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Internet (per il web designer)

Immaginiamo di metterci guardare un film alla televisione. Ad un certo punto, nei titoli di testa si legge il messaggio: "questo film è stato prodotto per essere visto con il televisore modello 123 della marca XYZ".
Come minimo ci viene da pensare come sia possibile tecnicamente una cosa di questo tipo, e i più maliziosi sospetteranno qualche complotto commerciale di proporzioni epiche.
Eppure, navigando per il web capita a volte di leggere oscenità del tipo "sito ottimizzato per Internet Explorer 5.5" o "best viewed with Netscape 7.0", sebbene i browser utilizzabili dagli utenti si contano a decine.
Sempre più utenti utilizzano per l'accesso al web telefoni cellulari e palmtop e, anche grazie alle estensioni XML si diffonderanno servizi basati sulla lettura vocale di informazioni.
Esistono inoltre browsers speciali, utilizzati da persone con problemi fisici, quali screen reader (ad esempio IBM Home Page reader), display e stampanti Braille.

Lo standard W3C
Per ottenere che tutti questi browsers visualizzino allo stesso modo un codice di una pagina web deve esistere uno standard comune. Questo standard è promosso e coordinato a livello globale dal World Wide Web Consortium (W3C) con sede al CERN di Ginevra, dove nel 1985 Tim Berners-Lee inventò il web.

Validare!!!
Per verificare quanto il proprio sito sia conforme agli standard, il W3C mette a disposizione alcuni "validatori".
Si tratta di strumenti a cui inviare files o sottoporre pagine già online, che elencano gli errori e le non conformità del codice. Se l'esito è positivo viene proposto il codice da aggiungere nel proprio sito per dichiarare la conformità allo standard utilizzato.
L'indirizzo del validatore W3 è validator.w3.org.
Vediamo di seguito i problemi più frequenti presenti in molti siti.

Il DOCTYPE
Per prima cosa in ogni pagina deve essere specificato il tipo di linguaggio usato (HTML, XHTML, ecc) e la versione. L'operazione consiste nel mettere come prima riga della pagina un TAG del tipo:
<!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD HTML 4.01//EN">
Una lista dei DOCTYPE validi è disponibile all'indirizzo www.w3.org/QA/2002/04/valid-dtd-list.html.
Se il DOCTYPE non è specificato, nel validatore è necessario indicarlo manualmente per proseguire l'operazione.

Il charset
Altrettanto importante è definire in ogni pagina il tipo di caratteri utilizzati, russo, cinese, giapponese, caratteri occidentali ecc.
Nel nostro caso, per indicare l'uso di caratteri occidentali aggiungere tra i tag <head> e </head> la riga:
<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=iso-8859-1">
Ancora, in fase di validazione specificare manualmente il charset se non definito nella pagina.
Elenco dei charset per le diverse lingue

Caratteri speciali
Un errore frequente associato alla mancata definizione del charset, è l'uso di caratteri non standard, quindi non univocamente interpretabili dai diversi browsers, in particolare le lettere accentate.
Se si definisce un particolare charset, si possono inserire direttamente nel codice html tutti i caratteri previsti dal set impiegato, mentre le entità sono visualizzate sempre correttamente, indipendentemente dal set di caratteri scelto.
Per rappresentare i caratteri particolari si possono impiegare dei particolari codici chiamati "entità HTML". Alcuni dei più usati tra i molti disponibili sono:

à&agrave;
á&aacute;
ã&atilde;
è&egrave;
È&Egrave;
ì&igrave;
ò&ograve;
ô&ocirc;
ø&oslash;
ù&ugrave;
é&eacute;
"&quot;
<&lt;
>&gt;
&&amp;
&euro;
©&copy;
µ&micro;

Inoltre lo spazio vuoto viene indicato con &nbsp; ed è possibile rappresentare qualunque carattere ASCII mediante la notazione &#xxx; dove xxx è il corrispondente codice ASCII decimale.
Elenco completo delle entità HTML

Uso di tag ed attributi non standard
Abitudine fin troppo comune è l'utilizzo di TAG e attributi non standard, ad esempio il tag <marquee> oppure gli attributi topmargin, leftmargin ecc del tab <body>.
La tendenza verso l'XHTML impone che si separi nettamente il contenuto della pagina, che risiede nel file html e la definizione dell'aspetto, che deve invece trovarsi nei fogli di stile (Cascade Style Sheet).
Per questo motivo i tag e gli attributi relativi alla formattazione andrebbero evitati in favore dei CSS.

L'attributo ALT nelle immagini
Un errore che viene segnalato dal validatore è l'assenza dell'attributo ALT associato al tag IMG, che secondo le specifiche W3 deve sempre essere presente, eventualmente anche con il campo descrittivo vuoto.
Ogni immagine dovrebbe quindi essere inserita con il costrutto:
<img src="immagine.gif" alt="breve descrizione dell'immagine">
Il testo descrittivo di ALT viene utilizzato quando il browser non è in grado di utilizzare l'immagine per qualunque motivo:

Suggerimenti:
Internet Explorer ha la cattiva abitudine di mostrare la descrizione di ALT quando si lascia sopra il puntatore del mouse, cosa che invece dovrebbe essere svolta dall'attributo TITLE. Se questo non è gradito, la soluzione non è eliminare l'ALT, ma aggiungere title="".
Se l'immagine rappresenta un punto, un pallino, un più, un meno ecc. si può mettere come testo di ALT il carattere corrispondente: . * + - ecc.
Utilizzando editors come dreamweaver o frontpage ricordarsi di compilare sempre il campo ALT nella maschera proprietà dell'immagine. Se si lascia il campo vuoto, spesso l'editor erroneamente omette del tutto l'attributo.
Il testo alternativo, se usato bene, può contribuire ad aumentare la visibilità nei motori di ricerca.

L'attributo target nei link
La validazione a partire da HTML 4.01 strict in su (XHTML) non accetta l'attributo TARGET, utilizzato per aprire un link in una nuova finestra o in un diverso frame in un frameset. La sintassi tipica è:
<a href="pagina.htm" target=new>clicca qui!"/a"
Questo, nell'intenzione del team W3C ha lo scopo di evitare che l'utente si ritrovi nuove finestre aperte contro la sua volontà, permettendogli di decidere personalmente di mantenere la navigazione in una sola finestra o aprirne di nuove, utilizzando gli strumenti specifici del browser utilizzato.
Personalmente durante la navigazione mi capita di aprire molte pagine contemporaneamente, ma utilizzo la funzione tabbed browsing di Mozilla o Konqueror e detesto l'apertura forzata di nuove finestre.
Per quello che riguarda l'apertura di pagine in un frameset la risposta è immediata: i frame sono deprecati dal W3C.
Se proprio non si può fare a meno di aprire una nuova finestra da un link nel proprio sito, lo si faccia con un po' di javascript e avvisando l'utente.

Le finestre pop-up
Un discorso simile vale per le cosiddette "finestre pop-up", ovvero le fastidiose nuove finestre che vengono aperte all'accesso di molti siti web.
Poiché l'utilizzo di questa pratica ha superato le capacità di sopportazione di molti utenti, si stanno diffondendo sempre più strumenti per la soppressione automatica delle finestre indesiderate, comprese funzione incorporate in diversi browser (Es. Mozilla).
Quindi evitare questa tecnica, soprattutto se si devono trasmettere informazioni importanti.

Offrire documenti scaricabili in formati aperti
Ricollegandoci al discorso introduttivo, oltre al browser come possiamo sapere quale software (e in che versione) utilizza l'utente per consultare documenti? Perché utilizzare il formato DOC di MS Word piuttosto che SXW di StarOffice, anch'esso molto diffuso? E quale versione? Ed inoltre è tollerabile che un ente pubblico metta a disposizione del pubblico un documento importante in formato proprietario, favorendo un unico produttore di software?
Fortunatamente la direttiva Stanca invita tutti i settori della pubblica amministrazione a dare priorità d'uso a software e formati di documentazione aperti.
In pratica per distribuire documentazione sul proprio sito offrire il formato PDF, che può essere consultato con software gratuitamente scaricabili, oppure per mantenere l'editabilità con qualunque word processor utilizzare il formato RTF.

Ultimo aggiornamento: 23/02/05

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