L’Api punisce quattro
dipendenti
Riposo forzato di alcuni
giorni per «errori alla manutenzione dei forni». I sindacati
: «Per ora niente polveroni e nessuna azione eclatante.
Ricorreremo al giudice del lavoro»
di GIAMPAOLO MILZI
FALCONARA - I tubi del
macchinoso megaingranaggio produttivo Api fanno acqua? Per
ora pagano i lavoratori. In quattro, spediti a riposo
forzato, per un minimo di quattro e un massimo di otto
giorni a testa, a seconda dei casi e della gravità degli
svarioni che, secondo l'azienda, avrebbero commesso operando
ai forni degli impianti Vacuum 3 e Vis Breaking. Tubi, forni
e impianti andati più o meno in tilt. E in quel "per ora
pagano" c'è la sintesi della linea partorita ieri dai
sindacati che - riunitisi per alta pressione di una base
preoccupatissima e già sull'orlo di una crisi di nervi per i
recenti incidenti in raffineria - hanno diramato un
comunicato interno destinato a tutti dipendenti in cui si
annuncia una reazione «a norma di contratto» contro i
quattro provvedimenti disciplinari. Ore e ore di riunione,
ieri al petrolchimico ancora semi-paralizzato dai sequestri
della magistratura, dalle 9 alle 13, e poi, ancora, il
pomeriggio, per incontri informali, anche con i vertici
aziendali, e per ritoccare il documento della nuova
vertenza. E' la linea del bastone e della carota. O meglio,
della carota e del bastone. Non lo dice Massimo Duranti,
delegato della Rsu proprio al piatto più scottante e
indigesto da digerire dalla "grande turbolenta famiglia
Api": quello della sicurezza dell'ambiente. Ma, reduce dalla
riunione del direttivo Rsu-Consiglio di fabbrica, fa capire:
«Dobbiamo fare gli interessi dei colleghi colpiti dalle
sanzioni, e quindi per ora nessuna azione eclatante ma
ricorso al giudice del lavoro ex legge 300. Una prassi
normale, niente polveroni; di disfunzioni ai forni come
quelle degli ultimi casi negli ultimi vent'anni ce ne sono
state tante. Nessuna correlazione tra i provvedimenti
disciplinari, i recenti cambi al personale, e la situazione
critica in cui versa in questo periodo l'azienda (coi
vertici, e non solo, pluri-inquisiti per vari reati dopo la
tragedia con morto e feriti al parco bitumi , il piccolo
rogo al Vaccum 1, la presunta bonifica truccata, ndr.)». Fin
qui la carota. E il bastone? «I dipendenti si sono
giustificati con la commissiine aziendale, io stesso ho
curato la difesa di uno di loro. La direzione può ancora
recedere dalle sanzioni, mentre va avanti il ricorso di
fronte al giudice. Siamo molto fiduciosi. Ma se è vero, come
dice l'azienda, che sono stati compiuti errori alla
manutenzione dei forni, e ci sono danni, e qualcuno deve
pagare, è vero anche che da parte dei sanzionati non c'è
stata alcuna ammissione di vera responsabilità. E se hanno
fatto qualche sbaglio, occorre vedere se sono stati messi
nelle condizioni di evitarlo». Già, anche perchè di "sbagli"
in raffineria, secondo la procura della Repubblica (la
verità processuale ancora non c'è) negli ultimi anni ne sono
stati commessi diversi. Tutti colposi, per carità. Ma dalle
conseguenze tremende. Manutenzione degli impianti, rispetto
delle norme di sicurezza, protezione ambientale, formazione
dei lavoratori, i temi sotto "indagine" anche da parte
sindacale. Nessuna correlazione - giura Tommaso Ballatore,
responsabile degli impianti alta e bassa pressione - tra il
mio volontario distacco dall'Api per un altro lavoro e quei
temi. No comment, invece, dal suo braccio destro a quelle
mansioni, il giovane caporeparto Franco Barone. Non è
iscritto al sindacato e coi sindacati per ora non entra nel
merito. Riflette sui motivi di un «trasferimento-doccia
fredda» piovutogli inaspettatamente addosso d'ufficio
(mittente la direzione Api). E chissà se i sindacati
dovranno usare il "bastone", ovvero lo sciopero, anche per
il "caso Barone".
Rinviata la discussione
sulla ztl Amagliani: amministratori deludenti
di MARCO CATALANI
FALCONARA La ztl di
Castelferretti slitta ancora. L'odg presentato da
Rifondazione cComunista, che doveva essere discusso durante
il Consiglio comunale di mercoledì scorso, è stato rinviato
infatti alla prossima seduta. Cosa che non ha fatto certo
piacere a Carlo Amagliani, portavoce del comitato promotore,
presente tra il pubblico durante l'assemblea. «Si sono
alzati in dieci - commenta Amagliani - e hanno fatto mancare
il numero legale. E pensare che mi era stata promessa una
risposta per agosto. Lasciatemi denunciare una certa
delusione per il comportamento disinvolto e snervante
dell'Amministrazione. Chiediamo ormai da mesi una presa di
posizione ufficiale come promessoci dagli assessori Api e
Canonico durante l'assemblea pubblica del 4 giugno e negli
incontri informali estivi alla presenza anche del sindaco
Carletti». Il progetto-ztl prevede l'istituzione di blocchi
all'altezza delle due rotatorie agli estremi est e ovest del
centro tutte le domeniche e festivi e dalle 18 alle 24 nei
giorni feriali con due sensi unici utilizzando percorsi già
esistenti, oltre all'istituzione di parcheggi a tempo a 30 e
60 minuti, controllo elettronico della velocità, dissuasori
di velocità nei punti come scuola e chiesa e la
realizzazione di piste ciclabili fino ad arrivare ad una
futura pedonalizzazione del centro storico. Il progetto fin
dagli esordi è stato osteggiato dai commercianti, che vedono
nella chiusura del centro storico un pericolo per le proprie
attività economiche. Ultimamente al gruppo degli oppositori
si è unito anche un altro comitato formato dai giovani di
Castelferretti, che se da un lato bocciano totalmente la
proposta dei sensi unici, dall'altra sposano le altre
istanze di Amagliani, proponendo di incentivare l'utilizzo
della variante di via del Consorzio, risistemando il manto
stradale e facilitando l'ingresso nel nuovo parcheggio di
via della Stazione con una strada di collegamento alla
variante. «Qui - attacca Amagliani - non si tratta di
chiudere un paese anche se i valori riferiti al Pm10 (67 mcg/mc)
da un punto di vista sanitario lo imporrebbero. Il nostro
piano rimane un rimedio parziale, fatto per scoraggiare
l'uso dell'auto che riuscirebbe a ridurrebbe il traffico del
30%, conciliandosi con le esigenze di tutti». Intanto la
petizione popolare, avviata dal Comitato di base per dare
supporto al progetto-ztl, è arrivata a quota 600 firme e i
promotori intendono proseguire fino ad arrivare ad
accumularne 1500.
Il Ministero "salva" il
Castello
di Marco Catalani
FALCONARA Importante passo
avanti per la tutela del Castello di Barcaglione: il
ministero per i Beni culturali ha infatti dichiarato l'area
del castello, su cui ora si scorgono solo ruderi delle mura
e di un torrione di «interesse culturale per la presenza dei
resti architettonici di un maniero medievale, nonché del
relativo giacimento archeologico». La notizia è stata
accolta con entusiasmo dall'Amministrazione che in questi
anni ha avviato le procedure per l'acquisto e il recupero
per fini turistici. Anche ultimamente, all'inaugurazione
dell'anno accademico dell'Unitre, l'assessore alla Cultura
Fabio Ciceroni aveva denunciato lo stato di degrado in cui
versava il Castello. «La situazione è preoccupante - aveva
detto - anche perché gli attuali proprietari sono propensi a
ridurre al minimo la presenza di quel che resta delle mura.
Urge un intervento, la nostra è una corsa contro il tempo».
Ora il Demanio dovrà garantire la cura e la conservazione
dei resti del Castello e di tutta la superficie circostante.
«Il terreno - spiega il dirigente Ruggero Giacomini -
appartiene al Demanio che ora non può più disinteressarsi
dei resti del Castello di Barcaglione e dell'area
circostante. Anzi, adesso ha l'obbligo di provvedere ad
esso, rispondendo anche alle sollecitazioni del Comune che
da tempo ha dichiarato il proprio interesse all'acquisizione
dell'area». |
Rsu-Api, la replica e il
rilancio
La questione si sdoppia. Per
le lettere di richiamo già pronte le controdeduzioni. I
sindacati ora scrutano il futuro: “Riapriamo il tavolo a 360
gradi”
FALCONARA - Due piani
distinti con due azioni separate. La strategia delle
rappresentanze sindacali dei lavoratori del’Api seguirà
strade differenti scindendo le situazioni che all’interno
della raffineria si stanno vivendo. Questo ha detto
l’incontro interno delle Rsu e questo verrà detto anche nel
prossimo incontro con i vertici della struttura di Falconara
reduce da due mesi di incidenti e problemi agli impianti che
hanno interessato tutti gli operai. Le Rsu come primo passo
intendono “riaprire il tavolo di trattative con l’azienda a
360 rapporti - racconta Massimo Duranti della Cgil -. Per
parlare dei rapporti dell’Api con l’esterno e per valutare
soprattutto quello che sarà il futuro all’interno. In
termini di sicurezza e di garanzie ma anche in termini di
investimenti e di prospettive. Vogliamo sapere per esempio
se vorrà dotarsi di un nuovo impianto di produzione del
gasolio a basso tenore di zolfo per rendersi competitiva sul
mercato e via dicendo”. Altro piano e altro tenore per la
questione delle lettere di richiamo. Intanto si affronterà
l’azienda punto per punto con gli strumenti del contratto:
“Lo faremo e senza risparmiarci - ha continuato Duranti -.
Intanto lo abbiamo fatto per i quattro interessati con le
nostre controdeduzioni e lo faremo se dovesse riaccadere. Se
necessario arrivando anche gli arbitrati e alla
conciliazione. Tuttavia non abbiamo in mano gli elementi per
parlare di giro di vite dell’azienda”.
“Turismo, ora fuori le
idee giuste”
I Vip falconaresi: “Servono
strutture non il disordine”
di CHIARA GIACOBELLI
FALCONARA - La parola
d'ordine? Incentivare il turismo. Il sindaco Carletti ne è
sempre più convinto e con lui i vari organi comunali che
pianificano per Falconara un futuro sulle orme di
Senigallia. Eppure fra i cittadini non tutti sono d'accordo.
C'è chi punterebbe su una fascia d'età giovanile e chi
invece mette i puntini sulle i: va bene il turismo, ma non
il disordine. L’esperienza dell’estate passata è servita per
capire potenzialità e limiti. "La risorsa che più delle
altre dovrebbe essere valorizzata - spiega il direttore
dell'Aerdorica Luca Facenda - è la spiaggia. Quest'anno si è
fatto qualcosa per la notte, ma ancora troppo poco per il
giorno". Per spiaggia non si intende soltanto bar,
stabilimenti o luoghi di divertimento, ma anche pulizia
ambientale, specie se si vuole puntare su un turismo a lungo
termine. "Penso che si possa almeno tentare di recuperare
quell'attrattiva balneare di un tempo - continua Facenda -
ponendo più attenzione ai rifiuti, alle alghe e a tutto ciò
che può costituire una fonte di inquinamento". Un cammino
ancora lungo, dunque, che però ha già posto le sue
fondamenta, a cominciare dalla rivelazione del Solaria, che
questa estate ha portato a Falconara più gente di quanta non
ne abbia mai richiamata nessuno stabilimento. Ecco allora
che scatta il problema dell'ordine, come diretta conseguenza
dell'aumento di persone. "L'idea del Solaria è stata ottima
- commenta il noto avvocato Carlo Serrani - ma a questo
punto si rende necessaria una maggiore sicurezza nei luoghi
a rischio". Non solo. Inutile portare in città migliaia di
giovani con la voglia di divertirsi, se non sono presenti le
infrastrutture adatte a riceverli. "Se si spendono tempo e
denaro in attività colossali quando la città non è ancora in
grado di sostenere un turismo simile, si rischia di lavorare
inutilmente" afferma il direttore della Banca di Credito
Cooperativa di Falconara Marittima Glauco Alderisio.
Insomma, fare di Falconara un centro dinamico non è poi così
semplice come potrebbe sembrare all'apparenza. Lo conferma
anche Lamberto Ridolfi, proprietario dello storico
ristorante Villa Amalia: "Deve essere posta attenzione a non
agevolare alcune strutture a scapito di altre. Inoltre è
indispensabile una certa selezione, in modo che il guadagno
superi i disordini". Si dimostra quindi ben accetto solo il
turismo consapevole, quello cioè concentrato nei luoghi e
nei tempi giusti. In più, lo sforzo dovrebbe essere volto ad
accontentare un po' tutti, senza distinzioni di sorta. "E'
positivo organizzare attività culturali e musicali come
negli ultimi mesi - dice Bruno Severini, titolare della
celebre cartoleria a Falconara - a patto che vengano
rispettati gli interessi, oltre che le opinioni politiche e
religiose, di ogni singolo cittadino". Insomma, turismo sì
ma con strutture e idee precise.
Il ministero studia i
resti di Barcaglione
Maniero monumento di
interesse culturale
FALCONARA - Un salto
quantico, un nettissimo passaggio di orbita per uno dei
monumenti che proprio ultimamente hanno visto riscoperto il
proprio valore e riabbracciato una dignità degna di tale
nome. Stiamo parlando del castello di Barcaglione che
proprio in questi giorni è stato onorato della dichiarazione
di interesse culturale da parte del Ministero per i beni e
le attività culturali del governo italiano. La dichiarazione
trae le proprie origini “dalla presenza dei resti
architettonici di un maniero medievale, nonché del relativo
giacimento archeologico”. Ne ha dato notizia ieri il Comune
di Falconara che ha ricevuto la comunicazione insieme alle
Soprintendenze per i beni architettonici e per i beni
archeologici delle Marche e l’Agenzia del Demanio di Ancona.
Grande soddisfazione in casa-Carletti: “Si tratta di una
scommessa vinta da parte dell’Amministrazione comunale di
Falconara - si legge in una nota - che fin dall’inizio aveva
creduto nella possibilità di valorizzare un bene culturale
che in molti avevano pensato di mettere da parte,
lasciandolo andare nell’universo delle cose perdute”.
L’antico maniero, uno dei 4 Castelli in cui è compreso il
territorio comunale di Falconara (gli altri 3 sono : quello
di piazza Carducci, attuale sede comunale, quello di
Castelferretti nella piana dei Ronchi, nel cuore del centro
storico della frazione omonima e quello di Rocca Priora
lungo via Clementina),si ergeva a 204 metri di altezza su
livello del mare, nel punto più alto della collina
falconarese, una zona di notevole interesse paesaggistico da
cui è possibile ammirare tutto il golfo di Ancona |