Api, al lavoro il pool di
esperti
Arriveranno presto le linee
guida sulla riconversione dell’Api. Si è riunito ieri, per
la prima volta, il pool di esperti designati da Regione,
Provincia e Comune che deve programmare il futuro della
raffineria in modo compatibile con sicurezza e ambiente.
Secondo l'assessore regionale all'Ambiente Marco Amagliani,
la prima «è andata molto bene. Si è creata un'unione di
intenti sui percorsi già iniziati. E’ un lavoro proficuo che
comprenderà anche il confronto con azienda e sindacati».
Prossimo appuntamento tra 2 o 3 mesi, quando i saggi
indicheranno quali strade sono percorribili. Poi toccherà
agli Enti decidere quale imboccare.
A Falconara come sulle
Ramblas
Il progetto Bohigas prevede
un lungomare di tre chilometri stile Barcellona
di GIAMPAOLO MILZI
FALCONARA Una passeggiata di
due-tre chilometri, su percorso attrezzato con bar,
disco-pub, ristoranti, sale giochi, cabine balneari che si
allunga dall'ex "spiaggia dei veleni" a Marina di
Montemarciano. Tra l'Adriatico e la sabbia protetti da nuove
scogliere da un lato e un nuovo quartiere turistico
dall'altro. Potrebbe essere questo - un lungomare in stile
Barcellona, magari con qualche esotica palma e piazzole
belvedere, testimone di inedite mattinate solari sotto
l'ombrellone e "movide notturne" - l'asso nella manica del
fantasista spagnolo dell'urbanistica. Quel’Oriol Bohigas che
col nuovo progetto della Falconara del terzo millennio
affidatogli dal Comune deve sciogliere anche il nodo dell'Apu
3 (Area progetto unitario) che ingloba i venti ettari
inquinati dell'ex Montedison e la zona, tra la statale 16 e
l'A14, già parzialmente destinata dal Prg a nuove
edificazioni. Il sindaco Giancarlo Carletti conosce solo
qualche anticipazione della relazione di piano a cui sta
lavorando lo staff tecnico della MBM di Boigas. Ma al centro
ci sono due "paletti" da cui si innalza l'unica "bandiera
blu" della rinascita turistico-commerciale-ricreativa: il
recupero dell'area contaminata (7-8 milioni di euro la spesa
per la bonifica) che ingloba l'ex azienda chimico; il
trasferimento delle volumetrie da abbattimento di alcuni
fabbricati dello stabilimento per sommarle a quelle per
70.000 metri cubi già previste dal Prg a monte dell'Apu3.
Positivo, in vista di una concreta seconda vita di tutta
l'area, il decreto della Soprintendenza che nel maggio
scorso, dopo un lungo confronto col Comune, definì i vincoli
per gli edifici di archeologia industriale Montedison:
interamente di recupero conservativo solo quello per il
grande capannone centrale "Delle arche" per valorizzare lo
stile della tettoia; vincoli d'attenzione (possibilità di
demolire o ristrutturare radicalmente) per il resto. Spiega
il dirigente dell'Urbanistica municipale Durpetti: «Per il
capannone pensiamo a una riconversione in contenitore per
tempo libero, ricreazione. Invece i volumi che otterremo
dalle demolizioni si aggiungeranno a quelli già sulla carta
a monte, incrementati, sempre di là dalla Statale, anche da
quelli liberati dal recupero dei manufatti di ex allevamenti
avicoli e di alcune case coloniche, col risultato di una
nuova zona residenzial-balneare. Sempre in area Apu3, ma
ancora più all'interno, a ridosso dell'autostrada, spazio
per nuove strutture artigianali e commerciali. Il tutto
eco-compatibile e in linea con la destinazione commerciale e
turistica del Prg '99 per tutta l'area mare-monte». Ma
l'operazione di "contabilità urbanistica" non convince i
Verdi: «Altrochè, il Prg verrebbe stravolto dal giochetto di
spostare volumetrie dal mare all'interno - denuncia Massimo
Binci, esponente locale e della segreteria regionale - Per
le nuove edificazioni a monte si passerebbe da 70.000 a
300.000 metri cubi: ovvero un possibile quartiere su 100.000
metri quadri per 4.000 abitanti. Si dimentica che l'area è
catalogata a basso impatto abitativo, a 500 metri dalla
raffineria Api, e ricompresa in quella regionale ad alto
rischio industriale che è sottoposta ai vincoli e alle
direttive di un suo specifico piano di riconversione ancora
da stilare. Dove sono finite chiarezza e concertazione?
Senza contare che i servizi del nuovo rione turistico
graverebbero sul Comune di Montemarciano, con annesso
indotto di aumento di traffico». |