RASSEGNA STAMPA 02.10.2004

 

MESSAGGERO
Pietrucci si insedia al Cam e lascia il Consiglio

Al suo posto entra Cherri, ex capo della Croce Gialla

di Letizia Larici

FALCONARA Cambio della guardia in Consiglio comunale tra le file dei Ds. Al posto del dimissionario Aldemaro Pietrucci ( foto sotto ) da ieri ufficialmente alla guida delle Cam, Marco Cherri, 34 anni, impiegato alla Merloni Elettrodomestici e ex presidente della Croce Gialla di Falconara. Già consigliere nel '97 con una lista civica apartitica, Cherri torna a sedere sui banchi del consiglio, questa volta con i Ds. Secondo nella graduatoria dei non eletti alle scorse elezioni, Cherri entra nel gruppo consigliare diessino, in seguito alla defezione del primo della lista, Egeo Presciutti. Intanto Pietrucci insediatosi alla presidenza del Cam parla del futuro dell'Azienda, che presto dovrebbe assorbire anche i servizi cimiteriali. «Il Cam - osserva - è una struttura capace di intervenire in diversi settori, per questo si può pensare di estendere i servizi ad un'area più vasta e magari anche ai privati». Quanto a un possibile ingresso nell'intesa Anconambiente - Astea per la gestione dei rifiuti, il neo presidente non si sbilancia più di tanto, pur ammettendo che «un'evoluzione per confluire verso questa sinergia non è esclusa». Ed allora che fine fa L'Esino spa? Per ora, come aveva già riferito il sindaco Carletti, è in stand-by.

Via Bixio, prosegue la riqualificazione

Approvata la seconda parte del progetto di riqualificazione del centro cittadino, da via Bixio all'incrocio con via IV Novembre fino a quello con la XX Settembre. Il progetto fornirà nuova pavimentazione e nuovi arredi nel tratto di strada considerato, proseguendo il percorso tra le piazze Garibaldi e Mazzini.

 
CORRIERE ADRIATICO
Lotta alle polveri da buoni vicini

Battere il Pm10

Un tempo erano un tutt’uno. Oggi tra Ancona e Falconara si parla di una collaborazione in nome dell’ambiente, contro il traffico eccessivo e le polveri sottili. L’altro giorno il primo incontro tra i rispettivi assessori all’ambiente Emilio D’Alessio e Giancarlo Scortichini, richiesto proprio da quest’ultimo a proposito delle polveri sottili. “L’idea è quella di portare avanti un percorso comune - spiega D’Alessio - all’interno del lavoro che si sta facendo in ambito provinciale. Ma già il Comune di Osimo si è sfilato. L’obiettivo è evitare che l’alleanza finisca come alcuni mesi fa, quando in pochi sono rimasti con il cerino in mano. Almeno Ancona e Falconara, che sono così vicini, potrebbero avere una visione e delle azioni comuni”. Per ora il capoluogo trasferirà al cugino falconarese le delibere e il materiale di cui si è servito fin qui. Il prossimo traguardo potrebbero essere le targhe alterne. A primavera Ancona era stato uno dei pochi Comuni a metterle effettivamente in pratica, ma già allora D’Alessio spiegava che un provvedimento del genere serve solo se attuato su area vasta, perché in caso di vento non sono le polveri di Ancona a ricadere sulla città, ma quella delle aree vicine. Ancona e Falconara hanno al momento in comune anche un’altra grana, quella del passaggio dei Tir in quartieri popolosi. Tanto che il sindaco Carletti con ordinanza ha vietato il passaggio dei mezzi pesanti sul suo territorio.

L’Arpam trasloca pensando all’Api

Nuova sede ma vecchie problematiche

di AGNESE CARNEVALI

Fusione in un'unica struttura delle differenti professionalità e creazione di servizi tematici per un approccio unitario alle problematiche ambientali: è ciò che si realizza nella nuova sede del Dipartmento provinciale dell'Arpam di Ancona. Sorta dalle ceneri di uno dei padiglioni dell'ex Crass, la nuova sede si presenta come qualcosa di più di un trasloco in antichi locali, appositamente ristrutturati. Infatti, a cambiare non sono solo i “luoghi” del Dipartimento di Ancona, ma la sua intera organizzazione. "La palazzina che inauguriamo oggi - spiega Gisberto Paoloni, Direttore generale dell'Arpam - rappresenta la fusione delle due ex aree chimica e biotossicologica che la legge regionale 9/1985 aveva distinto in un’ottica di monoprofessionalità. Ora invece possiamo dire di aver portato a termine la fusione di professionalità diverse, realizzando un approccio unitario delle problematiche ambientali". Nodo cruciale in questo momento, per l’Agenzia e le istituzioni territoriali, sono le attività legate all'area ad elevato rischio di crisi ambientale compresa tra Falconara e la Bassa Valle dell'Esino ed ad un’industria a rischio rilevante come la raffineria Api di Falconara. Un problema, quest'ultimo, che l'assessore regionale all'Ambiente, Marco Amagliani non vuole lasciare insoluto e a proposito del quale afferma: "Occorre studiare un nuovo piano energetico regionale che tenga conto dell'incompatibilità dell'impianto con l'area in cui è inserito". L'assessore all'Ambiente del Comune di Falconara Giancarlo Scortichini ritiene che l'Agenzia regionale sia un punto di riferimento per "realizzare un ambiente migliore per tutti i cittadini". E a tal proposito l'occhio dei tecnici delle acque dell'Arpam è puntato sulla questione degli scarichi a mare dei bitumi derivanti dalla raffineria Api: “Un fenomeno - assicura la responsabile servizio acque, Cassandra Mengarelli - in diminuzione, ma per il quale non si può ancora abbassare la guardia".

 
RESTO DEL CARLINO
Raffineria: barriera protettiva per i treni

FALCONARA - Realizzare una barriera protettiva per tenere in sicurezza il tratto di ferrovia che attraversa l'Api. E' l'ultima proposta della Regione, che in tal senso invierà una nota all'azienda e ad Rfi.«Alla luce dell'incidente dell'8 settembre - spiega l'assessore Marco Amagliani - occorre realizzare nel più breve tempo possibile una struttura a protezione dei passeggeri. Esiste una "probabilità credibile" che all'interno dello stabilimento si verifichi un incidente che coinvolga anche i binari». La proposta è stata inviata alla Prefettura, dove giovedì scorso si è tenuto un incontro per discutere alcune osservazioni al Piano di emergenza esterno. Le caratteristiche della struttura protettiva sono ancora da definire. «Si potrebbe realizzare un tunnel - continua Amagliani - o più semplicemente un muro tra la linea ferroviaria e l'impianto. Spetterà ad Rfi studiare una soluzione, ma ritengo che dovrà essere l'Api a finanziare il progetto». La messa in sicurezza dei binari, secondo Amagliani, non è alternativa al by-pass, anche se per l'opera di arretramento i tempi sembrano doversi allungare. «I fondi per le grandi opere sono più che dimezzati, e non si può attendere quando c'è di mezzo la sicurezza dei cittadini

 
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