Ultimatum di Amagliani a
Giancarli e a Carletti
L’assessore: o fanno proposte
per il pool che studia la riconversione dell’Api o decide la
Regione
di LETIZIA LARICI
FALCONARA - Ultimatum di
Amagliani a Giancarli e Carletti: se Provincia e Comune di
Falconara non presenteranno entro oggi le proprie proposte
circa la composizione del pool di esperti che dovrà
occuparsi della riconversione del sito Api, i nominativi
individuati dalla Regione verranno considerati tacitamente
accettati. Suona così la lettera che l'assessore regionale
all'Ambiente ha inviato ieri al sindaco di Falconara e al
presidente della Provincia. Della questione si doveva
discutere venerdì scorso nel corso di un summit saltato per
forfait del sindaco Carletti che, impegnato in Giunta, ha di
fatto rallentato l'iter. Circostanza che ha indotto
Amagliani a fissare un termine «per avviare le procedure al
più presto, considerato che i tempi a disposizione del pool
sono sempre più limitati». La fretta è ovviamente legata a
questioni politiche. «E'evidente - spiega infatti
l'assessore - che mi interessa chiudere la partita prima
della fine della legislatura, ma sia ben chiaro che non
intendo entrare in contrapposizione con Provincia e Comune».
Se di fronte all'aut aut dell'assessore il primo cittadino
di Falconara si trincera dietro un no comment , il
presidente Giancarli si dice «sorpreso. Non penso si possa
incolpare nessuno per la mancata riunione. Peraltro sono
stato io a chiederla al presidente D'Ambrosio per discutere
criteri e modalità di questo gruppo di lavoro. A mio avviso
la composizione del pool dovrebbe essere frutto di una
proposta collegiale, per la quale si rendono necessari
incontri tra le istituzioni e non solo. Credo andrebbero
coinvolte anche le associazioni sindacali, imprenditoriali e
cittadine. Ad ogni modo se Amagliani ha fretta e vuole i
nomi, oggi glieli farò pervenire. Dopo averli condivisi in
Giunta. Certo in questo modo si finisce per ridurre il tutto
a una lista che esula da una valutazione collegiale».
Intanto sul fronte raffineria, sotto la supervisione dei
Vigili del fuoco e secondo le modalità disposte dalla
procura, sono iniziate le operazioni di manutenzione e
pulizia degli impianti dissequestrati. E a proposito di
sequestro, c'è chi insinua che l'allarme blocco produzione,
imputato nei giorni scorsi alla permanenza dei sigilli,
fosse solo un escamotage per nascondere problemi ai forni
del Vacuum 3 e Vis Breaking. Problemi che la raffineria
ammette, precisando però che non «avrebbero mai compromesso
la normalità del ciclo, in caso di piena disponibilità di
tutti gli impianti». Comunque «il riavvio del Vis Breaking e
del Vacuum 1 consentirà di riprendere la piena operatività
dello stabilimento entro fine mese. Il provvedimento di
dissequestro ha, inoltre, reso utilizzabili i serbatoi
all'interno dei quali era stoccata la carica per la centrale
elettrica, scongiurandone il pericolo di fermata». In ogni
caso per far fronte agli strascichi di tutto questo tran
tran, da ieri 15 dipendenti sono in ferie.
Rifondazione accusa: quel
verbale è un falso
I consiglieri di Prc
risultano presenti al voto dell’odg sull’Api. Marcelli Flori:
«Non c’eravamo»
di MARCO CATALANI
FALCONARA Il contestato
ordine del giorno sull'Api torna a far fiamme. Il documento,
in discussione durante l'ultimo Consiglio comunale e
approvato con 15 voti nonostante le opposizioni avessero
denunciato la mancanza del numero legale, è apparso oggi
nella sua stesura definitiva. Ad apparire presenti alla
votazione, facendo salire il numero dei presenti in aula a
17, i due consiglieri di Rc, Massimo Marcelli Flori e
Maurizio Amagliani. In un primo momento si era pensato anche
al coinvolgimento di An, verbalizzata invece come assente al
momento del voto. Dure le reazioni delle opposizioni che già
il giorno dopo avevano promesso ricorsi in Prefettura e
azioni legali per falso in atto pubblico. «Noi - commenta
Marcelli Flori, capogruppo di Rifondazione - non eravamo in
aula e questo è un dato di fatto. Se segretario comunale,
presidente del Consiglio e altri asseriscono il contrario,
dovranno rispondere delle loro azioni. Questo atto rimane
illegittimo e assolutamente inaccettabile». Anche An,
"scagionata" dalla presenza in aula, è solidale con Rc, e
con il capogruppo Matteo Astolfi ammette che «anche se la
nostra volontà di voto è stata rispettata ciò che è successo
riporta alla luce i metodi non del tutto democratici del
sindaco e la continua opera di delegittimazione del
consiglio comunale. Anche la maggioranza dovrebbe fare una
valutazione di quanto accade». Maggioranza che invece aveva
bacchettato i colleghi, auspicando «la necessità di un
maggior grado di rispetto reciproco nelle prassi, rivedendo
e condividendo nuove e vecchie regole» oltre ad un «tavolo
per rileggere e interrogarsi su quanto avvenuto con
l'intento di far valere "un'etica" al di sopra delle parti».
Il tavolo ci sarà ma a sedersi saranno le opposizioni che,
domani, in una conferenza stampa congiunta parleranno, oltre
che dell'odg, anche della gestione complessiva del Consiglio
comunale.
Camion sbarcati in porto
Falconara ribadisce: «Non li faremo passare»
Falconara ha detto no. E lo
ha fatto per l'ennesima volta. All'ipotesi di trasferire
parte del traffico pesante sul territorio falconarese,
l'assessore Terranova ha risposto ieri in Prefettura dati
alla mano. Quelli rilevati dalla centralina dell'Arpam, ha
detto in sostanza l'assessore, sono molto preoccupanti e
così Falconara non è oggi in grado (e non lo sarà in futuro)
di sostenere anche il peso dei tir in entrata e in uscita
dal porto di Ancona. Un no, quello di Falconara, che si
estende anche al traffico leggero. Alla richiesta del Comune
di Ancona di sopportare almeno parte dei volumi di traffico
di auto, in modo da alleggerire la pressione su Torrette,
Falconara ha risposto ugualmente in maniera negativa. I
motivi? Gli incolonnamenti che spesso si creano in via Conca
spingono già gli automobilisti, autonomamente e senza
bisogno di ordinanze sindacali, a deviare verso il Comune a
nord di Ancona. C.Gr.
«Qui sembra di essere a
Kabul A Falconara la caccia va proibita»
Sembra di essere a Kabul. Lo
dice Massimo Fanelli dell’associazione Il falco azzurro
lamentando il fatto che «tutti i sabati e le domeniche
mattina da qualche settimana siamo svegliati dal rumore
delle fucilate nel campo a ridosso di via Panoramica. E
pensare che avevo scelto (e speso un sacco di soldi per
acquistare la casa) la zona di Barcaglione proprio per
essere più vicino alla natura e lontano dal centro. Questa
mattina ho contato più di 150 spari tra le 06,45 e le 09,00.
Credo assolutamente incivile che tutto questo possa accadere
e ledere il diritto al riposo ed alla libertà di un gruppo
di cittadini. Chiedo che venga messo fine alla caccia a
ridosso del Comune di Falconara e che possa essere
esercitata solo nelle zone che rispettano la privacy e il
diritto al riposo dei residenti». |
L’Api riparte tra le
polemiche
L’azienda smentisce che il
blocco sarebbe dovuto anche alla mancanza di pezzi di
ricambio Screzio tra Amagliani e Giancarli sul tavolo di
studio per la riconversione Impianti dissequestrati. La Rsu:
“Non possiamo pagare gli errori di altri”
di MARINA MINELLI
FALCONARA - Fa discutere la
notizia, emersa ieri, che forse anche il danneggiamento (e
la mancanza di pezzi di ricambio) di uno dei forni
dell’impianto di raffinazione dell’Api potrebbe essere
all’origine del blocco di produzione e dell’ipotesi delle
“ferie forzate” per una trentina di dipendenti. Uno dei due
forni della raffineria, il “cooking”, sarebbe fermo per
motivi tecnici forse legati a ricambi non disponibili in
breve tempo. Ma dall’azienda arriva una secca smentita. “Ai
fini della ripresa dell’attività produttiva – scrive in una
nota l’Api – risulta ininfluente qualsiasi altra
problematica intervenuta ad oggi”. Già a partire dalla
serata di sabato scorso, sotto la supervisione dei vigili
del fuoco e secondo le modalità disposte dalla procura,
informa l’azienda, “sono iniziate le operazioni di
manutenzione e pulizia degli impianti non ancora sottoposti
al ciclo di manutenzione generale in programma, poiché
sottoposti a sequestro”. “Il riavvio degli impianti –
prosegue la nota – consentirà di riprendere la piena
operatività del ciclo di raffineria, prevista per fine mese.
Il provvedimento di dissequestro ha, inoltre, reso
utilizzabili i serbatoi all’interno dei quali era stoccata
la carica per la centrale elettrica, scongiurandone il
pericolo di fermata”. Di “inconveniente operativo” parlano
anche le Rsu del petrolchimico che, comunque, confermano la
“preoccupazione” per la situazione interna all’azienda. “Si,
c’è stato il dissequestro e si sta procedendo affinché sia
fatta chiarezza – commenta Massimo Duranti – ma noi
lavoriamo con una pattuglia di carabinieri a fianco che
supervisiona ogni cosa, prende appunti e controlla. Non è un
momento facile”. I due incidenti uno dietro l’altro, il
sequestro di alcuni sezioni della raffineria, poi la
minaccia delle “ferie forzate” (convertite da ieri in
smaltimento delle ferie residue per 15 dipendenti), secondo
Duranti hanno portato “molto in alto il livello di tensione
ed anche l’azienda si sta irrigidendo”. “Noi però non
possiamo pagare errori di altri – sostiene, riconfermando
una dichiarazione dei giorni scorsi – la dirigenza si deve
assumere le sue responsabilità, e gli onori e gli oneri del
suo ruolo. Questo senza dare colpe a nessuno, non abbiamo
intenzione di fare nomi o di puntare il dito verso
qualcuno”. Intanto, sul fronte istituzionale, dopo il rinvio
della riunione fissata per venerdì scorso (durante la quale
doveva essere definita, collegialmente, la costituzione del
gruppo di lavoro tecnico formato da esperti indicati da
Comune, Provincia e Regione per lo studio sulle possibilità
di riconversione dell’area della raffineria) l’assessore
regionale all’ambiente Amagliani ha chiesto agli altri due
enti, di far pervenire, una lista di nomi. Una procedura che
ha “sorpreso” il presidente della Provincia Enzo Giancarli
secondo il quale la filosofia dell’intesa raggiunta dai tre
enti, prevedeva invece un confronto fra istituzioni. “Ho
voluto fortemente quell’intesa – scrive Giancarli ad
Amagliani – e mi ha fatto piacere che ci fosse anche la tua
firma” e l’incontro saltato, doveva servire, ricorda il
presidente della Provincia, “per discutere criteri e
modalità operative del gruppo di lavoro che, come abbiamo
concordato, deve essere formato da esperti di elevato e
riconosciuto rigore scientifico e professionalità”.
Nonostante ciò e nonostante la perplessità su metodo,
“animato dalla volontà di collaborare”, Giancarli aderisce
all’invito di Amagliani, annunciando per oggi, dopo una
valutazione collegiale in giunta provinciale, la
presentazione dei nominativi. |