MESSAGGERO |
Prove di volo al Sanzio
Prove di volo, coinvolto il
“Sanzio” Fino al 29 ottobre, dal lunedì al venerdì, la
compagnia aerea Alitalia ha programmato alcuni voli di
addestramento a Falconara marittima. I voli si svolgeranno a
bordo di un aeromobile MD 11, dalle 11.30 alle 13.50, senza
interferire con la normale attività dell'aeroporto
Ancona-Falconara “Sanzio”. |
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CORRIERE ADRIATICO |
Ancona-Falconara prove
d’alleanza
Al centro del colloquio
l’ingresso del Cam nella Spa dei rifiuti che vede insieme
Anconambiente e Astea. Sturani e Carletti: è finita la
guerra fredda
di AL. CAM.
Alleanze in serie. Incontro
al vertice, nel tardo pomeriggio di ieri, tra il sindaco
Fabio Sturani e il primo cittadino di Falconara, Giancarlo
Carletti. Da buoni vicini di casa, i due municipi tentano il
riavvicinamento dopo un periodo sul filo della guerra
fredda. C’avevano provato più volte a incontrarsi, ma alla
fine l’appuntamento era sempre saltato per impegni diversi.
Ieri è stato il sindaco del capoluogo a raggiunge il
Castello di Falconara Alta, dove si trova l’ufficio di
Carletti. Visita di cortesia, ma non solo. Si è parlato
soprattutto di rifiuti. Ancona e Osimo hanno stretto un
patto di ferro per una gestione unitaria, che prevede la
costituzione di una nuova società per azioni che comincerà
ad agire dal prossimo anno assommando i rami d’azienda di
Anconambiente e Astea. Da sempre della partita dev’essere
anche Falconara, con il Cam, ma l’ingresso non è mai stato
deliberato dall’amministrazione. Si è partiti da qui al
vertice di ieri. E i due sindaci si sono lasciati con
l’impegno del primo cittadino di Falconara a discutere la
questione all’interno della sua giunta. Ma le collaborazioni
potrebbero riguardare anche altri settori. Hanno cominciato
a lavorare insieme gli assessori alla mobilità, Emilio
D’Alessio e Giancarlo Scortichini in fatto di inquinamento,
per vedere se è possibile mettere in atto azioni comuni per
combattere l’avanzare delle polveri sottili. Eppure proprio
sull’ambiente era sceso il gelo. In particolare, sul caso
Torrette. Al tavolo voluto dal prefetto per approntare un
provvedimento spalma-Tir che alleggerisse via Conca,
Falconara ha alzato un muro per l’impossibilità di far
transitare i mezzi pesanti sulla Flaminia, perché già strada
molto trafficata, soprattutto nel tratto antistante la
stazione ferroviaria, e inoltre troppo stretta e abitata. A
contribuire a rendere ancor più teso il clima, un equivoco
sugli inviti alle riunioni tecniche del tavolo, in seguito
risolto. Tentativi di alleanza che seguono quelli portati a
buon fine già con altri Comuni. E’ il caso di Osimo e
Fabriano in materia di rifiuti. Il più recente è l’approccio
con Jesi per il teatro.
Voli di addestramento
Risolto il “mistero” degli
aerei su Ancona
Molte le telefonate giunte in
questi giorni al giornale per segnalare la presenza nei
cieli di Ancona e dintorni di “aerei non identificati”, che
aveva dato adito a numerosi timori. A questo proposito,
Alitalia fa presente che non c’è nulla di cui preoccuparsi:
infatti, tra il 1° al 29 ottobre, dal lunedì al venerdì, la
compagnia aerea ha previsto dei voli di addestramento alle
ore 11.30 e 13.50. L'attività, che prevede atterraggio e
immediato decollo, non interferisce con i piazzali di sosta
nè con gli orari dei voli programmati. |
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IL MANIFESTO |
Meglio il petrolio o la
biodiversità?
MARINA FORTI - Petrobras l'ha
spuntata: l'ente petrolifero dello stato brasiliano ha
ottenuto dal ministero dell'ambiente dell'Ecuador la licenza
per cominciare a estrarre petrolio da una zona remota del
bacino occidentale dell'Amazzonia: per la precisione,
all'interno del Parco Nazionale Yasuni, 982mila ettari, una
delle riserve naturali più «bio-diverse» del continente
americano, riconosciuto nel 1989 dall'Unesco come «Riserva
della biosfera». Quella concessa a Petrobras non è la prima
licenza per attività petrolifere data dal governo
ecuadoriano all'interno di quel parco nazionale - altre zone
già sono bucherellate di pozzi e nel parco passa anche
l'oleodotto Ocp, che trasferisce il greggio estratto nella
regione amazzonica di Lago Agrio fin sulla costa del
Pacifico, a La Esmeralda. Nel caso di Petrobras, la licenza
include non solo due piattaforme di perforazione ma anche i
connessi oleodotti, una raffineria, e soprattutto una strada
di accesso (vedi Terra Terra, 7 maggio). In attesa da mesi,
l'autorizzazione finale del Ministero dell'ambiente è
arrivata il mese scorso, dopo la visita in Ecuador del
presidente brasiliano Luis Ignacio Lula da Silva - che ha
offerto al governo di Quito aiuti per 100 milioni di dollari
da investire in progetti di sviluppo. La licenza concessa a
Petrobras ha suscitato proteste. L'aspetto più criticato
dell'intero progetto sono i 37 chilometri di strada che
l'ente brasiliano vuole costruire: una via di accesso
completamente nuova in una zona nel nord-est del parco
finora incontaminata. Centinaia di esperienze ormai dicono
che quando una nuova strada apre l'accesso alla foresta
vergine, questa porta con sé inevitabilmente cacciatori di
frodo, tagliatori di legname pregiato, coloni, dunque
distruzione accelerata di un ambiente naturale. Così il
ministero dell'ambiente di Quito aveva chiesto a Petrobras
di studiare modi alternativi di accesso, in elicottero ad
esempio: lo studio presentato in agosto dall'azienda
brasiliana aveva concluso però che la strada resta l'opzione
migliore, sia dal punto di vista economico che ambientale. E
il governo l'ha preso per buono. I critici indicano la
strada costruita una decina d'anni fa in un'altra zona del
Yasuni: la carretera Maxus, 120 chilometri, entra nel parco
e nell'adiacente Riserva degli indigeni Huaorani. Su
pressione ambientalista l'accesso era stato sbarrato da
cancelli, ma l'effetto non è stato quello sperato: in
effetti coloni e tagliatori di frodo non indigeni sono stati
tenuti per lo più fuori, ma non gli indigeni. E via via che
coloni quechua e huaorani si sono stabiliti lungo la strada
creando fattorie, cittadine, scuole, si sono diffusi anche
caccia di frodo e deforestazione - moltiplicate dal fatto
che popolazioni native vissute fino a quel momento più o
meno in economie di scambio e di sussistenza sono state
guadagnate dalla cash economy, i cacciatori ora usano armi
da fuoco (e prendono passaggi dai camion delle compagnie
petrolifere) e legno pregiato o animaletti protetti sono
un'ottima fonte di denaro. Certo, con l'autorizzazione alla
strada di Petrobras il ministero dell'ambiente ecuadoriano
questa volta ha dettato condizioni più severe, ad esempio
che la strada sia usata esclusivamente dai mezzi autorizzati
dall'ente petrolifero ed eventuali sconosciuti siano subito
segnalati. Petrobras inoltre promette «zero dispersioni di
greggio», grazie a sistemi di controllo computerizzati delle
pipelines. L'ente petrolifero brasiliano è inoltre impegnato
a versare 4 milioni di dollari per la gestione a lungo
termine del parco Yasuni (che ha un budget complessivo di
6.000 dollari nel 2004). E però che tutto questo basti a
evitare un altro disastro ecologico e sociale è dubbio.
Certo non ci credono organizzazioni ambientaliste come
Accion Ecologica e Accion por la Vida (che ha cercato finora
di bloccare il progetto Petrobras con una serie di cause
legali). E neppure la rete di scienziati ecuadoriani e
statunitensi che studia il Parco Yasuni con la Stazione
biologica Mindo (della Yale University): per protestare
contro il nuovo progetto petrolifero, il 12 ottobre hanno
convocato una conferenza internazionale per presentare nuovi
studi, e lanciare nuovi allarmi. |
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REPUBBLICA (online) |
Romania, esplosione in una
raffineria: due morti
Una forte esplosione avvenuta
questa mattina (05.10.2004) in una delle più grandi
raffinerie romene, Rafo Onesti, nel Nord-Est del paese, ha
causato la morte di due persone. Secondo l'agenzia stampa
Mediafax, l'esplosione è stata causata da un accumulo di gas
in un serbatoio fuori servizio. Il coperchio del serbatoio
sotto pressione è andato a colpire due addetti che
eseguivano in quel momento lavori di manutenzione,
uccidendoli. L'esplosione non ha messo in pericolo il resto
della raffineria, hanno assicurato gli esperti della
direzione per l'ispezione del lavoro che hanno avviato
un'indagine per stabilire le cause esatte dell'incidente. |
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