RASSEGNA STAMPA 21.10.2004

 

MESSAGGERO
Per la raffineria si apre uno spiraglio

Dopo il sopralluogo del consulente della procura i sigilli potrebbero essere tolti

di GIAMPAOLO MILZI e LETIZIA LARICI

FALCONARA Indiziata speciale una valvola che avrebbe avuto un ruolo fondamentale nell'operazione di filtraggio combustibile in corso al momento della fiammata. E quindi controllata a fondo nel corso delle tre ore di sopralluogo del consulente della procura all'impianto Vacuum protagonista dell'incendio all'Api del 14 ottobre. Ma tutte le componenti per la distillazione del greggio destinato alla produzione di gasolio sono state monitorate dal professor Lancia, accompagnato dal pm Cristina Tedeschini e, in rappresentanza dell'azienda, dall'avvocato Matteo e dal consulente di parte Leon. Sopralluogo proficuo e forse ultimativo: da qui la sintonia, e soprattutto soddisfazione della dirigenza della raffineria, per un imminente dissequestro del Vacuum. Prima di raggiungere Falconara, Lancia aveva ricevuto l’integrazione di consulenza tecnica - è già ctu nell'inchiesta sul disatro del 18 settembre al parco bitumi - dai pm Bilotta e Tedeschini alla presenza del legale Api Vettori. Tra i quesiti ai quali dovrà rispondere per chiarire dinamica e cause del successivo incidente minore (direttore generale Api e due funzionari indagati per incendio colposo), ce n'è proprio uno sulla correlazione tra Vacuum e Parco bitumi e sulla sussistenza di un nesso di esigenze tecnico-probatorie nelle due inchieste. Ma nonostante lo spiraglio aperto, l'azienda sembra intenzionata a ricorrere alle ferie forzate per alcuni dipendenti. Provvedimento rinviato di un giorno e ridimensionato rispetto a quello prospettato l'altro ieri ai sindacati: i trenta lavoratori che oggi avrebbero dovuto restarsene a casa si recheranno regolarmente al lavoro, ma da domani venti persone, di cui la metà impiegate negli impianti di bassa pressione(a cui appartengono Vacuum 1 e Vis Breaking), potrebbero essere costretti alle ferie per 11 giorni. L'annuncio, arrivato dopo il sopralluogo di Pm e perito e motivato dagli "strascichi" conseguenti al regime ridotto di questi giorni, non trova d'accordo i sindacati, che hanno fissato un nuovo vertice con l'azienda per ogg nella speranza di farle cambiare idea. Altrimenti sarà stato d'agitazione. «La riduzione del personale in reparti in parziale attività - spiegano Andrea Fiordelmondo della Uil e Daniele Paolinelli della Cisl - è inammissibile. E' una questione di sicurezza: gli impianti vanno tenuti sotto controllo. E poi non si ravvisa più nessuna necessità. E' l'azienda che deve fare un sacrificio senza ripercussioni sui lavoratori». Comunque vada la trattativa domani sarà convocata un'assemblea dei lavoratori dalla quale, in caso di mancato ripensamento dell'Api, potrebbero uscire decisioni pesanti. Fino all'astensione totale dal lavoro, perché «è ora che i vertici - rimarca Massimo Duranti della Rsu Cgil - si assumano le proprie responsabilità e la finiscano di scaricare la colpa sui lavoratori».

I dipendenti adesso hanno paura

di MARCO CATALANI

FALCONARA Tensione e preoccupazioni all'Api. Quello di perdere il posto di lavoro è il principale, tra i tanti timori che serpeggiano tra i dipendenti della raffineria. «Lavoro qui da 25 anni - racconta ad esempio Enzo Zenobi - e questo è il momento più brutto che ricordo. Insicurezza e paura sono chiaramente percepibili in tutti, sia in dipendenti giovani sia in quelli con molti anni di servizio. Ci sono tante famiglie che vivono grazie a questo lavoro. Speriamo che si riesca a sbloccare la situazione e si possa ripartire senza intervenire sui dipendenti». Molti, operai o impiegati che siano, non hanno voglia di parlare, di rilasciare dichiarazioni: il momento è delicato. «In questi giorni - ammette un operaio - c'è una strana atmosfera tra gli impianti. Abbiamo paura a muoverci, paura di sbagliare, paura di perdere il lavoro. Siamo padri di famiglia». Per molti la preoccupazione è quella di un fermo che si prolunghi all'infinito, uno scenario senza ritorno. «Abbiamo famiglia, mutui da pagare - spiega Mirco Giacchetti - La sensazione di gran parte dei dipendenti è che se ci si ferma, non si riparte. Questa è una paura di tutti i giorni che tocca noi ma che potrebbe avere ripercussioni anche su tutto il territorio. Speriamo di superare questo periodo bruttissimo». Due incidenti in poco più di un mese, la lente d'ingrandimento sulla raffineria, il dibattito politico che si riaccende e la sequenza interminabile di dichiarazioni: il tutto concorre nel far sentire il personale nel mirino in qualità di diretti responsabili. «Ci sentiamo criminalizzati - lamenta Sauro Martini, in raffineria da 24 anni - prima era una sensazione, ora è diventata una triste realtà». Altri augurano all'informazione di essere «trasparente, con i mass media che espongano chiaramente le cose - dice un'altro dipendente - Noi qua non lavoriamo solo per lo stipendio: mettiamo passione nella nostra attività, continui corsi di aggiornamento e così forniamo un servizio alla collettività». E di inquietudini parla anche Andrea Fiordelmondo. «In altre aziende - spiega - se avvengono errori si tratta di un rapporto che si risolve tra dirigenti e lavoratori. Qui questo non accade: i dipendenti presenti durante l'ultimo incidente sono rimasti a disposizione fino a tarda notte e sottoposti ad interrogatori. Tra tutti i lavoratori serpeggia una preoccupazione che porta a non lavorare tranquilli, quindi a sbagliare o addirittura a non fare per non incorrere in errori».

Da gennaio il primo tratto del metrò

Operativa anche “Falconara Stadio”: Trenitalia pronta sulla Jesi-Ancona

di MASSIMILIANO PETRILLI

«Io impiego 24 minuti da Senigallia ad Ancona marittima. Non so se con la macchina si riesce a far meglio». Luciano Montesi, assessore provinciale ai trasporti, lancia la sua sfida, esibendo l’abbonamento Fs, mentre annuncia l’imminente avvio della seconda stazione della metropolitana di superficie, Falconara-stadio. Il taglio del nastro è programmato per metà dicembre, mentre dal 1° gennaio entrerà in servizio “effettivo”. Falconara-stadio che si aggiunge alla stazione di Torrette, con il metrò leggero pronto a raddoppiare entro settembre del prossimo anno quando saranno ultimati anche i lavori delle fermate di Passo Varano-stadio e Camerano-Aspio. Che significa questa nuova stazione? Significa, come annucnaito recentemente, che Trenitalia potrà predisporre treni con frequenze e fermate più diffuse nella tratta Jesi-Ancona e viceversa. E’ il primo tratto, nei fatti, del metrò di superficie, che dovrebbe esordire dunque ad inizio 2005. Giancarli e Montesi che hanno ricordato anche l’impegno per la nuova fermata di Cesano e l'adeguamento funzionale di otto stazioni già esistenti: Jesi, Chiaravalle, Castelferretti, Falconara, Marzocca, Palombina, Ancona centrale e Varano. Qui, con una spesa di 2,8 milioni, che dovranno alzare le loro banchine di 55 centimetri, per consentire la discesa e la salita del passeggeri raggiungendo l' effetto «metropolitana» con discese e salite veloci da parte dei passeggeri. Treni, capaci ad esempio di collegare Falconara-Ancona in meno di 15 minuti, che puntano in primis sulla velocità commerciale e la capacità di raccordo con il trasporto pubblico su gomma. Alleanza bus-treno studiata sugli orari di lavoro e pianificata tenendo presenti le coincidenze con autobus urbani ed extraurbani. Un grimaldello per scardinare le code delle migliaia di macchine giornalmente in entrata ad Ancona nord e sud. Sistema che la Provincia a potenziare con l’aiuto di Trenitalia. «Ripetutamente abbiamo sottolineato l'occasione straordinaria rappresentata dalla stazione Ancona marittima - afferma l’assessore Montesi - E per questo abbiamo chiesto alle Ferrovie di intensificare le corse da e per questa stazione. Così come puntiamo ad ottenere da Trenitalia la maggior frequenza possibile dei convogli per aumentare ulteriormente il vantaggio del treno rispetto al mezzo privato». Uno studio metterà in evidenza i punti critici del sistema, vale a dire gli snodi tra i diversi sistemi di trasporto, auto, bus e treno, indicando dove è necessario realizzare parcheggi, incentivare il numero delle corse o modificare gli orari, per evitare doppioni nel trasporto pubblico per l'abbinamento dei mezzi su gomma e su binario. L’obiettivo finale è di «ridefinire le percorrenze dei servizi pubblici su gomma, razionalizzando le sovrapposizioni con le percorrenze su treno e riequilibrando le corse dei bus nel sistema dell’entroterra». Inoltre si punta «ad intercettare quote di pendolari ad oggi non attratti dal trasporto pubblico poiché non serviti su tutto il percorso casa-lavoro-casa». La Provincia, con la metropolitana di superficie, intende inoltre «elevare gli standard di qualità del trasporto pubblico su gomma con una velocità commerciale favorita dalla diminuzione di bus con la stessa percorrenza». «L’avvio della metropolitana di superficie - ha concluso Giancarli - non ci fa comunque desistere dall’ipotesi di arrivare all’arretramento della linea ferroviaria Adriatica». Ipotesi avanzata da tempo e che era stata ripresa anche dal viceministro Baldassarri che aveva dato mandato al Ministero di elaborare un progetto per questo tracciato alternativo.

 
CORRIERE ADRIATICO
Api, verso il dissequestro degli impianti

Dopo il sopralluogo del consulente la procura potrebbe dare via libera alla ripresa delle attività. Oggi l’amministratore delegato Brunetti incontra i pm titolari delle inchieste

di L.S.

L’inchiesta ormai ha fatto passi avanti e la procura sarebbe orientata ad accogliere le richieste dell’Api di dissequestrare gli impianti bloccati dopo gli incendi dell’8 settembre e di una settimana fa divampati all’interno della raffineria. Sembra questa l’indicazione più importante, in questi giorni d’attesa e preoccupazione per il lavoro dei circa 500 dipendenti, emersa dopo il sopralluogo di tre ore compiuto ieri pomeriggio nell’impianto petrolchimico dal consulente della procura Amedeo Lancia insieme al pm Cristina Tedeschini. L’esperto, docente di ingegneria chimica ambientale all’Università di Napoli, avrebbe infatti già raccolto elementi utili per gli accertamenti anche sull’incidente di giovedì scorso, quando una flangia si era scollegata causando la fuoriuscita di greggio. Il clima in azienda potrebbe presto rasserenarsi un po’. E forse va in questa direzione anche l’incontro fissato per stamani alle 9 e 30 in procura tra l’amministratore delegato dell’Api Franco Brunetti e i due pm che seguono le indagini, Irene Bilotta e Cristina Tedeschini. Proprio nella speranza ormai più concreta di un dissequestro, anche se per ora non c' è nessun provvedimento formale, l’azienda avrebbe deciso di ridimensionare progressivamente il piano di ferie forzate annunciato per 29 dipendenti a partire da oggi e la “messa in libertà” per ora dovrebbe riguardare solo 15 dipendenti. Oltre a dimezzare il piano ferie, l’azienda avrebbe anche deciso di rinunciare al paventato utilizzo della cassa integrazione nel periodo successivo alle ferie. Se la revoca venisse concessa, infatti, verrebbe riattivato in breve tempo l’impianto “Vacuum I”, che darebbe respiro all’intera attività di raffinazione dello stabilimento, compresa l’alimentazione della turbina della centrale di cogenerazione Igcc. La situazione sembra in rapida evoluzione e per questo oggi si terrà un nuovo incontro tra azienda e sindacati. Molto dipenderà dal responso del sopralluogo effettuato ieri in raffineria dal porfessor Lancia, che in mattinata aveva ricevuto dalla procura un secondo incarico, dopo quello sull’incendio dell’8 settembre. I pm Bilotta e Tedeschini gli hanno affidato il compito di chiarire le cause del principio di incendio dell’impianto di distillazione “Vacuum I”, scoppiato la scorsa settimana in un’area già posta sotto sequestro (ma con diritto d’uso) dopo il rogo con un morto e tre feriti dell’8 settembre. Il perito ha cominciato ieri con la messa in pressione dell’impianto, realizzando un calco della sezione interessata dalla perdita di gasolio che a contatto con l' aria ha preso fuoco, cercando di individuare il punto in cui è avvenuta la rottura. Prima del secondo incidente il consulente aveva già espresso un parere favorevole al dissequestro degli impianti bloccati dopo il primo incendio. Dissequestro ovviamente “congelato” dopo il secondo incidente.

I sindacati: “No alle ferie forzate”

Ridotto da 29 a 15 il numero degli “esuberi”, ma c’è tensione

di MARINA MINELLI

FALCONARA - Non piace ai sindacati la soluzione delle “ferie forzate” scelta dall’Api per tamponare i problemi occupazionali e stamattina è in programma un nuovo incontro con l’azienda a cui seguirà, nel pomeriggio una verifica con le Rsu e domani un’assemblea con tutti i lavoratori dell’impianto petrolchimico. “Dopo la visita del perito – spiega Daniele Paolinelli della Femca-Cisl – l’azienda ci ha convocato per dire che probabilmente si va verso il dissequestro e l’attività dovrebbe riprendere, ma se è così le ‘ferie forzate’ non vanno bene”. Una decisione inopportuna anche secondo Gilberto Zoppi della Cgil il quale parla della necessità di “valutare bene le iniziative da prendere”. Intanto ieri la dirigenza aziendale informava di avere deciso di ridurre da 29 a 15 il numero dei dipendenti colpiti dal provvedimento che a parere dei sindacati è “una pre cassa integrazione”. “La situazione è in continua evoluzione – riferiscono all’Api – anche perché speriamo di avere notizie dalla magistratura a proposito del dissequestro entro uno o due giorni”. “Pur comprendendo la criticità del momento, non è condivisibile – dicono i sindacati – un percorso che prevede la messa in libertà di alcuni dipendenti, con i reparti di appartenenza in parziale attività e in fase di spegnimento”. Sulla questione sono intervenuti con una nota anche i portavoce dei comitati cittadini che ritengono le dichiarazioni dell’azienda a proposito del sequestro dopo l’incendio del 14 ottobre, “una pressione indebita” nei confronti della magistratura, che “di fronte a possibili responsabilità degli stessi dirigenti dell’Api, non poteva che adottare questo provvedimento”. “Il nocciolo della questione – prosegue la nota firmata da Loris Calcina, Franco Budini ed Elisa Grifoni – è capire l’obbiettivo reale della dirigenza Api: a nostro avviso il suo scopo non è la salvaguardia dei posti di lavoro bensì la salvaguardia dei propri livelli di utili”. I comitati esprimono rammarico per un comportamento inaccettabile anche da parte dei sindacati dei lavoratori, i quali “non prendono posizione contro tale logica”. “La logica sequestro/cassa integrazione – concludono i comitati – si smonta in primo luogo va rilevato che il sequestro da parte della Magistratura ha una durata limitata nel tempo, in dipendenza delle indagini e dall’altra ricordando che la Igcc funziona anche a gasolio”.

Arriva la metropolitana di superficie

Entro il primo semestre del 2005 entreranno in servizio anche gli scali Ancona Stadio e Aspio Giancarli: “Misure pratiche per agevolare l’uso del mezzo pubblico” Sarà pronta a gennaio la stazione Falconara Stadio, collegamenti più rapidi con Ancona

di GILBERTO MASTROMATTEO

Buone nuove per chi si muove sui mezzi pubblici. Sono in dirittura d'arrivo i lavori per il completamento della stazione di Falconara Stadio della metropolitana di superficie. Già dal prossimo gennaio la più a nord delle tre fermate in cantiere per ottimizzare il trasporto pubblico su rotaia (assieme ad Ancona Stadio e Aspio Camerano) sarà fruibile ai pendolari in viaggio verso il capoluogo. Ma non si eccettua un inatteso quanto gradito “regalo di Natale”, perché i lavori sono ormai a buon punto e lo stesso orario di Trenitalia per il 2005, da approvarsi entro il 15 dicembre, conterrà l'indicazione della neonata stazione. L'ottimismo è nelle parole del presidente della Provincia Enzo Giancarli e dell'assessore a trasporti e mobilità Luciano Montesi che hanno dato l'annuncio a margine di una conferenza stampa cui hanno preso parte anche i dirigenti del servizio trasporti Roberto Renzi e Roberto Panariello. “Difficile parlare di grandi infrastrutture se non si parte da interventi più semplici - spiega il presidente Giancarli - è per questo che, fermo restando l'impegno per l'arretramento della ferrovia adriatica, stiamo mettendo in atto una serie di provvedimenti pragmatici per incentivare sin da subito l'utilizzo del mezzo pubblico. Nel primo semestre del 2005 avremo l'inaugurazione di tutte e tre le stazioni ora in cantiere e si sta lavorando anche per quella di Cesano di Senigallia. Già approvato poi il progetto per l'adeguamento funzionale delle banchine di altre 8 stazioni esistenti”. Si tratta degli scali di Jesi, Chiaravalle, Castelferretti, Falconara, Marzocca, Palombina, Ancona Centrale e Varano, le cui banchine verranno innalzate di 55 centimetri per consentire l’effetto metropolitana, velocizzando e facilitando le operazioni di salita e discesa dei viaggiatori, specie se disabili. La Giunta provinciale, sotto la supervisione di Rfi, ha approvato lo scorso mese la progettazione esecutiva, dando, di fatto, il via agli interventi il cui costo complessivo ammonterà a circa 2 milioni e 836 mila euro. Una cifra cui vanno sommati gli oltre 2 milioni e 300 mila euro complessivamente spesi per la costruzione delle tre stazioni menzionate, per un totale di spesa di quasi 5 milioni e 300 mila euro, resi disponibili per il 60 per cento dal cofinanziamento Stato-Cipe, per l'11 per cento ciascuno dalla Regione Marche e dalla Provincia di Ancona, e per il restante 18 per cento da tutti i comuni interessati. Interventi che permetteranno, altresì, di pianificare un servizio di linea integrato su gomma e ferro e cadenzato quanto a frequenza delle corse, secondo quanto già approvato lo scorso anno nell'ambito del Piano di bacino del trasporto pubblico locale extraurbano. “Va equilibrato il rapporto tra numero di fermate e tempi di percorrenza - spiega l'assessore Montesi - ma ci impegneremo per valorizzare al massimo scali importantissimi come quello di Ancona Marittima, specie nelle ore mattutine. Questi segnali devono però essere integrati dalla ricerca di fonti energetiche alternative e da tutt'una serie di ulteriori politiche infrastrutturali”. “Presto ci sarà un vertice tra tutti parlamentari della Provincia di Ancona - annuncia Giancarli - per fare il punto sulla situazione delle grandi infrastrutture viabilistiche locali, nonché della Ancona-Jesi-Fabriano-Perugia, tenendo anche conto dei minori contributi erogati dalla recente legge finanziaria”.

Attenti allo Stop

Falconara, in via Bixio incrocio senza segnali sull’asfalto

di C.G.

FALCONARA - Attenzione ai segnali nel nuovo tratto pedonale in via Bixio. Il cambiamento più evidente è il divieto di accesso a tutti i veicoli nella zona compresa fra piazza Garibaldi e via IV Novembre, un'area esclusa al traffico non più soltanto nelle ore pomeridiane, ma durante tutto l'arco della giornata. Novità questa che va di pari passo con il tappeto piastrellato voluto dal sindaco per abbellire il centro. D'altra parte c'è da dire che la pavimentazione ha lasciato un punto interrogativo all'angolo tra via Bixio e via Cairoli (nella foto Tifi). Sul lato destro della strada è infatti presente un normalissimo cartello di stop, che tuttavia non è accompagnato dagli usuali segnali orizzontali di arresto, generalmente dipinti sull'asfalto. Ecco spiegato perché non di rado capita di assistere a un guidatore distratto che, facendo poco caso al cartello laterale e non vedendo alcuna segnalazione a terra, procede diritto con il rischio di investire qualche passante. Al posto delle strisce di stop sono comunque dipinti sul manto piastrellato i classici attraversamenti pedonali, che dovrebbero essere sufficienti per avvertire l'automobilista. Eppure, non sono pochi i residenti della zona che confermano: "Il segnale di arresto non viene quasi mai rispettato, tanto che a volte capita di udire qualche frenata improvvisa”.

 
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