MARTEDI 12 OTTOBRE 2004  DOSSIER  MARCHE: RICERCA , AIUTI ALLE AZIENDE

 

Agevolazioni per avvicinare il mondo accademico alla piccola e media industria

Agevolazioni più consistenti per le imprese  che investono in ricerca e incentivi per avvicinare il mondo delle università  a quello della piccola e media industria. Sono due dei filoni seguiti  dalla Regione Marche al fine di guarire le «malattie congenite» di cui soffre, secondo la  voce di alcuni esperti, la ricerca in un tessuto imprenditoriale variegato e frammentato come quello marchigiano. Largamente delegata alle università, priva di istituti pubblici di rilievo come l’Enea e orfana di grandi imprese che se ne facciano carico, la ricerca nelle Marche corre infatti il rischio di privilegiare il lato accademico a scapito dell’applicazione pratica.  Tuttavia negli ultimi anni tra Miur (ministero per l’istruzione, l’università e la ricerca), Regione, Atenei, laboratori e imprese sono nate iniziative di cooperazione, nonostante la frammentazione.  «La Regione — dichiara il vicepresidente dell’ente Gran Mario Spacca ha investito in ricerca, innovazione e internazionalizzazione con un impegno per lo sviluppo in rapporto al PIL  del 5,6 %,   superiore alla media italiana 5% e del centro 4,5% .…………

Ricerca «pret a porter».

Sono 38 i laboratori marchigiani di ricerca iscritti all’albo del Miur, quelli cioè disponibili a vendere sul mercato le proprie competenze: 12 sono privati, il resto universitari. Tra i privati due sono, costituiti con la partecipazione della Regione e associazioni industriali: Meccano e Asteria.

Il Miur ha erogato, per il triennio 2002-2004, 177,45 milioni di euro alle imprese italiane che decidano di «comprare ricerca», 9,4 milioni alle marchigiane. “Non abbiamo dati per sapere dove le imprese marchigiane acquistino tecnologie afferma il presidente di Assoricerca Luigi Neri —  ma sicuramente buona parte presso laboratori situati fuori dalla regione” . Sarebbe dunque necessario, secondo Neri  “aumentare l’attrazione di commesse di ricerca per i laboratori delle Marche”.

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Università e centri trasferimento

«Di fronte alla mancanza di grandi strutture di ricerca nella regione — commenta Claudio Roveda, della segreteria tecnica del Miur e presidente del centro per la valorizzazione della ricerca al Politecnico di Milano — si sta cercando ora di uscire dalla logica del ‘contrattino’, con investimenti di più larga scala che richiedono competenze diversificate e che coinvolgono università, centri ed imprese». La cooperazione interregionale è, secondo Roveda, un punto importante. Un altro; l’avvicinari delle Università alle esigenze del mondo produttivo e la maturazione delle piccole imprese, che «stanno capendo che non possono fare tutto in casa da sole». Un po’ più scettico il presidente dell’istituto Adriano Olivetti di Ancona, Paolo Pettenati: «Le imprese  marchigiane sono piccole, incapaci di promuovere la ricerca da sole, ma è anche d’altra parte difficile che si consorzino o si affidino al pubblico».

( ANNA BRESSANIN  )

 

  MERCOLEDI 11 AGOSTO 2004  Innovazione MARCHE:

    

 Le aziende chiedono alle strutture accademiche analisi precompetitive e test di qualità

In laboratorio 1.700 ricercatori

La sperimentazione regionale ruota in gran parte intorno all'università - I brevetti sfiorano quota 1.400

(Alessandra Cicalini)

 Sono circa 1.700 gli addetti alla ricerca nelle quattro Università delle Marche. In totale, le strutture per la ricerca - tra quelle degli atenei e quelle private - accreditate dal ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca sono 38 con un budget vicino ai 17 milioni. Basta un dato per fotografare la situazione: tra le regioni del Centro-Nord, le Marche si posizionano al terzo posto per numero di laboratori: 257 ne conta l'Emilia-Romagna, 211 la Toscana e 18 l'Umbria.

Secondo la Regione, che pure ha varato diverse misure a sostegno delle attività scientifico-applicative - l'ultima, in ordine di tempo, lo stanziamento di 10 milioni per l'innovazione e la ricerca industriale attraverso il Fondo unico per le imprese - non è facile dare un quadro complessivo della ricerca nelle Marche, visto che il suo tessuto economico è troppo <micro>. Più facile calcolare gli addetti alla ricerca nelle Università: si aggirano attorno ai 1.700, tra professori, ricercatori e assegnisti.

Sul fronte dei brevetti, si nota che tra il 2002 e il 2003, i depositi presso le Camere di commercio non hanno conosciuto grandi differenze: erano 1.339 due anni fa, sono saliti a 1.342 l'anno scorso. La provincia dove si brevetta di più è stata Macerata con 569 depositi tra invenzioni, modelli di utilità, disegni e marchi. Un dato in calo rispetto al 2002, quando si toccò la punta dei 604 brevetti.

 Secondo Assoricerca, nel 2004 i laboratori accreditati (dei quali quasi due terzi sono pubblici) e le imprese hanno siglato 16 contratti. Le aziende, infatti, si rivolgono ai laboratori per fare ricerca precompetitiva - l'ultimo stadio prima l'applicazione industriale - o per testare la qualità dei loro prodotti. Il 50% dei soldi che le imprese spendono, gli viene rimborsato dal Fondo per l'agevolazione della ricerca (Far). Quest'anno, tale cifra ammonta a 2,67 milioni di euro. L'anno scorso, tra gennaio e dicembre, i contratti furono 34 e il rimborso pari a 3,9 milioni.
Tra i laboratori riconosciuti, vi è quello di Meccano che fa parte, insieme con Cosmob e Scam, del Comit. Il <super-ente> si occupa di trasferimento tecnologico, innovazione e qualità e riunisce anche le quattro università marchigiane.

 “Il 40% delle nostre strutture si occupa di ricerca e innovazione, accanto a quella svolta dalle Università”, dice il direttore generale Silvia Paolini. “” I progetti - precisa - sono gestiti da noi direttamente o in partnership con vari enti: il loro valore complessivo all'anno è di 3 milioni. Sono 30 le persone addette stabilmente alla ricerca “”. Nato nel 1998, il Comit sta cambiando pelle dopo la nascita nel 2002 della fondazione che comprende 26 soggetti nazionali e regionali per la promozione della qualità nel tessuto economico marchigiano. A fine 2004 dovrebbe essere lanciato il marchio già usato localmente da varie imprese.
Molto rilevante è anche il contributo che la Regione riserva agli atenei. Così, per esempio, sul totale di oltre 5 milioni nel bilancio 2004 dell'Università Politecnica delle Marche, più di due milioni sono stati erogati dalla Regione per progetti di ricerca, mentre altri 400mila sono serviti per finanziare convenzioni tra i due enti. Tutte e quattro le università sono poi coinvolte, con la Regione, i centri servizi e altre istituzioni, in un progetto del Fondo sociale europeo per la promozione delle nuove tecnologie nei distretti industriali regionale, per il quale sono stati stanziati 50mila euro.  

Sono molto vari gli oggetti di studio: si va dalle nanotecnologie fino all'immigrazione. Le tecniche di restauro sono oggetto degli studi del Tecrest, un laboratorio nato ad Ascoli Piceno per iniziativa dell'Università di Camerino. L'obesità, l'ipertensione e il diabete sono studiati nell'istituto di Anatomia e Istologia patologica, che ha ricevuto, tra il 1998 e il 2004, vari fondi (dall'Ue, dallo Stato e da privati) per un totale di quasi 500mila euro. Punta, invece, sul dialogo con gli atenei stranieri l'Università di Macerata, con il dottorato internazionale <La tradizione europea del pensiero economico>, cofinanziato dal Miur con 37mila euro. Tra gli altri enti che svolgono attività di ricerca si può citare, oltre a Tecnomarche - Parco scientifico e tecnologico, la Fondazione Aristide Merloni, che ha curato il focus <La via marchigiana all'immigrazione>. Vi sono coinvolte le Province e il Politecnico, con un finanziamento complessivo di 96mila euro.

La ricerca è un mezzo per finanziare il core business per l'istituto Adriano Olivetti per la gestione dell'economia e delle aziende (Istao), che invece si occupa di formazione imprenditoriale. Le ricerche sono svolte su richiesta di committenti, dai Comuni del territorio a enti nazionali. Si avvale, infine, di convenzioni con gli atenei di Camerino e Perugia il Centro di ricerca e il laboratorio di medicina molecolare, nato a Montecosaro (Macerata), nell'aprile scorso, presso la Acom, una società produttrice di radiofarmaci per la cura delle malattie oncologiche. Per il completamento del progetto ci vorranno cinque anni e circa 6 milioni.

( ALESSANDRA CICALINI )

 

 Capitale intellettuale. Tra le misure messe in campo dalla Regione Marche a sostegno della ricerca, c'è il finanziamento di 55 progetti di ricerca applicata, dell'Osservatorio regionale sull'innovazione e dei soggetti pubblici (per esempio, i laboratori delle quattro università marchigiane).

 Interventi pubblici mirati. La Regione promuove direttamente l'attività delle aziende. Sono 6mila le piccole e medie imprese sostenute con un finanziamento complessivo di 900 milioni. Questa cifra comprende anche le misure previste dall'Obiettivo 2 per le aree depresse. Inoltre, la Regione promuove la qualità con la misura 7.3 del Fondo europeo per lo Sviluppo regionale 2000-2006.

 Fondo unico per le imprese. La Giunta regionale ha stanziato 10 milioni a favore della ricerca e l'innovazione. Un intervento che è parte dei 26 milioni che saranno erogati al sistema produttivo attraverso il Fondo unico