MESSAGGERO |
Pietrucci si insedia al Cam e
lascia il Consiglio
Al suo posto entra Cherri, ex
capo della Croce Gialla
di Letizia Larici
FALCONARA Cambio della
guardia in Consiglio comunale tra le file dei Ds. Al posto
del dimissionario Aldemaro Pietrucci ( foto sotto ) da ieri
ufficialmente alla guida delle Cam, Marco Cherri, 34 anni,
impiegato alla Merloni Elettrodomestici e ex presidente
della Croce Gialla di Falconara. Già consigliere nel '97 con
una lista civica apartitica, Cherri torna a sedere sui
banchi del consiglio, questa volta con i Ds. Secondo nella
graduatoria dei non eletti alle scorse elezioni, Cherri
entra nel gruppo consigliare diessino, in seguito alla
defezione del primo della lista, Egeo Presciutti. Intanto
Pietrucci insediatosi alla presidenza del Cam parla del
futuro dell'Azienda, che presto dovrebbe assorbire anche i
servizi cimiteriali. «Il Cam - osserva - è una struttura
capace di intervenire in diversi settori, per questo si può
pensare di estendere i servizi ad un'area più vasta e magari
anche ai privati». Quanto a un possibile ingresso
nell'intesa Anconambiente - Astea per la gestione dei
rifiuti, il neo presidente non si sbilancia più di tanto,
pur ammettendo che «un'evoluzione per confluire verso questa
sinergia non è esclusa». Ed allora che fine fa L'Esino spa?
Per ora, come aveva già riferito il sindaco Carletti, è in
stand-by.
Via Bixio, prosegue la
riqualificazione
Approvata la seconda parte
del progetto di riqualificazione del centro cittadino, da
via Bixio all'incrocio con via IV Novembre fino a quello con
la XX Settembre. Il progetto fornirà nuova pavimentazione e
nuovi arredi nel tratto di strada considerato, proseguendo
il percorso tra le piazze Garibaldi e Mazzini. |
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CORRIERE ADRIATICO |
Lotta alle polveri da buoni
vicini
Battere il Pm10
Un tempo erano un tutt’uno.
Oggi tra Ancona e Falconara si parla di una collaborazione
in nome dell’ambiente, contro il traffico eccessivo e le
polveri sottili. L’altro giorno il primo incontro tra i
rispettivi assessori all’ambiente Emilio D’Alessio e
Giancarlo Scortichini, richiesto proprio da quest’ultimo a
proposito delle polveri sottili. “L’idea è quella di portare
avanti un percorso comune - spiega D’Alessio - all’interno
del lavoro che si sta facendo in ambito provinciale. Ma già
il Comune di Osimo si è sfilato. L’obiettivo è evitare che
l’alleanza finisca come alcuni mesi fa, quando in pochi sono
rimasti con il cerino in mano. Almeno Ancona e Falconara,
che sono così vicini, potrebbero avere una visione e delle
azioni comuni”. Per ora il capoluogo trasferirà al cugino
falconarese le delibere e il materiale di cui si è servito
fin qui. Il prossimo traguardo potrebbero essere le targhe
alterne. A primavera Ancona era stato uno dei pochi Comuni a
metterle effettivamente in pratica, ma già allora D’Alessio
spiegava che un provvedimento del genere serve solo se
attuato su area vasta, perché in caso di vento non sono le
polveri di Ancona a ricadere sulla città, ma quella delle
aree vicine. Ancona e Falconara hanno al momento in comune
anche un’altra grana, quella del passaggio dei Tir in
quartieri popolosi. Tanto che il sindaco Carletti con
ordinanza ha vietato il passaggio dei mezzi pesanti sul suo
territorio.
L’Arpam trasloca pensando
all’Api
Nuova sede ma vecchie
problematiche
di AGNESE CARNEVALI
Fusione in un'unica struttura
delle differenti professionalità e creazione di servizi
tematici per un approccio unitario alle problematiche
ambientali: è ciò che si realizza nella nuova sede del
Dipartmento provinciale dell'Arpam di Ancona. Sorta dalle
ceneri di uno dei padiglioni dell'ex Crass, la nuova sede si
presenta come qualcosa di più di un trasloco in antichi
locali, appositamente ristrutturati. Infatti, a cambiare non
sono solo i “luoghi” del Dipartimento di Ancona, ma la sua
intera organizzazione. "La palazzina che inauguriamo oggi -
spiega Gisberto Paoloni, Direttore generale dell'Arpam -
rappresenta la fusione delle due ex aree chimica e
biotossicologica che la legge regionale 9/1985 aveva
distinto in un’ottica di monoprofessionalità. Ora invece
possiamo dire di aver portato a termine la fusione di
professionalità diverse, realizzando un approccio unitario
delle problematiche ambientali". Nodo cruciale in questo
momento, per l’Agenzia e le istituzioni territoriali, sono
le attività legate all'area ad elevato rischio di crisi
ambientale compresa tra Falconara e la Bassa Valle
dell'Esino ed ad un’industria a rischio rilevante come la
raffineria Api di Falconara. Un problema, quest'ultimo, che
l'assessore regionale all'Ambiente, Marco Amagliani non
vuole lasciare insoluto e a proposito del quale afferma:
"Occorre studiare un nuovo piano energetico regionale che
tenga conto dell'incompatibilità dell'impianto con l'area in
cui è inserito". L'assessore all'Ambiente del Comune di
Falconara Giancarlo Scortichini ritiene che l'Agenzia
regionale sia un punto di riferimento per "realizzare un
ambiente migliore per tutti i cittadini". E a tal proposito
l'occhio dei tecnici delle acque dell'Arpam è puntato sulla
questione degli scarichi a mare dei bitumi derivanti dalla
raffineria Api: “Un fenomeno - assicura la responsabile
servizio acque, Cassandra Mengarelli - in diminuzione, ma
per il quale non si può ancora abbassare la guardia". |
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RESTO DEL CARLINO |
Raffineria: barriera
protettiva per i treni
FALCONARA - Realizzare una
barriera protettiva per tenere in sicurezza il tratto di
ferrovia che attraversa l'Api. E' l'ultima proposta della
Regione, che in tal senso invierà una nota all'azienda e ad
Rfi.«Alla luce dell'incidente dell'8 settembre - spiega
l'assessore Marco Amagliani - occorre realizzare nel più
breve tempo possibile una struttura a protezione dei
passeggeri. Esiste una "probabilità credibile" che
all'interno dello stabilimento si verifichi un incidente che
coinvolga anche i binari». La proposta è stata inviata alla
Prefettura, dove giovedì scorso si è tenuto un incontro per
discutere alcune osservazioni al Piano di emergenza esterno.
Le caratteristiche della struttura protettiva sono ancora da
definire. «Si potrebbe realizzare un tunnel - continua
Amagliani - o più semplicemente un muro tra la linea
ferroviaria e l'impianto. Spetterà ad Rfi studiare una
soluzione, ma ritengo che dovrà essere l'Api a finanziare il
progetto». La messa in sicurezza dei binari, secondo
Amagliani, non è alternativa al by-pass, anche se per
l'opera di arretramento i tempi sembrano doversi allungare.
«I fondi per le grandi opere sono più che dimezzati, e non
si può attendere quando c'è di mezzo la sicurezza dei
cittadini |
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