RASSEGNA STAMPA 25.11.2004

 

MESSAGGERO
Api: Amagliani lancia i dieci supersaggi

Riconversione: nella squadra ufficializzati anche i due ex ministri Ronchi e Treu

E’ UFFICIALE: sarà un pool di dieci esperti, fra cui gli ex ministri Ronchi e Treu, ad elaborare una relazione tecnica multidisciplinare per definire contributi «per uno o più percorsi di sviluppo alternativi per la riconversione della Raffineria Api di Falconara rispetto agli attuali assetti economico-territoriali». È quanto si è appreso al termine di un incontro convocato in Regione dall’assessore all' ambiente Marco Amagliani. Amagliani, presenti l'assessore all' ambiente della Provincia di Ancona Patrizia Casagrande e gli assessori falconaresi Scortichini e Api, ha convocato i componenti del gruppo di lavoro per la redazione di uno «Schema di sviluppo strategico alternativo dell'area Api», secondo quanto disposto con la risoluzione del Consiglio regionale del 15 settembre. Lo studio sarà svolto a contatto permanente con le strutture politiche e tecniche della Regione e avrà «una prevalente connotazione di fattibilità economica e sociale sul medio-lungo termine, soprattutto riguardo alla salvaguardia dell' occupazione». Il gruppo di esperti sarà coordinato da Vinicio Bottacchiari, direttore generale di Sviluppumbria spa e comprende il rettore dell' Università di Ferrara Patrizio Bianchi, Walter Ganapini di Macroscopio spa, Giovanni Marsili, primo ricercatore all' Istituto Superiore di Sanità, l'avv. Sergio Morichi di Ernst and Young, il prof. Stefano Pareglio dell' Università Cattolica, il prof. Fabio Polonara del Politecnico delle Marche, l' ex ministro dell'ambiente Edo Ronchi, Gianni Silvestrini direttore scientifico di Kyoto Club e l' ex ministro del lavoro Tiziano Treu. I termini per la consegna dello schema completo dell' elaborazione sono stati fissati entro febbraio. La raffineria intanto ribadisce la sua linea: «Tutelare il territorio dal degrado ma garantendo la creazione di ricchezza a vantaggio di quello stesso territorio, che deve pur sempre rapportarsi ad un sistema competitivo», senza imboccare modelli di pianificazione ispirati «all' ideologia o all' emotività».

 
CORRIERE ADRIATICO
Dieci saggi studiano il caso Api

Riconversione, nel gruppo di tecnici gli ex ministri Ronchi e Treu. Intanto l’amministratore Brunetti chiede di non cedere “all’ideologia o all’emotività”

Un pool di dieci esperti, fra cui gli ex ministri Ronchi e Treu, elaborerà una relazione tecnica che consentirà di scegliere tra “uno o più percorsi di sviluppo alternativi per la riconversione della Raffineria Api rispetto agli attuali assetti economico-territoriali”. E’ quanto emerge da un incontro convocato in Regione dall’assessore all’ambiente Marco Amagliani, a cui hanno partecipato reppresentanti di Provincia e Comune di Falconara. Lo studio sarà svolto a contatto permanente con le strutture politiche e tecniche della Regione e avrà “una prevalente connotazione di fattibilità economica e sociale sul medio-lungo termine, soprattutto riguardo alla salvaguardia dell’occupazione”. Il gruppo di esperti sarà coordinato da Vinicio Bottacchiari, direttore generale di Sviluppumbria spa e comprende il rettore dell’Università di Ferrara Patrizio Bianchi, Walter Ganapini di Macroscopio spa, Giovanni Marsili, primo ricercatore all’Istituto Superiore di Sanità, l’avvocato Sergio Morichi di Ernst and Young, Stefano Pareglio dell’Università Cattolica, Fabio Polonara dell’Università Politecnica delle Marche, l’ex ministro dell’ ambiente Edo Ronchi, Gianni Silvestrini direttore scientifico di Kyoto Club e l’ex ministro del lavoro Tiziano Treu. Lo schema completo dell’elaborazione sarà presentato entro febbraio. Intanto ieri l’amministratore delegato Franco Brunetti è intervenuto dopo le polemiche seguite alle dichiarazioni del presidente dell’Api Aldo Brachetti Peretti durante l’open day di sabato. “Tutelare il territorio dal degrado ma garantendo la creazione di ricchezza a vantaggio di quello stesso territorio, che deve pur sempre rapportarsi ad un sistema competitivo”, è la linea della Raffineria Api, senza imboccare modelli di pianificazione ispirati “all’ideologia o all’emotività”. Una filosofia che l’Api “resta determinata a proporre e perseguire, convinta del valore della sua presenza nel territorio ma anche attrezzata a realizzare un’integrazione sempre più piena e rispettosa dell’ambiente”.

 
RESTO DEL CARLINO
Tutela e ricchezza del territorio

di FRANCO BRUNETTI (amministratore delegato dell'Api)

Dare l'opportunità al pubblico di familiarizzare con una realtà industriale complessa, cercando di aumentarne la comprensione e le conoscenze attraverso la visione "da vicino" degli impianti in attività. In più approfondire - proprio in questo particolare periodo e attraverso le voci più diverse - un rapporto impegnativo come quello che si sviluppa tra I'industria e la realtà che la circonda. E' stata questa la duplice finalità di apiincontra 2004. La partecipazione dei cittadini alle visite guidate e al convegno-dibattito ha dato la misura dell'interesse verso situazioni e temi oggetto dell'iniziativa, che comunque andranno ulteriormente sviluppati per maturare conoscenze sempre più precise e atteggiamenti sempre più consapevoli. Fin da ora, grazie al contributo delle personalità intervenute e all'andamento della giornata, è però possibile cogliere spunti utili per interpretare I'attuale scenario e inquadrare il futuro. E' emerso in primo luogo che il raggiungimento di elevati livelli di benessere ed il mantenimento degli attuali stili di vita implicano sacrifici per la collettività. Un consumismo meno spinto ed un più oculato utilizzo delle risorse possono ridurre questo disagio, ma di carburanti per le nostre auto e di energia elettrica per le nostre case e per le nostre attività quotidiane continueremo ad avere bisogno, domani e nel futuro meno prossimo. E' stata poi richiamata la complessità di siti industriali come quelli "a rischio di incidente rilevante", in cui il rischio, ponendosi come elemento inscindibile, va gestito con modalità e comportamenti responsabili. E' da questi comportamenti, pur in presenza di tecnologie e competenze sempre più evolute, che scaturisce il reale livello di sicurezza, cosi come accade a ciascuno di noi quando si trova al volante di auto tecnicamente sempre più sicure, ma la cui guida impone comunque attenzione e prudenza. La crescente necessità di energia obbliga inoltre a ricercare con forza la migliore convivenza possibile tra I'industria, che la produce, e la comunità, che di questa energia beneficia e nella quale I'industria si colloca. Presupposto di base per questa convivenza è il dialogo, che deve muovere da informazioni chiare, attendibili e continue, perchè ciascuno possa formarsi opinioni corrette. Infine l'aspetto della pianificazione, intesa come strumento di mediazione e non come espressione di modelli preordinati o ispirati dall'emotività o dall'ideologia. Una pianificazione, quindi, che coniughi la domanda di beni e servizi da parte dei cittadini e le necessità dell'industria per la produzione con l'esigenza di contenere i disagi che ne possono derivare. Da una parte tutelando il territorio dal degrado, dall'altra garantendo la creazione di ricchezza a vantaggio dello stesso territorio, che deve pur sempre rapportarsi ad un sistema competitivo. Su questa linea api raffineria resta determinata e impegnata, convinta del valore della sua presenza nel territorio, ma anche attrezzata a realizzare un'integrazione sempre più piena e rispettosa dell'ambiente

 
LA SICILIA
Alla raffineria di Gela né cessioni, né nuovi soci l'Eni punta al futuro dopo l'accordo sindacale Tregua.

Lontani i tempi delle vertenze e degli interventi della magistratura

di Maria Concetta Goldini

Gela. Alla Raffineria di Gela appare archiviata la fase di ricerca di partner che appena tre anni fa aveva messo in allarme sindacati, lavoratori e consiglio comunale. C'erano trattative in corso con il gruppo del magnate russo del petrolio Yukos.Trattative che tra smentite e mezze conferme dell'Eni ad un certo punto sfumarono. Ma nel territorio fecero scattare un grosso allarme. Si disse che l'Eni considerava Gela come una colonia, che stava per lasciare il territorio dopo aver prodotto quarant'anni di guasti e poi forti dubbi furono avanzati sul gruppo russo. Erano altri tempi. Oggi non soffiano sulla Raffineria di Gela venti di cessioni e non si intravedono nuovi partners all'orizzonte. Nell'ultimo anno due conferme eccellenti della solidità della Raffineria gelese. Nel giugno dello scorso anno il direttore di Eni Refining & Marketing ing.Taraborelli, in occasione della presentazione degli investimenti ambientali varati per il prossimo quadriennio, ha detto chiaramente che la Raffineria gelese è per l'Eni strategica, è legata ai greggi nazionali in quanto un terzo della materia prima che lavora proviene dal sottosuolo ed è vocata all'export. L'Eni insomma crede nello stabilimento di Gela che, dopo le vicende difficili degli ultimi anni legati al blocco dell'attività a seguito delle azioni della magistratura (sequestro del pet coke e dei serbatoi) oggi vive un momento si stabilità con buone prospettive per il futuro. La seconda conferma l'ha ricevuta la Fulc appena una settimana fa. Nell'ambito della trattativa sull'accordo del quadriennio 2005 - 2008, i vertici della Raffineria hanno confermato ai sindacalisti che non si ricercano partner e che si intende investire invece nel consolidamento e nell'ammodernamento del sito. Il 14 dicembre sarà inaugurato alla presenza di varie autorità un maxi impianto costato 40 milioni di euro e pronto a produrre benzina senza zolfo non appena la Regione invierà le autorizzazioni. Con il 2005 quindi lo stabilimento gelese si presenta con le carte in regola rispetto alle direttive Ue che impongono la vendita nei mercati di benzina desolforata. L'accordo siglato con i sindacati prevede investimenti per 410 milioni di euro di cui la più grossa fetta riguarda la sicurezza e l'ambiente, il resto investimenti di sviluppo ed ammodernamento. Una spesa consistente riguarda la centrale termoelettrica il cuore pulsante della Raffineria. Per la centrale si guarda al futuro. La Fulc ha chiesto ed ottenuto dall' Azienda che venga commissionato uno studio sull'ipotesi di incrementare la produzione di energia elettrica dalla centrale utilizzando il mix coke - metano. Sarebbe anche questa un'ulteriore garanzia di uno stabilimento che si consolida. Nell'accordo sindacale sono state previste anche 95 assunzioni: trenta prestissimo di giovani tecnici diplomati, 65 in sostituzione di altrettanti pensionamenti. A Gela la Raffineria lavora in un momento che non sembra minacciato da nubi.

 
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