RASSEGNA STAMPA 03.11.2004

 

MESSAGGERO
«Sorpreso da quel getto di acqua bollente»

Dramma per Luciano Marconi, 48 anni. Intanto è pronto il pool per la riconversione della raffineria. Torna la paura all’Api. Un riflesso istintivo gli ha permesso di salvare il volto. Ricoverato a Cesena

di PIERFRANCESCO CURZI

FALCONARA - Getto d'acqua bollente lo travolge, operaio dell'Api ricoverato in condizioni serie al centro grandi ustionati dell'ospedale "Bufalini" di Cesena. L'infortunio sul lavoro si è verificato nella mattinata di ieri, in serata l'azienda ha diffuso un breve comunicato per segnalare l'episodio che segue soltanto di un anno un caso analogo avvenuto all'interno della Raffineria falconarese. Stavolta è toccato a Luciano Marconi, 48 anni, residente a Falconara. Ancora da chiarire le cause che hanno prodotto il grosso spruzzo di acqua ad una temperatura elevatissima, ma la dinamica non ammette dubbi: «Queste cose non dovrebbero accadere» è riuscito a raccontare al Messaggero Luciano Marconi dal suo letto di ospedale in Romagna. «Non era la prima volta che effettuavo quel tipo di manovra e di controllo e in passato non avevo mai corso rischi per la mia incolumità. Ieri mattina all'improvviso quel getto anomalo. No, non sono in grado per ora di stabilire se vi siano state responsabilità da parte della Raffineria». Per fortuna un gesto istintivo di Marconi gli ha evitato conseguenze peggiori. L'acqua bollente che lo ha travolto, infatti, non lo ha colpito al volto. Una volta esploso il getto, Marconi ha alzato la testa e l'acqua lo ha quindi colpito al petto, ad un braccio e sulla parte superiore delle cosce. I medici del pronto soccorso del reparto di Torrette, che hanno effettuato le prime cure prima del trasferimento a Cesena, gli hanno diagnosticato ustioni di primo e secondo grado sul 40% del corpo. Gli abiti da lavoro, tra le altre cose, hanno fortunatamente limitato la pericolosità delle bruciature. L'infortunio sul lavoro si è verificato tra le 10 e le 10,30 di ieri mattina. Luciano Marconi si trovava nel settore “Vacuum 3” della Raffineria. Con lui un suo collega più giovane. Marconi doveva effettuare dei controlli su un accumulatore di acqua, in pratica una specie di colonna piuttosto alta dove l'acqua viene convogliata. Per effettuare la lavorazione Marconi avrebbe utilizzato una scala in modo da salire fino alla sommità della colonna e verificare il livello dell'acqua. L'operaio si trovava con il viso al di sopra dell'imboccatura dell'accumulatore. Il getto è stato improvviso, inaspettato, ma soprattutto anomalo, e quindi lo ha sorpreso. Come ricordato in precedenza l'istinto di Marconi è stato quello di alzare subito la testa per evitare che l'acqua lo colpisse in faccia a quel punto le ustioni avrebbero potuto essere devastanti. Alla fine hanno interessato il resto del corpo, comunque parzialmente protetto. Il 48enne ha subito urlato il suo dolore attirando l'attenzione di un altro operaio che si è subito adoperato per aiutarlo: «Sì - conferma Marconi - vicino a me c'era il mio collega che mi ha aiutato evitando che potessi cadere dalla scala. Sono stati minuti infernali, forse ho parzialmente perso conoscenza visto che fino al momento in cui sono arrivato all'ospedale non riuscivo a capire cosa mi fosse accaduto». Le cure in pronto soccorso hanno permesso di alleviare il dolore in modo che l'operaio falconarese potesse affrontare il trasferimento a Cesena in buone condizioni. La fitta nebbia, in effetti, non ha consentito di far alzare in volo l'eliambulanza, per cui Marconi è stato trasferito al "Bufalini" a bordo di un'ambulanza: «le bruciature sono serie - racconta Marconi - ma poteva senza dubbio andare peggio. I medici mi hanno subito visitato e penso che dovrò rimanere quassù diversi giorni».

Incidenti, un anno difficile

FALCONARA - Il 15 ottobre 2003 Fernando Altana, 47 anni, dipendente di una ditta appaltatrice esterna, rimane ferito riportando ustioni di 1° e 2° grado su schiena, glutei e cosce. L’incidente avviene nell’impianto di cogenerazione, dove l’operaio è investito da vapore bollente. Altana riceve poi un risarcimento per le bruciature. Il 28 gennaio 2004 un operaio di una ditta esterna durante lavori di manutenzione respira anidride solforosa stramazzando al suolo da un’alta scala. L’uomo rimane seriamente ferito, l’incidente viene considerato non grave. Il 5 marzo un piccolo incidente causa il ferimento leggero di un addetto esterno. Nell’occasione in un serbatoio di stoccaggio si sono miscelati semilavorati provenienti dagli impianti di lavorazione del ciclo benzine con altri prodotti precedentemente depositati provocando la fuoriuscita di gas. La mattina dell’8 settembre Sebastiano Parisse, 49 anni, camionista di Potenza Picena, muore travolto da una colata di bitume rovente. Gravemente ferito Nicola Cilli, camionista abruzzese di 36 anni. In totale quattro i feriti. Il 14 ottobre un incendio si sprigiona nell’impianto Vacuum 1, dove si raffina la benzina, e scatta il piano di emergenza. Nessuno, fortunatamente, rimane ferito ma la magistratura mette sotto sequestro l’impianto aprendo un’inchiesta.

Le basi per il progetto di riconversione

di LETIZIA LARICI

FALCONARA Le basi per il progetto di riconversione degli impianti Api sono state definitivamente gettate con la formazione del pool di esperti. Otto “saggi” chiamati da Regione, Provincia e Comune di Falconara a studiare scenari alternativi per il sito. Il verdetto è arrivato ieri al termine del summit tra il presidente della Regione Vito D'Ambrosio e l'assessore all'Ambiente Marco Amagliani con il presidente della Provincia Enzo Giancarli e il sindaco di Falconara Giancarlo Carletti. La scelta è caduta sui tre esperti designati dalla Provincia: Patrizio Bianchi , rettore dell'Università di Ferrara, Giovanni Marsili , primo ricercatore del Dipartimento Ambiente e connessa prevenzione primaria dell'Istituto Superiore della Sanità, e Stefano Pareglio , docente di economia ambientale all'Università Cattolica del Sacrocuore. Ed ancora l'ex ministro all'Ambiente Edo Ronchi proposto dal Comune di Falconara, a cui si aggiungono quattro “saggi” indicati dall'assessorato di Amagliani, i cui nominativi sono stati resi noti solo ieri. Professionisti di spessore. Nel gruppo l'ingegner Giovanni Silvestrini , già consulente della Regione nella stesura del piano energetico, l'economista Vinicio Bottachiari , direttore generale di Sviluppumbria (società per lo sviluppo economico della regione Umbria), Walter Ganapini , ex direttore dell'Anpa (agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente) e Fabio Polonara docente del Dipartimento Energetico dell'Università Politecnica delle Marche. «L'Università di Ancona - puntualizza Amagliani - rappresenterà il punto di raccordo del pool». Soddisfatto il presidente Giancarli: «Ora si parte - commenta - Presto ci incontreremo con il gruppo per definire tutti i dettagli. Poi partirà lo studio che dovrà tener conto, come indicato nell'intesa, degli aspetti economico-sociali ed occupazionali, oltre che del fabbisogno energetico delle Marche, delle esigenze di sicurezza, di sviluppo ecosostenibile dell'intero territorio, della fascia costiera e del mare». I tempi saranno lunghi: 15-20 anni come annunciato dall'assessore Amagliani venerdì scorso durante un convegno di Rifondazione comunista sul tema raffineria. Convegno che ha segnato la definitiva apertura delle istituzioni a sindacati e tecnici dello stabilimento, mai contattati nonostante redigano periodicamente rapporti sul funzionamento degli impianti. «La partecipazione - spiega Giancarli - dovrà essere massima. Si prevede quindi una sua estensione non solo alle rappresentanze sindacali, ma anche a tutte le associazioni presenti sul territorio».

 
CORRIERE ADRIATICO
Investito dall’acqua bollente all’Api

L’operaio è stato trasportato al centro specializzato di Cesena. Mugugni in raffineria per la ripresa di immagini nei reparti messi sotto sequestro E’ rimasto ustionato alle braccia durante la fase di apertura degli impianti. Al via il gruppo di lavoro per la riconversione

di E.C.

C’è un altro ustionato all’Api. Un operaio ieri mattina è stato investito da un getto d’acqua bollente nella fase di avvio degli impianti. E’ stato trasportato all’ospedale e messo sotto osservazione. Ha riportato ustioni di primo e secondo grado sul 25% del corpo, con bruciature più evidenti alle braccia. Ma le sue condizioni, afferma un comunicato dell’azienda, non sono gravi. Dopo le prime cure a Torrette, “si è reso consigliabile il trasferimento all’ospedale di Cesena per terapie dermatologiche specialistiche”. E’ un operatore del reparto di bassa pressione degli impianti di distillazione. Non si sa ancora bene cosa possa aver provocato questo nuovo incidente, che continua a tenere desta l’attenzione sulla sicurezza interna alla raffineria. Ieri in un incontro tra Comune di Falconara (Carletti) Provincia (Giancarli e assessore Casagrande) e Regione (D’Ambrosio e Amagliani) ha di fatto preso il via il gruppo di esperti che devono scorgere gli scenari di una possibile riconversione della raffineria, tenendo conto del delicato scenario economico-sociale. Anche la Regione ha nominato suoi docenti e specialisti: Gianni Silvestrini, Vinicio Bottachiari, Valter Canapini. E punta a riutilizzare una struttura struttura tecnica che potrebbe fornire altre professionalità. Intanto proseguono le inchieste sugli ultimi incidenti in raffineria. Quella per l’episodio minore, l’incendio della fine di settembre, sembra ormai a buon punto. Più complicata l’altra, che cerca responsabilità sullo scoppio che l’8 settembre ha tolto la vita a un autotrasportatore. Si attendono gli esiti della relazione tecnica del professor Lancia, perito nominato dai pm Tedeschini e Bilotta. Al docente della facoltà di Ingegneria di Napoli sono stati dati due mesi di tempo per recuperare tra i serbatoi deformati e anneriti le tracce dell’esplosione, studiarle in laboratorio, procedere con prove tecniche e test sugli impianti, tirare le fila e spiegare come può saltare in aria un serbatoio con 592 metri cubi di bitume, chi ha commesso errori, se ci sono state condotte contrarie alle normative sulla sicurezza. L’Api ha parlato di due scenari possibili emersi dalla relazione tecnica della commissione interna d’indagine: l’introduzione di composti leggeri infiammabili o di acqua nel serbatoio TK 145 dal circuito di scarico dei sovraccarichi. Ora non resta che attendere l’esito del lavoro del perito anche per conoscere la sorte dei ventisette indagati. E’ legata a doppio nodo con le inchieste giudiziarie la registrazione di immagini con le telecamere all’interno della raffineria. Gli obiettivi sono fissati in particolare sui reparti messi sotto sequestro dopo gli incidenti, con l’autorizzazione concessa all’azienda di utilizzarli. L’occhio indiscreto non piace ai sindacati, che avrebbero voluto essere contattati, e concordare l’iniziativa. Ma nessuno è andato a proporgli un accordo come previsto dai normali rapporti istituzionali.

Incidenti a raffica

Il settembre nero

Tornano i fantasmi della paura all’Api, già segnata nel recente passato da due incidenti. Settembre 2004 non è un mese da ricordare per la raffineria. Ai primi del mese - precisamente l’8 - la morte è tornata a fare capolino tra le cisterne. A perdere la vita è stato un autotrasportatore travolto dal bitume incandescente. Lo scoppio ha riacceso la miccia delle polemiche. E a fine mese un incendio, stavolta per fortuna senza vittime né feriti, ha soffiato sul fuoco delle preoccupazioni e delle tensioni. Ieri un altra pagina negativa, con l’infortunio di un operaio che è stato investito da un getto d’acqua bollente. E continuano i botta e risposta sui rischi e come debellarli.

Il traffico che distrugge

Castelferretti, nuova ristrutturazione di piazza della Libertà

di MARINA MINELLI

FALCONARA - Interamente rifatta tra il 1998 ed il 1999 piazza della Libertà a Castelferretti sta per essere nuovamente ristrutturata per una cifra che si dovrebbe aggirare sui 650 mila euro. Completamente trasformato ed in parte pedonalizzato, il vasto slargo di fronte al castello dei conti Ferretti a quanto pare non ha resistito all’usura ed al passaggio, seppur modesto di auto, motorini, e furgoni per il carico-scarico delle merci. “Il fatto è – osserva il capo gruppo dei Verdi Sergio Badialetti, autore di una lunga serie di interrogazioni sull’argomento – che il progetto iniziale si basava sull’ipotesi di una totale chiusura al traffico di piazza della Libertà e dell’adiacente piazza Albertelli, a patto però di trovare strade alternative per bypassare il centro storico del paese”. Un proposito sostenuto da alcuni, ma pesantemente contestato da altri (per esempio i commercianti della zona) che comunque non si è mai concretizzato, così dalla fine degli anni ’90 ad oggi sui mattoncini in cotto di piazza della Libertà il transito è proseguito con conseguenze disastrose per un materiale non proprio resistente. “La piazza ha una parte molto rovinata – prosegue Badialetti – con mattoncini rotti e sconnessi e su questi diverse persone sono cadute”. Ma non basta, la ristrutturazione i cui lavori sono stati effettuati durante il primo mandato della giunta Carletti (ma il progetto, costo complessivo circa 200 mila euro, era partito con il sindaco Oreficini che aveva affidato l’opera all’architetto Bruscantini alla quale poi erano subentrati gli stessi tecnici del Comune) ha mostrato subito alcune lacune sul piano tecnico come in questi anni ha più volte fatto notare il consigliere diessino Alessandro Giacchetta. “Oltre alla pavimentazione – dice – c’è anche il problema delle fogne che adesso in parte è stato sanato. In pratica sono state fatte al contrario, cioè non come prima verso via Giordano Bruno, ma dall’altro lato sul quale però non c’era pendenza, così le acque reflue, in caso di forti piogge, tornavano indietro, rimanendo tutte a ridosso delle abitazioni”. Adesso per la piazza si parla di un rifacimento complessivo inserito nel progetto di recupero del centro storico di Castelferretti affidato agli architetti Danilo Guerri e Marco Turchi che però sono ancora alla fase iniziale dello studio. “E’ presto per parlarne – afferma Turchi che è anche autore del recentissimo ed accurato rilievo dell’antico castello dei conti Ferretti – stiamo elaborando una serie di ipotesi e da lì si partirà per eventuali varianti al Prg ’99 anche perché pensare alla piazza centrale vuol dire rivedere un po’ tutto il paese, la sua viabilità, i suoi servizi, i collegamenti con Falconara”.

“Parco Kennedy, è urgente la riqualificazione”

FALCONARA – Il verde e la fame di luoghi di passeggio e di incontro che c’è in città sbarcano in consiglio comunale. Se infatti è lungo l’elenco delle interrogazioni inserite nell’ordine del giorno del consiglio comunale di oggi pomeriggio, fra queste quella di Matteo Astolfi e Lucio Virgulti, consiglieri comunali di Alleanza Nazionale che chiedono al Sindaco Carletti ed alla sua giunta se ci sono in programma interventi per la riqualificazione del Parco Kennedy, “visto che la zona è diventata ormai luogo abituale per lo spaccio e il consumo di droga e che gli addetti alle pulizie del parco raccolgono quasi quotidianamente siringhe e rifiuti lasciati dai tossicodipendenti”. “Questa situazione – proseguono i due rappresentanti di Alleanza nazionale – impedisce al Parco Kennedy di poter diventare luogo di incontro della cittadinanza e punto di socialità della città ed è, invece, fonte di pericolo per i bambini e i ragazzi che lo frequentano di giorno e diventa poi punto di snodo per i traffici illeciti di notte. A questo punto ci vorrebbero, inoltre, in sinergia con le forze di polizia, maggiori controlli ed una vasta opera di prevenzione”. In città è forte il bisogno di un’area verde, un polmone dove respirare aria pulita e poter portare a spasso i bambini.

Adriatico un mare a rischio

“Prevenzione e controllo delle operazioni di inquina mento nel Mediterraneo” è il tema della conferenza internazionale in programma, partire da oggi e fino a venerdì, alla Fiera della Pesca. Una sessione di lavoro, organizzata dal Rempec, un’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di inquinamento marino non accidentale dovuto a scarichi illegali, quanto mai importante per tutto l’Adriatico. Ad aprire i lavori della Conferenza sarà il Presidente della Giunta regionale Vito D'Ambrosio, secondo il quale due sono gli obiettivi prioritari dell'iniziativa: "Ribadire l'interesse delle Regione Marche e della città di Ancona verso l'Adriatico, un mare a forte rischio di inquinamento; istituire in Ancona un Segretariato Permanente del Mare Adriatico e dello Jonio che funga da punto di riferimento e di coordinamento delle molteplici iniziative di tutela e di sviluppo dell'ambiente marino." Il programma prevede, tra gli altri, l'intervento dell'ammiraglio Roberto Patruno, direttore del Rempec, il quale relazionerà sul tema dell'inquinamento non accidentale prodotto dalle navi del Mediterraneo. Seguiranno interventi di funzionari e di autorevoli esperti provenienti da 21 paesi del l'Unione Europea e dell'area mediterranea. Per le Marche interverrà l'assessore all'ambiente Marco Amagliani, che illustrerà le iniziative nelle Regioni periferiche, con particolare riferimento al progetto Coste italiane protette (Cip).

 
RESTO DEL CARLINO
 
 
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