MESSAGGERO |
«L’Api resterà qui per altri
cento anni»
Polemica risposta di
Brachetti Peretti a chi vuole parlare di riconversione.
Porte aperte alla raffineria. Il convegno snobbato dal
centro sinistra: tra i personaggi di spicco c’è solo Spacca
di MARCO CATALANI
FALCONARA Tanti visitatori
contenti ma il presidente s'infuria e in ogni caso giura che
la raffineria non se ne andrà tanto presto. E’ l’estrema
sintesi di Apincontra 2004: da una parte tanta gente
arrivata per le visite guidate attraverso gli impianti,
dall'altra l'atteso convegno (600 posti quasi esauriti) che
ha visto nel finale infiammare l'animo del presidente Aldo
Brachetti Peretti. Tutto è iniziato con Fabrizio Fabbri,
responsabile delle politiche dei Verdi e tra i relatori del
convegno, sul discorso di riconversione. «Non chiediamo la
chiusura immediata - ha detto - ma dobbiamo parlare di
riconversione già da oggi per non arrivare al 2019
impreparati». Apriti cielo. «Falconara si chiamava Ancona VI
ed era una spiaggia con dieci ombrelloni. Se è diventata
quello che è oggi lo deve alla raffineria - ha animatamente
replicato Brachetti Peretti - Siamo qui da 70 anni e ci
staremo per altri cento. Ci hanno costruito le case addosso
e questo non lo consentiremo più». Oliviero Beha, moderatore
con Mario Tozzi, ha provato a rasserenare gli animi, per poi
dare la palla all'amministratore delegato Franco Brunetti
che ha diplomaticamente riportato la calma. «Api - ha
precisato - nel 2030 sarà ancora Api e sarà quello che
insieme riusciremo a fare». Non è l’unico spunto di
riflessione offerto dalla giornata e dal convegno-dibattito
"Aree industriali e territorio: realtà e percezione"
condotto dal giornalista Rai Oliviero Beha e dal geologo
Mario Tozzi, conduttore del programma tv "Gaia, il pianeta
che vive" alla presenza nei panni di relatori di Alberto
D'Errico, ispettore capo dei Vigili del Fuoco al ministero
degli Interni, Fabrizio Fabbri, responsabile Politiche
ambientali dei Verdi, Sergio Treichler di Federchimica,
Renato Corvino, docente all'università di Perugia, Franco
Martin Foresta del Corriere della Sera e Lorenzo Montali
dell'Università di Milano-Bicocca. Tante le autorità
presenti: il prefetto Maninchedda, il vice-presidente della
Regione Spacca, i consiglieri regionali Ciccioli e Novelli,
Paolo Leonardi di Confindustria oltre a numerosi consiglieri
comunali di Falconara. Ma molte anche le assenze eccellenti.
Il sindaco Giancarlo Carletti, ad esempio, aveva già
comunicato che non ci sarebbe stato. Ma non si sono visti
neppure tanti rappresentanti del centro sinistra. A parte
Spacca, infatti, non c’erano personaggi di spicco, a
cominciare dall’assessore regionale all’Ambiente Marco
Amagliani. Assenze che forse dicono più di mille parole. Ma
torniamo al convegno. Tanti gli argomenti in programma tra
legge Seveso, sviluppo sostenibile, rapporto storico tra
industria e territorio e i punti di vista di mondo
ambientalista e media. Fino all'intervento infuocato di
Brachetti Peretti.
Sedia vuota
FALCONARA - Nonostante le
dichiarazioni della vigilia, una sedia riservata è rimasta
vuota: quella del Comune, che pure doveva essere ben
rappresentato. L'Amministrazione, insomma, ha snobbato anche
quest’anno Apincontra.
Ma per la gente è stata
una bella giornata
di MARCO CATALANI
FALCONARA Ira del presidente
a parte, la giornata è passata senza intoppi, con tanti
commenti positivi all'iniziativa e la viaggio guidato nella
raffineria con puntata all'interno della "bunkerizzata" sala
controlli e sosta davanti al parco bitumi ancora sotto il
sequestrato del dopo 8 settembre. «Una buona idea - commenta
ad esempio Francesco Mezzabotta - per far capire che la
raffineria non è un mostro, ma un'azienda sicura, vissuta 24
ore su 24». Su ogni bus, presente un addetto Api per
rispondere alle domande della gente. «Le guide sono molto
disponibili - racconta Stefania Papino - Hanno illustrato
anche le cause dei recenti incidenti. Mio marito lavora qui
ed è stata una guida in più». Una chance anche per i parenti
degli operai per vedere i luoghi di lavoro dei propri cari,
come Egle Ciuccoli : «Mio figlio - dice - lavora qui e mi ha
fatto molto piacere visitare il suo posto di lavoro. Non mi
aspettavo un'azienda così grande, le guide sono state molto
gentili». Grande lavoro anche per gli addetti agli
info-point dove la gente poteva chiedere notizie e
informazioni. Tanti gli argomenti oggetti di chiarimenti.
«Le domande - spiega Santi Materia , responsabile della
sicurezza e ieri addetto info-point - sono inerenti agli
aspetti più appariscenti: dati su ambiente, sicurezza sul
lavoro. Alcuni chiedono del bitume». Alla fine i visitatori
sono stati circa 1500 e a tutti è stato distribuito il
Rapporto ambientale 2003 con l'augurio, anche di Brunetti,
che «l'anno prossimo la gente possa tornare per il Rapporto
2004, confrontare i dati e farsi un'idea autonomamente».
Sanità e parcheggi,
l’affondo dei Repubblicani
«Le 13 zone non risolvono i
problemi, anzi. Sulle zone blu non ci siamo fatti capire»
di LETIZIA LARICI
In ripresa. I Repubblicani
Europei vantano mille iscritti in provincia. Dato indicativo
di una significativa svolta dopo l'emergenza degli anni
passati. Ieri il partito si è riunito all'hotel Sporting per
il I congresso provinciale, che ha visto la riconferma di
Ernesto Orciani come segretario. «Dopo le soddisfazioni
ottenute alle ultime Europee - ha commentato Orciani - è il
momento di pensare alle Regionali alle quali andiamo con
l'obiettivo di ottenere un posto in consiglio». Azione che
sul territorio provinciale punta allo sviluppo di
infrastrutture, turismo, lavoro, cultura, ambiente e sanità.
Dal potenziamento di porto, interporto, aeroporto alla
realizzazione del by - pass Api, «necessario per migliorare
la sicurezza della raffineria». Ed ancora la realizzazione
della metropolitana di superficie, della Pedemontana e il
completamento del raddoppio della Statale 76. Interventi
prioritari secondo il segretario provinciale, che devono
andare di pari passo con l'incentivazione del trasporto
pubblico e la realizzazione di parcheggi scambiatori agli
ingressi delle città. «Anche se gli interventi sulla sosta
vanno approfonditi nella fase di consultazione e
partecipazione prima di venire attuati. Ad Ancona - ha detto
Orciani - questo processo non è stato seguito e l'operazione
zone blu non è stata pienamente compresa». Sul fronte dei
servizi sociali poi, il partito ritiene prioritaria
l'istituzione dell'osservatorio per il Welfare, mentre sul
piano culturale «un impegno diverso per arrivare ad un vero
sistema teatro Marche che abbia nelle Muse e Pergolesi
sponde privilegiate». Capitolo a parte la sanità. «Le 13
zone - ha concluso il segretario - non fanno che frammentare
il servizio. Le liste di attesa si allungano e il cittadino
finisce con il rivolgersi a strutture private. Sarebbe stato
più saggio optare per una zona per provincia». Al congresso
sono intervenuti il segretario nazionale Luciana Sbarbati,
l'onorevole Giorgio Bogi, il segretario regionale D'Aprile e
Adriano Musi. Nel direttivo provinciale sono stati letti
Aldo Balducci, Sandro Bellagamba, Manlio Bovino, Stefano
Brocani, Guido Carletti, Urbano Cotichelli, Rudi Curzi,
Alessandro D’Alessandro, Francesco Di Trapani, Sergio
Giardini, Manuela Lenci, Katia Mammoli, Stefano Mengucci,
Marco Menotti, Andrea Nespoli, Carlo Olivieri, Riccardo
Rossi, Vittoria Salvoni, Andrea Simoncini, Paola Soverchia,
Francesco Violini, Sandro Zagaglia. |
|
CORRIERE ADRIATICO |
Brachetti Peretti: “Resteremo
più di 20 anni”
Tra i presenti Spacca e
Leonardi. Mancavano tutti i rappresentanti Ds
Millecinquecento persone per le visite guidate all’interno
dell’impianto di raffinazione
EDOARDO DANIELI
FALCONARA - Apiincontra, atto
terzo. Pullman per vedere da vicino la raffineria, convegno
in forma di talk show, distribuzione del rapporto
ambientale: tutto per garantire, con le parole di Franco
Brunetti, amministratore delegato della raffineria, “un
contatto e un’apertura nei confronti della comunità che
ospita l’azienda”. Convivenza difficile, per la pericolosità
dell’impianto secondo coloro che ne chiedono la
riconversione o la dismissione; convivenza “percepita” come
pericolosa in misura maggiore del concreto secondo i
favorevoli che ritengono la presenza della raffineria uno
strumento per la crescita del territorio. Non solo locale,
ma almeno regionale. Se n’è parlato nel corso della tavola
rotonda che, allargando i confini del dibattito al tema
nazionale della sicurezza delle aree industriali in un
territorio fortemente antropizzato, ha cercato di tenere
fuori la polemica locale introducendo elementi di conoscenza
generali. Se n’è parlato nel corso delle visite guidate a
cui hanno preso parte circa millecinquecento persone nel
cuore dell’impianto. Con un impegno comune: non far durare
queste parole lo spazio di un giorno ma farle diventare un
flusso costante di informazioni. Solo così, e continuando
gli investimenti nel settore della sicurezza da parte della
proprietà, la presenza della raffineria sarà sempre più
tollerata. Fino a quando? Aldo Brachetti Peretti, presidente
dell’Api, ha risposto chiaramente con il consueto trasporto
emotivo, sul finire della giornata, ribadendo l’importanza
della presenza della raffineria per la crescita di Falconara
e affermando che, a suo parere, la convivenza deve durare
più dei 20 anni previsti dalla nuova concessione. “Molto,
molto di più”, ha aggiunto. Un intervento a cui ha fatto
seguito la conclusione di Brunetti secondo il quale la
permanenza sul territorio sarà comunque basata sulla volontà
di integrarsi e di evolversi, conciliandosi sempre più con
il territorio. Numerose presenze istituzionali a cominciare
dal prefetto Giulio Maninchedda e dal presidente di
Assindustria Paolo Leonardi Le delegazioni sindacali erano
guidate da Stefano Mastrovincenzo, della Cisl, e Gilberto
Zoppi. della Cgil. Banchi vuoti degli esecutivi regionali e
provinciali. Accanto ai Brachetti Peretti ha seguito i
lavori il solo Gian Mario Spacca con il collega della
Margherita Marco Luchetti. Scontata l’assenza della giunta
comunale falconarese, nessun esponente dei Ds in vista. Per
l’opposizione c’erano invece i consiglieri regionali Carlo
Ciccioli e Enrico Cesaroni.
Aree a rischio: soluzioni
difficili
Dibattito con Beha e Tozzi.
Il verde Fabbri: “Serve la riconversione”
di MARINA MINELLI
FALCONARA - Se - come ha
detto Oliviero Beha introducendo i lavori - l’informazione
può essere una “munizione” anche con obiettivi politici ed
economici, come si fa a comunicare correttamente e a
veicolare notizie su un’area industriale a rischio e sui
problemi connessi alla sua presenza nel territorio? Visto
che poi sono proprio le informazioni a determinare la
percezione pubblica delle cose e quindi di seguito le idee,
le paure, le prese di posizione? Argomenti scottanti che
l’incontro organizzato in occasione della terza edizione di
“Apiincontra”, voleva affrontare senza andare nello
specifico dell’azienda falconarese, ma facendo riferimento
alle oltre 400 realtà nazionali catalogate appunto “a
rischio”. Un obiettivo raggiunto a metà perché se, come ha
ricordato l’amministratore delegato Franco Brunetti, “l’Api
non è il tema e non ci sono persone dell’azienda fra i
relatori”, la raffineria di Falconara, con la questione
della sicurezza interna e del suo impatto sulla realtà
urbana della città, è stata sempre presente, anche se
qualche volta in modo latente, negli interventi di tutti i
relatori moderati dai giornalisti Rai Mario Tozzi e Oliviero
Beha. In fondo, ha rilevato Renato Covino, storico
dell’Università di Perugia “per il problema degli impianti
industriali ‘a rischio’ non ci possono essere soluzioni
facili visto che gli inconvenienti non finiscono quando
un’azienda viene smobilitata, anzi”. Fine di un equilibrio,
inizio del degrado, costi del recupero delle strutture e
della forza lavoro, queste le variabili certe nello scenario
del dopo chiusura di un qualsiasi impianto, che secondo
Covino devono essere valutate con estrema attenzione. Però
problemi e pericoli, ha fatto notare Sergio Treichler di
Federchimica, “possono essere gestiti” e poi secondo i dati
Inail relativi agli infortuni sul lavoro in Italia le
industrie petrolchimiche sono i luoghi più sicuri. Quanto
alle paure, fondamentale a parere di Lorenzo Montali
psicologo all’Università Milano-Bicocca, “è la scelta di
fonti affidabili visto che la fiducia sostituisce la
conoscenza”, però ha precisato il giornalista del Corriere
della Sera Franco Foresta Martin “i giornali oggi sono uno
specchio abbastanza fedele dei temi di dibattito”. Fabrizio
Fabbri, responsabile delle politiche ambientali dei Verdi,
unico fra i relatori, ha affrontato in modo diretto la
questione della riconversione dell’impianto falconarese,
“sulla quale si può e si deve ragionare tutti insieme”.
Brunetti: “Ai cittadini
possibilità di controllo”
FALCONARA - Rappresentanti
istituzionali, molte famiglie dei dipendenti, qualche
curioso: il pubblico di “Apiincontra”, la giornata a porte
aperte della raffineria di Falconara che si è svolta ieri
per il terzo anno. Una giornata, venata dalla tristezza per
l’incidente che è costato la vita a Sebastiano Parisse nel
settembre scorso, che ha avuto un obiettivo: far conoscere
l’impianto, l’impegno per la sicurezza che l’azienda sta
portando avanti e approfondire il confronto tra chi sul
territorio vive e chi ci lavora. Da questo punto di vista,
l’obiettivo è stato centrato, anche se - come ha osservato
giustamente Fabrizio Fabbri nel corso della tavola rotonda -
non è certo l’unico passo sufficiente per cambiare la
percezione che la popolazione ha sulla presenza della
raffineria a pochi passi dalle abitazioni. Ai partecipanti è
stato consegnato il rapporto ambientale. “Un documento - ha
spiegato Franco Brunetti, amministratore delegato ai Api
raffineria - in cui tutti i numeri riguardanti le
prestazioni ambientali della raffineria, le aree di
miglioramento, le politiche di intervento sono dichiarate
pubblicamente. Per la prima volta - ha concluso Brunetti -
tutti i cittadini sono messi in condizione di poter accedere
ai nostri numeri e, cosa più significativa, di poterne
controllare l'andamento nel tempo”. |
|
|