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MR WRITINGS

 

IL QWER



Il tavolo dei due vecchi sapienti era ingombro delle loro fluenti barbe e di carte che andavano riempiendo di fitti calcoli e diagrammi, con la calma derivata dall'applicazione delle scienze esatte. Solo raramente si alzavano per consultare uno dei grossi tomi ordinati nell'imponente libreria; comunicavano in silenzio, scambiandosi appunti in codici indecifrabili, finché uno di loro si alzò gravemente e disse: "Il nostro lavoro è ormai terminato. Possiamo andare".
L'uomo aveva molta fretta, e camminava spedito scansando i passanti che gli formicolavano intorno. Risolse di passare per vicoli interni, che sebbene allungassero la strada erano più agevoli da percorrere. Teneva la valigetta nella mano destra, e ne stringeva l'impugnatura fino a sbiancarsi le nocche. Il frutto di un anno di lavoro duro era stipato in quella ventiquattrore; da esso dipendeva forse tutto il resto della sua vita. Nella mano sinistra, infilata in tasca, giocherellava con una biglia di vetro trovata la mattina sul tavolo della cucina; suo figlio lasciava roba dappertutto. Aveva però, di sfuggita, notato la perfetta sfericità e la trasparenza di quella pallina, che sembrava di cristallo purissimo. Si chiese dove diavolo l'avesse comprata. Così l'aveva messa in tasca mentre prendeva il caffè, prima di uscire per la giornata più importante della sua vita.
L'assemblea degli anziani era quasi al completo; mancavano solo i due matematici. Quando fecero il loro ingresso e presero posto, si fece gradatamente silenzio, ed il decano prese la parola. "Il momento che attendiamo da dodici generazioni è finalmente giunto. Il Qwer, l'ultimo componente della grande Macchina Equilibratrice, per la cui distruzione abbiamo trascorso lunghi anni alla mercè di un ignoto fato, è stato rintracciato. Il cammino da esso percorso è stato minuziosamente ricostruito, ed è stato stabilito il momento in cui potrà tornare a far girare il nostro vitale apparato. Ascoltiamo ora la relazione degli eminenti colleghi preposti al calcolo".
"Il nostro compito è stato arduo e gravoso. Purtuttavia la scienza consolidata nella nostra civiltà ha prodotto i risultati sperati. Il computo dei Grandi Numeri e l'analisi della Geometria Storica, fondamenta sulle quali abbiamo basato il nostro lavoro, hanno permesso la stesura di previsioni che riteniamo avere una infinitesima percentuale di errore. Possiamo quindi presentare alle vostre attenzioni i diagrammi e le didascalie che illustrano la posizione passata, presente e futura dell'oggetto che bramiamo da ormai troppo tempo".
Un brusio sommesso si levò dal congresso, mentre il cupo ambiente dell'aula magna veniva illuminato dall'accensione dei grandi schermi sulle pareti. Pochi si curarono delle complesse equazioni che dimostravano la fondatezza e la precisione dei calcoli; l'interesse si concentrò sul grande diagramma spazio-tempo dove si rivelava l'ineluttabile destino del Qwer.
In Piazza di Pietra si fermò a riflettere. Era in ritardo, e forse quel girovagare per vie traverse sortiva l'effetto contrario, facendogli perdere del tempo prezioso. Si era quasi risolto a rituffarsi nel Corso brulicante di gente, ma proprio questa indecisione gli fu fatale. Come materializzandosi da un muro, spuntarono due giovani su un Metropolis, puntarono su di lui da tergo e, prima che potesse rendersene conto, aveva già compiuto un giro su sé stesso, con il polso destro indolenzito dal violento strappo. Crollò a terra sbattendo il mento su un antico travertino, e l'ultima cosa che vide prima di perdere conoscenza fu la biglia di cristallo che scivolata dalla tasca rotolava saltellando sull'asfalto, compiva un balzo sul bordo di un tombino, e spariva attraverso la grata di ghisa nei meandri della città sotterranea.
"Come potete vedere dal diagramma nell'area 47B" spiegava uno dei due saggi "molto tempo è stato impiegato per produrre questa particolare condizione. Roma presentava già un tasso di criminalità abbastanza elevato, ma creare i presupposti per cui un atto criminoso, e in particolare uno scippo, venisse attuato in un punto prestabilito, con una probabilità di successo maggiore di quelle raggiunte da una qualsiasi altra ipotesi, è stato per noi un compito veramente difficile. Così come prevedere il preciso tragitto seguito in quel giorno dal portatore del Qwer, istante dopo istante, fino alla titubanza finale.". "A questo punto, e cioè al presente," continuò l'esimio collega "il lavoro preventivo svolto in anni passati dai nostri collaboratori dà finalmente i suoi frutti; l'approfondita conoscenza del sottosuolo della città, l'accurata misurazione delle pendenze e dei flussi idrici, finanche lo studio degli abitanti di quei luoghi malsani, immondi roditori, ebbene tutto ciò ci permette di affermare con assoluta sicurezza che il Qwer sarà recuperato e riconsegnato alla sua funzione originaria allo scoccare della settima ora dopo il sorgere della prossima luna nuova.". Un mormorio di approvazione si levò dall'assemblea; i due matematici si ritirarono a colloquio privato col capo anziano, mentre gli altri membri si scambiavano soddisfatti commenti ed augurî.
Si alzò dolorante da terra, sorretto dai passanti compassionevoli e purtroppo usi a quel genere di spettacoli. In una frazione di secondo egli seppe che quel banale incidente aveva compromesso irreparabilmente il tranquillo svolgimento della sua vita: baratri di incertezza gli si spalancavano dinanzi, immense difficoltà lo attendevano. Per un attimo il pensiero andò alla biglia di cristallo; ed ebbe l'impressione che suo figlio non si sarebbe preoccupato della sua scomparsa.

FRAMMENTI ED IDEE
Il decreto ministeriale portava la data del 27 Maggio 1992. Davanti alla Gazzetta Ufficiale, stesa sul tavolo da conferenza, i quattro aspettavano ...
L'incartamento, che già comprendeva tutti i dati relativi alle vecchie banconote, veniva sempre aggiornato con nuove informazioni sulle tecniche di riproduzione e di stampa; ogni giorno venivano inventati o scoperti modi diversi di immissione sul mercato, e c'era sempre più gente disposta a lavorare nel ramo; per cui occorreva tenere d'occhio l'andamento di tutte queste faccende, e solo una persona aveva la decisione finale.
La parte più interessante del nuovo arrivo di materiale erano i sei floppy disc che contenevano le immagini digitalizzate della nuova banconota, che inserite in un apposito sistema operativo, potevano essere analizzate nei più minuti particolari, con un dettaglio e una precisione impensabili solo pochi anni prima. Un sogno. Un sogno che era stato possibile comprare; a caro, carissimo prezzo. Ma ora rappresentava del materiale inestimabile, che solo il piacere del possesso di una cosa proibita poteva eguagliare.
Il gran consiglio era schierato in cerchi concentrici, in accordo con le gerarchie, intorno alla Macchina Equilibratrice. L'orologio centrale mostrava sui vari visualizzatori i tempi storici dell'evento: i decenni passati dall'inizio della sua ricostruzione, gli anni passati dal ritrovamento del Qwer e i giorni dalla determinazione del suo percorso, e infine i minuti che mancavano alla sua definitiva ricollocazione nel cuore dell'apparato. Quando le cifre furono vicine allo zero, esso apparve. All'inizio era un punto dalla luminosità incerta, situato allo zenit della Grande Macchina. Poi cominciò ad ingrandirsi, e la sua lucentezza aumentò, fino a rischiarare di una tenue luce azzurrina l'intero ambiente. In quel momento tutti alzarono le braccia sopra il capo, l'oggetto li sovrastò con la sua imponente massa e ognuno poté di nuovo ammirare la perfezione della sua fattura. Mai superficie fu più levigata e priva di asperità; mai fu ottenuta una simile perfetta trasparenza. La rifrazione generata all'interno creava mondi di indescrivibile bellezza, e tutta l'assemblea fu pervasa di commozione. Quando prese posto nella vasta calotta d'acciaio scintillante, si udì un sommesso ronzio, e il meccanismo centrale cominciò lentamente a girare.
La pallina galleggiava nell'acqua fetida immersa per un quarto del suo volume, trascinata dalla lenta corrente che dirigeva al depuratore. In prossimità di questo, si formava un piccolo vortice che trascinava verso il fondo ogni oggetto che vi capitava nei pressi. Tale fu il destino del Qwer, essere risucchiato dove nessun essere umano aveva né avrebbe mai potuto posare lo sguardo. Se solo fosse stato possibile! In quel luogo remoto viveva da ere immemorabili il popolo dei ...

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