Brevi vite

Racconto di crimsontriforce

Romics 2003. Tetra + Medli + Link + Link... non so quanta gente l'abbia capita nella forma in cui l'abbiamo recitata - per Din, non so neanche quanta gente l'abbia capita nel senso più puramente uditivo del termine, con quel viziaccio di mangiarmi le parole... so solo che, complice anche il bellissimo tema di Laruto come sottofondo, ero profondamente commossa nel leggere queste parole e che mi resterà sempre cara come una delle migliori scenette cui abbia avuto l'onore di partecipare. (e Shari sa quanto il semplice fatto che il succitato tema fosse udibile sia stato un mezzo miracolo! Grazie mamma!) Sperando di poter dilettare anche chi non ha avuto la fortuna di trovarsi alla bella fiera di inizio ottobre...

Disclaimer: Personaggi e luoghi non sono ovviamente miei, mi ci immaginate a scrivere un finale così orrendo?? Ma per favore...
La poesia finale è una libera traduzione di un'altrettanto libera versione inglese del testo di "Wanderer of time", riarrangiamento del tema di Terra/Tina dall'album "Final Fantasy: Pray".


Lo spazio è nero, completo, compatto.
Viene accesa una luce. Così facendo si crea un contrasto, una differenza - si delineano quattro figure, o forse sono tre, o magari una sola. I due volti dell'Eroe bambino siedono a fianco della Principessa guerriera; poco più indietro la Messaggera carezza adagio le corde della sua lira.

La Principessa apre un antico libro, simboli di conoscenza ormai dimenticati dipinti sul suo dorso, e a voce alta ma insicura ne scandisce il contenuto, condividendolo con i suoi compagni.
Questa non è che una delle leggende che le genti si tramandano...
C'era una volta, molti, molti anni fa, un regno dove giaceva nascosto un potere dorato...
Questo regno visse in pace per lungo tempo ma, al sopraggiungere di un'ombra malvagia, il suo Re non seppe difenderlo, e lo dannò a un eterno sonno in fondo alle acque dell'oceano.
Passarono gli anni. L'Ombra meditò sulle sue azioni e sul fato del regno, e decise infine che comandarlo non era importante quanto farlo nuovamente tornare sotto i raggi del sole.

Gira pagina. Gli sguardi dei bambini si fanno attenti, cercando di decifrare i simboli che si avvicendano sulla carta: non hanno mai sentito questa fiaba prima, eppure suona loro così familiare. Per quanto ne sanno, la loro compagna potrebbe stare inventando le parole sul momento, adattando ai moti impetuosi del suo spirito vicende di tempi lontani. Forse. Tutto può essere.
La lettura riprende.
Ma le fiabe possono finire in uno e un solo modo.
Al risorgere dell'Ombra, per quanto redenta, per l'ennesima volta un eroe vestito col verde dei campi e armato di una spada scintillante si erse e la sconfisse, destinando così la sua terra alla distruzione.

Tutto quello che i bambini conoscono è il Coraggio, ed esso è puro, nobile, diretto. Nulla sanno delle involute strade spesso percorse dalla Saggezza, e dei secondi fini che posono nascondervisi. Non capiscono.
"Ma allora i buoni perdono?"
"Doveva proprio succedere?"
è troppo per la Principessa. Non dissimilmente dall'Ombra, anche lei ha ragionato sugli eventi dei mesi passati, su quello che è stato e quello che sarebbe potuto essere, e le conclusioni di quei ragionamenti non le sono piaciute. Si rifugia nell'ira, che è sempre stato il suo modo di risolvere i problemi fuori e dentro sè stessa, e nonostante sppia che questa volta non migliorerà nulla, almeno la farà sentire meglio. Si alza di scatto, rovinando le pagine del libro, ed esce dalla piccola cabina con passo pesante.
"NO!" Abbaimo fallito miseramente! Guardatevi! Abbiamo perso la nostra patria, la nostra storia, la nostra memoria... principessa di un regno ormai morto, ed eroi guidati da venti altrettanto vuoti e desolati! Il Re ci ha usati per una vendetta personale a lungo meditata, ci ha ingannati .CHE SPERANZA POSSIAMO AVERE??"
Se dice qualcos'altro, le sue parole si perdono nel rumore del mare in tempesta.
La piccola barca prosegue alla cieca, confidando in una terra sempre troppo lontana.

Attraverso la notte lontana
Errando per un mare deserto.

Le voci degli dei non sono che illusioni -
Popoli dimenticati.

Una bianca ombra guizza e si erge
L'illusione di un momento.

Il sogno dell'eroe si spegne in vano,
Le genti - in perenne oblìo.


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