ricerca ai Laboratori, di cui quest’anno ancora non si ha notizia. Ricordiamo, tra l’altro,  che la commessa di ricerca dell’art. 14 è l’unico strumento che indirettamente sostiene le strutture di ricerca private ubicate in territori non obiettivo, appunto i Laboratori.

 

         Comprenderà che l’attesa è giustificata dalla necessità di programmare in tempo le risorse disponibili ma anche dalla speranza che il Miur voglia  valorizzare i laboratori dell’Albo, che costituiscono la più grande ed importante rete tecnologica diffusa sul territorio che opera sul libero mercato.

 

         Un plauso a tutti i partecipanti per l’attenzione dedicatami e un ringraziamento al Vice Ministro Guido Possa per l’interesse manifestato.

                                                                   

 

 

                                                                                                                   Luigi Neri

 

 

 

 

 

Punti  discussi  nella   tavola   rotonda Organizzata da

Assoricerca e Camera di Commercio di Milano del

  21 febbraio 2000 e ripresi nel Convegno del 25 ottobre 2002 organizzato da Assoricerca con Apimilano e l’intervento del

Vice Ministro per la Ricerca Scientifica

On. Guido Possa

 

 

 

“ Un sistema integrato di aiuti al trasferimento tecnologico e alla ricerca industriale:  Crediti, Fidi ed Incentivi a fondo perduto”.

 

 

La competizione tecnologica nuova sfida del mercato globale. L’opportunità del “mercato della tecnologia”.

Nell’era post-industriale la capacità di un “sitema-Paese” è sempre più commisurata al livello di  conoscenze prodotte e sulla loro velocità di circolazione e applicazione. E’ sempre  più opportuno riordinare il sistema pubblico della scienza  in funzione dell’emergente mercato della tecnologia.

 

La Ricerca Industriale,  evento aggiuntivo all’ordinario rischio di impresa. L’utilità della finanza straordinaria.

Poiché la “globalizzazione” aggiunge, alla competizione del mercato,  la competizione tecnologica è indispensabile strutturare e disciplinare il mercato interno della tecnologia per sostenere le PMI nelle attività di innovazione tecnologica, intesa come evento straordinario che si aggiunge all’ordinario  rischio di impresa.

 

Il sistema di aiuti alla Ricerca a contratto: Concorrenzialità e sovrapposizione tra istituti nazionali e locali richiedono la razionalizzazione del sistema.

Il sistema per aiutare le PMI a sviluppare o importare tecnologia da centri di ricerca risulta non ottimizzato perché disarticolato in una miriade di multiformi provvedimenti regionali provinciali e locali, spesso concorrenti e contrapposti  alle stesse leggi nazionali.

 

L’Amministrazione pubblica, da un sistema accentrato monopolistico ad un sistema decentrato e pluralistico.  Nuovi strumenti integrati di intervento a sostegno delle attività di ricerca per le PMI.

Il decentramento amministrativo dello Stato rischia di risultare una operazione verticistica di snellimento degli apparati centrali dello Stato, se la domanda delle  esigenze e le risorse disponibili sul territorio, non si predispongono ad un modello periferico funzionale alle proprie esigenze,  attento alla sovrapposizione di ruoli,  all’uso razionale delle risorse comunitarie nazionali e locali  e alla massimizzazione del beneficio per la PMI.