Percorso segnalato da uno scudo blu con inscritto il n° 1.

wpe2.jpg (3365 byte)

Segnavia

Sintesi generale:  Percorso di circa 5000 metri, che parte da quota 230 (stazione di Spigno) e arriva a quota 630 (Cascina Nuova) con un dislivello di 400 metri.  Tempi di percorrenza: 2 ore se lo si affronta in salita, 1 ora e un quarto in discesa.
Si segue la dorsale sempre in leggera salita, mai difficile, in parte in cresta, in parte a mezza costa, sfiorando e costeggiando più volte la provinciale Spigno Serole, che costituisce così un sicuro riferimento e punto di appoggio in caso di necessità. Affascinante per la vegetazione, le erbe officinali, il panorama e la scarsa presenza di abitazioni: lungo tutto il sentiero si incontrano, oltre alla frazione di Rocchetta, tre case coloniche.        

Il percorso parte dalla stazione di Spigno, prosegue in piano sulla strada asfaltata per circa 600 metri fino al bivio per Serole. Si prende la provinciale per Serole e si comincia a salire dolcemente. Prosenguendo, sulla destra si può vedere la vecchia fabbrica.

11290013.jpg (21870 byte)

A 400 metri circa dal bivio per Serole, sulla sinistra c'è una centralina dell’ENEL, lì vicino parte una scorciatoia che taglia un tornante; è un po' ripida ma fa  risparmiare tempo e strada. Se vi vuole procedere senza fatica, è meglio tenere l'asfalto (si allunga di circa 600 metri).

  Salendo sulla destra si pvedere in basso la stazione e nella stessa direzione, più in alto, il paese di Spigno. Chi prosegue per l'asfalto attraversa un punto strategico dove per necessità logistiche, dovute alla conformazione del territorio, passano elettrodotto, metanodotto ed acquedotto.Dopo un po' il tornante a 180° ci riporta quasi indietro in direzione sud-ovest. Nel punto in cui si ripassa sotto l'elettrodotto, si ritrova l'arrivo della scorciatoia.

Alla successiva curva, di fonte al bivio per la frazione Colombi, sulla destra e subito dopo un palo della corrente elettrica, riprende il nostro sentiero.   Dopo un breve tratto allo scoperto ed in salita, il sentiero si spiana ed entra in un bosco, non molto fitto, in cui crescono frassini, querce, noccioli, ginepri. Una caratteristica della vegetazione di queste parti, soprattutto dei boschi a cavallo dei crinali posti in direzione est-ovest, è che la vegetazione cambia a seconda dell'esposizione ai raggi solari. Sul versante esposto a nord, più umido e fresco,  prevalgono frassini e castani, su quello esposto a sud, querce e noccioli..
Il sentiero prosegue nel bosco e si snoda quasi sulla costa, ma sul versante nord, mentre la strada provinciale aggira il crinale da sud. Dopo circa mezzo chilometro si ritorna per pochi metri sull'asfalto, ma si riprende subito sulla destra e, per un tratto, sentiero e  strada procedono quasi paralleli, divisi solo da un costone di tufo. Dopo aver costeggiato la strada per un tratto, il sentiero riprende a salire in direzione nord tra i calanchi. Qui la vegetazione si fa più bassa, ci sono querce e pini nani, ma dal tronco solido e robusto, quasi dei bonsai selezionati da una natura avara di nutrimento, crescono infatti sul tufo insieme alle ginestre ed altri arbusti.

Il sentiero si trova ora a circa  400 metri di altitudine e la vegetazione cambia; si trovano già parecchi pini che contendono lo spazio alle querce.
A circa 2000 metri dal punto di partenza, ci si trova su di un costone che da lontano sembra spoglio di vegetazione, in realtà è colonizzato dalle ginestre e dal timo, che in alcuni tratti forma un vero e proprio tappeto profumato. La quasi mancanza di vegetazione d'alto fusto, in questo tratto, fa si che il crinale costituisca un ottimo punto panoramico;  ad est si può vedere Spigno, a sud-ovest la torre di Merana, ma lo sguardo si perde nella valle e sulle colline che si susseguono all'orizzonte. 
Il sentiero ora sale più dolcemente, a tratti è quasi in piano e sulla pista si possono vedere impronte di cinghiali e caprioli.

03150025.jpg (57128 byte)
11290017.jpg (21939 byte) Si attrraversa una zona ricca di calanchi, aspra e selvaggia, habitat ideale della pernice rossa, un tempo presente in gran numero.
Ora ne è vietata la caccia.

Questi ripidi e aridi versanti sono anche il regno della poiana e del falco. Le rocce prive di vegetazione sono le prime a scaldarsi e creano quelle correnti d'aria ascensionali che vengono sfruttate dai rapaci per roteare nel cielo in posizione di caccia.

Non di rado, però, si vedono i corvi contendere ai falchi lo spazio aereo: li attaccano in picchiata mentre essi con apparente noncuranza  fanno la ruota.

 

Dopo aver superato una casa colonica, si scende per un tratto su strada inghiaiata e si ritorna sull'asfalto in prossimità del ponte di Rocchetta, proprio dirimpetto alla Chiesa. Sino a questo punto abbiamo percorso circa 2.500 metri. Prima del ponte, a sinistra, c’è il bivio per andare alla frazione Bracchi, mentre se guardiamo a destra, in fondo alla vallata, ci sono i ruderi del castello di Rocchetta.

11290024.jpg (55194 byte)

Si attraversa quello che in realtà non è un vero ponte, in quanto sotto non ci passa nemmeno un ruscello. Si tratta di un rialzo della strada che anticamente era tracciata su di un costone di tufo. Questo falso ponte consente alla strada di procedere in piano, senza insellarsi, al fine di poter più agevolmente raggiungere la frazione di Rocchetta. Gli anziani del luogo ricordano che durante la seconda guerra mondiale quel passaggio sopraelevato fu varie volte fatto saltare dai partigiani che così volevano rendere difficile ai nazifascisti le azioni di pattugliamento e di rastrellamento nella zona di Serole. Ogni volta i tedeschi lo ricostruivano ricorrendo alla manodopera forzata degli abitanti della frazione.

Di Rocchetta balzano agli occhi due costruzioni, la chiesa e la vecchia scuola, visibili e riconoscibili da molto lontano, sia dal fondo valle, cioè da Spigno, sia dalle altre colline intorno.

Dopo aver attraversato il falso ponte e aver superato l'ex scuola (che si nota per la sua forma quadrata e l'intonaco bianco che stacca dal tetto rosso) posizionata proprio all'esterno del tornante, prima della chiesa si svolta a destra per la strada che porta alla borgata Cordasco. Dopo circa 150 metri di strada inghiaiata, si svolta a sinistra proseguendo per un sentiero sterrato che sale mantenendosi a mezza costa.

La prima parte di questo sentiero, passa adiacente ad un "marroneto", cioè un castagneto innestato a marroni, le famose castagne di qualità, ottime sia per le "rustie", sia per i "marron glaces". Il castano era molto diffuso in questi boschi, ed anticamente costituiva una importante risorsa alimentare per le popolazioni montane. Le castagne erano considerate il "pane dei poveri". Oggi sono diventate un bene quasi di lusso, perchè  la manodopera per la raccolta costa cara.

Chi volesse acquistare marroni può rivolgersi al proprietario del marroneto, il sig. Lavagnino xxxxxxx, che sta lì vicino. Tel. 0144 91xxx,

Dopo aver attraversato il bosco procedendo in salita per circa 300 metri,  il sentiero si spiana e sbuca in un noccioleto molto ben curato. Dobbiamo ricordare che in queste terre, quasi Langhe, ed idonee alla coltivazione delle nocciole, comincia il regno della "Nutella": infatti quasi tutto il raccolto dei noccioleti di queste parti viene assorbito dalla Ferrero di Alba per la produzione della famosa crema, che non ha certo bisogno di pubblicità. Dopo altri 200 metri circa si arriva a case Moglie, sbucando a 20-30 metri dalla provinciale.

03150033.jpg (55445 byte) Qui si può fare tappa e acquistare i prodotti dell'azienda agricola della signora Becco Franca che produce nocciole e miele di qualità. L'azienda è in grado di ospitare i cavalli di passaggio, per una sosta ed anche per il pernottamento.
I cavalieri e gli escursionisti che vanno a piedi o in mountain bike, inoltre, possono trovare ospitalità per la notte presso l'azienda agricola Traversa, che oltre a produrre ottimi vini, premiati in più di una occasione, dispone di stanze per dormire con la formula del bed and breakfast.

Le due aziende sono vicine e si sono consorziate per offrire ospitalità ed appoggio ai turisti di passaggio. Nel punto in cui il sentiero sbuca sulla provinciale, si forma una specie di incrocio strategico per l'orientamento..

.La strada asfaltata è posizionata in direzione est-ovest. A est di scende a Spigno; a ovest si sale a Serole; a nord dopo un centinaio di metri si arriva alle case Moglie (azienza agricola Becco Franca), a sud-ovest dopo circa 300 metri si trova la cascina Bertolotto, ovvero l'azienda agricola Traversa. In direzione nord-ovest riprende in salita il nostro sentiero che conduce a Cascina nuova, punto finale del percorso n°1

Prima di riprendere la descrizione del percorso, dobbiamo ricordare la particolarità del luogo che lo rende idoneo alla produzione di vini eccellenti. Il crinale, che porta da Spigno a Rocchetta e poi a Serole, è disposto nella direzione est-ovest e costituisce perciò un naturale riparo dai venti freddi provenienti da nord; inoltre il versante esposto a sud (che ospita la Cascina Bortolotto in cui ha sede l'azienda Traversa) non solo è soleggiato per tutto il giorno, ma è come racchiuso dal vallone del Rio delle Fornaci che lo protegge anche dai venti che provendono da sud. Insomma, in un ambiente così conformato si creano le condizioni climatiche per la produzione di vini di alta qualità. La lunga lista di diplomi e riconoscimenti ottenuti dall'azienda Traversa ne sono la conferma.

Se il turista resiste alla tentazione di una degustazione ... può riprendere il viaggio. Il sentiero riparte in salita, a mezza costa, avendo alla sinistra la vallata del Rio delle Fornaci, sulla destra il crinale. Dopo circa 400 metri si arriva in mezzo alle vigne su di un altopiano denominato Chiozzo. Qui si susseguono per altri 200 metri, vigne e pascoli; finche si arriva ad una casa posta quasi alla fine di questo altopiano. A vedere il paesaggio dal basso, mentre si sale lungo il crinale, non ci si aspetterebbe mai di trovare un altopiano con campi idonei ad un tipo di agricoltura da pianura. Questo spiega come la frazione di Rocchetta in passato fosse popolosa ed ambita, pure con un castello di guardia.

Da questo altopiano  il panorama si riapre: in lontananza a 169°  a sinistra la torre di Merana,   mentre sulla destra si può vedere in alto, sul crinale che collega Serole a Roccaverano,  la chiesa di San Rocco.

03150041.jpg (55029 byte)

Sotto la Chiesa di San Rocco, Ca del Bric, posizionata sul percorso n° 2.

Poco prima dell'unica casa che troviamo lungo il sentiero, a sinistra c'è una strada inghiaiata che porta sulla provinciale Spigno- Serole. Oltrepassata la casa Chiozzo il sentiero si inoltra in un bosco che, per l'altitudine, è composto prevalentemente di castani e pini. Man mano che si sale, la vegetazione cambia, le querce ed i castani si diradano per lasciare posto ai pini.

Dopo circa 300 metri si trova  il confine tra le provincie di Alessandria ed Asti. Per ragioni essenzialmente forestali e venatorie, in genere da queste parti lungo i confini spesso corrono i sentieri, non sempre ben tenuti, che servono appunto a disporre la segnaletica del confine stesso e soprattutto la delimitazione delle zone di caccia. (In questa zona prevale la caccia al cinghiale e quella selettiva del capriolo)

Al confine si trova una specie di incrocio che può trarre in inganno; quella che sembra la strada più sicura dopo un centinaio di metri riporta sulla provinciale. Occorre tenere il sentiero che sale lungo il crinale.

03200013.jpg (65307 byte) Si sale ancora per circa 300 metri in mezzo al  bosco, camminando su di un sentiero incassato, che sembra quasi il letto di un ruscello, cosa strana in quanto non si trova in un fondovalle, bensì proprio lungo una cresta. Il fenomeno è spiegato dai racconti delle persone del luogo, che descrivono quel percorso come una  delle principali vie di comunicazione di una volta, quando la gente andava a piedi o a dorso di asino o mulo. Gli zoccoli degli animali e le ruote dei carri hanno scavato il costone formando in vetta quasi una trincea da prima linea. Altri tempi e altre genti, che si possono intendere solo calcando le loro orme lasciate su questi antichi sentieri. Ripercorrerli è un ritorno al passato, un modo per rivivere una storia che non si può apprendere solo dai libri.

Alla fine di quest'ultimo camminamento scavato nella collina, dopo aver percorso circa 5000 metri, il sentiero sbuca sotto Cascina nuova su di una strada inghiaiata: è il percorso n.2., se si gira a sinistra, verso sud, dopo 400 metri circa si ritorna sulla provinciale Spigno Serole; se si svolta a destra, verso nord, si prosegue verso Cascina Vecchia, Ca del Bric, Frazione Boglioli, Garbaoli. Da li si può andare a Roccaverano o a Mombaldone.

Mappa dei sentieri