RASSEGNA STAMPA 16.11.2004

 

MESSAGGERO
Api, bitume in mare Pronta la bonifica

di GIAMPAOLO MILZI

FALCONARA Ufficialmente ne sono finiti in mare solo tra i 40 e i 70 metri cubi, e l'Api dice di averne raccolti 200 chili. Ma “capitan Marina Penna” - la tecnica Icram che per il Ministero dell'Ambiente cura la "operazione bitume" - pur ritenendo credibili i dati comunicati dalla raffineria - la scorsa settimana è ritornata sulla spiaggiola di fronte allo stabilimento per "toccare con mano". E, in 48 ore, ha battezzato la versione definitiva di un piano di "prospezione e bonifica" la cui capillarità si può spiegare in un solo modo: nessuno sa per certo quanto del combustibile vomitato l'8 settembre dal tank 145 sia finito in mare attraverso il fosso "Rigatta"; e con le ripetute burrasche degli ultimi due mesi, chissà dove i residui bituminosi possano essere arrivate. Il piano è stato concordato in gruppo dalla Penna, dai dirigenti di due Direzioni ministeriali ("Qualità della vita" e "Protezione della natura") e dai tecnici Api (l'azienda si assume gli oneri) in un summit-sopralluogo in raffineria: operativo appena il mare si calma. Il raggio d’azione: uscita di imbarcazioni Icram con sub (dai 5 ai 10), in collaborazione con Capitaneria e Arpam, in un tratto di mare lungo 4 miglia (costa da Marina di Montemarciano a Palombina) e largo 1 miglio (verso il largo) con monitoraggi ogni 10 metri; contestuale smaltimento del bitume recuperato. Si comincia dalla massicciata di fronte all'Api dove, si spera, sia rimasto il grosso del combustibile. I comitati cittadini stanno per presentare un nuovo esposto alla Magistratura (con foto di spiaggiamenti e alcuni reperti di bitume) che si aggiunge ai due già inviati da Comune e Verdi.

 
LIBERAZIONE
Milazzo, la raffineria al centro della città

Un caso simile a quello di Falconara. L'azienda condannata per inquinamento

di Giuseppina Merlo

Milazzo (ME) Un primo timido segnale, la condanna della Ram, il consorzio delle aziende che gestiscono la raffineria di Milazzo (1.500 dipendenti) è arrivato proprio dalla stessa magistratura che ha imposto il risarcimento a favore di una quindicina di famiglie per danni causati dall'inquinamento. Ma il sospetto che dietro alle insopportabili esalazioni dall'area "desolforazione del gasolio" ci sia molto molto di più che una semplice distrazione è piuttosto diffuso. E sono gli stessi operai a sottolinearlo con proteste continue e scioperi. Pochi giorni fa si sono verificati addirittura due incidenti sul lavoro. In uno, il lavoratore è stato investito da una fiammata. Al Cannizzaro di Catania, dove è stato trasportato con urgenza in elicottero, gli hanno dato 30 giorni di prognosi. I tre segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, avevano già inviato il quindici settembre, una lettera alla Raffineria di Milazzo, all'Azienda Sanitaria, al comandante dei Vigili del fuoco, e al prefetto di Messina. «La situazione ambientale si sta aggravando», scrivevano i tre sindacalisti. «E' stato più volte segnalato da numerosi lavoratori, dalle Rsu e dai Rappresentanti dei lavoratori per la Sicurezza la fuoriuscita di esalazione che comportano malori e disturbi ai dipendenti operanti in quel sito (desolforazione gasolio, ndr). Purtroppo dobbiamo registrare la mancanza di ogni Vs riscontro alla nostra precedente richiesta di intervento per eliminare le condizioni di rischio segnalato per cui, vista la particolarità degli impianti e i numerosi lavoratori e tecnici che vi operano, siamo molto preoccupati per tale situazione e per le continue richieste di accertamento sanitario effettuate presso la vostra infermeria e l'Ospedale di Milazzo da diversi dipendenti colti da malore nei giorni scorsi». La raffineria di Milazzo sorge a pochi passi dal centro abitato. Un caso molto simile a quello di Falconara Marittima. Da anni è al centro di numerose polemiche. A protestare è anche il parroco della chiesa di Archi, che ha costituito un battagliero comitato di cittadini. Al processo contro la Ram si è costituito parte civile.

 
LA SICILIA
Caposquadra in prognosi riservata dopo violenta esplosione l'uomo 53enne colpito alla testa da uno sportello di metallo

Grave incidente in un box della Raffineria e c'è anche un ferito lieve: indaga la polizia

di M.C.G.

Due incidenti al petrolchimico in meno di 24 ore. Pasquale Zambito, 53 anni, originario di Favara, capoturno alla centrale termoelettrica della Raffineria è ricoverato da ieri notte in prognosi riservata all'unità di Rianimazione del Vittorio Emanuele. Il capoturno è rimasto vittima di un grave infortunio sul lavoro e si è temuto per la sua vita. Lunedì intorno alle 4,00 si è verificato un disservizio all'interno del box che protegge uno dei generatori della corrente elettrica della centrale. Quel box è chiamato «sala 15.000» perché la corrente è a 15 mila volt. I tecnici hanno isolato la parte interessata al disservizio togliendo la tensione. Pasquale Zambito è entrato nel box un'ora dopo che l'intervento era stato completato. Era andato a controllare che tutto fosse a posto. In teoria non doveva esserci alcun pericolo. Ed invece è esploso all'improvviso un maxi interruttore. Una violenta esplosione che ha scardinato uno sportello di metallo che ha colpito alla testa Zambito. Anche un suo collega, Nicola Petralito di 24 anni, nativo di Bari ma residente a Gela è rimasto ferito lievemente. Il capoturno che è un iscritto alla Uil è stato ricoverato in Rianimazione. I medici hanno riscontrato il trauma cranico con ematoma, la frattura alla tibia ed in altre parti del corpo e varie ustioni. Le sue condizioni sono definite dai sanitari stazionarie ma la prognosi ieri non è stata sciolta. Al reparto di Rianimazione si sono portati ieri colleghi, il segretario della Uilcem Uil Silvio Ruggeri amico del capoturno, tutti visibilmente dispiaciuti e preoccupati. Nicola Petralito è rimasto intossicato dai fumi. I medici dopo le cure del caso lo hanno dimesso con una prognosi di sette giorni. Sull'incidente alla centrale termoelettrica indaga la polizia. Un'indagine interna è stata avviata anche dalla Raffineria. Il presidente Giacomo Rispoli ha definito ieri mattina l'incidente inspiegabile dato che non c'era tensione ed ha detto che l'azienda si avvarrà delle migliori consulenze per venirne a capo. Tra gli operai ieri è circolata la voce che quell'area della Raffineria ha dato spesso problemi ed in passato, anche se in punti diversi, si sono verificati incidenti. Qualche anno fa proprio quella cabina mandò in blocco lo stabilimento. Nel pomeriggio di ieri un nuovo incidente al petrolchimico. Un operaio della Smim Rosario De Caro, cadendo mentre lavorava all'Lcn, si è fratturato tibia e perone.

 
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