RASSEGNA STAMPA 24.11.2004

 

MESSAGGERO
Api, al lavoro il pool di esperti

Arriveranno presto le linee guida sulla riconversione dell’Api. Si è riunito ieri, per la prima volta, il pool di esperti designati da Regione, Provincia e Comune che deve programmare il futuro della raffineria in modo compatibile con sicurezza e ambiente. Secondo l'assessore regionale all'Ambiente Marco Amagliani, la prima «è andata molto bene. Si è creata un'unione di intenti sui percorsi già iniziati. E’ un lavoro proficuo che comprenderà anche il confronto con azienda e sindacati». Prossimo appuntamento tra 2 o 3 mesi, quando i saggi indicheranno quali strade sono percorribili. Poi toccherà agli Enti decidere quale imboccare.

A Falconara come sulle Ramblas

Il progetto Bohigas prevede un lungomare di tre chilometri stile Barcellona

di GIAMPAOLO MILZI

FALCONARA Una passeggiata di due-tre chilometri, su percorso attrezzato con bar, disco-pub, ristoranti, sale giochi, cabine balneari che si allunga dall'ex "spiaggia dei veleni" a Marina di Montemarciano. Tra l'Adriatico e la sabbia protetti da nuove scogliere da un lato e un nuovo quartiere turistico dall'altro. Potrebbe essere questo - un lungomare in stile Barcellona, magari con qualche esotica palma e piazzole belvedere, testimone di inedite mattinate solari sotto l'ombrellone e "movide notturne" - l'asso nella manica del fantasista spagnolo dell'urbanistica. Quel’Oriol Bohigas che col nuovo progetto della Falconara del terzo millennio affidatogli dal Comune deve sciogliere anche il nodo dell'Apu 3 (Area progetto unitario) che ingloba i venti ettari inquinati dell'ex Montedison e la zona, tra la statale 16 e l'A14, già parzialmente destinata dal Prg a nuove edificazioni. Il sindaco Giancarlo Carletti conosce solo qualche anticipazione della relazione di piano a cui sta lavorando lo staff tecnico della MBM di Boigas. Ma al centro ci sono due "paletti" da cui si innalza l'unica "bandiera blu" della rinascita turistico-commerciale-ricreativa: il recupero dell'area contaminata (7-8 milioni di euro la spesa per la bonifica) che ingloba l'ex azienda chimico; il trasferimento delle volumetrie da abbattimento di alcuni fabbricati dello stabilimento per sommarle a quelle per 70.000 metri cubi già previste dal Prg a monte dell'Apu3. Positivo, in vista di una concreta seconda vita di tutta l'area, il decreto della Soprintendenza che nel maggio scorso, dopo un lungo confronto col Comune, definì i vincoli per gli edifici di archeologia industriale Montedison: interamente di recupero conservativo solo quello per il grande capannone centrale "Delle arche" per valorizzare lo stile della tettoia; vincoli d'attenzione (possibilità di demolire o ristrutturare radicalmente) per il resto. Spiega il dirigente dell'Urbanistica municipale Durpetti: «Per il capannone pensiamo a una riconversione in contenitore per tempo libero, ricreazione. Invece i volumi che otterremo dalle demolizioni si aggiungeranno a quelli già sulla carta a monte, incrementati, sempre di là dalla Statale, anche da quelli liberati dal recupero dei manufatti di ex allevamenti avicoli e di alcune case coloniche, col risultato di una nuova zona residenzial-balneare. Sempre in area Apu3, ma ancora più all'interno, a ridosso dell'autostrada, spazio per nuove strutture artigianali e commerciali. Il tutto eco-compatibile e in linea con la destinazione commerciale e turistica del Prg '99 per tutta l'area mare-monte». Ma l'operazione di "contabilità urbanistica" non convince i Verdi: «Altrochè, il Prg verrebbe stravolto dal giochetto di spostare volumetrie dal mare all'interno - denuncia Massimo Binci, esponente locale e della segreteria regionale - Per le nuove edificazioni a monte si passerebbe da 70.000 a 300.000 metri cubi: ovvero un possibile quartiere su 100.000 metri quadri per 4.000 abitanti. Si dimentica che l'area è catalogata a basso impatto abitativo, a 500 metri dalla raffineria Api, e ricompresa in quella regionale ad alto rischio industriale che è sottoposta ai vincoli e alle direttive di un suo specifico piano di riconversione ancora da stilare. Dove sono finite chiarezza e concertazione? Senza contare che i servizi del nuovo rione turistico graverebbero sul Comune di Montemarciano, con annesso indotto di aumento di traffico».

 
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