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L'idea dell'immaginazione

Maurizio Elettrico

AA.VV. . Pensiero e Immagini: tradizione e innovazione nelle opere di Bruno e Campanella. A cura di Anna Cerbo. Istituto Universitario Orientale - Dip. di studi letterari e linguistici dell'Occidente - Letterature comparate.  Ed. Dante & Descartes, Napoli 2001

 

La Libreria Dante e Descartes ha recentemente pubblicato per l’Istituto Universitario Orientale (Dipartimento di  Studi Letterari e  Linguistici dell’Occidente Letterature Comparate ) un miscellanea di scritti a cura di Anna Cerbo su Bruno e Campanella : Natura e Fortuna nell’antropologia di Bruno e Campanella di Teresa Rinaldi, Ragione naturale e teocrazia universale nella ‘’Monarchia  del Messia’’ di Tommaso Campanella di Paolo Ponzio, Campanella en Espanol; notas sobre los ‘’Discursos a los Prìncipes de Italia’’ di Encarnaciòn Sànchez Garcìa,  Giordano Bruno e la composizione delle immagini: logica dell’infinito e logica della  comunicazione di  Clementina Gily Reda, Anima e corpo, senno ingegno nella poesia di  Campanella. Il mito di Prometeo  di Anna Cerbo, Gli studi di Campanella e Gravina su Dante di  Annarita Placella, Frate Tommaso nella ‘’Fortezza’’ di Giovanni Giudici di Fiammetta Ruottolo.

Questa raccolta ha un titolo emblematico, Pensiero e Immagini, e prevalentemente al rapporto tra pensiero e immaginazione come tra arte e filosofia si riferiscono, pur nella eterogeneità dei temi, la maggior parte delle ricerche qui pubblicate. Bruno e Campanella   rappresentano il vertice di questo rapporto che si lega ad un particolare percorso di  conoscenza; è una dialettica questa che associa accanto al  momento conoscitivo del pensiero quello creativo dell’immaginazione. La forza immaginativa crea un movimento ascensionale della mente che accede naturalmente ai segreti più intimi del cosmo, come in un rapimento. La stessa capacità logica dell’uomo si  interseca con quella analogica che nella ripristinata memnotecnica bruniana va creando una rete labirintica di connessioni, riproducendo nella  mente umana l’ordine  cosmico. Come per Parmenide, in cui poesia e filosofia diventano una sola cosa, anche per Campanella e Bruno poesia e arte, quali  derivati dell’immaginazione vengono considerati strumenti divini della filosofare. Sia Bruno che Campanella infatti furono tutt’altro che  alieni dalla poesia e comunque dalla esperienza creatrice. Campanella   scrisse alcuni  dei più alti esempi di poesia  metafisica dell’età moderna. Bruno produsse con il Candelaio un modello sperimentale che sembra anticipare una concezione novecentesca del teatro  

Comunque l’idea dell’immaginazione in rapporto con  il pensiero e  intesa come via alla  conoscenza quale si  configura nel pensiero dei due autori  appartiene ad una lunga tradizione. Questa idea, riferita inizialmente alla condizione  profetica, ma collegata  all’uso della immaginazione nell’arte, aveva  come suoi antesignani un Posidonio e un Proclo, che consideravano la creazione di immagini  una virtù del pneuma,  un organo a cui si devono tanto i sogni quanto l’ispirazione e che è ricevuto in dono dai cieli dei sette pianeti, condensandosi in un daimon o presenza interiore. Anche un Ugo da San Vittore riprende questa idea della immaginazione associandola all’aria, secondo una sua analogia tra le facoltà dell’anima, corpo, sensazioni, ragione e immaginazione e i quattro elementi, (terra per il corpo, acqua per le sensazioni, fuoco per la ragione, e aria come dicevamo per la l’immaginazione). Inoltre è importante la ripresa di Sinesio da parte dello stesso Ugo da San Vittore, ma anche da Ficino, che aveva tradotto Sinesio ed elaborato parte delle sue teorie sulla immaginazione e sul suo potere di portarsi verso le sfere planetarie. Il rapporto immaginazione e divino in effetti si lega ancora all’idea della creatività come dono del cielo, anzi dono che l’uomo condivide con Dio stesso. Queste teorie si condensarono sempre più attorno alla rivalutazione della figura dell’artefice che vive un rapporto privilegiato con il divino. L’artista infatti, proprio in funzione della sua qualità divina, cioè immaginativa e creativa, viene ancora portato a modello esemplare di umanità.

 Va  sottolineato l’importanza della creatività nel pensiero rinascimentale e la sua teorizzazione filosofica in un Pico ad esempio, dove la libertà e quindi la dignità dell’uomo è proprio nella sua capacità di autorealizzazione come  anche nella sua stessa responsabilità di entità creatrice.

Come dice Porfirio lo spirito accompagna l’anima, ma è l’anima che con l’uso della immaginazione, da cui dipende l’ingegno umano, agisce sullo spirito attraverso l’amore, permettendogli di esprimere meglio il suo potenziale divino. Questo pensiero neoplatonico era assai diffuso in quel tempo e offriva la spiegazione più  riconosciuta del rapporto tra anima e spirito. L’anima dà immaginazione e si impregna di amore ed operando sullo spirito può dare forza plastica alla sua immaginazione e sensibilità. É l’anima oltretutto a essere impregnata dagli influssi celesti, attraverso una discesa lungo le orbite astrali, di cui parla anche Platone in un passo del Timeo, usando la parola oxema per l’anima, cioè sostegno o veicolo  per lo spirito. L’immaginazione si  collega così  all’idea platonica dell’artista, che risale, attraverso l’esperienza della natura, alle cognizioni eterne dell’intelligenza divina; si realizza così quel passaggio, indicato da Platone nel Fedro come nel Timeo, da un arte imitativa ad un arte che rappresenta simbolicamente un attività superiore del pensiero. Ciò era anche in armonia con l’idea dell’espressione artistica come fenomeno della mente, anzi, per dirla con Plotino, come forma superiore di pensiero con una anticipazione  nella filosofia di Platone che parla   ancora di un arte ispirata, dove coincidono umano e divino insieme. In effetti il rapporto tra pensiero e immaginazione  ci riporta ancora all’antica identificazione di Vitruvio dell’arte  con un epistemè (scienza ) piuttosto che con una techne (tecnica). In effetti la poesia veniva assimilata alla stessa attività di indagine intellettuale. Del resto durante il Rinascimento nell’ambito delle arti visive l’idea stessa di disegno la  si faceva discendere dagli Analitici Secondi e dalla Metafisica di Aristotele: si riveste quindi l’arte dei valori teorici della conoscenza sia nella pittura, sia nella poesia attraverso le definizioni di un  Camillo Pellegrino nel De concetto poetico del 1598, ma seguendo di fatto una tradizione di pensiero. che potrebbe partire dallo Pseudo-Longino (nel rapporto che rivela tra fantasia e concetto) e nel medioevo con Scoto Eriugena.

 

 

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