MESSAGGERO |
Per la raffineria si apre uno
spiraglio
Dopo il sopralluogo del
consulente della procura i sigilli potrebbero essere tolti
di GIAMPAOLO MILZI e LETIZIA
LARICI
FALCONARA Indiziata speciale
una valvola che avrebbe avuto un ruolo fondamentale
nell'operazione di filtraggio combustibile in corso al
momento della fiammata. E quindi controllata a fondo nel
corso delle tre ore di sopralluogo del consulente della
procura all'impianto Vacuum protagonista dell'incendio
all'Api del 14 ottobre. Ma tutte le componenti per la
distillazione del greggio destinato alla produzione di
gasolio sono state monitorate dal professor Lancia,
accompagnato dal pm Cristina Tedeschini e, in rappresentanza
dell'azienda, dall'avvocato Matteo e dal consulente di parte
Leon. Sopralluogo proficuo e forse ultimativo: da qui la
sintonia, e soprattutto soddisfazione della dirigenza della
raffineria, per un imminente dissequestro del Vacuum. Prima
di raggiungere Falconara, Lancia aveva ricevuto
l’integrazione di consulenza tecnica - è già ctu
nell'inchiesta sul disatro del 18 settembre al parco bitumi
- dai pm Bilotta e Tedeschini alla presenza del legale Api
Vettori. Tra i quesiti ai quali dovrà rispondere per
chiarire dinamica e cause del successivo incidente minore
(direttore generale Api e due funzionari indagati per
incendio colposo), ce n'è proprio uno sulla correlazione tra
Vacuum e Parco bitumi e sulla sussistenza di un nesso di
esigenze tecnico-probatorie nelle due inchieste. Ma
nonostante lo spiraglio aperto, l'azienda sembra
intenzionata a ricorrere alle ferie forzate per alcuni
dipendenti. Provvedimento rinviato di un giorno e
ridimensionato rispetto a quello prospettato l'altro ieri ai
sindacati: i trenta lavoratori che oggi avrebbero dovuto
restarsene a casa si recheranno regolarmente al lavoro, ma
da domani venti persone, di cui la metà impiegate negli
impianti di bassa pressione(a cui appartengono Vacuum 1 e
Vis Breaking), potrebbero essere costretti alle ferie per 11
giorni. L'annuncio, arrivato dopo il sopralluogo di Pm e
perito e motivato dagli "strascichi" conseguenti al regime
ridotto di questi giorni, non trova d'accordo i sindacati,
che hanno fissato un nuovo vertice con l'azienda per ogg
nella speranza di farle cambiare idea. Altrimenti sarà stato
d'agitazione. «La riduzione del personale in reparti in
parziale attività - spiegano Andrea Fiordelmondo della Uil e
Daniele Paolinelli della Cisl - è inammissibile. E' una
questione di sicurezza: gli impianti vanno tenuti sotto
controllo. E poi non si ravvisa più nessuna necessità. E'
l'azienda che deve fare un sacrificio senza ripercussioni
sui lavoratori». Comunque vada la trattativa domani sarà
convocata un'assemblea dei lavoratori dalla quale, in caso
di mancato ripensamento dell'Api, potrebbero uscire
decisioni pesanti. Fino all'astensione totale dal lavoro,
perché «è ora che i vertici - rimarca Massimo Duranti della
Rsu Cgil - si assumano le proprie responsabilità e la
finiscano di scaricare la colpa sui lavoratori».
I dipendenti adesso hanno
paura
di MARCO CATALANI
FALCONARA Tensione e
preoccupazioni all'Api. Quello di perdere il posto di lavoro
è il principale, tra i tanti timori che serpeggiano tra i
dipendenti della raffineria. «Lavoro qui da 25 anni -
racconta ad esempio Enzo Zenobi - e questo è il momento più
brutto che ricordo. Insicurezza e paura sono chiaramente
percepibili in tutti, sia in dipendenti giovani sia in
quelli con molti anni di servizio. Ci sono tante famiglie
che vivono grazie a questo lavoro. Speriamo che si riesca a
sbloccare la situazione e si possa ripartire senza
intervenire sui dipendenti». Molti, operai o impiegati che
siano, non hanno voglia di parlare, di rilasciare
dichiarazioni: il momento è delicato. «In questi giorni -
ammette un operaio - c'è una strana atmosfera tra gli
impianti. Abbiamo paura a muoverci, paura di sbagliare,
paura di perdere il lavoro. Siamo padri di famiglia». Per
molti la preoccupazione è quella di un fermo che si
prolunghi all'infinito, uno scenario senza ritorno. «Abbiamo
famiglia, mutui da pagare - spiega Mirco Giacchetti - La
sensazione di gran parte dei dipendenti è che se ci si
ferma, non si riparte. Questa è una paura di tutti i giorni
che tocca noi ma che potrebbe avere ripercussioni anche su
tutto il territorio. Speriamo di superare questo periodo
bruttissimo». Due incidenti in poco più di un mese, la lente
d'ingrandimento sulla raffineria, il dibattito politico che
si riaccende e la sequenza interminabile di dichiarazioni:
il tutto concorre nel far sentire il personale nel mirino in
qualità di diretti responsabili. «Ci sentiamo criminalizzati
- lamenta Sauro Martini, in raffineria da 24 anni - prima
era una sensazione, ora è diventata una triste realtà».
Altri augurano all'informazione di essere «trasparente, con
i mass media che espongano chiaramente le cose - dice
un'altro dipendente - Noi qua non lavoriamo solo per lo
stipendio: mettiamo passione nella nostra attività, continui
corsi di aggiornamento e così forniamo un servizio alla
collettività». E di inquietudini parla anche Andrea
Fiordelmondo. «In altre aziende - spiega - se avvengono
errori si tratta di un rapporto che si risolve tra dirigenti
e lavoratori. Qui questo non accade: i dipendenti presenti
durante l'ultimo incidente sono rimasti a disposizione fino
a tarda notte e sottoposti ad interrogatori. Tra tutti i
lavoratori serpeggia una preoccupazione che porta a non
lavorare tranquilli, quindi a sbagliare o addirittura a non
fare per non incorrere in errori».
Da gennaio il primo tratto
del metrò
Operativa anche “Falconara
Stadio”: Trenitalia pronta sulla Jesi-Ancona
di MASSIMILIANO PETRILLI
«Io impiego 24 minuti da
Senigallia ad Ancona marittima. Non so se con la macchina si
riesce a far meglio». Luciano Montesi, assessore provinciale
ai trasporti, lancia la sua sfida, esibendo l’abbonamento Fs,
mentre annuncia l’imminente avvio della seconda stazione
della metropolitana di superficie, Falconara-stadio. Il
taglio del nastro è programmato per metà dicembre, mentre
dal 1° gennaio entrerà in servizio “effettivo”.
Falconara-stadio che si aggiunge alla stazione di Torrette,
con il metrò leggero pronto a raddoppiare entro settembre
del prossimo anno quando saranno ultimati anche i lavori
delle fermate di Passo Varano-stadio e Camerano-Aspio. Che
significa questa nuova stazione? Significa, come annucnaito
recentemente, che Trenitalia potrà predisporre treni con
frequenze e fermate più diffuse nella tratta Jesi-Ancona e
viceversa. E’ il primo tratto, nei fatti, del metrò di
superficie, che dovrebbe esordire dunque ad inizio 2005.
Giancarli e Montesi che hanno ricordato anche l’impegno per
la nuova fermata di Cesano e l'adeguamento funzionale di
otto stazioni già esistenti: Jesi, Chiaravalle,
Castelferretti, Falconara, Marzocca, Palombina, Ancona
centrale e Varano. Qui, con una spesa di 2,8 milioni, che
dovranno alzare le loro banchine di 55 centimetri, per
consentire la discesa e la salita del passeggeri
raggiungendo l' effetto «metropolitana» con discese e salite
veloci da parte dei passeggeri. Treni, capaci ad esempio di
collegare Falconara-Ancona in meno di 15 minuti, che puntano
in primis sulla velocità commerciale e la capacità di
raccordo con il trasporto pubblico su gomma. Alleanza
bus-treno studiata sugli orari di lavoro e pianificata
tenendo presenti le coincidenze con autobus urbani ed
extraurbani. Un grimaldello per scardinare le code delle
migliaia di macchine giornalmente in entrata ad Ancona nord
e sud. Sistema che la Provincia a potenziare con l’aiuto di
Trenitalia. «Ripetutamente abbiamo sottolineato l'occasione
straordinaria rappresentata dalla stazione Ancona marittima
- afferma l’assessore Montesi - E per questo abbiamo chiesto
alle Ferrovie di intensificare le corse da e per questa
stazione. Così come puntiamo ad ottenere da Trenitalia la
maggior frequenza possibile dei convogli per aumentare
ulteriormente il vantaggio del treno rispetto al mezzo
privato». Uno studio metterà in evidenza i punti critici del
sistema, vale a dire gli snodi tra i diversi sistemi di
trasporto, auto, bus e treno, indicando dove è necessario
realizzare parcheggi, incentivare il numero delle corse o
modificare gli orari, per evitare doppioni nel trasporto
pubblico per l'abbinamento dei mezzi su gomma e su binario.
L’obiettivo finale è di «ridefinire le percorrenze dei
servizi pubblici su gomma, razionalizzando le
sovrapposizioni con le percorrenze su treno e riequilibrando
le corse dei bus nel sistema dell’entroterra». Inoltre si
punta «ad intercettare quote di pendolari ad oggi non
attratti dal trasporto pubblico poiché non serviti su tutto
il percorso casa-lavoro-casa». La Provincia, con la
metropolitana di superficie, intende inoltre «elevare gli
standard di qualità del trasporto pubblico su gomma con una
velocità commerciale favorita dalla diminuzione di bus con
la stessa percorrenza». «L’avvio della metropolitana di
superficie - ha concluso Giancarli - non ci fa comunque
desistere dall’ipotesi di arrivare all’arretramento della
linea ferroviaria Adriatica». Ipotesi avanzata da tempo e
che era stata ripresa anche dal viceministro Baldassarri che
aveva dato mandato al Ministero di elaborare un progetto per
questo tracciato alternativo.
|
|
CORRIERE ADRIATICO |
Api, verso il dissequestro
degli impianti
Dopo il sopralluogo del
consulente la procura potrebbe dare via libera alla ripresa
delle attività. Oggi l’amministratore delegato Brunetti
incontra i pm titolari delle inchieste
di L.S.
L’inchiesta ormai ha fatto
passi avanti e la procura sarebbe orientata ad accogliere le
richieste dell’Api di dissequestrare gli impianti bloccati
dopo gli incendi dell’8 settembre e di una settimana fa
divampati all’interno della raffineria. Sembra questa
l’indicazione più importante, in questi giorni d’attesa e
preoccupazione per il lavoro dei circa 500 dipendenti,
emersa dopo il sopralluogo di tre ore compiuto ieri
pomeriggio nell’impianto petrolchimico dal consulente della
procura Amedeo Lancia insieme al pm Cristina Tedeschini.
L’esperto, docente di ingegneria chimica ambientale
all’Università di Napoli, avrebbe infatti già raccolto
elementi utili per gli accertamenti anche sull’incidente di
giovedì scorso, quando una flangia si era scollegata
causando la fuoriuscita di greggio. Il clima in azienda
potrebbe presto rasserenarsi un po’. E forse va in questa
direzione anche l’incontro fissato per stamani alle 9 e 30
in procura tra l’amministratore delegato dell’Api Franco
Brunetti e i due pm che seguono le indagini, Irene Bilotta e
Cristina Tedeschini. Proprio nella speranza ormai più
concreta di un dissequestro, anche se per ora non c' è
nessun provvedimento formale, l’azienda avrebbe deciso di
ridimensionare progressivamente il piano di ferie forzate
annunciato per 29 dipendenti a partire da oggi e la “messa
in libertà” per ora dovrebbe riguardare solo 15 dipendenti.
Oltre a dimezzare il piano ferie, l’azienda avrebbe anche
deciso di rinunciare al paventato utilizzo della cassa
integrazione nel periodo successivo alle ferie. Se la revoca
venisse concessa, infatti, verrebbe riattivato in breve
tempo l’impianto “Vacuum I”, che darebbe respiro all’intera
attività di raffinazione dello stabilimento, compresa
l’alimentazione della turbina della centrale di
cogenerazione Igcc. La situazione sembra in rapida
evoluzione e per questo oggi si terrà un nuovo incontro tra
azienda e sindacati. Molto dipenderà dal responso del
sopralluogo effettuato ieri in raffineria dal porfessor
Lancia, che in mattinata aveva ricevuto dalla procura un
secondo incarico, dopo quello sull’incendio dell’8
settembre. I pm Bilotta e Tedeschini gli hanno affidato il
compito di chiarire le cause del principio di incendio
dell’impianto di distillazione “Vacuum I”, scoppiato la
scorsa settimana in un’area già posta sotto sequestro (ma
con diritto d’uso) dopo il rogo con un morto e tre feriti
dell’8 settembre. Il perito ha cominciato ieri con la messa
in pressione dell’impianto, realizzando un calco della
sezione interessata dalla perdita di gasolio che a contatto
con l' aria ha preso fuoco, cercando di individuare il punto
in cui è avvenuta la rottura. Prima del secondo incidente il
consulente aveva già espresso un parere favorevole al
dissequestro degli impianti bloccati dopo il primo incendio.
Dissequestro ovviamente “congelato” dopo il secondo
incidente.
I sindacati: “No alle
ferie forzate”
Ridotto da 29 a 15 il numero
degli “esuberi”, ma c’è tensione
di MARINA MINELLI
FALCONARA - Non piace ai
sindacati la soluzione delle “ferie forzate” scelta dall’Api
per tamponare i problemi occupazionali e stamattina è in
programma un nuovo incontro con l’azienda a cui seguirà, nel
pomeriggio una verifica con le Rsu e domani un’assemblea con
tutti i lavoratori dell’impianto petrolchimico. “Dopo la
visita del perito – spiega Daniele Paolinelli della
Femca-Cisl – l’azienda ci ha convocato per dire che
probabilmente si va verso il dissequestro e l’attività
dovrebbe riprendere, ma se è così le ‘ferie forzate’ non
vanno bene”. Una decisione inopportuna anche secondo
Gilberto Zoppi della Cgil il quale parla della necessità di
“valutare bene le iniziative da prendere”. Intanto ieri la
dirigenza aziendale informava di avere deciso di ridurre da
29 a 15 il numero dei dipendenti colpiti dal provvedimento
che a parere dei sindacati è “una pre cassa integrazione”.
“La situazione è in continua evoluzione – riferiscono
all’Api – anche perché speriamo di avere notizie dalla
magistratura a proposito del dissequestro entro uno o due
giorni”. “Pur comprendendo la criticità del momento, non è
condivisibile – dicono i sindacati – un percorso che prevede
la messa in libertà di alcuni dipendenti, con i reparti di
appartenenza in parziale attività e in fase di spegnimento”.
Sulla questione sono intervenuti con una nota anche i
portavoce dei comitati cittadini che ritengono le
dichiarazioni dell’azienda a proposito del sequestro dopo
l’incendio del 14 ottobre, “una pressione indebita” nei
confronti della magistratura, che “di fronte a possibili
responsabilità degli stessi dirigenti dell’Api, non poteva
che adottare questo provvedimento”. “Il nocciolo della
questione – prosegue la nota firmata da Loris Calcina,
Franco Budini ed Elisa Grifoni – è capire l’obbiettivo reale
della dirigenza Api: a nostro avviso il suo scopo non è la
salvaguardia dei posti di lavoro bensì la salvaguardia dei
propri livelli di utili”. I comitati esprimono rammarico per
un comportamento inaccettabile anche da parte dei sindacati
dei lavoratori, i quali “non prendono posizione contro tale
logica”. “La logica sequestro/cassa integrazione –
concludono i comitati – si smonta in primo luogo va rilevato
che il sequestro da parte della Magistratura ha una durata
limitata nel tempo, in dipendenza delle indagini e
dall’altra ricordando che la Igcc funziona anche a gasolio”.
Arriva la metropolitana di
superficie
Entro il primo semestre del
2005 entreranno in servizio anche gli scali Ancona Stadio e
Aspio Giancarli: “Misure pratiche per agevolare l’uso del
mezzo pubblico” Sarà pronta a gennaio la stazione Falconara
Stadio, collegamenti più rapidi con Ancona
di GILBERTO MASTROMATTEO
Buone nuove per chi si muove
sui mezzi pubblici. Sono in dirittura d'arrivo i lavori per
il completamento della stazione di Falconara Stadio della
metropolitana di superficie. Già dal prossimo gennaio la più
a nord delle tre fermate in cantiere per ottimizzare il
trasporto pubblico su rotaia (assieme ad Ancona Stadio e
Aspio Camerano) sarà fruibile ai pendolari in viaggio verso
il capoluogo. Ma non si eccettua un inatteso quanto gradito
“regalo di Natale”, perché i lavori sono ormai a buon punto
e lo stesso orario di Trenitalia per il 2005, da approvarsi
entro il 15 dicembre, conterrà l'indicazione della neonata
stazione. L'ottimismo è nelle parole del presidente della
Provincia Enzo Giancarli e dell'assessore a trasporti e
mobilità Luciano Montesi che hanno dato l'annuncio a margine
di una conferenza stampa cui hanno preso parte anche i
dirigenti del servizio trasporti Roberto Renzi e Roberto
Panariello. “Difficile parlare di grandi infrastrutture se
non si parte da interventi più semplici - spiega il
presidente Giancarli - è per questo che, fermo restando
l'impegno per l'arretramento della ferrovia adriatica,
stiamo mettendo in atto una serie di provvedimenti
pragmatici per incentivare sin da subito l'utilizzo del
mezzo pubblico. Nel primo semestre del 2005 avremo
l'inaugurazione di tutte e tre le stazioni ora in cantiere e
si sta lavorando anche per quella di Cesano di Senigallia.
Già approvato poi il progetto per l'adeguamento funzionale
delle banchine di altre 8 stazioni esistenti”. Si tratta
degli scali di Jesi, Chiaravalle, Castelferretti, Falconara,
Marzocca, Palombina, Ancona Centrale e Varano, le cui
banchine verranno innalzate di 55 centimetri per consentire
l’effetto metropolitana, velocizzando e facilitando le
operazioni di salita e discesa dei viaggiatori, specie se
disabili. La Giunta provinciale, sotto la supervisione di
Rfi, ha approvato lo scorso mese la progettazione esecutiva,
dando, di fatto, il via agli interventi il cui costo
complessivo ammonterà a circa 2 milioni e 836 mila euro. Una
cifra cui vanno sommati gli oltre 2 milioni e 300 mila euro
complessivamente spesi per la costruzione delle tre stazioni
menzionate, per un totale di spesa di quasi 5 milioni e 300
mila euro, resi disponibili per il 60 per cento dal
cofinanziamento Stato-Cipe, per l'11 per cento ciascuno
dalla Regione Marche e dalla Provincia di Ancona, e per il
restante 18 per cento da tutti i comuni interessati.
Interventi che permetteranno, altresì, di pianificare un
servizio di linea integrato su gomma e ferro e cadenzato
quanto a frequenza delle corse, secondo quanto già approvato
lo scorso anno nell'ambito del Piano di bacino del trasporto
pubblico locale extraurbano. “Va equilibrato il rapporto tra
numero di fermate e tempi di percorrenza - spiega
l'assessore Montesi - ma ci impegneremo per valorizzare al
massimo scali importantissimi come quello di Ancona
Marittima, specie nelle ore mattutine. Questi segnali devono
però essere integrati dalla ricerca di fonti energetiche
alternative e da tutt'una serie di ulteriori politiche
infrastrutturali”. “Presto ci sarà un vertice tra tutti
parlamentari della Provincia di Ancona - annuncia Giancarli
- per fare il punto sulla situazione delle grandi
infrastrutture viabilistiche locali, nonché della
Ancona-Jesi-Fabriano-Perugia, tenendo anche conto dei minori
contributi erogati dalla recente legge finanziaria”.
Attenti allo Stop
Falconara, in via Bixio
incrocio senza segnali sull’asfalto
di C.G.
FALCONARA - Attenzione ai
segnali nel nuovo tratto pedonale in via Bixio. Il
cambiamento più evidente è il divieto di accesso a tutti i
veicoli nella zona compresa fra piazza Garibaldi e via IV
Novembre, un'area esclusa al traffico non più soltanto nelle
ore pomeridiane, ma durante tutto l'arco della giornata.
Novità questa che va di pari passo con il tappeto
piastrellato voluto dal sindaco per abbellire il centro.
D'altra parte c'è da dire che la pavimentazione ha lasciato
un punto interrogativo all'angolo tra via Bixio e via
Cairoli (nella foto Tifi). Sul lato destro della strada è
infatti presente un normalissimo cartello di stop, che
tuttavia non è accompagnato dagli usuali segnali orizzontali
di arresto, generalmente dipinti sull'asfalto. Ecco spiegato
perché non di rado capita di assistere a un guidatore
distratto che, facendo poco caso al cartello laterale e non
vedendo alcuna segnalazione a terra, procede diritto con il
rischio di investire qualche passante. Al posto delle
strisce di stop sono comunque dipinti sul manto piastrellato
i classici attraversamenti pedonali, che dovrebbero essere
sufficienti per avvertire l'automobilista. Eppure, non sono
pochi i residenti della zona che confermano: "Il segnale di
arresto non viene quasi mai rispettato, tanto che a volte
capita di udire qualche frenata improvvisa”. |
|
|