Il portavoce del Comitato dei cittadini di
Villanova, Loris Calcina, ha presentato ai circa 25 cittadini
intervenuti il significato e le finalità dell’iniziativa.
L’obiettivo fondamentale è quello di dare
voce alle aspettative del quartiere nel contesto delle trasformazioni
territoriali di cui si discute nelle sedi istituzionali, ma di cui poco
o nulla i cittadini conoscono.
Occorre quindi in primo luogo conoscere e
capire per partecipare. Per essere finalmente presenti nel dibattito
attraverso la predisposizione di documenti che siano manifestazione
della posizione del quartiere di Villanova.
A tale proposito, alla fine dell’esperienza
di partecipazione, si prevede la redazione di una pubblicazione che
illustri lo svolgimento ed i risultati dell’iniziativa.
E’intervenuto poi l’architetto Giovanni
Angelelli che ha introdotto alcuni dei contenuti del progetto Bohigas,
sintetizzando le perplessità che hanno già manifestato tecnici e
cittadini in proposito.
L’architetto Carlo Brunelli ha poi spiegato
che il “processo di partecipazione” non può ridursi, come spesso accade,
in una serie di questionari a cui i cittadini sono chiamati a rispondere
ponendo una croce su risposte predefinite.
La partecipazione deve portare ad una
espressione progettuale, con il livello di approfondimento che si potrà
raggiungere, che deve necessariamente derivare dal formarsi di una
“conoscenza” della realtà del territorio, dei processi in atto, e dal
formarsi di una “coscienza” collettiva, da un processo di
identificazione dei cittadini e del luogo che abitano.
Preliminare e fondamentale è quindi il
momento informativo.
Sono stati illustrati i programmi e le
iniziative, avviate dai diversi enti istituzionali, che riguardano
Villanova:
-
Il piano di risanamento per l’Area ad
Elevato Rischio di Crisi Ambientale di Ancona, Falconara e Bassa Valle
dell’Esino
-
Il by-pass ferroviario
-
Il Piano di recupero di Villanova e
Falconara Nord
-
Il progetto Bohigas ed il porto turistico
Rispetto alle varie ipotesi su cui le
amministrazioni stanno lavorando e su cui stanno ottenendo le necessarie
approvazioni (by-pass alla decisone del CIPE, porto turistico in
conferenza dei servizi il 25 marzo), si è deciso di azzerare la
situazione, lasciando sul tavolo soltanto il presupposto di qualsiasi
ipotesi di trasformazione del quartiere: la delocalizzazione degli scali
merci conseguente alla realizzazione dell’interporto di Jesi.
Rispetto a diversi “temi” iniziali della
discussione proposti dai tecnici, relativi ai rapporti possibili o
auspicati tra il quartiere e lo spazio esterno, i diversi interventi
hanno evidenziato la primaria importanza del rapporto tra Villanova ed
il mare. Rapporto fino ad oggi condizionato dagli scali merci.
Si è subito delineata come cruciale la
scelta tra l’ipotesi del porto turistico o quella di una spiaggia
attrezzata per la balneazione.
I tecnici hanno invitato i cittadini a
procedere nella riflessione tenendo presenti alcune questioni:
-
quali sono le reali aspettative del
quartiere nell’ipotesi del porto turistico, in termini di
valorizzazione immobiliare, di nuova occupazione, di riduzione della
marginalità sociale
-
che tipo di turismo ci si può aspettare
sia nell’ipotesi del porto che della spiaggia balenabile
-
quale sarà il futuro della raffineria API
(piano regionale di dismissione programmata) e come questo si
rifletterà sulle due opzioni di scelta
-
la differenza sostanziale tra
un’operazione come quella del progetto Bohigas – operazione
immobiliare di tipo essenzialmente privato ed autofinanziata – e
quella di una riqualificazione della spiaggia balneare, in cui appare
essenziale un sostegno pubblico. Sostegno comunque che il quartiere
può legittimamente rivendicare come “compensazione” dei disagi che è
chiamato a sopportare per la presenza della raffineria.
Gli interventi si sono susseguiti sia in
forma di ulteriore quesito che di affermazione propositiva:
-
il porto turistico può essere fattore
qualificante ma anche fattore di ulteriore degrado: il porto non è
indifferente al suo intorno, né può da solo cambiare il carattere di
una città
-
Il porto turistico genera traffico ed è
una ulteriore fonte di inquinamento del mare
-
Spetta anche a Villanova pretendere un
ruolo qualificato nell’operazione legata al porto turistico, per non
finire di essere ancora una volta situazione di “margine”
-
Il problema dell’altezza delle nuove
edificazioni previste dal progetto Bohigas si può ovviare riducendola
da quattro a due livelli. Ma l’edificazione in sé, senza il porto
turistico, non può portare vantaggi a Villanova
-
Le case potrebbero essere anche realizzare
nell’area dello scalo merci interno, lasciando la spiaggia a servizio
dei residenti del quartiere
-
Quello che serve a Villanova sono spazi
verdi, aree gioco. In questo la fascia costiera liberata dagli scali
merci è una risorsa preziosa ed insostituibile
-
Le case previste su via Monti e Tognetti
sono troppo vicine all’Api.
-
Erano più condivisibili le prime ipotesi
del PRG che prevedevano una adeguata fascia di protezione dalla
raffineria ed un parco del versante interno di Villanova, senza
ipotesi di by-pass ferroviari.
Sulla base di queste riflessioni, i tecnici
hanno ritenuto utile, in vista del prossimo incontro, predisporre degli
schemi grafici di sintesi delle diverse ipotesi di assetto del fronte a
mare di Villanova emerse in sede di dibattito. Ognuna di questi scenari
sarà corredato da un primo elenco di punti di forza e di debolezza
(analisi swot), integrabili dai cittadini, e rispetto ai quali saranno
fornite valutazioni per giungere ad una prima scelta di merito
condivisa.
L’architetto Angelelli ha preannunciato
anche l’avvio della costruzione collettiva di un “plastico” di
Villanova.
La commissione esecutiva del
COMITATO DEL QUARTIERE VILLANOVA
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