RASSEGNA STAMPA 21.12.2004

 

LA GAZZETTA DI PARMA
Chiude la raffineria Eni

FORNOVO - Un pezzo di storia di Fornovo sta per scomparire. Tempo pochi mesi e lo stabilimento Eni, l'ente proprietario della raffineria fornovese fondata nel 1905, chiuderà i battenti. A giugno le attività saranno sospese e trasferite in altre sedi nazionali, presumibilmente a Livorno. Per due anni l'area e gli impianti saranno oggetto di lavori di bonifica e risanamento ambientale. Dopodichè il paesaggio urbano di Fornovo cambierà volto. Come la storia economica del paese. Motivo della decisione: sempre meno richieste di mercato per le sostanze qui prodotte. La notizia ha colpito come un fulmine a ciel sereno, nelle scorse settimane, tutti i dipendenti dell'azienda: circa cinquanta persone tra addetti agli impianti e impiegati. Cinquanta famiglie che dovranno cambiare gli orizzonti futuri, il posto di lavoro e, in diversi casi, anche luogo di residenza. Se non nell'immediato, fra pochi mesi. Il timore di questa decisione aveva in realtà attraversato l'azienda anche in passato. Ma i recenti investimenti attuati soprattutto nel settore della sicurezza, e quindi una prospettiva di continuità per il futuro aziendale, avevano tranquillizzato i lavoratori. Un ottimismo smorzato dalla notizia, ormai certa, di chiusura. La tutela dei lavoratori è stata quindi l'immediato impegno delle associazioni sindacali del settore, riunite in un organismo unitario sotto la sigla Fulc che, a livello provinciale, ha diramato un comunicato per segnalare la situazione fornovese e ha dato il via alle trattative. « La produzione - spiega Roberto Martinelli della Fenca Cisl - terminerà il 30 giugno dopodichè per diversi mesi si procederà ai lavori di bonifica del filtro e degli impianti che saranno attuate da squadre specializzate composta da circa 20 attuali dipendenti. Stiamo cercando la soluzione migliore per i singoli lavoratori. Alcuni di questi andranno in prepensionamento o in mobilità lunga, altri hanno scelto di licenziarsi perchè hanno trovato lavoro altrove. Il tentativo è quello di trovare la soluzione pi ù idonea caso per caso, cercando anche di mantenere l'occupazione con una riconversione dell'area, per mantenere a Fornovo un insediamento produttivo. Per questo - prosegue Martinelli - abbiamo avviato trattative con l'Amministrazione comunale e quella provinciale. Il Comune si è impegnato a fare tutto quanto gli compete. Lo stabilimento è importante anche per ciò che ha rappresentato per il territorio e, vista la quantità di letteratura che lo riguarda, anche una raccolta di questi documenti potrebbe essere ospitata a Fornovo » . Tra le persone che hanno già dovuto accettare una delle soluzione prospettate è Maurizio Agnetti, fornovese, in pensionamento anticipato. « La mobilità - spiega Agnetti - non è certo la prospettiva migliore soprattutto per chi, come me, ha 32 anni di versamenti e dovrebbe ricominciare daccapo altrove, magari in un altro sito Eni, in altre città. Ma, dopo il trauma iniziale che abbiamo vissuto, ora si sta cercando di risolvere caso per caso le diverse situazioni: sia quelle dei pi ù giovani che hanno davanti molti anni di lavoro sia per coloro che erano impiegati da oltre trent'anni qui a Fornovo. Quello che colpisce di pi ù - prosegue Agnetti - è il fatto che nel 2005 questo stabilimento compirà cento anni. Cento anni di storia e circa tremila giorni senza un infortunio, una produzione di solventi, anche ora a pieno ritmo, unica in Italia, in grado anche di lavorare su quantità molto piccole. Le torri di stoccaggio che si vedono da lontano sono uniche nel nostro Paese » . L'orgoglio di essere parte di una azienda profondamente legata al territorio, altamente qualificata per produzione e sicurezza, emerge dalle parole dell'ex dipendente e rende ancora pi ù amaro il futuro. Perchè la petrolifera, per Fornovo ha significato il progresso, il futuro che arrivava, insieme alla ferrovia. La componente sociale, rappresentata dal futuro dei lavoratori fornovesi, s'incrocia inevitabilmente con la cultura e la storia economica del paese. Nel 1905 a Fornovo venne inaugurato il ponte sul Taro che andò a sostituire il pericoloso traghetto. Il paese tornò ad essere cosí un nodo viario di primaria importanza, come nei secoli passati. Nello stesso anno venne costituita la Società Petrolifera Italiana e Fornovo divenne il maggior centro italiano per la produzione e la lavorazione del petrolio, arrivando negli anni ' 30 a coprire circa l' 80 % del fabbisogno nazionale. Le ripercussione sul territorio furono immediate: nuovi posti di lavoro, incremento demografico ed espansione urbanistica. Attualmente la produzione di idrocarburi è di proprietà del gruppo emiliano Gas Plus. Lo stabilimento di lavorazione è invece proprietà Eni.

 
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