RASSEGNA STAMPA 06.11.2004

 

MESSAGGERO
L’Api punisce quattro dipendenti

Riposo forzato di alcuni giorni per «errori alla manutenzione dei forni». I sindacati : «Per ora niente polveroni e nessuna azione eclatante. Ricorreremo al giudice del lavoro»

di GIAMPAOLO MILZI

FALCONARA - I tubi del macchinoso megaingranaggio produttivo Api fanno acqua? Per ora pagano i lavoratori. In quattro, spediti a riposo forzato, per un minimo di quattro e un massimo di otto giorni a testa, a seconda dei casi e della gravità degli svarioni che, secondo l'azienda, avrebbero commesso operando ai forni degli impianti Vacuum 3 e Vis Breaking. Tubi, forni e impianti andati più o meno in tilt. E in quel "per ora pagano" c'è la sintesi della linea partorita ieri dai sindacati che - riunitisi per alta pressione di una base preoccupatissima e già sull'orlo di una crisi di nervi per i recenti incidenti in raffineria - hanno diramato un comunicato interno destinato a tutti dipendenti in cui si annuncia una reazione «a norma di contratto» contro i quattro provvedimenti disciplinari. Ore e ore di riunione, ieri al petrolchimico ancora semi-paralizzato dai sequestri della magistratura, dalle 9 alle 13, e poi, ancora, il pomeriggio, per incontri informali, anche con i vertici aziendali, e per ritoccare il documento della nuova vertenza. E' la linea del bastone e della carota. O meglio, della carota e del bastone. Non lo dice Massimo Duranti, delegato della Rsu proprio al piatto più scottante e indigesto da digerire dalla "grande turbolenta famiglia Api": quello della sicurezza dell'ambiente. Ma, reduce dalla riunione del direttivo Rsu-Consiglio di fabbrica, fa capire: «Dobbiamo fare gli interessi dei colleghi colpiti dalle sanzioni, e quindi per ora nessuna azione eclatante ma ricorso al giudice del lavoro ex legge 300. Una prassi normale, niente polveroni; di disfunzioni ai forni come quelle degli ultimi casi negli ultimi vent'anni ce ne sono state tante. Nessuna correlazione tra i provvedimenti disciplinari, i recenti cambi al personale, e la situazione critica in cui versa in questo periodo l'azienda (coi vertici, e non solo, pluri-inquisiti per vari reati dopo la tragedia con morto e feriti al parco bitumi , il piccolo rogo al Vaccum 1, la presunta bonifica truccata, ndr.)». Fin qui la carota. E il bastone? «I dipendenti si sono giustificati con la commissiine aziendale, io stesso ho curato la difesa di uno di loro. La direzione può ancora recedere dalle sanzioni, mentre va avanti il ricorso di fronte al giudice. Siamo molto fiduciosi. Ma se è vero, come dice l'azienda, che sono stati compiuti errori alla manutenzione dei forni, e ci sono danni, e qualcuno deve pagare, è vero anche che da parte dei sanzionati non c'è stata alcuna ammissione di vera responsabilità. E se hanno fatto qualche sbaglio, occorre vedere se sono stati messi nelle condizioni di evitarlo». Già, anche perchè di "sbagli" in raffineria, secondo la procura della Repubblica (la verità processuale ancora non c'è) negli ultimi anni ne sono stati commessi diversi. Tutti colposi, per carità. Ma dalle conseguenze tremende. Manutenzione degli impianti, rispetto delle norme di sicurezza, protezione ambientale, formazione dei lavoratori, i temi sotto "indagine" anche da parte sindacale. Nessuna correlazione - giura Tommaso Ballatore, responsabile degli impianti alta e bassa pressione - tra il mio volontario distacco dall'Api per un altro lavoro e quei temi. No comment, invece, dal suo braccio destro a quelle mansioni, il giovane caporeparto Franco Barone. Non è iscritto al sindacato e coi sindacati per ora non entra nel merito. Riflette sui motivi di un «trasferimento-doccia fredda» piovutogli inaspettatamente addosso d'ufficio (mittente la direzione Api). E chissà se i sindacati dovranno usare il "bastone", ovvero lo sciopero, anche per il "caso Barone".

Rinviata la discussione sulla ztl Amagliani: amministratori deludenti

di MARCO CATALANI

FALCONARA La ztl di Castelferretti slitta ancora. L'odg presentato da Rifondazione cComunista, che doveva essere discusso durante il Consiglio comunale di mercoledì scorso, è stato rinviato infatti alla prossima seduta. Cosa che non ha fatto certo piacere a Carlo Amagliani, portavoce del comitato promotore, presente tra il pubblico durante l'assemblea. «Si sono alzati in dieci - commenta Amagliani - e hanno fatto mancare il numero legale. E pensare che mi era stata promessa una risposta per agosto. Lasciatemi denunciare una certa delusione per il comportamento disinvolto e snervante dell'Amministrazione. Chiediamo ormai da mesi una presa di posizione ufficiale come promessoci dagli assessori Api e Canonico durante l'assemblea pubblica del 4 giugno e negli incontri informali estivi alla presenza anche del sindaco Carletti». Il progetto-ztl prevede l'istituzione di blocchi all'altezza delle due rotatorie agli estremi est e ovest del centro tutte le domeniche e festivi e dalle 18 alle 24 nei giorni feriali con due sensi unici utilizzando percorsi già esistenti, oltre all'istituzione di parcheggi a tempo a 30 e 60 minuti, controllo elettronico della velocità, dissuasori di velocità nei punti come scuola e chiesa e la realizzazione di piste ciclabili fino ad arrivare ad una futura pedonalizzazione del centro storico. Il progetto fin dagli esordi è stato osteggiato dai commercianti, che vedono nella chiusura del centro storico un pericolo per le proprie attività economiche. Ultimamente al gruppo degli oppositori si è unito anche un altro comitato formato dai giovani di Castelferretti, che se da un lato bocciano totalmente la proposta dei sensi unici, dall'altra sposano le altre istanze di Amagliani, proponendo di incentivare l'utilizzo della variante di via del Consorzio, risistemando il manto stradale e facilitando l'ingresso nel nuovo parcheggio di via della Stazione con una strada di collegamento alla variante. «Qui - attacca Amagliani - non si tratta di chiudere un paese anche se i valori riferiti al Pm10 (67 mcg/mc) da un punto di vista sanitario lo imporrebbero. Il nostro piano rimane un rimedio parziale, fatto per scoraggiare l'uso dell'auto che riuscirebbe a ridurrebbe il traffico del 30%, conciliandosi con le esigenze di tutti». Intanto la petizione popolare, avviata dal Comitato di base per dare supporto al progetto-ztl, è arrivata a quota 600 firme e i promotori intendono proseguire fino ad arrivare ad accumularne 1500.

Il Ministero "salva" il Castello

di Marco Catalani

FALCONARA Importante passo avanti per la tutela del Castello di Barcaglione: il ministero per i Beni culturali ha infatti dichiarato l'area del castello, su cui ora si scorgono solo ruderi delle mura e di un torrione di «interesse culturale per la presenza dei resti architettonici di un maniero medievale, nonché del relativo giacimento archeologico». La notizia è stata accolta con entusiasmo dall'Amministrazione che in questi anni ha avviato le procedure per l'acquisto e il recupero per fini turistici. Anche ultimamente, all'inaugurazione dell'anno accademico dell'Unitre, l'assessore alla Cultura Fabio Ciceroni aveva denunciato lo stato di degrado in cui versava il Castello. «La situazione è preoccupante - aveva detto - anche perché gli attuali proprietari sono propensi a ridurre al minimo la presenza di quel che resta delle mura. Urge un intervento, la nostra è una corsa contro il tempo». Ora il Demanio dovrà garantire la cura e la conservazione dei resti del Castello e di tutta la superficie circostante. «Il terreno - spiega il dirigente Ruggero Giacomini - appartiene al Demanio che ora non può più disinteressarsi dei resti del Castello di Barcaglione e dell'area circostante. Anzi, adesso ha l'obbligo di provvedere ad esso, rispondendo anche alle sollecitazioni del Comune che da tempo ha dichiarato il proprio interesse all'acquisizione dell'area».

 
CORRIERE ADRIATICO
Rsu-Api, la replica e il rilancio

La questione si sdoppia. Per le lettere di richiamo già pronte le controdeduzioni. I sindacati ora scrutano il futuro: “Riapriamo il tavolo a 360 gradi”

FALCONARA - Due piani distinti con due azioni separate. La strategia delle rappresentanze sindacali dei lavoratori del’Api seguirà strade differenti scindendo le situazioni che all’interno della raffineria si stanno vivendo. Questo ha detto l’incontro interno delle Rsu e questo verrà detto anche nel prossimo incontro con i vertici della struttura di Falconara reduce da due mesi di incidenti e problemi agli impianti che hanno interessato tutti gli operai. Le Rsu come primo passo intendono “riaprire il tavolo di trattative con l’azienda a 360 rapporti - racconta Massimo Duranti della Cgil -. Per parlare dei rapporti dell’Api con l’esterno e per valutare soprattutto quello che sarà il futuro all’interno. In termini di sicurezza e di garanzie ma anche in termini di investimenti e di prospettive. Vogliamo sapere per esempio se vorrà dotarsi di un nuovo impianto di produzione del gasolio a basso tenore di zolfo per rendersi competitiva sul mercato e via dicendo”. Altro piano e altro tenore per la questione delle lettere di richiamo. Intanto si affronterà l’azienda punto per punto con gli strumenti del contratto: “Lo faremo e senza risparmiarci - ha continuato Duranti -. Intanto lo abbiamo fatto per i quattro interessati con le nostre controdeduzioni e lo faremo se dovesse riaccadere. Se necessario arrivando anche gli arbitrati e alla conciliazione. Tuttavia non abbiamo in mano gli elementi per parlare di giro di vite dell’azienda”.

“Turismo, ora fuori le idee giuste”

I Vip falconaresi: “Servono strutture non il disordine”

di CHIARA GIACOBELLI

FALCONARA - La parola d'ordine? Incentivare il turismo. Il sindaco Carletti ne è sempre più convinto e con lui i vari organi comunali che pianificano per Falconara un futuro sulle orme di Senigallia. Eppure fra i cittadini non tutti sono d'accordo. C'è chi punterebbe su una fascia d'età giovanile e chi invece mette i puntini sulle i: va bene il turismo, ma non il disordine. L’esperienza dell’estate passata è servita per capire potenzialità e limiti. "La risorsa che più delle altre dovrebbe essere valorizzata - spiega il direttore dell'Aerdorica Luca Facenda - è la spiaggia. Quest'anno si è fatto qualcosa per la notte, ma ancora troppo poco per il giorno". Per spiaggia non si intende soltanto bar, stabilimenti o luoghi di divertimento, ma anche pulizia ambientale, specie se si vuole puntare su un turismo a lungo termine. "Penso che si possa almeno tentare di recuperare quell'attrattiva balneare di un tempo - continua Facenda - ponendo più attenzione ai rifiuti, alle alghe e a tutto ciò che può costituire una fonte di inquinamento". Un cammino ancora lungo, dunque, che però ha già posto le sue fondamenta, a cominciare dalla rivelazione del Solaria, che questa estate ha portato a Falconara più gente di quanta non ne abbia mai richiamata nessuno stabilimento. Ecco allora che scatta il problema dell'ordine, come diretta conseguenza dell'aumento di persone. "L'idea del Solaria è stata ottima - commenta il noto avvocato Carlo Serrani - ma a questo punto si rende necessaria una maggiore sicurezza nei luoghi a rischio". Non solo. Inutile portare in città migliaia di giovani con la voglia di divertirsi, se non sono presenti le infrastrutture adatte a riceverli. "Se si spendono tempo e denaro in attività colossali quando la città non è ancora in grado di sostenere un turismo simile, si rischia di lavorare inutilmente" afferma il direttore della Banca di Credito Cooperativa di Falconara Marittima Glauco Alderisio. Insomma, fare di Falconara un centro dinamico non è poi così semplice come potrebbe sembrare all'apparenza. Lo conferma anche Lamberto Ridolfi, proprietario dello storico ristorante Villa Amalia: "Deve essere posta attenzione a non agevolare alcune strutture a scapito di altre. Inoltre è indispensabile una certa selezione, in modo che il guadagno superi i disordini". Si dimostra quindi ben accetto solo il turismo consapevole, quello cioè concentrato nei luoghi e nei tempi giusti. In più, lo sforzo dovrebbe essere volto ad accontentare un po' tutti, senza distinzioni di sorta. "E' positivo organizzare attività culturali e musicali come negli ultimi mesi - dice Bruno Severini, titolare della celebre cartoleria a Falconara - a patto che vengano rispettati gli interessi, oltre che le opinioni politiche e religiose, di ogni singolo cittadino". Insomma, turismo sì ma con strutture e idee precise.

Il ministero studia i resti di Barcaglione

Maniero monumento di interesse culturale

FALCONARA - Un salto quantico, un nettissimo passaggio di orbita per uno dei monumenti che proprio ultimamente hanno visto riscoperto il proprio valore e riabbracciato una dignità degna di tale nome. Stiamo parlando del castello di Barcaglione che proprio in questi giorni è stato onorato della dichiarazione di interesse culturale da parte del Ministero per i beni e le attività culturali del governo italiano. La dichiarazione trae le proprie origini “dalla presenza dei resti architettonici di un maniero medievale, nonché del relativo giacimento archeologico”. Ne ha dato notizia ieri il Comune di Falconara che ha ricevuto la comunicazione insieme alle Soprintendenze per i beni architettonici e per i beni archeologici delle Marche e l’Agenzia del Demanio di Ancona. Grande soddisfazione in casa-Carletti: “Si tratta di una scommessa vinta da parte dell’Amministrazione comunale di Falconara - si legge in una nota - che fin dall’inizio aveva creduto nella possibilità di valorizzare un bene culturale che in molti avevano pensato di mettere da parte, lasciandolo andare nell’universo delle cose perdute”. L’antico maniero, uno dei 4 Castelli in cui è compreso il territorio comunale di Falconara (gli altri 3 sono : quello di piazza Carducci, attuale sede comunale, quello di Castelferretti nella piana dei Ronchi, nel cuore del centro storico della frazione omonima e quello di Rocca Priora lungo via Clementina),si ergeva a 204 metri di altezza su livello del mare, nel punto più alto della collina falconarese, una zona di notevole interesse paesaggistico da cui è possibile ammirare tutto il golfo di Ancona

 
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