RASSEGNA STAMPA 18.10.2004

 

MESSAGGERO
«Ma l’Api evita le responsabilità»

Scortichini: parlando di crisi la raffineria elude la questione del proprio lavoro. «Troppi incidenti, bisogna capire quanti sono da ascrivere all’incapacità dell’azienda»

di LETIZIA LARICI

FALCONARA «L'Api ha rilasciato troppe volte dichiarazioni non veritiere. Adesso è difficile crederle fino in fondo». Per il capogruppo regionale dei Verdi Marco Moruzzi, i vertici della raffineria nel lanciare l'allarme occupazionale «punterebbero a drammatizzare». In realtà, sostiene, «il Vacuum 1 e il Vis Breaking non sono i due impianti principali, servono per la lavorazione dei cosiddetti prodotti meno pregiati. Le fonti di distillazione più importanti sono altre. Impossibile poi una paralisi della centrale Igcc che può benissimo funzionare a metano». Secondo Moruzzi i sigilli ai due impianti sono comunque un problema in quanto costringono la raffineria «ad accumulare i prodotti di scarto in attesa della distillazione». Ma da qui allo stato di crisi ce ne corre. «E poi - conclude - se in passato l'Api non avesse assunto atteggiamenti pretestuosi per nascondere la verità - mi riferisco in particolare all'asporto clandestino di bitume in mare dopo il rogo dell'8 settembre - sono certo che la magistratura, che deve prendersi tutto il tempo necessario per gli accertamenti, si sarebbe comportata diversamente. Immagino non si fidi della raffineria. Come darle torto?». Troppi incidenti, alcuni gravissimi: per l'assessore all'Ambiente di Falconara Giancarlo Scortichini, l'allarme occupazionale per paralisi dello stabilimento distrarrebbe in qualche modo l'opinione pubblica dal vero nodo della questione. «Responsabilità. Il problema sta tutto qui. Quando accadono queste cose bisogna capirne i motivi, mentre l'azienda così evita accuratamente l'argomento. Le cause di tanti incidenti possono essere solo due: o c'è un'incapacità della dirigenza a gestire lo stabilimento, oppure si è adottata una strategia consapevole, con tagli e altri accorgimenti, che ha ridotto all'osso la sicurezza di cittadinanza e lavoratori. I vertici Api dovrebbero farsi un esame di coscienza e i sindacati cercare di capire quanti di questi incidenti siano da ascrivere all'incapacità dell'azienda». L'assessore regionale all'Ambiente Marco Amagliani guarda al futuro: «Andiamo avanti con il nostro progetto di riconversione; un percorso a tappe, serio, che tenga conto dei livelli di sicurezza e occupazionali. Saremo a fianco dei lavoratori come al momento di decidere il rinnovo della concessione. Il tutto rifuggendo da sciacallaggi e populismi. Intanto la giustizia deve fare il suo corso e l'Api collaborare».

Le cause del possibile blocco

FALCONARA Secondo l'Api, i sequestri del Vis Breaking e del Vacuum 1, impianti che alimentano la turbina Igcc, ne compromettono il funzionamento. Ora la centrale di cogenerazione elettrica che fornisce il 30% di energia alla regione è alimentata tramite stoccaggio, ma in dieci giorni le scorte potrebbero esaurirsi. E poiché il Protocollo d'intesa vieta alla raffineria di acquistare i materiali di carica della turbina da altri stabilimenti, si va verso il rischio blocco. La dirigenza esclude poi la compatibilità dell'Igcc col metano, mentre è possibile il funzionamento a gasolio. Proprio l'utilizzo del gasolio è tra le soluzioni al vaglio per fronteggiare l'emergenza una volta esaurite le scorte. Soluzione-tampone, secondo l'Api, che non risolve il problema.

 
RESTO DEL CARLINO
All'Api «tagli» più vicini

Nella commissione per la riconversione c'è anche l'ex ministro Treu. Slitta ancora il sopralluogo

di Alessandra Pascucci

FALCONARA - Sul versante giudiziario, non si sblocca la questione Api, almeno fino a metà settimana. Il professor Amedeo Lancia, il perito nominato dalla Procura anche per il nuovo incendio di giovedì, non potrà essere a Falconara prima di mercoledì per il sopralluogo, e fino ad allora sull'impianto «Vacuum 1» rimarrà il sequestro senza diritto d'uso. Le conseguenze sull'occupazione potrebbero essere pesanti, perché proprio a mercoledì l'azienda avrebbe fissato una sorta di spartiacque. «Se per allora la situazione non si sarà sbloccata - riferisce Daniele Paolinelli della Cisl - l'azienda potrebbe decidere di ridurre il numero di addetti, non ci sarebbe lavoro per tutti con la manutenzione in dirittura d'arrivo ed l'Igcc a corto di scorte». A meno che l'Api non arriverà a mettere a punto soluzioni tampone per posticipare di qualche giorno la decisione. Per oggi è fissato un nuovo incontro con i sindacati. La Uil-Cem intanto, «esorta le autorità ad esplorare ogni possibile percorso che consenta di fare gli accertamenti nel più breve tempo possibile, evitando ripercussioni a livello occupazionale». Ma quella appena cominciata sarà una settimana intensa. E' previsto un nuovo summit tra Regione, Provincia e Comune, dal quale usciranno i nomi degli esperti che lavoreranno allo studio di riconversione. Nella rosa dei papabili, l'ex ministro Tiziano Treu. «Sarà una scelta collegiale - precisa l'assessore regionale all'Ambiente Marco Amagliani - La Regione ha già pensato alle figure da proporre, ma la composizione del gruppo di lavoro verrà resa nota solo dopo il confronto a tre». Amagliani poi aggiunge: «E' la prima volta che si lavora ad un progetto tanto complesso». Concetto condiviso dal presidente Giancarli, che rimarca: «allargheremo gli obiettivi dello studio anche al Ministero e all'Unione Europea» Sempre in settimana, riferisce Amagliani, la Regione convocherà un incontro tecnico per valutare i dati relativi all'incidente dell' 8 settembre e quelli dell'incendio di giovedì. Quanto alle conseguenze legate al perdurare dei sequestri, Amagliani non si sbilancia: «deciderà la magistratura - afferma - ma sono escluse deroghe che permettano all'Api di approvvigionarsi da altri siti per alimentare I'Igcc».

 
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