comunicato stampa congiunto

27 Luglio 2005

tante piccole azioni possono creare e risolvere grandi problemi
anonimo fine millennio

 

Associazione  “Città Viva” - Falconara
Associazione “Il Facocero” - Falconara
Associazione  “25 Agosto” - Falconara
Centro Sociale  ”Kontatto”  - Falconara
Comitato  “Fiumesino” -Falconara
Comitato “Villanova” - Falconara
Comitato di Agugliano
Comitato di Filottrano
Comitato di Osimo
Comitato di Polverigi
Comitato di Monte San Vito, Chiaravalle, Montemarciano
Comunità Resistenti delle Marche
Greenpeace Gruppo Locale di Ancona
Medicina Democratica - Falconara

SULLA IPOTESI AVANZATA DAL CONSORZIO CONERO AMBIENTE PER UN IMPIANTO DI SELEZIONE E TRATTAMENTO DEI RIFIUTI 2 NEL COMUNE DI CHIARAVALLE – LOCALITA’ GALOPPO

I comitati cittadini, le associazioni, i gruppi firmatari del presente documento

valutano negativamente

l’ipotesi avanzata dal Consorzio Conero Ambiente di realizzare un impianto centralizzato di selezione e trattamento dei rifiuti, a servizio del Bacino 1 della Provincia di Ancona, nel Comune di Chiaravalle in località Galoppo e

e denunciano

i modi con cui la Provincia di Ancona e gli altri enti interessati hanno finora condotto l’iter decisionale sulla gestione integrata del ciclo dei rifiuti nel bacino 1, che hanno palesato: insufficienza tecnica, per la mancanza di valutazioni esaurienti, ed insufficienza democratica, per la carenza nell’informazione ai cittadini e nelle forme di partecipazione.

Si riportano i motivi del dissenso:

La scelta dell’area appare “scellerata”,  si verrebbe infatti  ad aggravare la situazione del territorio della bassa Vallesina, già riconosciuto “area ad elevato rischio di crisi ambientale, e sul quale gravano attività altamente inquinanti quali 3 poli di produzione energetica logisticamente molto vicini (centrale API, SADAM Jesi, Centrale Camerata Picena), un aeroporto internazionale in via di ampliamento, un’autostrada che corre all’interno di un centro abitato, una grossa raffineria e diverse altre attività altamente nocive.
Tutto questo in una zona ad alta densità demografica
, forse la più alta della Regione.
Un territorio quindi nel quale sono da escludere,
nella maniera più assoluta, ulteriori carichi urbanistici e nuove fonti di inquinamento.
Inoltre l’opzione per un impianto unico e centralizzato in località Galoppo, non è sorretta da validi motivi di carattere tecnico-economico e ambientale. La localizzazione proposta è lontana dal baricentro della produzione di rifiuti e comporta un sensibile incremento dei costi e degli impatti ambientali, per effetto della maggiore incidenza dei trasporti. E’ inoltre “singolare” che la discarica del Galoppo dovrebbe teoricamente cessare la sua attività nel 2006, guarda caso più o meno in coincidenza con l’entrata in funzione del nuovo impianto di trattamento rifiuti.

I Comitati ritengono

che la scelta degli impianti necessari alla gestione e smaltimento dei rifiuti dei comuni del bacino 1 della Provincia di Ancona debba essere legata a una strategia generale volta alla riduzione della produzione e alla massimizzazione della raccolta differenziata e del recupero e riciclaggio dei rifiuti. Oggi la scelta non deve essere fatta a valle, bensì a monte della gestione dei rifiuti. Ci sono infatti molte azioni a monte che, se realizzate, farebbero risparmiare alle tasche e alla salute dei cittadini la realizzazione di mega-impianti per la produzione di CDR, di nuove grandi discariche o peggio di inceneritori. Realizzando queste azioni, rimarrebbe da smaltire in discarica un residuo notevolmente inferiore rispetto agli attuali livelli provinciali e si tratterebbe soprattutto di materiale inodore e non pericoloso;

indicano

che l’obiettivo primario da raggiungere sia il recupero della frazione organica che, da sola, rappresenta il 30-40% del totale dei rifiuti prodotti.
Sulla base delle esperienze già condotte in altri comuni italiani si può passare in pochissimi anni a percentuali che superino il 50% (esempio: Consorzio Priula per la provincia di Treviso che, nel 2003, dopo soli 5 anni di attività, ha superato il traguardo del 70% di raccolta differenziata).
Questa riduzione raddoppierebbe la durata delle discariche già in funzione nella Provincia di Ancona, assicurando più tempo per studiare le migliori soluzioni per lo smaltimento della parte residua.  

La soluzione proposta dal Consorzio Conero Ambiente, prevedendo una produzione di CDR ai massimi livelli consentiti dalle norme europee, apre la strada agli inceneritori per la produzione di energia elettrica, oggi chiamati, con un eufemismo, “termovalorizzatori”.

Questi Comitati sono DECISAMENTE CONTRARI
a inceneritori e termovalorizzatori

per i seguenti motivi:

 

non recuperano, viene infatti recuperata soltanto parte dell’energia contenuta nel rifiuto, ma non quella necessaria ad estrarre le materie prime e a produrre il nuovo bene, energia che invece si recupera con attività di riuso e riciclaggio. Ad esempio la carta: riciclandola si allunga la vita delle fibre di legno fino a 6 volte;

sprecano energia per il trasporto dei rifiuti all’impianto;

non eliminano il rifiuto, ma lo trasformano in fumi tossici e ceneri che vanno trasportate e smaltite in sicurezza.

contribuiscono all’emissione di gas-serra più di altre alternative;

disincentivano ogni altra politica volta alla riduzione e al recupero dei rifiuti;

contribuiscono al rilascio di sostanze tossiche, persistenti e bio-accumulabili lungo la catena alimentare (come le DIOSSINE).

 I Comitati hanno rilevato

particolari coincidenze tra la richiesta Api di realizzare due nuove centrali elettriche a combustione, la localizzazione dell’impianto proposta assai vicino alla raffineria stessa, e il nuovo casello autostradale di Gabella che, aggiunto a quello previsto in località Casine di Paterno, determinerebbe ben 4 uscite autostradali in nemmeno 20 km.!
Sicuramente c’è qualcosa di strano in tutto questo… e ancora una volta siamo all’oscuro di scelte politiche-economiche che andranno ad incidere pesantemente sulla salute della collettività.

A tale proposito

I Comitati denunciano

fin d’ora come criminale qualsiasi ipotesi di individuare, o autorizzare, un impianto di incenerimento di RSO e di rifiuti speciali industriali presso la raffineria Api;

fanno notare

che la scelta proposta è in contrasto con le politiche regionali, nazionali e comunitarie in tema di rifiuti;

ricordano

i contenuti del Piano Regionale dei Rifiuti che indicano chiaramente come l’unica strada da percorrere sia quella del recupero e della riduzione degli stessi;

richiamano il rispetto

della Direttiva europea e del Decreto Ronchi che fissano nel 35% la quantità minima della frazione riciclata sul totale dei rifiuti prodotti entro il 2003.

I comitati CHIEDONO

quindi alla Provincia di riconsiderare, sul piano politico, prima ancora che sul piano tecnico, l’ipotesi avanzata dal Consorzio Conero Ambiente.

 ed auspicano

che, con l’ausilio degli specialisti dei vari settori disciplinari e delle università, sia promosso un corretto processo di valutazione Ambientale Strategica (VAS) attraverso il quale, sulla base della più ampia partecipazione civile, si possa giungere alla determinazione della soluzione più sostenibile e coerente tra i diversi scenari ipotizzabili.

 

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