«Ma l’Api evita le
responsabilità»
Scortichini: parlando di
crisi la raffineria elude la questione del proprio lavoro.
«Troppi incidenti, bisogna capire quanti sono da ascrivere
all’incapacità dell’azienda»
di LETIZIA LARICI
FALCONARA «L'Api ha
rilasciato troppe volte dichiarazioni non veritiere. Adesso
è difficile crederle fino in fondo». Per il capogruppo
regionale dei Verdi Marco Moruzzi, i vertici della
raffineria nel lanciare l'allarme occupazionale
«punterebbero a drammatizzare». In realtà, sostiene, «il
Vacuum 1 e il Vis Breaking non sono i due impianti
principali, servono per la lavorazione dei cosiddetti
prodotti meno pregiati. Le fonti di distillazione più
importanti sono altre. Impossibile poi una paralisi della
centrale Igcc che può benissimo funzionare a metano».
Secondo Moruzzi i sigilli ai due impianti sono comunque un
problema in quanto costringono la raffineria «ad accumulare
i prodotti di scarto in attesa della distillazione». Ma da
qui allo stato di crisi ce ne corre. «E poi - conclude - se
in passato l'Api non avesse assunto atteggiamenti
pretestuosi per nascondere la verità - mi riferisco in
particolare all'asporto clandestino di bitume in mare dopo
il rogo dell'8 settembre - sono certo che la magistratura,
che deve prendersi tutto il tempo necessario per gli
accertamenti, si sarebbe comportata diversamente. Immagino
non si fidi della raffineria. Come darle torto?». Troppi
incidenti, alcuni gravissimi: per l'assessore all'Ambiente
di Falconara Giancarlo Scortichini, l'allarme occupazionale
per paralisi dello stabilimento distrarrebbe in qualche modo
l'opinione pubblica dal vero nodo della questione.
«Responsabilità. Il problema sta tutto qui. Quando accadono
queste cose bisogna capirne i motivi, mentre l'azienda così
evita accuratamente l'argomento. Le cause di tanti incidenti
possono essere solo due: o c'è un'incapacità della dirigenza
a gestire lo stabilimento, oppure si è adottata una
strategia consapevole, con tagli e altri accorgimenti, che
ha ridotto all'osso la sicurezza di cittadinanza e
lavoratori. I vertici Api dovrebbero farsi un esame di
coscienza e i sindacati cercare di capire quanti di questi
incidenti siano da ascrivere all'incapacità dell'azienda».
L'assessore regionale all'Ambiente Marco Amagliani guarda al
futuro: «Andiamo avanti con il nostro progetto di
riconversione; un percorso a tappe, serio, che tenga conto
dei livelli di sicurezza e occupazionali. Saremo a fianco
dei lavoratori come al momento di decidere il rinnovo della
concessione. Il tutto rifuggendo da sciacallaggi e
populismi. Intanto la giustizia deve fare il suo corso e
l'Api collaborare».
Le cause del possibile
blocco
FALCONARA Secondo l'Api, i
sequestri del Vis Breaking e del Vacuum 1, impianti che
alimentano la turbina Igcc, ne compromettono il
funzionamento. Ora la centrale di cogenerazione elettrica
che fornisce il 30% di energia alla regione è alimentata
tramite stoccaggio, ma in dieci giorni le scorte potrebbero
esaurirsi. E poiché il Protocollo d'intesa vieta alla
raffineria di acquistare i materiali di carica della turbina
da altri stabilimenti, si va verso il rischio blocco. La
dirigenza esclude poi la compatibilità dell'Igcc col metano,
mentre è possibile il funzionamento a gasolio. Proprio
l'utilizzo del gasolio è tra le soluzioni al vaglio per
fronteggiare l'emergenza una volta esaurite le scorte.
Soluzione-tampone, secondo l'Api, che non risolve il
problema. |
All'Api «tagli» più vicini
Nella commissione per la
riconversione c'è anche l'ex ministro Treu. Slitta ancora il
sopralluogo
di Alessandra Pascucci
FALCONARA - Sul versante
giudiziario, non si sblocca la questione Api, almeno fino a
metà settimana. Il professor Amedeo Lancia, il perito
nominato dalla Procura anche per il nuovo incendio di
giovedì, non potrà essere a Falconara prima di mercoledì per
il sopralluogo, e fino ad allora sull'impianto «Vacuum 1»
rimarrà il sequestro senza diritto d'uso. Le conseguenze
sull'occupazione potrebbero essere pesanti, perché proprio a
mercoledì l'azienda avrebbe fissato una sorta di
spartiacque. «Se per allora la situazione non si sarà
sbloccata - riferisce Daniele Paolinelli della Cisl -
l'azienda potrebbe decidere di ridurre il numero di addetti,
non ci sarebbe lavoro per tutti con la manutenzione in
dirittura d'arrivo ed l'Igcc a corto di scorte». A meno che
l'Api non arriverà a mettere a punto soluzioni tampone per
posticipare di qualche giorno la decisione. Per oggi è
fissato un nuovo incontro con i sindacati. La Uil-Cem
intanto, «esorta le autorità ad esplorare ogni possibile
percorso che consenta di fare gli accertamenti nel più breve
tempo possibile, evitando ripercussioni a livello
occupazionale». Ma quella appena cominciata sarà una
settimana intensa. E' previsto un nuovo summit tra Regione,
Provincia e Comune, dal quale usciranno i nomi degli esperti
che lavoreranno allo studio di riconversione. Nella rosa dei
papabili, l'ex ministro Tiziano Treu. «Sarà una scelta
collegiale - precisa l'assessore regionale all'Ambiente
Marco Amagliani - La Regione ha già pensato alle figure da
proporre, ma la composizione del gruppo di lavoro verrà resa
nota solo dopo il confronto a tre». Amagliani poi aggiunge:
«E' la prima volta che si lavora ad un progetto tanto
complesso». Concetto condiviso dal presidente Giancarli, che
rimarca: «allargheremo gli obiettivi dello studio anche al
Ministero e all'Unione Europea» Sempre in settimana,
riferisce Amagliani, la Regione convocherà un incontro
tecnico per valutare i dati relativi all'incidente dell' 8
settembre e quelli dell'incendio di giovedì. Quanto alle
conseguenze legate al perdurare dei sequestri, Amagliani non
si sbilancia: «deciderà la magistratura - afferma - ma sono
escluse deroghe che permettano all'Api di approvvigionarsi
da altri siti per alimentare I'Igcc». |