MESSAGGERO |
Brachetti Peretti non ferma
Amagliani
L’assessore regionale: «Non
intendo commentare le dichiarazioni del presidente,
preferisco rispondere con i fatti». Oggi vertice con gli
esperti che si occupano della riconversione dell’area della
raffineria
di MARCO CATALANI
FALCONARA Basta con le
polemiche e avanti con la riconversione. Questa sembra
essere la parola d'ordine uscita dall'incontro di ieri tra
le rappresentanze sindacali della raffineria Api e
l'assessore regionale all'Ambiente Marco Amagliani. Insomma,
le recenti dichiarazioni del presidente Api Aldo Brachetti
Peretti che, durante il convegno all'interno di Apincontra,
hanno dipinto lo scenario di una Falconara «spiaggia con
dieci ombrelloni» prima dell'arrivo della raffineria,
scatenando indignate repliche da parte degli esponenti
politici locali, non hanno per nulla toccato l'animo del "falconarese"
Amagliani. «Non ho nessuna intenzione di commentare le
dichiarazioni di Brachetti Peretti - taglia corto
l’assessore - Preferisco rispondere con i fatti alla
questione Api: già da domani (oggi per chi legge, ndr)
incontrerò il gruppo di esperti chiamati per occuparsi della
riconversione dell'area». Il pool allestito nell'ambito
dell'intesa tra Regione, Provincia e Comune di Falconara
dovrà studiare e programmare il futuro dell'Api secondo
criteri della compatibilità con la sicurezza e l'ambiente.
Ieri Amagliani ha incontrato i rappresentanti sindacali per
chiarire qual è e dove porterà la strada che si comincerà a
percorrere. «Ho illustrato - spiega Amagliani - il percorso
che ci siamo posti, nella logica di un atteggiamento franco
e leale che da parte mia non è venuto mai meno, ponendo tra
i primi punti il mantenimento del livello occupazionale».
Plaudono i sindacati, cercando anch'essi di gettare acqua
sul discorso infiammato di Brachetti Peretti. «Gli sfoghi e
le emotività - dice Massimo Duranti della Cgil - non fanno
bene a nessuno. L'incontro con Amagliani si può definire
buono: noi dobbiamo costruire un'azienda sana, in sicurezza
e compatibile con l'ambiente. Così si dimostra la nostra
credibilità e questa è la nostra sfida. La Regione vuole
essere protagonista di questa fase e siamo stati chiamati ad
essere partecipi al fianco delle Istituzioni. Anche
Amagliani si è detto d’accordo sull'importanza di
consultarci dato che viviamo la Raffineria in prima
persona». Chi invece proprio non ci sta a lasciar passare
l'invettiva di Brachetti Peretti sono i Comitati dei
cittadini di Villanova e Fiumesino. «Stando a quelle
dichiarazioni - attaccano in una nota - Falconara si
dovrebbe chiamare "Castel Brachetti Peretti". E' già la
seconda volta che il presidente Api indugia in
considerazioni denigratorie sulla città e sui suoi
cittadini; se insiste vuol dire che esse rispecchiano
esattamente quale sia la sua considerazione di Falconara. Ma
noi non vogliamo entrare più di tanto nel merito di queste
affermazioni. Vogliamo soltanto fare l'ennesima precisazione
su una falsificazione storica: è falso sostenere che i
quartieri di Fiumesino e Villanova siano sorti e che il
Comune di Falconara sussista dopo l'insediamento dell'Api.
Esistono catasti Napoleonici e Gregoriani dove le abitazioni
della futura Villanova erano già presenti». |
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CORRIERE ADRIATICO |
I comitati contestano
Brachetti
L’Api e il territorio
FALCONARA – L’Api con il suo
deposito e poi con l’impianto di raffinazione è arrivato
quando già c’erano insediamento urbano, case e ferrovia,
quindi, secondo i comitati cittadini di Fiumesino e
Villanova, il presidente della società Aldo Brachetti
Peretti deve evitare affermazioni “offensive per la città ed
i suoi abitanti”. Comunque, scrivono Loris Calcina e Franco
Budini due giorni dopo il convegno organizzato dall’Api,
“noi non vogliamo entrare più di tanto nel merito di queste
affermazioni. Dovranno farlo le amministrazioni competenti;
soprattutto il Comune, è naturale, ma anche la Provincia e
la Regione”. “Riteniamo che siano esse a dover rispondere
adeguatamente a Brachetti Peretti - affermano i
rappresentanti dei due comitati - per non farsi surrogare,
soffocare e soppiantare moralmente e materialmente da una
azienda, per rivendicare una posizione più dignitosa di
Falconara, qualcosa di più di un ‘borgo di pescatori o di
una spiaggia con 10 ombrelloni sul suo litorale, se non ci
fosse stata l’Api’, nonché a dovere esigere il rispetto
dovuto alla città”. “E’ falso – proseguono Calcina e Budini
– sostenere che i quartieri di Fiumesino e Villanova siamno
sorti dopo l’insediamento dell’Api, esistono documenti
storici come, i catasti Napoleonici e Gregoriani nei quali
le abitazioni del futuro quartiere di Villanova erano gia
presenti. Inoltre, l’espansione delle strutture Api
(autorizzata a raffinare nel 1949) risulta inconfutabilmente
da Decreti Ministeriali degli anni ‘70 che hanno in pratica
consentito l’ampliamento della raffineria verso le
abitazioni”. |
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