Nell’«Open day» sarà
possibile visitare anche agli impianti teatro di incidenti
di MARCO CATALANI
FALCONARA Fervono i
preparativi per l'«Open day» all’Api. Confermata la data del
20 novembre, la speranza è quella di bissare il successo
dell'appuntamento organizzato per la prima volta
nell'ottobre dello scorso anno, quando più di 3000 persone
presero d'assalto la raffineria per vedere da vicino come
lavora e funziona il colosso industriale. In quell'occasione,
talmente elevata fu l'affluenza di persone - intere famiglie
con tanto di figlioletti e pranzo al sacco modello pic-nic -
che l'orario delle visite, previsto in un primo tempo fino
alle 17, dovette essere prolungato di altre due ore. Oltre
ad una grande affluenza di pubblico, tante furono anche le
autorità civili e cittadine presenti: dal prefetto
Maninchedda al presidente della Provincia Giancarli, dal
sindaco di Ancona Sturani agli onorevoli Duca e
Abbondanzieri. Tra i grandi assenti ci fu da registrare il
forfait del sindaco Giancarlo Carletti, in linea con il
secco "no" dei tempi al rinnovo della concessione. Quella
che lo scorso anno però si svolse all'insegna dei
festeggiamenti, stavolta sarà presentato con un tono più
dimesso vista la vicinanza cronologica con l’incidente
dell'8 settembre, nel quale perse la vita Sebastiano Parisse
e rimasero feriti altri tre operai, e la lunga sequenza di
incidenti più o meno gravi degli ultimi due mesi. Al momento
c'è grande riservatezza sul programma effettivo della
giornata che comunque sarà illustrato dall'azienda durante
la prossima settimana. L'orario delle visite dovrebbe
comunque essere tra le 9 e le 16 ed è molto probabile che la
visita agli impianti preveda anche soste presso quelli
recentemente interessati da incidenti (parco bitumi, Vacuum
1, Vacuum 3, Topping).
Il Comune compra il
circolo
Falconara compra ancora.
Stavolta a finire nell'elenco dei beni comunali sarà il
circolo Arci di Fiumesino unificando sotto un'unica
proprietà quella che ora è suddivisa tra Comune di Ancona,
Gorgovivo e circolo stesso. Prevista la sistemazione del
locale a circolo di quartiere con comodato d'uso gratuito.
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Sensori conta-traffico per
studiare lo smog
Falconara, monitoraggio del
Comune
FALCONARA - Non è della
Provincia, ma del Comune, la centralina antismog piazzata
davanti alla stazione di cui abbiamo scritto nei giorni
scorsi. Tiene giustamente a precisarlo l’amministrazione
civica, spiegando che l’ufficio ambiente del Comune di
Falconara “ha intrapreso una campagna di monitoraggio delle
polveri sottili in via Flaminia”. Verrà utilizzato il
Laboratorio Mobile, dotato di una strumentazione che
giornalmente effettuerà il campionamento delle polveri
sottili PM10 su appositi filtri che verranno in seguito
analizzati dall’Agenzia regionale per l’ambiente. Dallo
scorso agosto, informa il Comune di Falconara, è partita una
campagna di misurazione delle polveri sottili che sarà
eseguita per almeno una settimana al mese nei siti
fortemente influenzati dalle polveri sottili. In questi
giorni l’ufficio ambiente sta svolgendo una serie di rilievi
in via Flaminia, di fronte alla stazione ferroviaria e
congiuntamente ha posizionato nella stessa zona i propri
sensori contatraffico lungo le carreggiate, al fine di
valutare la correlazione tra i volumi di traffico veicolare
e le concentrazioni di polveri sottili in atmosfera. “Un
altro sito in cui verrà posto il Laboratorio Mobile nei
prossimi mesi - informa il responsabile del Settore Ambiente
Paolo Angeloni - è lungo via Flaminia nel quartiere
Villanova, all’altezza dell’intersezione con via
Campanella”. In quella posizione sarà possibile valutare
l’influenza delle sorgenti emissive nella zona e confrontare
in maniera ancora più precisa le concentrazioni di polveri
sottili con quelli misurati dalla centralina fissa della
Provincia di Ancona denominata “Falconara Scuola” e piazzata
un edificio nelle vicinanze.
Falconara, l’occhio non ha
la sua parte
Negozi senza insegne e
prodotti low cost: “Non attirano lo shopping”. Proliferano
le botteghe con articoli a prezzi stracciati, la vecchia
guardia del commercio dà l’allarme: “Carletti faccia
qualcosa”
di CHIARA GIACOBELLI
FALCONARA - La questione
estetica infervora il commercio di Falconara. Sono stati
parecchi e intensi gli sforzi che l'Amministrazione comunale
ha fatto negli ultimi mesi per migliorare l'aspetto della
città. La pavimentazione, le panchine, le piazze e le
strade. Eppure, preoccupa la proliferazione dei cosiddetti
negozi a prodotti "low cost", cioè a basso costo. Si tratta
di tutte quelle botteghe che da qualche anno sorgono come
funghetti nei pressi della stazione e che recentemente hanno
fatto capolino anche in altre zone. “Non attirano, non sono
belli, non stimolano allo shopping e non qualificano il
centro nella direzione auspicata” tuonano i commercianti
della vecchia guardia . "Si parla tanto di voler incentivare
i negozi qualificanti - dice Lorella Montesi, proprietaria
della nota cartoleria Amarillo - mi chiedo allora che cosa
si intenda per qualità, visto che continuano ad avere un
così ampio spazio le merci low cost". E' d'accordo anche
Bruna Cionna, titolare di un'altra celebre cartoleria in via
Flaminia: "Ho un buon rapporto con i negozianti
extracomunitari, li ritengo delle bravissime persone. Ma non
si può certo dire che espongano dei prodotti di qualità, in
grado di stimolare i cittadini allo shopping". A
preoccupare, infatti, è proprio la scarsa capacità di
attrazione di questo genere di negozi, in un periodo già
critico a causa del generale calo delle vendite e in una
zona, quella del centro, continuamente sottoposta alle
pressioni di parchimetri e isole pedonali. "E' normale che
chi paga il grattino per un'ora o due di shopping voglia
almeno trovare un servizio soddisfacente - commenta Martina
Paolini di Terranova - invece i negozi di qualità sono pochi
e da parte del Comune c'è scarso interesse a valorizzarli".
Ma non basta. Ne risente anche l'aspetto prettamente
estetico della città, che si trova a dover fare i conti con
insegne lasciate incomplete, adesivi sbiaditi alle vetrine e
infissi traballanti. "Ritengo sia molto importante che le
attività rispettino dei canoni di base, almeno entro certi
limiti - spiega Miriam Montali della profumeria Galeazzi. Ed
Edi Casu del Moviestore aggiunge: "E' inutile rimettere a
nuovo il centro, quando poi non ci si preoccupa minimamente
dell'aspetto esteriore dei negozi". Quale allora la
soluzione? Si chiede in primo luogo una maggiore attenzione
alle attività commerciali da parte degli organi comunali.
"Non spetta a noi negozianti risolvere il problema - dicono
le commesse della Benetton Undercolors - ci dovrebbe essere
una migliore regolamentazione in merito". E a tale proposito
Vincenzo Trotta della nota gioielleria in centro tiene a
precisare: "Sento poco la presenza di una figura addetta al
commercio della città. Forse ci potrebbe essere più dialogo
con i cittadini". Nel frattempo, si cerca di convivere : "E'
evidente come questi negozi a prodotti low cost non
migliorino l'aspetto estetico e commerciale della città. Ma
non possiamo neppure ritenerli causa di grandi problemi o di
concorrenza alle attività tradizionali - dice Annamaria
Carloni, proprietaria di un'edicola in centro. La speranza
quindi resta quella di una mediazione che accontenti ambo le
parti”. Per i lustrini, bisogna attendere insomma.
“Prima c’è la sostanza,
poi l’immagine”
I nuovi arrivati: “Le spese
sono tante, la forma e l’estetica possono aspettare”
di CHIARA GIACOBELLI
FALCONARA - Visto dagli occhi
di quei negozianti che hanno aperto la loro modesta attività
"low cost" con grande sacrificio, il problema dell'estetica
e della valorizzazione commerciale della città non è meno
complesso. Inutile negare che le spese per chi voglia
avviare un esercizio in centro sono molte, mentre i
guadagni, purtroppo, sempre più magri. Non resta quindi che
eliminare il superfluo, sacrificando proprio quell'aspetto
esteriore che tanto sta a cuore ai commercianti falconaresi.
"Per noi è dura riuscire ad essere competitivi - dicono i
proprietari del nuovissimo negozio low cost in Piazza
Mazzini - ma abbiamo molta pazienza e un po' alla volta
riusciremo a valorizzare anche l'estetica". Si parla già di
apporre nuove insegne a quei negozi che, aperti
recentemente, non hanno ancora provveduto a realizzare
vetrine, targhe e un ingresso adeguato. I tempi dovrebbero
essere dell'ordine di settimane. "Stiamo ancora lavorando
alla ristrutturazione del locale - dicono i titolari del
Call center "Monika" sorto sulle ceneri dell'ex Fumo di
Londra - presto ci occuperemo anche dell'insegna lasciata
incompleta". Quanto alla concorrenza poi, non c'è di che
temere. La maggior parte dei negozianti infatti non parla
neppure italiano e vende la propria merce a una nicchia ben
precisa della popolazione. "Abbiamo una nostra clientela che
non invade il campo delle attività tradizionali - spiegano i
proprietari del Welfare International Telephone in via Bixio
- d'altra parte non ci possiamo permettere prodotti di altro
genere, almeno per il momento". Un commercio nel commercio,
quindi, che se non si integra del tutto con gli usi e
costumi della città, quanto meno non entra in diretto
conflitto con esso. Eppure, quattro call center in un'area
così piccola sembrano davvero tanti. Viene allora da
chiedersi: non si faranno concorrenza tra loro? "No -
assicura il proprietario del negozio in Piazza Mazzini -
siamo come una piccola comunità e collaboriamo il più
possibile fra di noi". |
Grave incidente alla
raffineria operaio investito da fiammata
di G. C.
Incidente alla raffineria di
Milazzo, ieri mattina, durante i lavori di fermata degli
impianti. Intorno alle 9,30, Giuseppe Sindoni, 42 anni,
operaio della ditta Trio, è stato investito da una fiammata
riportando gravi ustioni al viso e al corpo durante i lavori
di manutenzione, avviati il 2 novembre, su buona parte degli
impianti che resteranno fermi fino a metà dicembre. Il
saldatore è stato prontamente soccorso e trasportato
dall'ambulanza della Raffineria all'ospedale di Milazzo. I
medici gli hanno riscontrato ustioni di primo e secondo
grado agli arti superiori, ustioni di primo grado al volto
ed al gluteo sinistro. La prognosi è di 30 giorni. Dopo le
prime cure il ferito è stato trasferito a scopo
precauzionale in ambulanza al reparto Grandi ustioni
dell'ospedale Cannizzaro di Catania. Da una prima
ricostruzione Sindoni, che stava operando nell'impianto di "alchiazione"
in fase di manutenzione, è stato investito dalle fiamme
sprigionate da una scintilla del saldatore entrata a
contatto con i residui depositati all'interno del tubo. Il
coordinamento delle rsu "Indotto raffineria" ha proclamato
lo stato di agitazione immediato. |