Api, Amagliani “provoca” Spacca
L’assessore regionale all’Ambiente: «Fui io a chiedere
una proroga per fissare delle regole». «Aveva già acquisito
i pareri positivi per il rinnovo della concessione»
di LETIZIA LARICI
FALCONARA I tempi della riconversione del sito Api
saranno lunghi. Impossibile pensare a uno scenario
alternativo prima di 15-20 anni. Il percorso è comunque
iniziato. L'intesa tra Regione, Provincia e Comune firmata
il 21 settembre porterà presto alla composizione di un pool
di esperti chiamato a elaborare uno studio preliminare
(prossima riunione dopodomani). Parola dell'assessore
regionale all'Ambiente Marco Amagliani che venerdì sera in
un incontro pubblico, dopo aver fatto il punto su quello che
si è fatto fino ad ora, ha parlato di futuro ribadendo la
coerenza con cui Rifondazione comunista ha sempre affrontato
la questione. E a chi non concorda con questa visione dei
fatti risponde: «A differenza di altri partiti, noi ci siamo
esposti con coraggio. All'epoca del rinnovo della
concessione tutto era già predisposto, l'assessore
all'Industria (Spacca; ndr) aveva già acquisito i pareri
positivi delle varie istituzioni. Fui io che chiesi una
proroga di cinque mesi per costruire un protocollo d'intesa
che dettasse delle regole». Dal passato al presente: «La
raffineria non ha rispettato il protocollo - ha detto
Amagliani - Gli ultimi gravissimi incidenti lo confermano.
Subito dopo il rogo dell'8 settembre la dirigenza ha avuto
persino il coraggio con una dichiarazione avventata di
scaricare la responsabilità sulle persone, quando poi è
stato dimostrato che il disastro si è consumato per lo
scarso livello di manutenzione. Ed allora se le prescrizioni
inserite nel protocollo non sono sufficienti, andiamo a
rivederle con un progetto di riconversione, che non potrà
realizzarsi nel breve periodo. Perché l'impianto Api è una
bomba ecologica e sociale, quindi uno scenario alternativo
non può prescindere dalla bonifica e dalla tutela
occupazionale». I tempi? «Parliamo di 15-20 anni». Nel
frattempo l'operato della raffineria sarà sottoposto a un
attento monitoraggio, in stretta collaborazione con i
sindacati. E' questa la vera novità emersa nel corso
dell'incontro cui hanno partecipato tantissimi dipendenti
che non hanno mancato di dire la loro. Uno tra tutti,
Massimo Duranti, tecnico di laboratorio e rappresentante
sindacale (Cgil): «Noi tecnici - ha spiegato - redigiamo
periodicamente rapporti sul funzionamento degli impianti, ma
nessuno ci ha mai contattato. Arpam e Regione non si sono
mai fatte sentire, quando insieme potremmo rappresentare una
forza in più per rivedere la posizione di un'azienda miope e
arrogante. Il tutto senza speculazioni scellerate».
Messaggio che ha colto nel segno. Se il segretario regionale
di Rc Brandoni ha ammesso la necessità del recupero di un
confronto, il direttore dell'Arpam Gisberto Paoloni ha
accolto l'invito per «una miglior organizzazione. Una
sinergia indispensabile - ha sottolineato - che potrebbe
costringere l'azienda a collaborare». Di arroganza
dell'azienda ha parlato anche Riccardo Picciafuoco,
redattore del Prg di Falconara, mentre il Wwf ha posto
l'accento sui mutamenti energetici che da qui a 20 anni
potrebbero prospettarsi: «L'era dei combustibili fossili è
al capolinea». L'assessore Amagliani ha infine annunciato
che la Regione ha affidato all'Istituto nazionale tumori la
seconda parte dell'indagine epidemiologica sulla popolazione
falconarese. I primi risultati verranno illustrati a
dicembre. |
“Adesso sull’Api scoppia il dialogo”
Dopo l’iniziativa di Rc c’è ottimismo
di MARINA MINELLI
FALCONARA - “E’ finalmente dialogo fra istituzioni,
lavoratori, Rsu, tecnici. E’ l’aspetto più interessante
dell’incontro”. Disertato da 14 associazioni ambientaliste
il confronto promosso da Rifondazione Comunista sull’Api è
stato affollato da dipendenti della raffineria, alcuni dei
quali in “ferie programmate” dopo gli incidenti e i
sequestri degli impianti. “Per la prima volta – ha osservato
il capo gruppo Massimo Marcelli Flori – abbiamo ragionato
sulle prospettive, sulla possibile riconversione”. Tanti gli
interventi oltre a quelli dell’assessore regionale Marco
Amagliani, che ha fatto la cronistoria dell’ Api negli
ultimi anni, compreso il rinnovo della concessione, di
Giuliano Brandoni segretario regionale di RC e di Renzo
Amagliani consigliere comunale dello stesso partito. Nessuna
notizia da parte dell’assessore sulla composizione del team
di esperti a cui Regione, Provincia e Comune affideranno uno
studio sull’area e sulle ipotesi di riconversione
produttiva. Gisberto Paoloni, direttore dell’Arpam, ha
rilevato che “l’atteggiamento di apertura del sindacato è
utile per capire meglio le criticità sulla sicurezza interna
e per dare indicazioni all’azienda su come e dove agire”.
“Se si opera in sinergia – ha precisato Paoloni – ci saranno
risultati migliori, i lavoratori potranno difendere la
salute”. Unica associazione presente il WWF intervenuta con
il consigliere nazionale Andrea Dignani il quale ha chiesto
“un’attenzione più rigorosa all’interno della raffineria”
proponendo controlli con telecamere.
Esercitazione della Cri alla raffineria Api
Ieri aperto ad Ancona il corso di quattro giorni per
istruttore di protezione civile
ANCONA - Inaugurato ieri mattina il I Corso per
istruttori di Protezione civile organizzato dal Comitato
regionale Cri in collaborazione con la Regione. Una
cinquantina i corsisti salutati nella sala conferenze della
Regione dal Commissario Cri Marche Gabriella Modigliani
Scoponi, da Roberto Oreficini Rosi, capo di gabinetto del
presidente D'Ambrosio e dal direttore del corso, l’ispettore
di protezione civile Cri Maria Teresa Giglio. Sono quattro
le giornate di studio inserite nel calendario (30-31
ottobre, 1- 6 novembre) e culmineranno in un esame finale
che abiliterà i volontari Cri al ruolo di formatore di
Protezione ci vile. L’impianto del corso prevede, tra i
percorsi didattici, interventi mirati al l'approfondimento
del rischio industriale e grazie alla collaborazione offerta
dall'Api Spa, per il prossimo 6 novembre è contemplata
un'intera giornata di lavoro nella sala conferenze della
raffineria di Falconara braccio a braccio con
l'amministratore delegato Franco Brunetti, una visita agli
impianti, l'esposizione dei piani d'emergenza-rischi
industriali approntati dall'azienda e una esercitazione
pratica. Ad annunciarlo ieri mattina è stato l’ingegner
Franco Bellucci, direttore dell'Api. Roberto Oreficini ha
sottolineato la necessità di scandagliare a fondo le
problematiche dei rischi industriali anche attraverso un più
stretto col legamento e scambio di in formazioni tra aziende
e associazioni.
Il rischio industriale
La Cri in raffineria
FALCONARA - C' è anche l’approfondimento del rischio
industriale tra i percorsi didattici del primo corso per
istruttori di protezione civile organizzato dal comitato
marchigiano della Croce Rossa e dalla Regione Marche. Per
questo i circa cinquanta partecipanti svolgeranno una
giornata di lavoro, il 6 novembre prossimo, nella sala
conferenze della raffineria Api di Falconara Marittima, a
fianco dell’amministratore delegato Franco Brunetti, con una
visita agli impianti, l’esposizione dei piani di
emergenza-rischi industriali approntati dall’ azienda e una
esercitazione pratica. Il corso, inaugurato ieri mattina dal
commissario della Cri Marche Gabriella Modigliani Scoponi,
dal capo di gabinetto del presidente della giunta regionale
Roberto Oreficini e dall’ ispettore di protezione civile Cri
Maria Teresa Giglio, direttore dell’iniziativa, è articolato
in quattro giornate. Al termine un esame finale abiliterà i
volontari Cri al ruolo di formatore di protezione civile. E’
di particolare significato che il corso preveda un capitolo
anche alla raffineria Api che quanto a rischio industriale è
ovviamente parecchio esposta, per il fatto di lavorare
prodotti a rischio. Sarà anche l’occasione per ripassare i
piani di emergenza della raffineria, che in questi ultimi
tempi sono stati chiamati purtroppo in causa in occasione
dello scoppio di settembre e dell’incendio di metà ottobre.
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