RASSEGNA STAMPA 05.10.2004

 

MESSAGGERO
Prove di volo al Sanzio

Prove di volo, coinvolto il “Sanzio” Fino al 29 ottobre, dal lunedì al venerdì, la compagnia aerea Alitalia ha programmato alcuni voli di addestramento a Falconara marittima. I voli si svolgeranno a bordo di un aeromobile MD 11, dalle 11.30 alle 13.50, senza interferire con la normale attività dell'aeroporto Ancona-Falconara “Sanzio”.

 
CORRIERE ADRIATICO
Ancona-Falconara prove d’alleanza

Al centro del colloquio l’ingresso del Cam nella Spa dei rifiuti che vede insieme Anconambiente e Astea. Sturani e Carletti: è finita la guerra fredda

di AL. CAM.

Alleanze in serie. Incontro al vertice, nel tardo pomeriggio di ieri, tra il sindaco Fabio Sturani e il primo cittadino di Falconara, Giancarlo Carletti. Da buoni vicini di casa, i due municipi tentano il riavvicinamento dopo un periodo sul filo della guerra fredda. C’avevano provato più volte a incontrarsi, ma alla fine l’appuntamento era sempre saltato per impegni diversi. Ieri è stato il sindaco del capoluogo a raggiunge il Castello di Falconara Alta, dove si trova l’ufficio di Carletti. Visita di cortesia, ma non solo. Si è parlato soprattutto di rifiuti. Ancona e Osimo hanno stretto un patto di ferro per una gestione unitaria, che prevede la costituzione di una nuova società per azioni che comincerà ad agire dal prossimo anno assommando i rami d’azienda di Anconambiente e Astea. Da sempre della partita dev’essere anche Falconara, con il Cam, ma l’ingresso non è mai stato deliberato dall’amministrazione. Si è partiti da qui al vertice di ieri. E i due sindaci si sono lasciati con l’impegno del primo cittadino di Falconara a discutere la questione all’interno della sua giunta. Ma le collaborazioni potrebbero riguardare anche altri settori. Hanno cominciato a lavorare insieme gli assessori alla mobilità, Emilio D’Alessio e Giancarlo Scortichini in fatto di inquinamento, per vedere se è possibile mettere in atto azioni comuni per combattere l’avanzare delle polveri sottili. Eppure proprio sull’ambiente era sceso il gelo. In particolare, sul caso Torrette. Al tavolo voluto dal prefetto per approntare un provvedimento spalma-Tir che alleggerisse via Conca, Falconara ha alzato un muro per l’impossibilità di far transitare i mezzi pesanti sulla Flaminia, perché già strada molto trafficata, soprattutto nel tratto antistante la stazione ferroviaria, e inoltre troppo stretta e abitata. A contribuire a rendere ancor più teso il clima, un equivoco sugli inviti alle riunioni tecniche del tavolo, in seguito risolto. Tentativi di alleanza che seguono quelli portati a buon fine già con altri Comuni. E’ il caso di Osimo e Fabriano in materia di rifiuti. Il più recente è l’approccio con Jesi per il teatro.

Voli di addestramento

Risolto il “mistero” degli aerei su Ancona

Molte le telefonate giunte in questi giorni al giornale per segnalare la presenza nei cieli di Ancona e dintorni di “aerei non identificati”, che aveva dato adito a numerosi timori. A questo proposito, Alitalia fa presente che non c’è nulla di cui preoccuparsi: infatti, tra il 1° al 29 ottobre, dal lunedì al venerdì, la compagnia aerea ha previsto dei voli di addestramento alle ore 11.30 e 13.50. L'attività, che prevede atterraggio e immediato decollo, non interferisce con i piazzali di sosta nè con gli orari dei voli programmati.

 
IL MANIFESTO
Meglio il petrolio o la biodiversità?

MARINA FORTI - Petrobras l'ha spuntata: l'ente petrolifero dello stato brasiliano ha ottenuto dal ministero dell'ambiente dell'Ecuador la licenza per cominciare a estrarre petrolio da una zona remota del bacino occidentale dell'Amazzonia: per la precisione, all'interno del Parco Nazionale Yasuni, 982mila ettari, una delle riserve naturali più «bio-diverse» del continente americano, riconosciuto nel 1989 dall'Unesco come «Riserva della biosfera». Quella concessa a Petrobras non è la prima licenza per attività petrolifere data dal governo ecuadoriano all'interno di quel parco nazionale - altre zone già sono bucherellate di pozzi e nel parco passa anche l'oleodotto Ocp, che trasferisce il greggio estratto nella regione amazzonica di Lago Agrio fin sulla costa del Pacifico, a La Esmeralda. Nel caso di Petrobras, la licenza include non solo due piattaforme di perforazione ma anche i connessi oleodotti, una raffineria, e soprattutto una strada di accesso (vedi Terra Terra, 7 maggio). In attesa da mesi, l'autorizzazione finale del Ministero dell'ambiente è arrivata il mese scorso, dopo la visita in Ecuador del presidente brasiliano Luis Ignacio Lula da Silva - che ha offerto al governo di Quito aiuti per 100 milioni di dollari da investire in progetti di sviluppo. La licenza concessa a Petrobras ha suscitato proteste. L'aspetto più criticato dell'intero progetto sono i 37 chilometri di strada che l'ente brasiliano vuole costruire: una via di accesso completamente nuova in una zona nel nord-est del parco finora incontaminata. Centinaia di esperienze ormai dicono che quando una nuova strada apre l'accesso alla foresta vergine, questa porta con sé inevitabilmente cacciatori di frodo, tagliatori di legname pregiato, coloni, dunque distruzione accelerata di un ambiente naturale. Così il ministero dell'ambiente di Quito aveva chiesto a Petrobras di studiare modi alternativi di accesso, in elicottero ad esempio: lo studio presentato in agosto dall'azienda brasiliana aveva concluso però che la strada resta l'opzione migliore, sia dal punto di vista economico che ambientale. E il governo l'ha preso per buono. I critici indicano la strada costruita una decina d'anni fa in un'altra zona del Yasuni: la carretera Maxus, 120 chilometri, entra nel parco e nell'adiacente Riserva degli indigeni Huaorani. Su pressione ambientalista l'accesso era stato sbarrato da cancelli, ma l'effetto non è stato quello sperato: in effetti coloni e tagliatori di frodo non indigeni sono stati tenuti per lo più fuori, ma non gli indigeni. E via via che coloni quechua e huaorani si sono stabiliti lungo la strada creando fattorie, cittadine, scuole, si sono diffusi anche caccia di frodo e deforestazione - moltiplicate dal fatto che popolazioni native vissute fino a quel momento più o meno in economie di scambio e di sussistenza sono state guadagnate dalla cash economy, i cacciatori ora usano armi da fuoco (e prendono passaggi dai camion delle compagnie petrolifere) e legno pregiato o animaletti protetti sono un'ottima fonte di denaro. Certo, con l'autorizzazione alla strada di Petrobras il ministero dell'ambiente ecuadoriano questa volta ha dettato condizioni più severe, ad esempio che la strada sia usata esclusivamente dai mezzi autorizzati dall'ente petrolifero ed eventuali sconosciuti siano subito segnalati. Petrobras inoltre promette «zero dispersioni di greggio», grazie a sistemi di controllo computerizzati delle pipelines. L'ente petrolifero brasiliano è inoltre impegnato a versare 4 milioni di dollari per la gestione a lungo termine del parco Yasuni (che ha un budget complessivo di 6.000 dollari nel 2004). E però che tutto questo basti a evitare un altro disastro ecologico e sociale è dubbio. Certo non ci credono organizzazioni ambientaliste come Accion Ecologica e Accion por la Vida (che ha cercato finora di bloccare il progetto Petrobras con una serie di cause legali). E neppure la rete di scienziati ecuadoriani e statunitensi che studia il Parco Yasuni con la Stazione biologica Mindo (della Yale University): per protestare contro il nuovo progetto petrolifero, il 12 ottobre hanno convocato una conferenza internazionale per presentare nuovi studi, e lanciare nuovi allarmi.

 
REPUBBLICA (online)
Romania, esplosione in una raffineria: due morti

Una forte esplosione avvenuta questa mattina (05.10.2004) in una delle più grandi raffinerie romene, Rafo Onesti, nel Nord-Est del paese, ha causato la morte di due persone. Secondo l'agenzia stampa Mediafax, l'esplosione è stata causata da un accumulo di gas in un serbatoio fuori servizio. Il coperchio del serbatoio sotto pressione è andato a colpire due addetti che eseguivano in quel momento lavori di manutenzione, uccidendoli. L'esplosione non ha messo in pericolo il resto della raffineria, hanno assicurato gli esperti della direzione per l'ispezione del lavoro che hanno avviato un'indagine per stabilire le cause esatte dell'incidente.

 
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