Tre giovani Ijaw sono stati uccisi presso un
terminale dell'Agip nel delta del Niger, l'immensa regione meridionale
da cui la Nigeria trae gran parte del suo petrolio. A sparare sono stati
i militari. La notizia, riportata da un giornale locale martedì 9
febbraio, si riferisce a qualche giorno prima e segnala l'ultimo
episodio di una annosa battaglia: quella tra le popolazioni del delta
nigeriano e le aziende petrolifere, che dalla regione estraggono
ricchezza ma lasciano solo inquinamento e distruzione della vita locale.
Ben nota è la vicenda degli Ogoni e del loro mortale conflitto con la
Shell (ricordate Ken Saro-Wiwa, impiccato dalla giunta militare
nigeriana?). Negli ultimi mesi, una serie di proteste della popolazione
Ijaw sono state represse dai militari col fuoco, lasciando sul campo
parecchi morti. Le turbolenze in terra Ijaw mettono in luce anche la
connivenza tra militari e aziende petrolifere: alcuni tra i peggiori
massacri nei villaggi Ijaw furono compiuti da soldati sbarcati da
elicotteri e motolance di proprietà Chevron (vedi TerraTerra del 20
gennaio). Questa volta invece i militari hanno sparato vicino a un
impianto Agip - questo ci deve mettere in allarme. Rappresentanti dell'Agip
in Nigeria affermano che l'azienda non è stata coinvolta nell'episodio,
e che questo non ha avuto ripercussioni sulla produzione del Brass
terminal, 130 mila barili di greggio al giorno. Secondo il giornale
nigeriano P.M. News i giovani uccisi erano parte di un gruppo che andava
al terminale di Obama per portare all'Agip il loro messaggio:
andatevene.
"Noi non siamo stati coinvolti, ma credo
che sia avvenuta molto vicino a noi", un funzionario dell'Agip ha
confermato in seguito all'agenzia di stampa Reuter . "Dobbiamo ancora
avere conferma di come sono andati i fatti. Ma se verremo a sapere che
Agip è coinvolta, la pagherà cara", ha dichiarato al giornale nigeriano
Oronto Douglas, attivista della rete locale che si batte per i diritti
delle popolazioni del Delta.
Le tensioni sociali nel delta del Niger
si stanno traducendo in problemi seri per la produzione petrolifera -
Shell è tra le più danneggiate, perché nella regione Ijaw si trova buona
parte dei suoi pozzi su terra, chiusi restando quelli nella zona ogoni.
Ma proprio Royal Dutch Shell sta progettando nuovi investimenti in
Nigeria per 8,5 miliardi di dollari, per lo sfruttamento integrato di
gas e petrolio questa volta nei campi off-shore di Bonga (che dovrebbe
produrre 350mila barili di greggio al giorno) e nell'impianto di gas
liquido Bonny. Il 70 per cento del nuovo investimento verrà dalla
multinazionale, il resto dallo stato nigeriano. Shell aveva lanciato
mesi fa una campagna di distensione con la popolazione ogoni,
promettendo finanziamenti allo sviluppo locale, nella speranza di
riaprire i pozzi in quella zona. Non ne abbiamo più saputo nulla. |