RASSEGNA STAMPA 26.10.2004

 

MESSAGGERO
Ultimatum di Amagliani a Giancarli e a Carletti

L’assessore: o fanno proposte per il pool che studia la riconversione dell’Api o decide la Regione

di LETIZIA LARICI

FALCONARA - Ultimatum di Amagliani a Giancarli e Carletti: se Provincia e Comune di Falconara non presenteranno entro oggi le proprie proposte circa la composizione del pool di esperti che dovrà occuparsi della riconversione del sito Api, i nominativi individuati dalla Regione verranno considerati tacitamente accettati. Suona così la lettera che l'assessore regionale all'Ambiente ha inviato ieri al sindaco di Falconara e al presidente della Provincia. Della questione si doveva discutere venerdì scorso nel corso di un summit saltato per forfait del sindaco Carletti che, impegnato in Giunta, ha di fatto rallentato l'iter. Circostanza che ha indotto Amagliani a fissare un termine «per avviare le procedure al più presto, considerato che i tempi a disposizione del pool sono sempre più limitati». La fretta è ovviamente legata a questioni politiche. «E'evidente - spiega infatti l'assessore - che mi interessa chiudere la partita prima della fine della legislatura, ma sia ben chiaro che non intendo entrare in contrapposizione con Provincia e Comune». Se di fronte all'aut aut dell'assessore il primo cittadino di Falconara si trincera dietro un no comment , il presidente Giancarli si dice «sorpreso. Non penso si possa incolpare nessuno per la mancata riunione. Peraltro sono stato io a chiederla al presidente D'Ambrosio per discutere criteri e modalità di questo gruppo di lavoro. A mio avviso la composizione del pool dovrebbe essere frutto di una proposta collegiale, per la quale si rendono necessari incontri tra le istituzioni e non solo. Credo andrebbero coinvolte anche le associazioni sindacali, imprenditoriali e cittadine. Ad ogni modo se Amagliani ha fretta e vuole i nomi, oggi glieli farò pervenire. Dopo averli condivisi in Giunta. Certo in questo modo si finisce per ridurre il tutto a una lista che esula da una valutazione collegiale». Intanto sul fronte raffineria, sotto la supervisione dei Vigili del fuoco e secondo le modalità disposte dalla procura, sono iniziate le operazioni di manutenzione e pulizia degli impianti dissequestrati. E a proposito di sequestro, c'è chi insinua che l'allarme blocco produzione, imputato nei giorni scorsi alla permanenza dei sigilli, fosse solo un escamotage per nascondere problemi ai forni del Vacuum 3 e Vis Breaking. Problemi che la raffineria ammette, precisando però che non «avrebbero mai compromesso la normalità del ciclo, in caso di piena disponibilità di tutti gli impianti». Comunque «il riavvio del Vis Breaking e del Vacuum 1 consentirà di riprendere la piena operatività dello stabilimento entro fine mese. Il provvedimento di dissequestro ha, inoltre, reso utilizzabili i serbatoi all'interno dei quali era stoccata la carica per la centrale elettrica, scongiurandone il pericolo di fermata». In ogni caso per far fronte agli strascichi di tutto questo tran tran, da ieri 15 dipendenti sono in ferie.

Rifondazione accusa: quel verbale è un falso

I consiglieri di Prc risultano presenti al voto dell’odg sull’Api. Marcelli Flori: «Non c’eravamo»

di MARCO CATALANI

FALCONARA Il contestato ordine del giorno sull'Api torna a far fiamme. Il documento, in discussione durante l'ultimo Consiglio comunale e approvato con 15 voti nonostante le opposizioni avessero denunciato la mancanza del numero legale, è apparso oggi nella sua stesura definitiva. Ad apparire presenti alla votazione, facendo salire il numero dei presenti in aula a 17, i due consiglieri di Rc, Massimo Marcelli Flori e Maurizio Amagliani. In un primo momento si era pensato anche al coinvolgimento di An, verbalizzata invece come assente al momento del voto. Dure le reazioni delle opposizioni che già il giorno dopo avevano promesso ricorsi in Prefettura e azioni legali per falso in atto pubblico. «Noi - commenta Marcelli Flori, capogruppo di Rifondazione - non eravamo in aula e questo è un dato di fatto. Se segretario comunale, presidente del Consiglio e altri asseriscono il contrario, dovranno rispondere delle loro azioni. Questo atto rimane illegittimo e assolutamente inaccettabile». Anche An, "scagionata" dalla presenza in aula, è solidale con Rc, e con il capogruppo Matteo Astolfi ammette che «anche se la nostra volontà di voto è stata rispettata ciò che è successo riporta alla luce i metodi non del tutto democratici del sindaco e la continua opera di delegittimazione del consiglio comunale. Anche la maggioranza dovrebbe fare una valutazione di quanto accade». Maggioranza che invece aveva bacchettato i colleghi, auspicando «la necessità di un maggior grado di rispetto reciproco nelle prassi, rivedendo e condividendo nuove e vecchie regole» oltre ad un «tavolo per rileggere e interrogarsi su quanto avvenuto con l'intento di far valere "un'etica" al di sopra delle parti». Il tavolo ci sarà ma a sedersi saranno le opposizioni che, domani, in una conferenza stampa congiunta parleranno, oltre che dell'odg, anche della gestione complessiva del Consiglio comunale.

Camion sbarcati in porto Falconara ribadisce: «Non li faremo passare»

Falconara ha detto no. E lo ha fatto per l'ennesima volta. All'ipotesi di trasferire parte del traffico pesante sul territorio falconarese, l'assessore Terranova ha risposto ieri in Prefettura dati alla mano. Quelli rilevati dalla centralina dell'Arpam, ha detto in sostanza l'assessore, sono molto preoccupanti e così Falconara non è oggi in grado (e non lo sarà in futuro) di sostenere anche il peso dei tir in entrata e in uscita dal porto di Ancona. Un no, quello di Falconara, che si estende anche al traffico leggero. Alla richiesta del Comune di Ancona di sopportare almeno parte dei volumi di traffico di auto, in modo da alleggerire la pressione su Torrette, Falconara ha risposto ugualmente in maniera negativa. I motivi? Gli incolonnamenti che spesso si creano in via Conca spingono già gli automobilisti, autonomamente e senza bisogno di ordinanze sindacali, a deviare verso il Comune a nord di Ancona. C.Gr.

«Qui sembra di essere a Kabul A Falconara la caccia va proibita»

Sembra di essere a Kabul. Lo dice Massimo Fanelli dell’associazione Il falco azzurro lamentando il fatto che «tutti i sabati e le domeniche mattina da qualche settimana siamo svegliati dal rumore delle fucilate nel campo a ridosso di via Panoramica. E pensare che avevo scelto (e speso un sacco di soldi per acquistare la casa) la zona di Barcaglione proprio per essere più vicino alla natura e lontano dal centro. Questa mattina ho contato più di 150 spari tra le 06,45 e le 09,00. Credo assolutamente incivile che tutto questo possa accadere e ledere il diritto al riposo ed alla libertà di un gruppo di cittadini. Chiedo che venga messo fine alla caccia a ridosso del Comune di Falconara e che possa essere esercitata solo nelle zone che rispettano la privacy e il diritto al riposo dei residenti».

 
CORRIERE ADRIATICO
L’Api riparte tra le polemiche

L’azienda smentisce che il blocco sarebbe dovuto anche alla mancanza di pezzi di ricambio Screzio tra Amagliani e Giancarli sul tavolo di studio per la riconversione Impianti dissequestrati. La Rsu: “Non possiamo pagare gli errori di altri”

di MARINA MINELLI

FALCONARA - Fa discutere la notizia, emersa ieri, che forse anche il danneggiamento (e la mancanza di pezzi di ricambio) di uno dei forni dell’impianto di raffinazione dell’Api potrebbe essere all’origine del blocco di produzione e dell’ipotesi delle “ferie forzate” per una trentina di dipendenti. Uno dei due forni della raffineria, il “cooking”, sarebbe fermo per motivi tecnici forse legati a ricambi non disponibili in breve tempo. Ma dall’azienda arriva una secca smentita. “Ai fini della ripresa dell’attività produttiva – scrive in una nota l’Api – risulta ininfluente qualsiasi altra problematica intervenuta ad oggi”. Già a partire dalla serata di sabato scorso, sotto la supervisione dei vigili del fuoco e secondo le modalità disposte dalla procura, informa l’azienda, “sono iniziate le operazioni di manutenzione e pulizia degli impianti non ancora sottoposti al ciclo di manutenzione generale in programma, poiché sottoposti a sequestro”. “Il riavvio degli impianti – prosegue la nota – consentirà di riprendere la piena operatività del ciclo di raffineria, prevista per fine mese. Il provvedimento di dissequestro ha, inoltre, reso utilizzabili i serbatoi all’interno dei quali era stoccata la carica per la centrale elettrica, scongiurandone il pericolo di fermata”. Di “inconveniente operativo” parlano anche le Rsu del petrolchimico che, comunque, confermano la “preoccupazione” per la situazione interna all’azienda. “Si, c’è stato il dissequestro e si sta procedendo affinché sia fatta chiarezza – commenta Massimo Duranti – ma noi lavoriamo con una pattuglia di carabinieri a fianco che supervisiona ogni cosa, prende appunti e controlla. Non è un momento facile”. I due incidenti uno dietro l’altro, il sequestro di alcuni sezioni della raffineria, poi la minaccia delle “ferie forzate” (convertite da ieri in smaltimento delle ferie residue per 15 dipendenti), secondo Duranti hanno portato “molto in alto il livello di tensione ed anche l’azienda si sta irrigidendo”. “Noi però non possiamo pagare errori di altri – sostiene, riconfermando una dichiarazione dei giorni scorsi – la dirigenza si deve assumere le sue responsabilità, e gli onori e gli oneri del suo ruolo. Questo senza dare colpe a nessuno, non abbiamo intenzione di fare nomi o di puntare il dito verso qualcuno”. Intanto, sul fronte istituzionale, dopo il rinvio della riunione fissata per venerdì scorso (durante la quale doveva essere definita, collegialmente, la costituzione del gruppo di lavoro tecnico formato da esperti indicati da Comune, Provincia e Regione per lo studio sulle possibilità di riconversione dell’area della raffineria) l’assessore regionale all’ambiente Amagliani ha chiesto agli altri due enti, di far pervenire, una lista di nomi. Una procedura che ha “sorpreso” il presidente della Provincia Enzo Giancarli secondo il quale la filosofia dell’intesa raggiunta dai tre enti, prevedeva invece un confronto fra istituzioni. “Ho voluto fortemente quell’intesa – scrive Giancarli ad Amagliani – e mi ha fatto piacere che ci fosse anche la tua firma” e l’incontro saltato, doveva servire, ricorda il presidente della Provincia, “per discutere criteri e modalità operative del gruppo di lavoro che, come abbiamo concordato, deve essere formato da esperti di elevato e riconosciuto rigore scientifico e professionalità”. Nonostante ciò e nonostante la perplessità su metodo, “animato dalla volontà di collaborare”, Giancarli aderisce all’invito di Amagliani, annunciando per oggi, dopo una valutazione collegiale in giunta provinciale, la presentazione dei nominativi.

 
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