MESSAGGERO |
Api: Amagliani lancia i dieci
supersaggi
Riconversione: nella squadra
ufficializzati anche i due ex ministri Ronchi e Treu
E’ UFFICIALE: sarà un pool di
dieci esperti, fra cui gli ex ministri Ronchi e Treu, ad
elaborare una relazione tecnica multidisciplinare per
definire contributi «per uno o più percorsi di sviluppo
alternativi per la riconversione della Raffineria Api di
Falconara rispetto agli attuali assetti
economico-territoriali». È quanto si è appreso al termine di
un incontro convocato in Regione dall’assessore all'
ambiente Marco Amagliani. Amagliani, presenti l'assessore
all' ambiente della Provincia di Ancona Patrizia Casagrande
e gli assessori falconaresi Scortichini e Api, ha convocato
i componenti del gruppo di lavoro per la redazione di uno
«Schema di sviluppo strategico alternativo dell'area Api»,
secondo quanto disposto con la risoluzione del Consiglio
regionale del 15 settembre. Lo studio sarà svolto a contatto
permanente con le strutture politiche e tecniche della
Regione e avrà «una prevalente connotazione di fattibilità
economica e sociale sul medio-lungo termine, soprattutto
riguardo alla salvaguardia dell' occupazione». Il gruppo di
esperti sarà coordinato da Vinicio Bottacchiari, direttore
generale di Sviluppumbria spa e comprende il rettore dell'
Università di Ferrara Patrizio Bianchi, Walter Ganapini di
Macroscopio spa, Giovanni Marsili, primo ricercatore all'
Istituto Superiore di Sanità, l'avv. Sergio Morichi di Ernst
and Young, il prof. Stefano Pareglio dell' Università
Cattolica, il prof. Fabio Polonara del Politecnico delle
Marche, l' ex ministro dell'ambiente Edo Ronchi, Gianni
Silvestrini direttore scientifico di Kyoto Club e l' ex
ministro del lavoro Tiziano Treu. I termini per la consegna
dello schema completo dell' elaborazione sono stati fissati
entro febbraio. La raffineria intanto ribadisce la sua
linea: «Tutelare il territorio dal degrado ma garantendo la
creazione di ricchezza a vantaggio di quello stesso
territorio, che deve pur sempre rapportarsi ad un sistema
competitivo», senza imboccare modelli di pianificazione
ispirati «all' ideologia o all' emotività». |
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CORRIERE ADRIATICO |
Dieci saggi studiano il caso
Api
Riconversione, nel gruppo di
tecnici gli ex ministri Ronchi e Treu. Intanto
l’amministratore Brunetti chiede di non cedere
“all’ideologia o all’emotività”
Un pool di dieci esperti, fra
cui gli ex ministri Ronchi e Treu, elaborerà una relazione
tecnica che consentirà di scegliere tra “uno o più percorsi
di sviluppo alternativi per la riconversione della
Raffineria Api rispetto agli attuali assetti
economico-territoriali”. E’ quanto emerge da un incontro
convocato in Regione dall’assessore all’ambiente Marco
Amagliani, a cui hanno partecipato reppresentanti di
Provincia e Comune di Falconara. Lo studio sarà svolto a
contatto permanente con le strutture politiche e tecniche
della Regione e avrà “una prevalente connotazione di
fattibilità economica e sociale sul medio-lungo termine,
soprattutto riguardo alla salvaguardia dell’occupazione”. Il
gruppo di esperti sarà coordinato da Vinicio Bottacchiari,
direttore generale di Sviluppumbria spa e comprende il
rettore dell’Università di Ferrara Patrizio Bianchi, Walter
Ganapini di Macroscopio spa, Giovanni Marsili, primo
ricercatore all’Istituto Superiore di Sanità, l’avvocato
Sergio Morichi di Ernst and Young, Stefano Pareglio
dell’Università Cattolica, Fabio Polonara dell’Università
Politecnica delle Marche, l’ex ministro dell’ ambiente Edo
Ronchi, Gianni Silvestrini direttore scientifico di Kyoto
Club e l’ex ministro del lavoro Tiziano Treu. Lo schema
completo dell’elaborazione sarà presentato entro febbraio.
Intanto ieri l’amministratore delegato Franco Brunetti è
intervenuto dopo le polemiche seguite alle dichiarazioni del
presidente dell’Api Aldo Brachetti Peretti durante l’open
day di sabato. “Tutelare il territorio dal degrado ma
garantendo la creazione di ricchezza a vantaggio di quello
stesso territorio, che deve pur sempre rapportarsi ad un
sistema competitivo”, è la linea della Raffineria Api, senza
imboccare modelli di pianificazione ispirati “all’ideologia
o all’emotività”. Una filosofia che l’Api “resta determinata
a proporre e perseguire, convinta del valore della sua
presenza nel territorio ma anche attrezzata a realizzare
un’integrazione sempre più piena e rispettosa
dell’ambiente”. |
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RESTO DEL CARLINO |
Tutela e ricchezza del
territorio di
FRANCO BRUNETTI (amministratore delegato dell'Api)
Dare l'opportunità al
pubblico di familiarizzare con una realtà industriale
complessa, cercando di aumentarne la comprensione e le
conoscenze attraverso la visione "da vicino" degli impianti
in attività. In più approfondire - proprio in questo
particolare periodo e attraverso le voci più diverse - un
rapporto impegnativo come quello che si sviluppa tra I'industria
e la realtà che la circonda. E' stata questa la duplice
finalità di apiincontra 2004. La partecipazione dei
cittadini alle visite guidate e al convegno-dibattito ha
dato la misura dell'interesse verso situazioni e temi
oggetto dell'iniziativa, che comunque andranno ulteriormente
sviluppati per maturare conoscenze sempre più precise e
atteggiamenti sempre più consapevoli. Fin da ora, grazie al
contributo delle personalità intervenute e all'andamento
della giornata, è però possibile cogliere spunti utili per
interpretare I'attuale scenario e inquadrare il futuro. E'
emerso in primo luogo che il raggiungimento di elevati
livelli di benessere ed il mantenimento degli attuali stili
di vita implicano sacrifici per la collettività. Un
consumismo meno spinto ed un più oculato utilizzo delle
risorse possono ridurre questo disagio, ma di carburanti per
le nostre auto e di energia elettrica per le nostre case e
per le nostre attività quotidiane continueremo ad avere
bisogno, domani e nel futuro meno prossimo. E' stata poi
richiamata la complessità di siti industriali come quelli "a
rischio di incidente rilevante", in cui il rischio,
ponendosi come elemento inscindibile, va gestito con
modalità e comportamenti responsabili. E' da questi
comportamenti, pur in presenza di tecnologie e competenze
sempre più evolute, che scaturisce il reale livello di
sicurezza, cosi come accade a ciascuno di noi quando si
trova al volante di auto tecnicamente sempre più sicure, ma
la cui guida impone comunque attenzione e prudenza. La
crescente necessità di energia obbliga inoltre a ricercare
con forza la migliore convivenza possibile tra I'industria,
che la produce, e la comunità, che di questa energia
beneficia e nella quale I'industria si colloca. Presupposto
di base per questa convivenza è il dialogo, che deve muovere
da informazioni chiare, attendibili e continue, perchè
ciascuno possa formarsi opinioni corrette. Infine l'aspetto
della pianificazione, intesa come strumento di mediazione e
non come espressione di modelli preordinati o ispirati
dall'emotività o dall'ideologia. Una pianificazione, quindi,
che coniughi la domanda di beni e servizi da parte dei
cittadini e le necessità dell'industria per la produzione
con l'esigenza di contenere i disagi che ne possono
derivare. Da una parte tutelando il territorio dal degrado,
dall'altra garantendo la creazione di ricchezza a vantaggio
dello stesso territorio, che deve pur sempre rapportarsi ad
un sistema competitivo. Su questa linea api raffineria resta
determinata e impegnata, convinta del valore della sua
presenza nel territorio, ma anche attrezzata a realizzare
un'integrazione sempre più piena e rispettosa dell'ambiente |
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LA SICILIA |
Alla raffineria di Gela né
cessioni, né nuovi soci l'Eni punta al futuro dopo l'accordo
sindacale Tregua.
Lontani i tempi delle
vertenze e degli interventi della magistratura
di Maria Concetta Goldini
Gela. Alla Raffineria di Gela
appare archiviata la fase di ricerca di partner che appena
tre anni fa aveva messo in allarme sindacati, lavoratori e
consiglio comunale. C'erano trattative in corso con il
gruppo del magnate russo del petrolio Yukos.Trattative che
tra smentite e mezze conferme dell'Eni ad un certo punto
sfumarono. Ma nel territorio fecero scattare un grosso
allarme. Si disse che l'Eni considerava Gela come una
colonia, che stava per lasciare il territorio dopo aver
prodotto quarant'anni di guasti e poi forti dubbi furono
avanzati sul gruppo russo. Erano altri tempi. Oggi non
soffiano sulla Raffineria di Gela venti di cessioni e non si
intravedono nuovi partners all'orizzonte. Nell'ultimo anno
due conferme eccellenti della solidità della Raffineria
gelese. Nel giugno dello scorso anno il direttore di Eni
Refining & Marketing ing.Taraborelli, in occasione della
presentazione degli investimenti ambientali varati per il
prossimo quadriennio, ha detto chiaramente che la Raffineria
gelese è per l'Eni strategica, è legata ai greggi nazionali
in quanto un terzo della materia prima che lavora proviene
dal sottosuolo ed è vocata all'export. L'Eni insomma crede
nello stabilimento di Gela che, dopo le vicende difficili
degli ultimi anni legati al blocco dell'attività a seguito
delle azioni della magistratura (sequestro del pet coke e
dei serbatoi) oggi vive un momento si stabilità con buone
prospettive per il futuro. La seconda conferma l'ha ricevuta
la Fulc appena una settimana fa. Nell'ambito della
trattativa sull'accordo del quadriennio 2005 - 2008, i
vertici della Raffineria hanno confermato ai sindacalisti
che non si ricercano partner e che si intende investire
invece nel consolidamento e nell'ammodernamento del sito. Il
14 dicembre sarà inaugurato alla presenza di varie autorità
un maxi impianto costato 40 milioni di euro e pronto a
produrre benzina senza zolfo non appena la Regione invierà
le autorizzazioni. Con il 2005 quindi lo stabilimento gelese
si presenta con le carte in regola rispetto alle direttive
Ue che impongono la vendita nei mercati di benzina
desolforata. L'accordo siglato con i sindacati prevede
investimenti per 410 milioni di euro di cui la più grossa
fetta riguarda la sicurezza e l'ambiente, il resto
investimenti di sviluppo ed ammodernamento. Una spesa
consistente riguarda la centrale termoelettrica il cuore
pulsante della Raffineria. Per la centrale si guarda al
futuro. La Fulc ha chiesto ed ottenuto dall' Azienda che
venga commissionato uno studio sull'ipotesi di incrementare
la produzione di energia elettrica dalla centrale
utilizzando il mix coke - metano. Sarebbe anche questa
un'ulteriore garanzia di uno stabilimento che si consolida.
Nell'accordo sindacale sono state previste anche 95
assunzioni: trenta prestissimo di giovani tecnici diplomati,
65 in sostituzione di altrettanti pensionamenti. A Gela la
Raffineria lavora in un momento che non sembra minacciato da
nubi. |
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