RASSEGNA STAMPA 21.11.2004

 

MESSAGGERO
«L’Api resterà qui per altri cento anni»

Polemica risposta di Brachetti Peretti a chi vuole parlare di riconversione. Porte aperte alla raffineria. Il convegno snobbato dal centro sinistra: tra i personaggi di spicco c’è solo Spacca

di MARCO CATALANI

FALCONARA Tanti visitatori contenti ma il presidente s'infuria e in ogni caso giura che la raffineria non se ne andrà tanto presto. E’ l’estrema sintesi di Apincontra 2004: da una parte tanta gente arrivata per le visite guidate attraverso gli impianti, dall'altra l'atteso convegno (600 posti quasi esauriti) che ha visto nel finale infiammare l'animo del presidente Aldo Brachetti Peretti. Tutto è iniziato con Fabrizio Fabbri, responsabile delle politiche dei Verdi e tra i relatori del convegno, sul discorso di riconversione. «Non chiediamo la chiusura immediata - ha detto - ma dobbiamo parlare di riconversione già da oggi per non arrivare al 2019 impreparati». Apriti cielo. «Falconara si chiamava Ancona VI ed era una spiaggia con dieci ombrelloni. Se è diventata quello che è oggi lo deve alla raffineria - ha animatamente replicato Brachetti Peretti - Siamo qui da 70 anni e ci staremo per altri cento. Ci hanno costruito le case addosso e questo non lo consentiremo più». Oliviero Beha, moderatore con Mario Tozzi, ha provato a rasserenare gli animi, per poi dare la palla all'amministratore delegato Franco Brunetti che ha diplomaticamente riportato la calma. «Api - ha precisato - nel 2030 sarà ancora Api e sarà quello che insieme riusciremo a fare». Non è l’unico spunto di riflessione offerto dalla giornata e dal convegno-dibattito "Aree industriali e territorio: realtà e percezione" condotto dal giornalista Rai Oliviero Beha e dal geologo Mario Tozzi, conduttore del programma tv "Gaia, il pianeta che vive" alla presenza nei panni di relatori di Alberto D'Errico, ispettore capo dei Vigili del Fuoco al ministero degli Interni, Fabrizio Fabbri, responsabile Politiche ambientali dei Verdi, Sergio Treichler di Federchimica, Renato Corvino, docente all'università di Perugia, Franco Martin Foresta del Corriere della Sera e Lorenzo Montali dell'Università di Milano-Bicocca. Tante le autorità presenti: il prefetto Maninchedda, il vice-presidente della Regione Spacca, i consiglieri regionali Ciccioli e Novelli, Paolo Leonardi di Confindustria oltre a numerosi consiglieri comunali di Falconara. Ma molte anche le assenze eccellenti. Il sindaco Giancarlo Carletti, ad esempio, aveva già comunicato che non ci sarebbe stato. Ma non si sono visti neppure tanti rappresentanti del centro sinistra. A parte Spacca, infatti, non c’erano personaggi di spicco, a cominciare dall’assessore regionale all’Ambiente Marco Amagliani. Assenze che forse dicono più di mille parole. Ma torniamo al convegno. Tanti gli argomenti in programma tra legge Seveso, sviluppo sostenibile, rapporto storico tra industria e territorio e i punti di vista di mondo ambientalista e media. Fino all'intervento infuocato di Brachetti Peretti.

Sedia vuota

FALCONARA - Nonostante le dichiarazioni della vigilia, una sedia riservata è rimasta vuota: quella del Comune, che pure doveva essere ben rappresentato. L'Amministrazione, insomma, ha snobbato anche quest’anno Apincontra.

Ma per la gente è stata una bella giornata

di MARCO CATALANI

FALCONARA Ira del presidente a parte, la giornata è passata senza intoppi, con tanti commenti positivi all'iniziativa e la viaggio guidato nella raffineria con puntata all'interno della "bunkerizzata" sala controlli e sosta davanti al parco bitumi ancora sotto il sequestrato del dopo 8 settembre. «Una buona idea - commenta ad esempio Francesco Mezzabotta - per far capire che la raffineria non è un mostro, ma un'azienda sicura, vissuta 24 ore su 24». Su ogni bus, presente un addetto Api per rispondere alle domande della gente. «Le guide sono molto disponibili - racconta Stefania Papino - Hanno illustrato anche le cause dei recenti incidenti. Mio marito lavora qui ed è stata una guida in più». Una chance anche per i parenti degli operai per vedere i luoghi di lavoro dei propri cari, come Egle Ciuccoli : «Mio figlio - dice - lavora qui e mi ha fatto molto piacere visitare il suo posto di lavoro. Non mi aspettavo un'azienda così grande, le guide sono state molto gentili». Grande lavoro anche per gli addetti agli info-point dove la gente poteva chiedere notizie e informazioni. Tanti gli argomenti oggetti di chiarimenti. «Le domande - spiega Santi Materia , responsabile della sicurezza e ieri addetto info-point - sono inerenti agli aspetti più appariscenti: dati su ambiente, sicurezza sul lavoro. Alcuni chiedono del bitume». Alla fine i visitatori sono stati circa 1500 e a tutti è stato distribuito il Rapporto ambientale 2003 con l'augurio, anche di Brunetti, che «l'anno prossimo la gente possa tornare per il Rapporto 2004, confrontare i dati e farsi un'idea autonomamente».

Sanità e parcheggi, l’affondo dei Repubblicani

«Le 13 zone non risolvono i problemi, anzi. Sulle zone blu non ci siamo fatti capire»

di LETIZIA LARICI

In ripresa. I Repubblicani Europei vantano mille iscritti in provincia. Dato indicativo di una significativa svolta dopo l'emergenza degli anni passati. Ieri il partito si è riunito all'hotel Sporting per il I congresso provinciale, che ha visto la riconferma di Ernesto Orciani come segretario. «Dopo le soddisfazioni ottenute alle ultime Europee - ha commentato Orciani - è il momento di pensare alle Regionali alle quali andiamo con l'obiettivo di ottenere un posto in consiglio». Azione che sul territorio provinciale punta allo sviluppo di infrastrutture, turismo, lavoro, cultura, ambiente e sanità. Dal potenziamento di porto, interporto, aeroporto alla realizzazione del by - pass Api, «necessario per migliorare la sicurezza della raffineria». Ed ancora la realizzazione della metropolitana di superficie, della Pedemontana e il completamento del raddoppio della Statale 76. Interventi prioritari secondo il segretario provinciale, che devono andare di pari passo con l'incentivazione del trasporto pubblico e la realizzazione di parcheggi scambiatori agli ingressi delle città. «Anche se gli interventi sulla sosta vanno approfonditi nella fase di consultazione e partecipazione prima di venire attuati. Ad Ancona - ha detto Orciani - questo processo non è stato seguito e l'operazione zone blu non è stata pienamente compresa». Sul fronte dei servizi sociali poi, il partito ritiene prioritaria l'istituzione dell'osservatorio per il Welfare, mentre sul piano culturale «un impegno diverso per arrivare ad un vero sistema teatro Marche che abbia nelle Muse e Pergolesi sponde privilegiate». Capitolo a parte la sanità. «Le 13 zone - ha concluso il segretario - non fanno che frammentare il servizio. Le liste di attesa si allungano e il cittadino finisce con il rivolgersi a strutture private. Sarebbe stato più saggio optare per una zona per provincia». Al congresso sono intervenuti il segretario nazionale Luciana Sbarbati, l'onorevole Giorgio Bogi, il segretario regionale D'Aprile e Adriano Musi. Nel direttivo provinciale sono stati letti Aldo Balducci, Sandro Bellagamba, Manlio Bovino, Stefano Brocani, Guido Carletti, Urbano Cotichelli, Rudi Curzi, Alessandro D’Alessandro, Francesco Di Trapani, Sergio Giardini, Manuela Lenci, Katia Mammoli, Stefano Mengucci, Marco Menotti, Andrea Nespoli, Carlo Olivieri, Riccardo Rossi, Vittoria Salvoni, Andrea Simoncini, Paola Soverchia, Francesco Violini, Sandro Zagaglia.

 
CORRIERE ADRIATICO
Brachetti Peretti: “Resteremo più di 20 anni”

Tra i presenti Spacca e Leonardi. Mancavano tutti i rappresentanti Ds Millecinquecento persone per le visite guidate all’interno dell’impianto di raffinazione

EDOARDO DANIELI

FALCONARA - Apiincontra, atto terzo. Pullman per vedere da vicino la raffineria, convegno in forma di talk show, distribuzione del rapporto ambientale: tutto per garantire, con le parole di Franco Brunetti, amministratore delegato della raffineria, “un contatto e un’apertura nei confronti della comunità che ospita l’azienda”. Convivenza difficile, per la pericolosità dell’impianto secondo coloro che ne chiedono la riconversione o la dismissione; convivenza “percepita” come pericolosa in misura maggiore del concreto secondo i favorevoli che ritengono la presenza della raffineria uno strumento per la crescita del territorio. Non solo locale, ma almeno regionale. Se n’è parlato nel corso della tavola rotonda che, allargando i confini del dibattito al tema nazionale della sicurezza delle aree industriali in un territorio fortemente antropizzato, ha cercato di tenere fuori la polemica locale introducendo elementi di conoscenza generali. Se n’è parlato nel corso delle visite guidate a cui hanno preso parte circa millecinquecento persone nel cuore dell’impianto. Con un impegno comune: non far durare queste parole lo spazio di un giorno ma farle diventare un flusso costante di informazioni. Solo così, e continuando gli investimenti nel settore della sicurezza da parte della proprietà, la presenza della raffineria sarà sempre più tollerata. Fino a quando? Aldo Brachetti Peretti, presidente dell’Api, ha risposto chiaramente con il consueto trasporto emotivo, sul finire della giornata, ribadendo l’importanza della presenza della raffineria per la crescita di Falconara e affermando che, a suo parere, la convivenza deve durare più dei 20 anni previsti dalla nuova concessione. “Molto, molto di più”, ha aggiunto. Un intervento a cui ha fatto seguito la conclusione di Brunetti secondo il quale la permanenza sul territorio sarà comunque basata sulla volontà di integrarsi e di evolversi, conciliandosi sempre più con il territorio. Numerose presenze istituzionali a cominciare dal prefetto Giulio Maninchedda e dal presidente di Assindustria Paolo Leonardi Le delegazioni sindacali erano guidate da Stefano Mastrovincenzo, della Cisl, e Gilberto Zoppi. della Cgil. Banchi vuoti degli esecutivi regionali e provinciali. Accanto ai Brachetti Peretti ha seguito i lavori il solo Gian Mario Spacca con il collega della Margherita Marco Luchetti. Scontata l’assenza della giunta comunale falconarese, nessun esponente dei Ds in vista. Per l’opposizione c’erano invece i consiglieri regionali Carlo Ciccioli e Enrico Cesaroni.

Aree a rischio: soluzioni difficili

Dibattito con Beha e Tozzi. Il verde Fabbri: “Serve la riconversione”

di MARINA MINELLI

FALCONARA - Se - come ha detto Oliviero Beha introducendo i lavori - l’informazione può essere una “munizione” anche con obiettivi politici ed economici, come si fa a comunicare correttamente e a veicolare notizie su un’area industriale a rischio e sui problemi connessi alla sua presenza nel territorio? Visto che poi sono proprio le informazioni a determinare la percezione pubblica delle cose e quindi di seguito le idee, le paure, le prese di posizione? Argomenti scottanti che l’incontro organizzato in occasione della terza edizione di “Apiincontra”, voleva affrontare senza andare nello specifico dell’azienda falconarese, ma facendo riferimento alle oltre 400 realtà nazionali catalogate appunto “a rischio”. Un obiettivo raggiunto a metà perché se, come ha ricordato l’amministratore delegato Franco Brunetti, “l’Api non è il tema e non ci sono persone dell’azienda fra i relatori”, la raffineria di Falconara, con la questione della sicurezza interna e del suo impatto sulla realtà urbana della città, è stata sempre presente, anche se qualche volta in modo latente, negli interventi di tutti i relatori moderati dai giornalisti Rai Mario Tozzi e Oliviero Beha. In fondo, ha rilevato Renato Covino, storico dell’Università di Perugia “per il problema degli impianti industriali ‘a rischio’ non ci possono essere soluzioni facili visto che gli inconvenienti non finiscono quando un’azienda viene smobilitata, anzi”. Fine di un equilibrio, inizio del degrado, costi del recupero delle strutture e della forza lavoro, queste le variabili certe nello scenario del dopo chiusura di un qualsiasi impianto, che secondo Covino devono essere valutate con estrema attenzione. Però problemi e pericoli, ha fatto notare Sergio Treichler di Federchimica, “possono essere gestiti” e poi secondo i dati Inail relativi agli infortuni sul lavoro in Italia le industrie petrolchimiche sono i luoghi più sicuri. Quanto alle paure, fondamentale a parere di Lorenzo Montali psicologo all’Università Milano-Bicocca, “è la scelta di fonti affidabili visto che la fiducia sostituisce la conoscenza”, però ha precisato il giornalista del Corriere della Sera Franco Foresta Martin “i giornali oggi sono uno specchio abbastanza fedele dei temi di dibattito”. Fabrizio Fabbri, responsabile delle politiche ambientali dei Verdi, unico fra i relatori, ha affrontato in modo diretto la questione della riconversione dell’impianto falconarese, “sulla quale si può e si deve ragionare tutti insieme”.

Brunetti: “Ai cittadini possibilità di controllo”

FALCONARA - Rappresentanti istituzionali, molte famiglie dei dipendenti, qualche curioso: il pubblico di “Apiincontra”, la giornata a porte aperte della raffineria di Falconara che si è svolta ieri per il terzo anno. Una giornata, venata dalla tristezza per l’incidente che è costato la vita a Sebastiano Parisse nel settembre scorso, che ha avuto un obiettivo: far conoscere l’impianto, l’impegno per la sicurezza che l’azienda sta portando avanti e approfondire il confronto tra chi sul territorio vive e chi ci lavora. Da questo punto di vista, l’obiettivo è stato centrato, anche se - come ha osservato giustamente Fabrizio Fabbri nel corso della tavola rotonda - non è certo l’unico passo sufficiente per cambiare la percezione che la popolazione ha sulla presenza della raffineria a pochi passi dalle abitazioni. Ai partecipanti è stato consegnato il rapporto ambientale. “Un documento - ha spiegato Franco Brunetti, amministratore delegato ai Api raffineria - in cui tutti i numeri riguardanti le prestazioni ambientali della raffineria, le aree di miglioramento, le politiche di intervento sono dichiarate pubblicamente. Per la prima volta - ha concluso Brunetti - tutti i cittadini sono messi in condizione di poter accedere ai nostri numeri e, cosa più significativa, di poterne controllare l'andamento nel tempo”.

 
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