RASSEGNA STAMPA 20.10.2004

 

MESSAGGERO
Le critiche dei Comitati

FALCONARA - «L’azienda agita lo spauracchio della perdita dei posti di lavoro per celare la salvaguardia degli utili». I comitati di quartiere intervengono contro la «pressione indebita dell'Api nei confronti della Magistratura». Nel mirino un'affermazione del vicedirettore Cleri (“se non rientriamo nella disponibilità degli impianti si va verso il blocco della produzione”) che per i comitati cela «non la salvaguardia dei posti di lavoro bensì dei livelli di utili aziendali, in presenza di accertamenti giudiziari circa le eventuali responsabilità, anche di dirigenti, nei due incidenti». Critiche anche ai sindacati, che «suonano la grancassa aziendale sul pericolo occupazionale connesso al sequestro impianti».

Ferie “forzate” per gli impianti sequestrati

La raffineria rischia il blocco, da domani a casa trenta dipendenti dell’Api

di LETIZIA LARICI e GIAMPAOLO MILZI

Ferie forzate da domani per 30 dipendenti. A meno che oggi la Procura, al termine della perizia affidata ad Amedeo Lancia, non decida il dissequestro del Vacuum 1 e del Vis Breaking. I primi provvedimenti di messa in libertà di parte degli oltre 500 dipendenti della raffineria sono stati annunciati ieri ai sindacati dai vertici aziendali. E siamo solo all'inizio: l'intenzione è quella di coinvolgere nel provvedimento cento unità in un mese. Se poi i sigilli ai due impianti dovessero permanere cassaintegrazione e blocco della produzione sarebbero inevitabili. Ma i sindacati non ci stanno, perchè «non possiamo permetterci una riduzione del personale - spiegano Cgil, Cisl e Uil in un comunicato congiunto - in reparti in parziale attività o in fase di spegnimento. Vanno controllati. E'una questione di sicurezza oltre che di garanzia contrattuale». Nella speranza di far cambiare idea all'azienda, oggi i rappresentanti sindacali si incontreranno nuovamente con i vertici e in caso di mancato accordo la parola d'ordine sarà stato d'agitazione. I sigilli ai due impianti mettono in ginocchio l'Api: l'allarme occupazionale è il primo campanello d'allarme di uno scenario ben più critico, dai risvolti economici pesantissimi per azienda e comunità. L’Api rischia il blocco e le Marche il black out. E sì perché la centrale Igcc, che fornisce il 30% di energia elettrica alla regione, normalmente alimentata dai due impianti posti sotto sequestro, continua a funzionare con i residui pesanti del Topping. Misura tampone adottata dalla raffineria, che ha dovuto modificare tutto il suo assetto produttivo. Accorgimento costosissimo, perché è stata sensibilmente ridotta la produttività del Topping, che opera un primo frazionamento del greggio in distillati destinati, dopo varie fasi di raffinazione, alla trasformazione in gasolio e benzine. L'azienda potrà mantenere questo nuovo assetto solo per qualche altro giorno e, in caso di permanenza dei sigilli, non potrà proseguire su questa linea. Il sequestro del Vis Breaking e del Vacuum 1 interrompono di fatto il ciclo produttivo (si continuano ad accumulare semilavorati e i serbatoi sono pieni fino all'orlo) e mettono a rischio il funzionamento della turbina Igcc. Il blocco è alle porte. Il summit - Tutto dipenderà dal sopralluogo del consulente Amedeo Lancia chiamato dai pm Bilotta e Tedeschini a far luce su cause e modalità della fiammata del 14 ottobre all'impianto Vacuum per la distillazione del greggio destinato alla produzione di gasolio. Poche chance per l'ipotesi dell'errore di manovra, restano in piedi la cattiva manutenzione - rottura a una giuntura dell'impianto, con perdita e autoinnesco del combustibile durante le operazioni di filtraggio - e un inghippo-svista nel controllo a distanza di quella operazione, automatica e standardizzata. Rogo che ha messo nei guai il direttore generale Franco Bellucci, il dirigente di produzione e responsabile impianti alta e bassa pressione Tommaso Ballatore e il numero uno della manutenzione Santino Materia, freshi di informazione di garanzia per incendio colposo. Lancia, frattanto, lavora nella consulenza sul disastro al parco bitumi del 18 settembre. Nella pre-relazione sulle cause i sospetti si concentrerebbero su una infiltrazione di acqua nel Tank 145 poi saltato in aria spargendo fiamme, bitume e morte; non dovuta però a un malfunzionamento della serpentina di riscaldamento

 
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