Bitume, la Procura apre
l’inchiesta
Secondo fascicolo dopo quello
sulle cause dell’incidente in Raffineria. Mentre la
capitaneria accerta la quantità di idrocarburi, i Verdi
interrogano il Parlamento sui militari in spiaggia
di MARCO CATALANI e
MASSIMILIANO PETRILLI
FALCONARA - Inchiesta bis sul
rogo all’Api. Mentre i timori di una militarizzazione della
spiaggia di Villanova potrebbero approdare in Parlamento. Un
secondo fascicolo d'inchiesta contro ignoti, sullo
sversamento di bitume in mare dopo l'esplosione dell'8
settembre alla raffineria, è stato aperto dalla Procura
nell'inchiesta sull'incidente che ha causato la morte del
49enne autista Sebastiano Parisse. Il nuovo filone
d'indagine - in quello principale il pm ha già fatto
recapitare 27 avvisi di garanzia - è collegato anche
all'esposto presentato dal capogruppo dei Verdi in consiglio
regionale Marco Moruzzi. Esposto che seguiva le decine di
segnalazioni giunte da cittadini riguardo a chiazze di
catrame grandi e piccole spiaggiate, tanto che il sindaco di
Ancona ha vietato la balneazione a Palombina. Oltre a un
dossier, i Verdi avevano presentato anche un video per
documentare il recupero di blocchi di bitume nel mare
davanti all’Api. Su questo versante, l'indagine della
procura di Ancona si avvarrà degli accertamenti che verranno
coordinati dalla capitaneria di porto. Un'iniziativa
autonoma, per compiere verifiche sul materiale sversato in
mare e finito sui fondali mediante l'impiego anche di
proprie squadre di sommozzatori. Spiaggia dei veleni - Il
lido di Villanova presidio militare? Secondo
l'interrogazione del consigliere regionale verde Marco
Moruzzi, la spiaggia dell'ex-tiro a volo avrebbe subito un
innalzamento dei livelli di guardia, proprio nei giorni dei
ritrovamenti del bitume spiaggiato. «La sorveglianza armata
- dice Moruzzi - che presidia il perimetro interno dell'Api
con funzioni di prevenzione antiterroristica, stazionano
fuori dal perimetro e si avvicinano a chi si reca in
spiaggia, invitandoli ad allontanarsi a causa di un presunto
divieto». In effetti, affacciandosi nell'area dall'accesso
di via Monti e Tognetti, non si può far a meno di notare
mezzi militari e sorveglianza armata, ma per quanto riguarda
il passaggio per arrivare in spiaggia sembrerebbe che non
tutte le pattuglie si comportino nella stessa maniera. Una
eventuale segnaletica che vieta il passaggio non è presente
ma, nei giorni subito successivi al 16 settembre, giorno
della consegna dei filmati in Procura, i militari sarebbero
arrivati a vietare persino la sosta delle auto nel
parcheggio adiacente. «Molti cittadini sono stati
allontanati e dalle loro segnalazioni è nata
l'interrogazione ma già dalla sua presentazione la
situazione si è ridimensionata». Interrogazioni analoghe a
quelle di Moruzzi sono state preannunciate da Marco Lion
alla Camera e da Loredana De Petris al Senato.
Falconara, ecco il porto
turistico del rilancio
Presentato il progetto
all'ombra della raffineria. Tre darsene, 600 posti barca,
centro commerciale e club nautico: e la città respira aria
turistica
di LETIZIA LARICI
LA riqualificazione dell'area
a nord di Falconara parte dal porto turistico. Un sogno che
sta prendendo forma. Il progetto preliminare realizzato
dalla "Marina di Falconara spa", guidata dall'avvocato
Michele Boncristiano, è stato illustrato ieri nella sede
della società a partecipazione privata, che intende
realizzare l'obiettivo. E’ costituita da cinque azionisti:
oltre all'avvocato Boncristiano, presidente, ne fanno parte
Aquilino Domesi, Flavio Polonara, l'Adria Marine spa di Fano
e l'Inave, lo studio d'architettura di Venezia che ha
elaborato il progetto. Lungo 750 metri, il porto verrebbe
dislocato tra la stazione e la raffineria (600 metri la
distanza dal molo di servizio delle petroliere). Lo spazio
acqueo è suddiviso in tre darsene, ciascuna pensata per
imbarcazioni di differente stazza. La prima, accanto
all'imbocco collocato a circa 1.600 metri dal molo della
raffineria, ospiterà le imbarcazioni più lunghe, la seconda
quelle di media stazza e la terza le più piccole. Per un
totale di 600 posti (300 per barche fino a 10 metri, 150 per
quelle fino a 12, 100 per imbarcazioni fino a 18 metri, 40
per quelle fino a 24 metri di lunghezza e 10 per barche
oltre misura). Le tre darsene saranno delimitate da una
lunga banchina fronte mare(all'interno della quale verranno
anche ricavati posti auto) a forma sinusoidale. In questo il
progetto preliminare di porto turistico, si discosta
dall'ipotesi Bohigas. Per il resto si inserisce
perfettamente nel tracciato disegnato dell'architetto
catalano, incaricato dal Comune di riqualificare tutta
l'area a nord della città. La scelta della forma
sinusoidale, frutto di attenti studi delle correnti marine
da parte dell'Inave consentirebbe di evitare l'interramento.
Lo spazio acqueo sarà collegato con il borgo marinaro,
attraverso un ponte levatoio che confluirà all'interno di un
centro commerciale aperto sull'acqua con club nautico
annesso. Tanti i servizi inseriti nel progetto: quattro
capannoni per la manutenzione e il rimessaggio, attività
ricettive e commerciali, punti di ristoro e ampi parcheggi,
una chiesetta e l'edificio della capitaneria di porto con
dogana. Sul fronte porto infine un vialetto immerso nel
verde e costeggiato da pista ciclabile e negozi per rendere
più completa la fruibilità della zona. Il progetto
preliminare è stato pensato tenendo conto dell'attuale linea
ferroviaria lungo la costa. Gli accessi via terra verrebbero
garantiti attraverso i sottopassi esistenti. Non si esclude
la possibilità di attivare collegamenti con la Croazia
tramite aliscafo. Progetto consegnato il 16 settembre all'AP
di Ancona (primo passo per ottenere il rilascio della
concessione demaniale). In assenza di intralci l'iter
burocratico potrebbe concludersi entro un anno: lunedì la
documentazione sarà pubblicata sull'albo pretorio del Comune
di Falconara per consentire a tutti gli interessati di
presentare le proprie osservazioni. |
L’accusa in una foto
Nuovo esposto dei Verdi sulla
sicurezza
di MARINA MINELLI
Secondo esposto - denuncia
alla Magistratura sulla vicenda Api, di nuovo a firma dei
Verdi. Ieri il Presidente regionale Luciano Montesi, con una
documentazione ufficiale, ha chiesto di avviare un’indagine
sulle vie di fuga e sulla sicurezza dei lavoratori. “In una
foto presa pochi minuti dopo l’esplosione - spiega Montesi -
si vedono chiaramente un grande cancello sbarrato e accanto
un cancelletto più piccolo con tre o quattro persone che,
abbandonando la zona del pericolo, sono costrette a saltare
la recinzione”. Una situazione intollerabile secondo il
Verde, a cui è necessario porre immediatamente rimedio: “Non
sappiamo chi siano queste persone, forse dipendenti delle
ferrovie, visto che poco lontano c’è l’area di
movimentazione delle merci. Però, come si vede benissimo
nella foto, il fumo denso e ancora basso è a poche decine di
metri”. Montesi a questo punto chiede vengano rivisti oltre
al piano di emergenza esterno anche quello interno, perché
“sulla sicurezza dei lavoratori non ci possono essere dubbi
o incertezze”. “Non è possibile che accadano cose del genere
- osserva Montesi - adesso vogliamo spiegazioni”.
Api, inchiesta-bis sul
bitume
Dopo l’esplosione del
serbatoio il prodotto è finito nel fosso della Rigatta e poi
in mare raggiungendo anche Palombina Nuova. La procura
ipotizza reati ambientali per lo sversamento
di LORENZO SCONOCCHINI
Non solo incendio, lesioni e
omicidio colposo, per il rogo che ha ucciso un camionista e
ne ha ustionati altri tre, ma anche reati ambientali per le
migliaia di metri cubi di bitume tracimati dalla raffineria.
La procura ha aperto un secondo fascicolo d’inchiesta, per
adesso contro ignoti, sull’incidente dell’8 settembre
scorso. Accanto all’inchiesta principale, per la quale i pm
Tedeschini e Bilotta hanno inviato 27 avvisi di garanzia
incaricando un perito di scoprire le cause dell’esplosione,
adesso c’è un nuovo filone d’indagine, collegato anche
all’esposto presentato la settimana scorsa dal capogruppo
dei Verdi in consiglio regionale, Marco Moruzzi. Prima
ancora erano arrivate decine di segnalazioni da cittadini
allarmati per le chiazze di catrame grandi e piccole
spiaggiate sul litorale falconarese e arrivate fino alle
scogliere vicine alla raffineria. Oltre ad un dossier, i
Verdi avevano presentato anche un video per documentare il
recupero di blocchi di bitume nel mare davanti alla
raffineria per chiedere se erano stati autorizzati.
L’indagine della procura di Ancona sulle ripercussioni
ambientali dell’esplosione avvenuta nell’area bitumi si
avvarrà degli accertamenti coordinati dalla capitaneria di
porto di Ancona, come deciso lunedì durante una riunione
tecnica tenutasi in Regione. Un’iniziativa autonoma, per
compiere verifiche sul materiale sversato in mare e finito
sui fondali mediante l’impiego anche di proprie squadre di
sommozzatori. I risultati degli degli accertamenti saranno
illustrati nell’informativa che verrà inviata alla procura,
che poi trarrà le sue conclusioni. Il bitume dalla
raffineria finendo ne fosso della Rigatta, che scorre
accanto al petrolchimico e poi scarica direttamente in mare,
senza nessun filtro. Per questo l’inchiesta dovrà chiarire
anche come mai non hanno funzionato i bacini di contenimento
che dovrebbero fare da argine intorno ai serbatoi dove sono
stoccati i derivati del petrolio. Gli effetti si sono visti
nei giorni a seguire l'incidente, quando l’onda lunga del
bitume sversato in mare ha costretto prima il sindaco
Carletti a vietare la balneazione su tutto il litorale
falconarese e poi s’è estesa verso sud, fino alla spiaggia
di Palombina Nuova, tanto che giovedì l’amministrazione
comunale di Ancona ha deciso di chiudere temporaneamente la
balneazione. L’altro ieri tecnici dell’Arpam hanno
effettuato insieme alla Capitaneria di Porto, una serie di
rilevamenti per cominciare a capire le dimensioni del
fenomeno. “Abbiamo incaricato la dottoressa Mengarelli –
spiegava il direttore dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente,
Gisberto Paoloni – che insieme a tecnici dell’Icram ha
perlustrato la zona di mare ed il fondale di fronte alla
raffineria. L’ordinanza sulla balneazione nel Comune di
Ancona invece è temporanea ed è stata emessa solo a scopo
cautelativo”. |