RASSEGNA STAMPA 23.11.2004

 

MESSAGGERO
Brachetti Peretti non ferma Amagliani

L’assessore regionale: «Non intendo commentare le dichiarazioni del presidente, preferisco rispondere con i fatti». Oggi vertice con gli esperti che si occupano della riconversione dell’area della raffineria

di MARCO CATALANI

FALCONARA Basta con le polemiche e avanti con la riconversione. Questa sembra essere la parola d'ordine uscita dall'incontro di ieri tra le rappresentanze sindacali della raffineria Api e l'assessore regionale all'Ambiente Marco Amagliani. Insomma, le recenti dichiarazioni del presidente Api Aldo Brachetti Peretti che, durante il convegno all'interno di Apincontra, hanno dipinto lo scenario di una Falconara «spiaggia con dieci ombrelloni» prima dell'arrivo della raffineria, scatenando indignate repliche da parte degli esponenti politici locali, non hanno per nulla toccato l'animo del "falconarese" Amagliani. «Non ho nessuna intenzione di commentare le dichiarazioni di Brachetti Peretti - taglia corto l’assessore - Preferisco rispondere con i fatti alla questione Api: già da domani (oggi per chi legge, ndr) incontrerò il gruppo di esperti chiamati per occuparsi della riconversione dell'area». Il pool allestito nell'ambito dell'intesa tra Regione, Provincia e Comune di Falconara dovrà studiare e programmare il futuro dell'Api secondo criteri della compatibilità con la sicurezza e l'ambiente. Ieri Amagliani ha incontrato i rappresentanti sindacali per chiarire qual è e dove porterà la strada che si comincerà a percorrere. «Ho illustrato - spiega Amagliani - il percorso che ci siamo posti, nella logica di un atteggiamento franco e leale che da parte mia non è venuto mai meno, ponendo tra i primi punti il mantenimento del livello occupazionale». Plaudono i sindacati, cercando anch'essi di gettare acqua sul discorso infiammato di Brachetti Peretti. «Gli sfoghi e le emotività - dice Massimo Duranti della Cgil - non fanno bene a nessuno. L'incontro con Amagliani si può definire buono: noi dobbiamo costruire un'azienda sana, in sicurezza e compatibile con l'ambiente. Così si dimostra la nostra credibilità e questa è la nostra sfida. La Regione vuole essere protagonista di questa fase e siamo stati chiamati ad essere partecipi al fianco delle Istituzioni. Anche Amagliani si è detto d’accordo sull'importanza di consultarci dato che viviamo la Raffineria in prima persona». Chi invece proprio non ci sta a lasciar passare l'invettiva di Brachetti Peretti sono i Comitati dei cittadini di Villanova e Fiumesino. «Stando a quelle dichiarazioni - attaccano in una nota - Falconara si dovrebbe chiamare "Castel Brachetti Peretti". E' già la seconda volta che il presidente Api indugia in considerazioni denigratorie sulla città e sui suoi cittadini; se insiste vuol dire che esse rispecchiano esattamente quale sia la sua considerazione di Falconara. Ma noi non vogliamo entrare più di tanto nel merito di queste affermazioni. Vogliamo soltanto fare l'ennesima precisazione su una falsificazione storica: è falso sostenere che i quartieri di Fiumesino e Villanova siano sorti e che il Comune di Falconara sussista dopo l'insediamento dell'Api. Esistono catasti Napoleonici e Gregoriani dove le abitazioni della futura Villanova erano già presenti».

 
CORRIERE ADRIATICO
I comitati contestano Brachetti

L’Api e il territorio

FALCONARA – L’Api con il suo deposito e poi con l’impianto di raffinazione è arrivato quando già c’erano insediamento urbano, case e ferrovia, quindi, secondo i comitati cittadini di Fiumesino e Villanova, il presidente della società Aldo Brachetti Peretti deve evitare affermazioni “offensive per la città ed i suoi abitanti”. Comunque, scrivono Loris Calcina e Franco Budini due giorni dopo il convegno organizzato dall’Api, “noi non vogliamo entrare più di tanto nel merito di queste affermazioni. Dovranno farlo le amministrazioni competenti; soprattutto il Comune, è naturale, ma anche la Provincia e la Regione”. “Riteniamo che siano esse a dover rispondere adeguatamente a Brachetti Peretti - affermano i rappresentanti dei due comitati - per non farsi surrogare, soffocare e soppiantare moralmente e materialmente da una azienda, per rivendicare una posizione più dignitosa di Falconara, qualcosa di più di un ‘borgo di pescatori o di una spiaggia con 10 ombrelloni sul suo litorale, se non ci fosse stata l’Api’, nonché a dovere esigere il rispetto dovuto alla città”. “E’ falso – proseguono Calcina e Budini – sostenere che i quartieri di Fiumesino e Villanova siamno sorti dopo l’insediamento dell’Api, esistono documenti storici come, i catasti Napoleonici e Gregoriani nei quali le abitazioni del futuro quartiere di Villanova erano gia presenti. Inoltre, l’espansione delle strutture Api (autorizzata a raffinare nel 1949) risulta inconfutabilmente da Decreti Ministeriali degli anni ‘70 che hanno in pratica consentito l’ampliamento della raffineria verso le abitazioni”.

 
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