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Mirko Sladek
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Recensione a: Mirko Sladek, LA STELLA DI HERMES a cura di Marina Barioglio pp. 175, euro 15Mimesis 2005, Collana Ermesiana, www.mimesisedizioni.it |
Una particolare attenzione circonda la filosofia ermetica e l’alchimia, un’attenzione di cui si può dar contezza a partire dall’intuizione fondamentale di Mircea Eliade, che identificava nel sogno della trasformazione alchemica il segno fondamentale della téchne, il mito di fondazione della società occidentale moderna. Tuttavia, anche se tale intuizione rimane di grande valore, non è tanto questo il probabile centro dell’interesse contemporaneo per l’alchimia, quanto piuttosto la ricerca affannosa, in plaghe spesso oscure e poco frequentate della memoria collettiva, di surrogati spirituali volti a costituire un’alternativa laica, e, possibilmente, integralmente laica, alla devastante dissoluzione dell’identità religiosa occidentale.
Non è nostro compito, in questa sede, valutare le prospettive filosofiche e sociologiche connesse a questa tensione, le cui prime avvisaglie si registrano già nell’eclettismo del XVIII secolo e che ha come unico risultato immediatamente visibile la perversione di tradizioni ed ideologie in sincretismi e “fai da te” spirituali da supermarket.
Ciò che, più semplicemente, ci preme piuttosto evidenziare, nell’ambito di questa ripresa di interesse, è la moltiplicazione di scritti di varia impostazione e provenienza che pretendono, con estrema varietà di approccio, di “introdurre” all’ermetismo in generale, o, più in particolare, all’alchimia. La comparsa sul mercato di tali scritti rappresenta una fenomenologia in crescita esponenziale.
Si tratta di un parco di pubblicazioni che oscilla costantemente tra le introduzioni storiche – di varia qualità ed approfondimento – e l’ermeneutica junghiana del simbolismo ermetico-alchemico, fino ad arrivare alla pur sempre vasta proposta di matrice occultista, tardo e stanco retaggio della reinterpretazione dell’alchimia da parte della rinascenza ermetica di fine ’800.
Non è dunque più il caso di parlare, come con uno stereotipato atteggiamento ancor oggi si fa, di una scienza ermetica “dimenticata”, “occultata” o “rifiutata dalla cultura ufficiale”.
La diffusione di una larga messe di opere sull’alchimia, per quanto, indubbiamente, si tatti di opere diseguali e molto spesso men che trascurabili, permette oggi di parlare, anzi, di un tema culturalmente “à la page”, su cui il lettore contemporaneo può indugiare per anni, viaggiando tra pubblicazioni dalla resa contenutistica e tipografica variegata, senza tuttavia avanzare di un sol millimetro sulla strada di una comprensione storica e filosofica dell’argomento.
In un ambito caratterizzato da una tale produzione editoriale approssimativa e confusa, è da salutare con piacere la traduzione italiana di questo libro di Mirko Sladek, apparso già alcuni anni fa in Francia. Il testo, pur non superando in alcun modo il limite fisiologico dell’esecranda tradizione delle “introduzioni a...”, ha tuttavia l’indubbio merito di presentare un repertorio limitato di notizie sulla storia dell’ermetismo, trattandole con ricchezza di riferimenti ed un certo rigore storico. Obiettivo dichiarato dell’autore – cui si deve anche una monografia sull’alchimista contemporaneo Alexander Von Bernus, inedita in italiano – è, del resto, presentare un trattazione tematica programmaticamente limitata “ad alcuni dei motivi caratteristici della tradizione e a tre filosofi “esoterici” moderni [..]”. Il sommario storico ed ideologico di Sladek, infatti, consacra, dopo i capitoli introduttivi sulle fonti storiche ed ideologiche dell’ermetismo (un excursus rapido ma affidabile), tre capitoli rispettivamente a “Giordano Bruno e la tradizione ermetica nel rinascimento”, alla “Filosofia della natura nella scuola platonica di Cambridge e la teoria dello spazio di Henry More” ed a “La Philosophia ermetica nel XVIII secolo e il giovane Goethe”.
L’opera, quindi, punta essenzialmente a suggerire, all’interno di una tradizione filosofica e simbolica sterminata, degli episodi significativi, delle incursioni storiche e dottrinarie che introducano il lettore, con un certo rigore documentario, all’approccio della complessa storia ideologica dell’ermetismo occidentale.
Da questo punto di vista, se ci è concesso un giudizio sintetico, ci pare che l’operazione sia sostanzialmente riuscita. Il lettore ha a disposizione, in questo volume, un’agile introduzione che procede per meditata e funzionale frammentarietà, in cui il tono generale della panoramica a volo d’uccello su scuole e sintesi dottrinarie, trova sovente l’occasione per pause di meditazione, proficue soste d’approfondimento ricche di riferimenti su argomenti non banali e quasi sempre disertati dall’ormai ipertrofica saggistica di argomento ermetico. Pause ed approfondimenti che, una volta tanto, non rispondono a facili tentazioni ermeneutiche e sollecitano, anzi, il lettore all’inizio di una frequentazione nomade di autori e bibliografie. Suggestione, dunque, all’intrapresa di un viaggio, di una peregrinazione intellettuale, invito e seduzione all’approfondimento: quel che ogni buon libro introduttivo dovrebbe fare.
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